I delitti dei Beati Padri di Mazzarino. LA
SICILIANITA’ DI FRANCIONE, GIUDICE SCRITTORE
CAMPANO.
di Maria Angela Casano
“L’udienza poteva cominciare”. Così recita la frase che conclude il
prologo dell’ultima fatica letteraria del giudice scrittore Gennaro
Francione, dal titolo I delitti dei Beati Padri di Mazzarino
(Novecento Editore)
Mai parole furono più appropriate!
L’opera appartiene alla raccolta “Versus”, una collana di narrativa
creata per raccogliere romanzieri che si occupano professionalmente
di diritto. E’ la rielaborazione in chiave millenaristico- medioevale
di un famoso processo che negli anni’ 60 fece grande scalpore.
Con uno stile “ vivo” fluente e verace, lo scrittore invita i
lettori a rivivere uno dei casi giudiziari più inquietanti della
storia italiana dei metà secolo scorso, ambientato in un piccolo
convento di Mazzarino in provincia di Caltanissetta .
Il monastero è passato alla storia dal momento in cui i frati furono
accusati di collusione con l’ organizzazione criminale più crudele dei
nostri tempi: la mafia. E Francione, da valente prosatore,
descrive con maestria il “modus vivendi” di un retroterra
siciliano in mano alla malavita.
I delitti dei Beati Padri di
Mazzarino non è solo un libro
cronachistico avvicente, le cui trame sembrano essere state intessute
dalla realtà stessa con una maestria degna del miglior scrittore di
questo mondo. La stesura di Francione segue le linee del dramma storico
ma ci gioca sopra, avvalendosi di una scrittura a scansione ironica.
Il magistrato vi si “appella” per offrire al lettore momenti di
comicità pura, sia pur tra le pieghe del riso castigando i costumi e
la meschinità dell’uomo. A completare l’ordito, grazie alla profonda
conoscenza psicologica di tutti i personaggi, lo scrittore ci rende
attivamente partecipi alla loro vita.
La storia è corredata da ardenti storie amorose i cui intrecci
fra i protagonisti, nel parallelo con analoghe tresche accadute prima
dell’avvento del pauroso Anno Mille, la rendono più fervente.
I luoghi tratteggiati in forma quasi fiabesca ci fanno calare nelle
campagne sicule, nelle viuzze di paese, in mezzo a usi e costumi di
questa terra tanto bella quanto amara.
Lodevole la scelta di riportare nella lingua siciliana parecchi
dialoghi all’interno dell’opera.
Il romanzo,
infine,
è scritto con atteggiamento teatrale. Leggerlo è come assistere a una
prima. Difatti,
tra le molteplici attività che l’autore di sangue campano svolge vi è
quella di drammaturgo, attore e regista teatrale.
I delitti dei Beati Padri di
Mazzarino
è un romanzo intrigante e avvincente pieno di inquietudine e suspence,
generosamente elargiti nelle 237 pagine.
Ottimo libro, lo consiglio!