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C’è nella concezione del teatro
di Francione un che di metafisico, ma anche una profonda umanità
che trapela molto dalla vicenda dei frati, una tragedia a tinte
grottesche, che, con la semplicità espressiva e la naturalezza, propria
delle aule di tribunale, affronta sia il tema principale del rapporto
storico – sociale, mafia –religione - stato, ma anche tutta una gamma di
caratteri e caratteristiche dei personaggi che sfilano sulla scena, il
tutto con grande passione (Carmen Spadea) |
Teatro
dell' Angelo Regista Luigi di Majo che ha curato il testo con Lucia
Nardi e Gennaro Francione
«Frati, mafia e delitti» in scena
Avvocati e magistrati attori per una sera in
una piéce storica
<Omissis> L' idea
di riscrivere un caso giudiziario così complesso è di Lucia Nardi,
Gennaro Francione (giudice) e Luigi di Majo (avvocato penalista), che
partendo dalla «Terribile istoria dei Frati di Mazzarino» di Giorgio
Frasca Polara (Sellerio), e dai documenti originali, hanno scritto un
copione che appassionerà anche i poco esperti in materia giudiziaria.
Perché «Frati, mafia e delitti - Il convento del diavolo» è un miscuglio
di passioni e vendette, suicidi e misteri, accuse terribili e difese
infuocate di avvocati sullo sfondo del monastero e nelle aule dei
tribunali. Dove anche il suicidio in carcere del guardiano del convento
assume contorni inspiegabili. E a rendere più sentito ogni passaggio, c'
è il fatto che, appunto, in scena, ci sono veri giudici, legali veri.
<Omissis>
«Tempo ne abbiamo poco per provare - spiega di
Majo, regista oltre che autore - ma anche in passato siamo riusciti a
ricostruire processi incredibili come quello di Norimberga,
rappresentato nell' aula bunker del carcere di Palermo, e quello a Maria
Tarnowska. Ci stiamo preparando a rappresentare il processo a Luigi XVI,
quest' estate alla Filarmonica». «Frati, mafia, e delitti» ripercorre
tutte le fasi della vicenda di Mazzarino, da quella prima sentenza di
assoluzione «perché secondo i giudici - ricorda di Majo - la collusione
dei frati con i banditi locali sarebbe stata solamente un tentativo di
convincere le persone oggetto di estorsione a piegarsi, per non subire
vendette». Nei prossimi mesi lo spettacolo sarà allestito al Salone
Margherita.
Martellini Laura
http://archiviostorico.corriere.it/2011/febbraio/21/Frati_mafia_delitti_scena_co_10_110221037.shtml
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