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@ MILLE @
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Appunti,note,divagazioni,
chiacchiere,giudizi su
"Mille e non più mille"
ovvero
Saggio Uroborico a Lemnisco
di
gennaro francione
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ESORDIO ED ESALTAZIONE DEL MERCANTE.
Cosa può l'artista senza il mercante?E non è il mercante lui stesso
il titolare di un'arte,il gestore di una disciplina che richiede
impegno,organizzazione,creatività e sacrificio?La mia fortuna è stata d'incontrare il
mio editore con cui trovo elementi di comunanza astrologica(è nato due giorni prima di
me,entrambi arieti),filosofica(predichiamo l'esistenzialismo filosofico),creativa(è
scrittore e compositore come me). Quello che mi fa molto piacere è comunque che tra me e
lui non c'è gap generazionale.I vecchi spesso vedono gli ostacoli e il loro superamento
in maniera diversa dai giovani.E la diacronia nelle attività operative è il peggior male
che possa capitare.Ho incontrato editori vecchi ed esperti.Qualcuno era anche saggio.Quasi
nessuno,pur stimandomi,in grado di rischiare.La vendita è un'arte,ma anche un gioco,un
ludus iuvenilis.La saggezza in un anziano lo rende troppo umano, paternale,distante. La
saggezza coltivata tra giovani può essere cosa divina.D'altra parte il vecchio che serba
la fiamma della gioventù è un titano che erutta galassie di fuoco.
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PREFAZIONE
Un gioco molto in voga in tali giorni serpentini è il ritorno
dell'autore su se stesso come l'ourobòros di esoterica memoria.L'usanza è stata
sollecitata dai tempi de "Il nome della rosa",cui Eco fece seguire le famose
postille per spiegare se stesso a se medesimo e agli altri.
Il gioco,affibbiandogli tutti i connotati seri di Huizinga,è oltre il
vezzo.L'operazione letteraria nasce infatti dal fiume impetuoso di un'ispirazione che
trascina in omissione appercettiva tutto il background culturale dell'autore, il quale
dopo la fatica estatica è spesso sgomento di quanto ha scritto.Non si appellava forse il
buon padre Borges,il Noè del diluvio estetico, alla composizione delle sue opere da parte
dell'Altro?Se quell'operazione comportava la sparizione temporanea del Grande Cieco,altri
scrittori più modestamente baciati dall'impeto scritturale di Dioniso appaiono quanto
meno monchi,avendo l'Altro portato loro via soltanto il pezzo di braccio per scrivere!
Mi diverto molto a ritornare su me stesso per vedere lui,il Buffone
delle Arti,cosa mi ha fatto combinare,e quanto pezzo di psicosoma si è ingoiato.Nella mia
opera prima-se non di cassetta almeno fuori cassetto-"Mille e non più mille" ho
giocato all'Ourobòros Mille,ritornando all'infinito su me stesso,per cercare di scoprire
nel rizoma della mia opera cos'avevo combinato.Da questo ludo a intreccio autoingoiante è
nato il presente saggio.
INTRODUZIONE
MILLE E NON PIU' MILLE:LA RICERCA DI UN GENERE LETTERARIO IN CUI
INSERIRE L'OPERA.
"Mille e non più mille" è un'opera sui generis che si
colloca in una dimensione a sé stante nel panorama culturale italiano e che trova
difficile allocazione tra gli stessi modelli letterari consueti.
Lo sviluppo della storia nelle ultime due settimane di questo secolo
potrebbe far pensare a un racconto fantascientifico,di cui "Mille" presenta
alcuni tipici principi,come la deformazione di strutture attuali esasperate dalla loro
proiezione nel futuro.Si parla così della videoinformazione che sarà dilagante nel 1999
in maniera tale da surclassare la stampa di Gutenberg fino a far quasi sparire i gloriosi
giornali di carta.Il New York Times,uno degli ultimi quotidiani papiracei sull'orlo della
chiusura,punta sulla cronaca delle profezie di catastrofe lanciate da un vagabondo di
Manhattan,Pat Flanagan,per tentare di risorgere.
Si è parlato di "Mille" anche come di un romanzo
"fantapolitico a sfondo religioso",dibattendosi in esso i temi biblici della
fine del mondo e della salvazione attraverso la ricerca dei Sette Giusti,fusi all'analisi
dell'autodistruzione nucleare e dell'inquinamento ambientale,morale e sociale.Con tale
schematizzazione già ci si avvicina di più ai contenuti del libro, che giammai si
disgiunge dalla realtà dei temi oggi più dibattuti e scottanti per sfociare nel
fantastico puro.
