L'opera rappresenta una forma di avanspettacolo d'avanguard.
"Il teatro di avanspettacolo è un genere di
spettacolo teatrale comico sviluppatosi in Italia fra gli anni trenta e
gli anni cinquanta. Questo genere derivò storicamente dal varietà, a cui
iniziò a sostituirsi quando il regime fascista emanò provvedimenti (per
esempio sgravi fiscali) per favorire i teatri che si convertivano alla
più moderna realtà del cinematografo. In questo contesto, le compagnie
di varietà dovettero elaborare una forma di spettacolo abbreviato, che
potesse intrattenere il pubblico in sala in attesa del film (o del
"filmo" secondo il termine usato dai fascisti in ossequio al principio
dell'autarchia). Considerato il "fratello povero" del Teatro di rivista
per la brevità dei numeri e la scarsità dei mezzi, fu spesso considerato
un genere teatrale minore: molte volte, in senso spregiativo, si
utilizzava il termine avanspettacolo per indicare teatro comico di
scarsa qualità. Più avanti nel tempo, tra gli anni sessanta e settanta
del Novecento, l'avanspettacolo variò dai numeri comici agli
spogliarelli, preludio di film a luci rosse o erotici. In realtà
l'avanspettacolo fu trampolino di lancio per molti noti attori teatrali
e cinematografici italiani, che si produssero in tale genere con molto
successo. Tra questi vi furono Eduardo De Filippo, Totò, Aldo Fabrizi,
Lino Banfi".
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