COPERNICO NELLA RIVOLUZIONE DEL SAPERE DI FRANCIONE
Dopo le grandiose opere del prof. Herman Kesten e del prof. Jan
Adamczewski, ecco che sta apparendo nel mercato editoriale uno tra i più
importanti e completi studi sul grande polacco Niccolò Copernico.Ne è
autore uno dei più geniali autori del panorama letterario europeo:Gennaro
Francione.
Il titolo del libro Copernico,
la rivoluzione del sapere(la via doppia) già lascia intravedere la
trama affascinante della vita dell'uomo geniale che cambiò l'intero
mondo.
Un titolo. Una vita.
La Via Doppia è la vita stessa fatta di massa-corpo e spirito,
ovvero a livello molecolare formata della doppia elicoide del DNA.
Un titolo. Una storia.
Un titolo. Mille storie.
Un giudice di città - Francione lavora al tribunale penale di Roma
- racconta Copernico che, oltre ad essere stato grande astronomo
rivoluzionario, fu, in quanto canonico, dotato di poteri civili, essendo
giudice di campagna.
Entrambi - parafrasando una frase di Pietro Gassendi a proposito di
Maria da Novara e Copernico - "liberi nello spirito e liberi
nell'anima".
Libero il giudice di ripercorrere il sentiero di Copernico
rivoluzionario, a parte per i contenuti eliocentrici della sua teoria
assolutamente innovativa, per la capacità in sé di quella metodologia di
scalzare una visione del mondo atavica, imposta con la forza dei roghi
religiosi dalle fazioni conservatrici a scapito delle avanguardie
scientifiche.
Ciò almeno fino alla Rivoluzione dell'Immaginazione che libera la
Scienza e, con essa, il metodo per conoscere l'universo. La Via doppia è,
quindi, in primis quella Scienza
Immaginifica che congettura mondi fantastici, pronta però
a verificare nel laboratorio del mondo le sue ipotesi più
azzardate.
Il sentiero di Copernico era doppio anche per l'assurda commistione
tra astrologia e astronomia, tra fantasmagoria di capricorni stellari e
rigore nell'osservazione del cielo.
Astrologia che nel Rinascimento si poneva, in ogni caso, come base
fervida della nuova scienza dei pianeti, perché gli scienziati erano
costretti a scrutare il cielo ed al contempo, stilando pronostici come
fece lo stesso Copernico, riuscivano ad integrare i loro grami guadagni
come professori.
Via doppia perché noi dobbiamo tributare a Copernico gli onori per
il suo genio, e il suo spirito dall'aldilà deve riconoscenza a tutti
quegli uomini d'Europa, polacchi, italiani, tedeschi che gli permisero
prima di far schizzare nell'universo la sua idea eliocentrica, poi di
pubblicarla; altrimenti i suoi scritti sarebbero rimasti nascosti per poi
essere distrutti dal tempo. Quegli
uomini gli consentirono, infine, di affermare la Vera Scienza col rischio
della propria libertà come per Galileo o della propria carne finita
arrosto, come capitò al povero grandissimo Giordano Bruno.
Dice l'editore Costanzo D'Agostino: davanti a questi grandi uomini
che hanno posto le basi già diversi secoli or sono per la costruzione
della Nuova Europa, noi tutti dobbiamo recuperare l'umiltà ed imparare
dal loro esempio.
28
marzo 2005
RAUL KARELIA