Alla fine ci sembra che l'inquadratura più esatta e nuova sia quella
di una "leggenda futuristica",fondendo così nel definitorio sintetico quelli
che sono i progetti dell'opera,che armonizza la fantasia più sfrenata alla previsione dei
danni tecnologici e morali di un'epoca nominata dall'autore "Medioevo
atomico".La paradossalità di termini antitetici in nuce genera propriamente
l'atmosfera del racconto,che descrive nel prossimo futuro fatti appartenenti al passato
del nostro oscuro medioevo,con l'attualità fresca e drammatica dell'oggi.
Il profeta di sventure,Pat,è un personaggio tipico del millenarismo
catastrofista,e anzi quel vagabondo che si fa portavoce di profezie bibliche si eleva
addirittura al di sopra del tempo,in quanto continuatore ed epigono di una tradizione
cosmica di distruzione per fuoco.In tal senso la figura diventa
leggendaria,metastorica,emergente da quelle nebbie dimenticate di una storia che non è
più neppure passato,ma memoria mitica di un essere senza tempo.
Il riferimento alla predizioni di Malachia,di Nostradamus,della Madonna
di Fatima,sono anch'esse proiettate in questa dimensione di omnipresenza leggendaria di
passato,presente e futuro.Così Malachia,pur personaggio del basso medioevo,è quanto mai
terribile e concreto nella sua santità chiaroveggente,quando annuncia che ci saranno
soltanto altri due papi oltre l'attuale.Lo stesso discorso è farsi per il rinascimentale
Nostradamus,in genere così oscuro e sibillino per altri eventi storici,colloca poi il
sorgere dell'Anticristo nel settimo mese del 1999.Ex converso la Madonna di Fatima con le
sue previsioni di catastrofe nuclere pur così recenti e vivide, sembra collocarsi senza
stonare tra gli eventi prodigiosi narrati dalle cronache medioevali di Rodolfo il Glabro.
E che dire poi dei folli ragionamenti del profeta Pat,promulgatore di
un panteismo cosmico in cui un'incosciente divinità vuole "provare" la
distruzione galattica attraverso l'uso dell'atomica?Si tratta di discorsi deliranti si
dirà,ma amalgamati ai temi del nucleare e al neoanimismo scientifico dei fisici
contemporanei che paludano semplicemente le innumerevoli eresie di cui era zeppo il
medioevo.
A questo punto il raffronto con "Il nome della Rosa" di
Umberto Eco appare inevitabile.Se la "Rosa" trasfonde strutture dei nostri tempi
nel medioevo secondo le regole del romanzo poliziesco,"Mille" ricompone schemi
medioevali nel presente secondo la medesima tecnica gialla.
E qui veniamo a un'altra connotazione interessante dell'opera.In
"Mille" non si tratta di scoprire un colpevole di un assassinio,ma di risolvere
un arabesque ben più complesso,quello dello stesso mistero dell'esistenza umana.Perché
una serie di profezie malefiche,dette da portavoci della divinità e quindi
fondamentalmente degne di fede,coincidono nel fissare la fine dei tempi nel passaggio
verso il 2000?Riuscirà il nostro eroe,l'irlandese Michael O'Keefe-Antianticristo armato
della carta stampata-a trovare la chiave per salvare il mondo?
La storia si dipana in ritmi sempre più serrati attraverso due raid
giornalistici,il primo in Europa alla ricerca di dati sulle profezie citate,il secondo in
tutto il mondo per cercare in sette giorni quei Sette Giusti che dovrebbero salvarci dalla
distruzione annunciata.Il finale è tutto thrilling.Innominabile,naturalmente per non
guastare la lettura di questa straordinaria leggenda del Medioevo Atomico.
PARTE PRIMA
BACKGROUND E STRUTTURE DI MILLE E NON PIU' MILLE
CAP. I
PARABOLA NARRATIVA ED ESTETICA DI MILLE.
1) MILLE COME STRUTTURA A QUATTRO CHIAVI.
