Su Dostoevskij al Teatro Affabulazione di Ostia di
Filippo LangeLa poetica di Francione si inscrive nei lumi delle
ragioni illuministiche voltairiane, cita Foucault e attraversa il '900
rievocando la condanna postmoderna di Dostoievskij.
Giudici o giustiziati è una metafora che impone la riflessione sul
presente, l'antiarte di Francione incita ad una ribellione morale: il
cittadino/spettatore riflette ma ai fini di una azione non piu
rinviabile.
A ciascuno il suo: sembra dirci l'autore. Senza responsabilità
individuale la democrazia si trasforma in un universo concentrazionario.
Guardie e ladri sono la stessa cosa, beffati da un destino crudele,
senza pietas: Dio è morto. Non basterà la risata bolscevica a travolgere
il poliziotto/daimon che è in ciascuno di noi.
L'azione come esorcismo dunque, e la parola, agita, diventa
rivoluzione.
Filippo Lange
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