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TEATRO: UNA RAPPRESENTAZIONE PARTICOLARE PER RICORDARE L’8 MARZO      
Roma, 11 marzo ’10 (Fuoritutto) Serata particolare per la festa dell’8 marzo a Roma con la rappresentazione di “Aphra Behn, la prostituta dell’intelligenza”. Un monologo, opera del giudice, e drammaturgo, Gennaro Falcione, centrato sulla  vita di Aphra Benn (1640-1689), poetessa, drammaturga, saggista che scandalizzò la puritana società del tempo con scelte profondamente femministe e controcorrente.
Come, anzitutto, quella di mantenersi scrivendo pieces teatrali di successo, che dal 1670 al 1689 incontrarono il favore del pubblico affrontando, con intelligente ironia, temi scabrosi di politica, costume, società  ( la mentalità dell’epoca, infatti, equiparava a una prostituta una donna che si  guadagnasse da vivere scrivendo, cioè “vendendo” il suo intelletto).
Soprannominata Astrea, per il nome di copertura usato come agente segreto del re Carlo II ad Anversa, la commediografa – interpretata in scena da Giuliana Adezio,  curatrice anche della regìa – descrive  la sua vita avventurosa, e soprattutto la battaglia per affermar la libertà della donna di fare letteratura ( altra tappa importante dopo quella, raggiunta ai tempi di Shakespeare, della possibilità di recitare in teatro: dove, prima, anche i ruoli femminili erano rigorosamente interpretati da uomini). Come un Oscar Wilde del ‘600, Aphra attraversa in pieno il suo secolo: morendo infine nel 1689, lo stesso anno in cui la “Glorious revolution” decretata dal Parlamento mette definitivamente fine all’era dei monarchi assolutisti e filo cattolici. E’ sepolta nell’abbazia di Westminster.

(Bri)

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