Mille si presenta nei suoi pilastri narrativi portanti con una
struttura complessa a quadruplice chiave,ognuna delle quali sviluppa la triade
logico-costruttiva tipica delle storie gialle.Del Giallo,infatti, Mille ha tutti i
connotati, offrendosi come un'indagine sempre più serrata sull'esistenza prima e sulla
veridicità poi di un assunto.Nel Giallo classico si sviluppa una tesi (scoperta di un
omicidio commesso da un assassino ignoto), un'antitesi (l'investigatore si pone alla
ricerca del colpevole e delle tracce che egli ha lasciato)e una sintesi(svelamento
dell'occulto nel reato).In Mille vengono compiute analoghe operazioni,con la precisazione
che al posto dell'assassino mascherato troviamo la Profezia,i cui indizi storici vengono
ricercati nelle voci di quelli che le vissero(la Vegliarda di Fatima,Pat Flanagan)o che le
sanno(ad esempio il Cardinale Vincenzi)ovvero negli scritti lasciati da quelli che non
sono più(Testo di Malachia,trafiletto del Neues Europa con la profezia di Fatima etc.).
La struttura di Mille si presenta dunque complessa come nel Romanzo
Giallo.Più propriamente trattasi nel caso di specie di struttura a quadruplice
passo(ovvero a quattro motivi originari e susseguentisi organicamente), con un
intrecciarsi dominante di situazioni e di personaggi,pur sorretti dall'unico filo di
esegesi profetica.La geometria narrativa può essere delineata dalla seguente figura:
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I CINQUE PUNTI DELLA I TESI # ANTITESI # PRIMA SINTESI
PAT IL PROFETA.---------------< # #
§ < # #
FALLIMENTO VERTICE ATOMICO.---- <# #
§ < INCHIESTA # <CATTURA DI PAT
LO STRANO EPILETTICO.------<------------------<E RIVELAMENTO §
< # <PROFETICO
LA VEGLIARDA DI FATIMA.-------- <# #
§ < # #
_IL PRETE DI MALACHIA.----------< # #
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II TESI.LA RICERCA DEI § # ANTITESI # SECONDA SINTESI
SETTE GIUSTI. # #
§ # INCHIESTA # <FALLIMENTO.
MESSAGGIO DI SALVEZZA.--------------<------------------<I SETTE
§ # # <VIZI CAPITALI.
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III TESI.I SETTE § # ANTITESI # TERZA SINTESI
PICCOLI GIUSTI. # #
§ # <LORO # <FALLIMENTO. PUREZZA DEI
BAMBINI.---------------<DISVELAMENTO-----<FINE DI
§ # <LUCIFERINO # <MICHAEL
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IV TESI.LA LOGICA E § # ANTITESI # QUARTA SINTESI
LA MACCHINA CONTRO § # #
LUCIFERO. § # #
§ # #
LA RAGIONE DELLA MENTE § # < TRIONFO DI #
E DEI SISTEMI.------------§---------<COINCIDENZE----------<L'APOCALISSE
§ # <IRRAZIONALI #
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L'inizio della storia viene presentato dunque in chiave cinematografica
e enigmistica.Si usa talora nei film rappresentare visivamente scene scollegate tra di
loro(ad esempio nel film di Spielberg"Incontri ravvicinati del terzo tipo"),per
richiamare prima facie eventi e personaggi che poi ,intrecciandosi secondo una ratio,
creeranno la storia.La prospettiva adottata è tipica anche del quiz enigmatico o
puzzle,dove assunti certi elementi apparentemente scoordinati,bisogna trovare un filo
comune che li unisce. Mentre il procedimento di tessitura dei tasselli avanza, il fruitore
del Gioco-puzzle(Spettatore ,solutore enigmistico,lettore)è preso da una sensazione
frenetica di attesa e di suspense,tipica del thriller caratteristico del romanzo
poliziesco.Così nel caso di specie colui che legge segue rapito le storie e le vicende
giornalistiche che riannodano pazientemente la matassa profetica fino a farne una
struttura logica e orribilmente verosimile.
Procedendo ad imbuto si scende quindi dagl'iniziali cinque episodi
scoordinati alla prima soluzione provvisoria e fallace.Conoscere le incredibili verità di
Flanagan non appaga.Anzi il busillis rovesciandosi su stesso si ripropone non più a
livello cognitivo,ma pragmatico.Se c'è verità nelle profezie allora bisogna far qualcosa
per salvare il mondo e tale progetto è innestato nella ricerca dei Sette Giusti.La
momentanea soluzione del thriller ha permesso appena di riprender fiato, che con ritmo
incalzante bisogna fare in sette giorni il giro del mondo per intervistare i sette
saggi.Anche qui il puzzle si annida,soprattutto attraverso le strane allucinazioni di
Michael,dietro l'apparente serenità dei savi.
