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IL MATTINO
02/04/2011
Francesca Mari Torre del Greco. Giudice presso la sezione penale del
Tribunale di Roma, ma anche scrittore, drammaturgo, attore e pittore.
Personaggio poliedrico, innovativo, anarchico e tendenzialmente
rivoluzionario, sia nella giurisprudenza sia nell'arte: Gennaro
FRANCIONE (nella foto) ha origini torresi, e per la prima
volta debutta nella città corallina con l'anteprima nazionale del suo «Goya.
La Quinta del sordo», che si terrà stasera alle 21 e domani alle 19.30
presso l'Ethnos Teatro Club, in via Nazionale. Uno spettacolo di teatro
totale (recitazione, danza, pittura e videoproiezioni), scritto da
FRANCIONE e presentato dalla ”Fondazione Lèonide
Massine”, in collaborazione con la Compagnia dell'Essenza, nell'ambito
della fortunata rassegna teatrale «Sguardi Contemporanei» del regista
Gigi Di Luca. Un'opera particolare, in cui si cerca di interpretare la
fase di produzione delle cosiddette «Pitture nere» del pittore e
incisore spagnolo ottocentesco: il travaglio dell'anima, a confine con
la follia, generatore di figure angoscianti, oscure e deformate, ma
anche anticipatrici di molti movimenti artistici successivi. Francisco
Goya, dunque, anche come rivoluzionario, sia nell'arte che nella vita,
come dimostrano alcune testimonianze sull'attivismo dell'artista. Legame
che ha dato al giudice-scrittore, lunedì presso il Centro d'Arte
Mediterranea, il pretesto per presentare al pubblico degli intellettuali
torresi il movimento «Antiarte 2000», da lui fondato. «Lo scopo - ha
detto FRANCIONE - è di
affratellare tutti gli artisti di trincea, non venuti alla luce del
successo spesso dovuto alla fortuna e a deprecabili agganci politici. Si
può contribuire all'unione delle persone, alla crescita dell'umanità e
della solidarietà, in nome di una giustizia intesa non come mera
punizione ma come ricerca dei sistemi creativi per rendere l'uomo retto,
mediante l'arte, la cultura, lo spettacolo, l'informazione, la
cooperazione culturale e sociale». Un'orazione utopistica, a tratti
visionaria, basata sul concetto di arte e giustizia etica in continua
mutazione.
http://sfoglia.ilmattino.it/mattino/view.php?data=20110402&ediz=CIRC_SU2&npag=51&file=obj_5049.xml&word=%20francione%20&type=STANDARD
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Francisco Goya: l’artista oscuro ritratto dal
Teatro Totale
Domenica 27 Marzo 2011 12:46
Scritto da alla redazione
Un’armonica sinergia tra i diversi aspetti dell’arte alla base del
teatro totale della «Fondazione Lèonide Massine» che sabato 2 e
domenica 3 aprile presenterà, in anteprima nazionale, presso il
Teatro Club Ethnos in via Nazionale il suo spettacolo “Goya.
La Quinta del sordo”.
La Fondazione, istituita e presieduta da Lorena
Coppola e dedicata al danzatore e coreografo russo da cui prende il
nome, rappresenta un polo di convergenza artistica e un punto
d’incontro per danzatori, coreografi, musicisti, pittori, scrittori
ed artisti di ogni disciplina, secondo un principio di interazione
tra tutte le arti. È in quest’ottica che ha realizzato, in
collaborazione con la
Compagnia
dell’Essenza, uno spettacolo sulla tormentata figura del pittore
spagnolo, sui testi dello scrittore e giudice di origini torresi,
Gennaro Francione. Attualmente residente a Roma, il giudice
Francione è Consigliere di
Corte di Cassazione, giudice presso la sezione penale del
Tribunale penale di Roma
e membro del comitato scientifico del Centro Studi Informatica
Giuridica di
Firenze. È stato autore di diverse sentenze che hanno fatto
molto discutere, come la”sentenza anticopyright” in cui ha assolto
alcuni venditori di cd contraffatti, rilevando lo stato di
necessità. Inoltre, è fondatore e presidente dell' Unione Europea
dei Giudici Scrittori ed ha promosso il Movimento
Utopista-Antiarte 2000. Nella messinscena di teatro totale
(parola, danza, musica e videoproiezioni), si analizza la crisi
artistica ed esistenziale di Goya che dal reale lo portò alle forme
dell'irrazionale e al mostruoso pre-romantico. La “Quinta del
sordo” è la denominazione popolare della casa di campagna, oltre il
Manzanarre, in cui il pittore si trasferisce ai primi dell’800,
volendosi isolare, in pieno periodo di restaurazione monarchica,
dalla precaria situazione di corte. Qui Goya decorò le pareti con
quelle che vennero chiamate le “Pitture Nere”, immagini ossessive
degli incubi che abitavano la sua mente angosciata. Sordo, quasi
cieco, il pittore ripercorre, attraverso le donne della sua vita in
primis la madre, immagini soavi o angoscianti dell’anima. Un’
analisi della figura contrastata di Goya, dunque, attraverso quest’opera
teatrale che fa parte del calendario di appuntamenti della rassegna
teatrale «Sguardi Conteporanei» di Gigi Di Luca. Per parlarne,
appuntamento lunedì 28 marzo alle ore 20 presso il Centro D’Arte
Mediterranea, con l’autore Gennaro Francione, il regista Gigi Di
Luca e il gallerista e critico d’arte Gigi Madonna. Modera Francesca
Mari.
http://www.lapilli.eu/intrattenimento/teatro/2468--francisco-goya-lartista-oscuro-ritratto-dal-teatro-totale.html
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