Sette fili scendono ancora ad imbuto verso una nuova soluzione,ancor
provvisoria.I saggi si rivelano portatori dei sette vizi capitali. Michael che rivela a se
stesso e al lettore il senso logico delle sueallucinazioni si pone come Scherlock Holmes
che spiega moventi e modalità degli assassinii,provocando gioia anche agli scaltri che
hanno risolto parzialmente l'enigma. Purtroppo però ciò che doveva offrire un esito
pragmatico alle vicende oscure si rivela ancora mera e terrificante gnosi di una verità
occulta. Così il nuovo abisso fatto di sessanta minuti di speranza si apre con una nuova
soluzione pratica e semplicistica:i sette giusti sono sette bambini qualunque.Vana
speranza!Satana si rivela pervadere tutto ,anche i verdi pascoli dei fanciulli, e allora
l'esito,ennesimo gioco ad incastro di combinazioni malefiche,precipita,attraverso la
débacle della mente del potere e dei sistemi di controllo atomico computerizzati,verso
l'ecpirosi finale.
L'infinito aprirsi e richiudersi delle innumerevoli scatole cinesi
sembra arrestarsi alle soglie dell'Apocalisse.Ma non è ancora finita.Flanagan emerge
dall'abisso atomico col segno finale della Grande Bestia.E il gioco ricomincia...
Come si può constatare dallo schema precedente Mille si svolge in tre
fasi,con un ritmo che va progressivamente accentuandosi con l'avanzare del racconto .Si
passa dai toni più studiati della prima parte,a quelli molto serrati delle interviste ai
Sette Giusti,alle sequenze spasmodiche infine dell'ultima ora, in cui Michael cerca
disperatamente di fermare l'Anticristo offrendogli sette virgulti apparentemente
incontaminati dal male.
2)IL TEMPO-SPAZIO GIALLO IN MILLE.
Esamineremo a questo punto la struttura di Mille con più specifico
riferimento alle coordinate dello spazio e del tempo.A mo' di paradigma nella
cinematografia del nostro tempo sono state rilevate due modalità generali dell'operare
nel thrilling.Da una parte c'è la struttura temporale alla Hitchcock,dall'altra quella
spaziale alla Tenente Colombo.Hitchcock elabora la trama gialla in conseguenzialità
cronologica,assorbendo nella linea continua(A,B,C,D...)solo gli elementi strettamente
necessari alla soluzione dell'enigma(Z).Il giallo che ne deriva è stringato,mozzafiato e
a sorpresa.L'altro modus procedendi è invece dominato dalla spazialità,ovvero
dall'analisi di elementi pur non strettamente connesssi al tema del narrare(ad esempio
c'è tempo per esaminare l'impermeabile del tenente talora tatto da macchie d'unto).Qui la
struttura del delitto è spesso rovesciata:si sa chi è l'assassino.Ergo lo
spettatore-fruitore dell'opera può anche rilassarsi nell'esaminare i particolari della
mis en scene,godendo della sua superiorità rispetto a Colombo che non sa ancora e
gustando il modo con cui riesce a districarsi nel busillis.
In Mille entrambe le modalità surriferite risultano utilizzate,anche
se nella prima parte prevale la spazialità e nella seconda la temporalità.Così la
caccia alle informazioni sulle profezie comporta un dilatarsi dell'azione sulla superficie
della terra;c'è tempo per soffermarsi su oggetti,luoghi,esteriorità poiché
inconsciamente anche nella materialità extensa si nascondono spunti per il
disvelamento.Così la più innocua figura di saltimbanco-negromante,il mago di Piazza
Navona,offre coi suoi apparentemente inutili(ai fini del giallo) tarocchi,la colorata
risoluzione del mistero dei medaglioni della Basilica di San Paolo.
Altrove ho descritto per esigenze analitiche Mille come formato da
quattro gialli in uno.Ad un esame più profondo Mille si rivela come un pullulare di
gialli,enigmi,cose strane e straordinarie che chiedono risoluzione.Mille può essere
paragonato nel suo complesso a un grappolo d'uva nera,ben tornito e cicciotto nella parte
superiore della piramide rovesciata che va a digradare fino all'unico chicco della punta
infernale.Nella seconda parte dell'opera è proprio il restringimento della struttura che
provoca il passaggio alla modalità gialla più propriamente temporale,ricca di colpi di
scena in un ritmo progressivamente sempre più serrato. Anche in quel caso però
assistiamo,pur nell'incalzare univoco delle interviste ai saggi in posa
impressionistica,al dilatarsi della pupilla dell'investigatore per cercare nei corpi,nei
gesti,nei timbri della personalità nascosta tracce di una verità profonda che genera poi
le visioni per la ricostruzione finale.Quest'ultima rappresenta il superamento operato dal
ragionamento sull'intuizione,l'appagamento logico dei sogni infernali di Michael e del
lettore attraverso la loro interpretazione.Così il giornalista ripete il motivo
dell'indagatore che chiama a raccolta l'uditorio per rivelare chi in mezzo ad essi sia
l'assassino.Nelle ultime pagine della storia,attraverso colpi di scena ripetuti,non c'è
che il tempo,incalzante inesorabilmente verso quella mezzanotte del passaggio al nuovo
milennio.L'ultimo atto,che non è poi tale,è ancora una rivoluzione,ovvero il
sovvertimento della regola che nel giallo classico richiede la débacle e la punizione del
colpevole.In Mille il Gran Colpevole,Pat Flanagan,si erge,appena sfiorato dalla punizione
del veleno atomico,salvo sul mondo infernale del genocidio cosmico che egli è
riuscito,malgrado la valida quanto sterile opposizione di Michael,a perpretare.Là,nel 666
immondo marcato sul cuore della Grande Bestia, quando il giallo sembra essersi esaurito in
un osceno sovvertimento di valori letterari ed etici ecco apparire tra il rosso e il
violetto un nuovo dilemma. Perché il profeta della catastrofe si è salvato?Esiste un
senso nascosto nel resuscitare di Pat tra le rovine di Mahnattan invase dal fuoco
nucleare?Il giallo,come un eterno ritorno,ricomincia ancora.E da zero.Insensibilmente
Mille diventa il giallo sul mistero di un'intera razza.
3) MILLE COME ROMANZO STRATIFICATO(COLTO,DIVULGATIVO E POPOLARE).
Mille narra di storie semplici e complicate ad un tempo.Sorretto da
spunti fondamentali di filosofia colta esso si pone anche come ricerca di un senso
popolare,tanto che deve essere considerato opera fruibile da chicchessia."L'opera
d'arte è tale quando possa essere letta anche dalla serva"-diceva il poeta
Lucano.Orbene Mille si pone come romanzo fantastico-filosofico che nella sua
stratificazione semantico-espressiva cerca di
arrivare a ogni uomo del mondo.Infatti Mille si mostra come opera
stratificata,sicché il buongustaio colto ,il conservatore,il progressista,il
rivoluzionario,il poeta,
il religioso e l'uomo qualunque trovi modo,tempo e spazio per
identificarsi con uno dei personaggi.
Mille come Parola impone anche un'analisi della struttura
linguistica,che si fa metodo portante di una miriade di
mondi,storielle,leggende,filosofie.Dimensioni piccole,magne,astruse vengono ridotte ai
minimi termini, con l'adozione continua e mascherata della tecnica giornalistica
dell'intervista e dell'apprendimento dei dati.Da un lato infatti Michael e Astrid
interrogano i vari personaggi sui fatti di loro competenza.Lo spirito dell'intervista è
di ingenua curiosità,talché qualunque tipo di lettore può immedesimarsi docilmente
anche in discorsi complicati.In tal senso assistiamo a un'anticipazione per così dire
verbale da parte dei due giornalisti della tecnica espressiva divulgativa che
utilizzeranno poi nei loro articoli scritti.Il procedimento della
domanda-risposta,peraltro,è stato usato in testi di diffusione popolare di svariati
argomenti,tendenti a mostrare in forma piana anche questioni ardue e delicate(citerò ad
esempio il manuale' Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso').Altre volte poi la
tecnica giornalistica diventa ricerca libraria(ad esempio nel caso dell'emeroteca
romana,dove viene cercato il trafiletto di un vecchio giornale in cui si parlava della
profezia di Fatima).Anche qui il lettore viene guidato per mano e stimolato a sapere
attraverso una progressione silenziosa,fino ad essere ghermito dolcemente dalle maglie
mielate di cultura difficile intessutagli attorno.Se così è, allora la rivelazione da
parte di Pat della sua pur ardua filosofia-ricollegantesi alle eresie catare e
bogomile-diventa comprensibile e gustosa.
4) MILLE COME FILOSOFIA ROMANZATA.
"Ciò di cui non si può teorizzare,si deve narrare"sta
scritto nel risvolto di copertinade'Il nome della rosa'.Potremmo specificare che si deve
narrare anche di ciò di cui non è utile teorizzare.La teoria di Mille si fonda
sull'Assurdo insito nel processo storico, che affonda le sue radici nello stesso chaos
originario del processo creativo di Dio.E'questo un tema esoterico di difficile
divulgazione.La mia opera prima 'Grifos.La Scrofa e l'Assurdo' è riposta al caldo, o
meglio al freddo nel cassetto.E'stata respinta ovviamente dagli editori,perchè di
difficile attecchimento anche presso un pubblico medio.Con Mille la struttura filosofica
complessa del mio pensiero si fa racconto allucinante,ma insieme , attraverso il circuito
di una vicenda che ci coinvolge umanamente tutti,accenno calibrato alla tavola di un
fallimento secolare,cosmico,divino.
Mille è un libro da ricercatore(Adamo).Il suo progetto occulto è una
divulgazione mascherata.Quello che negli anni sessanta e settanta veniva detto in forma di
saggio, è necessario ora che sia imbastito in una tessitura narrativa.I temi così
acquistano un fascino sottile,mentre viene fuori nel lettore la voglia di
esplorare.Michael il nostro eroe rappresenta l'uomo medio che viene a imbattersi
improvvisamente in una situazione schocking ed è costretto a muoversi andando alla
ricerca di segni coinvolgenti.Operazione similare venne compiuta con la storia da Gervaso
e Montanelli,i quali raccontano le grandi epoche umane quasi fossero una favola.Io ed Eco
raccontiamo una favola ampliandola nella storia.Nel primo caso il conduttore è lo stesso
autore del testo,nel secodo caso il timone viene dato nelle mani di un personaggio,un
burattino concreto in cui identificarsi che vive una storia verosimile.
5)ECO E IL POSTMODERNO.
In Eco il postmoderno s'identifica col già passato.Egli ha coniato
la" metafora-profezia":"il Medioevo prossimo venturo".Il Medioevo da
lui raccontato ne"Il nome della Rosa" in effetti è già in atto.Anzi è l'atto
finale del furore postecnologico,dove i terrori del mil-
lenarismo si fondono agli incubi di terribili apocalissi atomiche.In
fondo ogni millenarismo è un medioevalismo.Di più rispetto all'Anno Mille c'è oggi il
fatto che l'uomo sia in possesso dello strumento capace di realizzare le sue paure.Intendo
parlare della bomba atomica.
6) MILLE COME OPERA GROTTESCA.
Quando un lettore qualunque mi ha fatto rilevare che Mille è pervaso
da una sottile e gradevole ironia confesso che sono rimasto molto soddisfatto.In effetti
mentre non ho dubbi sulla mia capacità di esprimere il serio e il drammatico nell'arte,mi
sono accostato al mondo della vis comica con circospezione.Ritenendo la produzione del
comico molto difficile,spesso ho preferito rifugiarmi nel grottesco che,a seconda degli
stati d'animo di chi legge,provoca il riso,il sorriso o una gradevole digressione amena
nel narrato.Credo che Dante Alighieri abbia compiuto un'operazione similare nel suo
capolavoro,a cominciare dalla titolazione stessa della sua opera definita
"commedia"divina,senza alcun accenno all'elemento drammatico che pur rappresenta
almeno la metà della sua struttura poetica.Anche nel particolare il Sommo Poeta finisce
col disdegnare l'assolutamente patetico.Così ad esempio è assolutamente ridicola la
raffigurazione degli indovini che per il contrappasso sono condannati in eterno a muoversi
col viso stravolto all'indietro.Se riflettiamo su questa scena ci sembrerà di essere più
in una vignetta del Forattini che in un dolorante girone infernale.Ugualmente ridicole
sono le figure di Maometto che sputa sentenze appoggiato su un solo piede e di quel tal
Pier de' Medici che,in quanto seminatore di discordie come il precedente,viene raffigurato
mentre erutta giudizi con aria emessa da un buco nella gola,avendo la faccia snasata e
priva di un orecchio.
Passando all'ironia di Mille il grottesco è più accentuato nella
prima parte o meglio più appariscente. La descrizione del contrasto tra
l'ultravveniristico tessuto urbano della New York del 1999 e la facciata decadente di un
giornale viene riassunta nella percezione di un ipotetico cavaliere errante,che vede nel
vecchio edificio"un nano spelacchiato"ovvero un Sancho Panza.Il parco di
Mahanattan innevato poi si fa scenario di figure ridicole,come il lentigginoso e
dissacrante bambino che tira fuori la pallina dall'imbuto artistico "osannato dalla
critica" oppure il nostro sbilenco e maldestro Pat Flanagan,il Profeta della Bomba
Atomica, cui i ragazzacci hanno sottratto il cappellaccio.E che dire poi dell'inutile e
goffa ressa verbale dei rappresentanti del nucleare che per poco non vengono alle mani?Non
è forse ridicolo tutto questo in una alla drammaticità di eventi che avrebbero preteso
ben altro esito per le sorti della pace mondiale?
Ci vien voglia già a questo punto di avanzare un'ipotesi:il grottesco
esalta le fasi drammatiche che gli sono interrelate nel filo del narrare.Così agli eventi
suddescritti fanno da contrappunto, oltre il già detto drammatico fallimento del
vertice,la crisi oscena del misterioso epilettico,la patetica preghiera della Vegliarda di
Fatima che invoca alla Madonna il perdono sull'umanità,e il tremore di un prete che si
trova tra le mani"in quel fatidico venerdì 17"il libro di Malachia sugli ultimi
papi.Per tutta la prima parte il tono del libro si svolge sulla stessa ondulazione con
personaggi tipici come l'irascibile caporedattore Jimmy O'Hara e il profeta che lancia le
sue profezie sulla fine del mondo fluttuanti tra il goffo e il terribile.Non mancano
località amene come la Roma del 1999 coi suoi cavatappi regali o l'Emeroteca
fratesca,ricca di tarantole e di tonache alacri e fruscianti,o le sue piazze popolate di
maghi sdentati che raccontano ridicolmente di leggende e teorie metafisiche pur
importanti.
Dopo il dramma dell'autorivelazione di Pat,giocata sempre sulla sua
risibile gestualità disarticolata,la seconda parte del racconto incalza a precipizio
verso il dramma.Pure là il grottesco emerge sempre,non fosse altro che attraverso le
descrizioni stesse dei supplizi infernali visitati da Michael,le quali hanno in una il
compito di rendere ridicoli i 7 Grandi Giusti sorprendendoli nelle loro manie,o vizi,o
difettucci quotidiani.E poi che dire dello stupido raffreddore che disturba il Grande
Profeta ormai lanciato dai mass media come eroe della catastrofe-scherzo che non
permetterà di solcare indenni il nuovo millennio?
Scoperta la magagna cosmica di una perfezione terrena impossibile da
realizzarsi,Michael O'Keefe in preda al delirio allucinatorio di una fine reale del
mondo,provocata da colui stesso che l'annuncia, cerca di fermarlo.Passa allora dalla
grottesca considerazione che il demonio ha l'ora dell'America per spiegare come mai in
Israele il diverso fuso orario ha portato l'umanità a superare indenne il duemila alla
folle corsa negli studi della TvBa,seguito come il flauto magico da uno stuolo di sette
bambini urlanti.Lo stesso trucco facciale che ha reso mostruoso il Profeta è grottesco
quanto lo è il suo truccatore,"un omettino dal sesso incerto"che esce via
ridendo(di che cosa non si sa).Grottesca è la catena di coincidenze malefiche che
provocano l'incepparsi del meccanismo di autodifesa nucleare degli USA,come quel 666 che
le radiazioni hanno scritto sul torso ischeletrito dalle radiazioni del Grande Pat che
continua a lanciare nel vuoto della terra dilaniata i suo versetti.Tutto questo è
grottesco.Grottesco,ridicolo e drammatico ad un tempo.
7)ESTRAPOLAZIONE LETTERARIA DELLA TECNICA COMPOSITIVA CINEMATOGRAFICA.
"Mille e non più mille"nasce come tentativo di applicare
alla letteratura gerghi,movenze,ritmi propri del linguaggio cinematografico.Si tratta di
un'operazione culturale a rovescio rispetto ai ritmi soliti,poiché in genere è il cinema
che attinge dalla letteratura.
Nel concreto,oltre a ricorrere ad alcuni standard contenutistici(come
la figura del giornalista-investigatore che si porta in giro nelle città,negli
edifici,nelle biblioteche alla ricerca di una verità sepolta)ho cercato di utilizzare
tecniche di prospettiva espressiva plastico-visive proprie del cinematografo
trasfondendole nella letteratura.Ne è derivata una storia basata su ritmi narrativi
incalzanti,nonché sull'esaltazone visiva dei personaggi e degli oggetti,colti nel
paradosso di un impressionismo espressionistico.
E spiego l'apparente contraddizione.L'idea strutturante
originaria,visto che la storia doveva fluire rapida e concisa,era quella di analizzare i
personaggi con pochi tratti molto vividi per scolpirli con una pennellata veloce ma bene
assestata nella mente del lettore.La velocità e l'accenno del tratto era operazione
impressionistica.La gravidità pregnante del segno invece configurava una modalità
espressionistica.La formula che ne derivava era la seguente:esprimere il massimo di
plasticità nel minimo sforzo descrittivo per esaltare la celerità della storia i cui
contenuti erano assolutamente inconciliabili con un ritmo di rallentamento.
Tale operazione è propria della tecnica cinematografica dove pur
soffermandosi la macchina da presa sui particolari,la carrellata è sempre veloce e
procede con vedute sintetiche e concise.
Un esempio significante delle motivazioni e del risultato conseguito in
questo tipo di funzione compositiva è dato dalla struttura narrativa utilizzata per i
Sette Giusti di cui andrò particolarmente a parlare nel paragrafo seguente.
8)TRATTEGGIO ESTETICO DEI SETTE GIUSTI.
E' stato rilevato da un eminente critico che la trattazione dei Sette
Giusti appare,nella connotazione dei personaggi,appena accennata,pur cogliendosi in essa
elementi simbolistici,rapportabili all'irruenza anarchica dei primi surrealisti.Orbene
tale analisi ha colpito pienamente il bersaglio delle intenzioni dell'autore.
Invero,nell'organizzazione del materiale compositivo,mi trovavo di fronte a tre problemi
fondamentali.In primis era la stessa struttura narrativa in quel punto, rapida e
concitata,che m'imponeva di procedere svelto e sinteticamente.I nostri eroi, infatti ,
sono alle prese con un vero e proprio raid giornalistico che li porta a fare il giro del
mondo in sette giorni.Era necessario dunque imprimere un ritmo incalzante alle interviste
per dare il senso della concitazione e del rapido incalzare del tempo,e questo mal si
adattava con un'analisi accurata dei personaggi.
D'altro canto lo stile stesso del porgere la materia,vale a dire
l'intervista,richiedeva un ritmo serrato,ansimante, fatto di domande e risposte a
mitraglia.Vi è un che di accennato,embrionale sempre nel giornalismo,cui si richiede
spesso di afferrare al volo la notizia o l'intervista,per poi integrarla con l'intuito e
la fantasia esercitate a tavolino.Al riguardo voglio notare che la prima idea che mi era
venuta nello strutturare il racconto dei Sette Giusti era di mostrare sette trafiletti con
il resoconto semplice del reportage.Tutto questo però rendeva il narrare oltremodo
sterile e così ho preferito mediare con interviste rapide,che assommassero in sé i
caratteri dell'incontro con personaggi eminenti con tratti tipici dello stile
giornalistico,sia a livello di Quarto che di Quinto Potere.
Vi era infine un'esigenza di scaltrezza narrativa,non volendosi
impegnare il lettore in noiosi aperture e lungaggini,sulla vita di persone che in fondo
interessavano per tratti salienti carratterizzanti la loro vita e non per altro.Ad evitare
la monotonia di sette interviste dallo schema ripetuto si è ricorsi poi all'espediente di
inserire rapide varianti dell'agire(la visita alla Piazza Rossa,alla fabbrica cinese,alla
missione di suora Maria di Compostella,alla capitale di Andorra, l'impervia scalata a
piedi dell'Himalaya,il volo sulle desertiche distese australiane,l'episodio dell'igloo),ma
soprattutto di pennellare i giusti con saettanti tratti impressionistici.In fondo di loro
interessava sapere il movente della loro saggezza, mentre appariva sufficiente delineare
quei gesti che Michael individuerà come segni del male.Astrid,la mia compagna,ha
descritto le sensazioni ricevute da questo modus procedendi,come quelle provate dal
giocatore che con ritmo incalzante scopre le sette carte che ha in mano e,ad ogni
disvelamento di tassello, è già pronto a rivolgersi al seguente,ansioso di scoprire la
giocata successiva.Alla fine poi è costretto a constatare amaramente che la sua
costellazione di semi e di punti si è risolta in un totale fallimento.
In tutto questo frenetico comporre e narrare,comunque,il momento
espressionistico-gotico viene rappresentato dalle visioni allucinate di Michael.Esse
servono a rallentare la corsa e insieme a creare mistero,a generare un breck violento
nella trama,a meditare per un attimo sui sensi profondi nascosti dall'apparenza di quanto
sta verificandosi. Alla fine tutto si ferma nel resoconto finale fatto sull'aereo che
trasporterà i due giornalisti a New York e dopo la sconvolgente rivelazione sui Sette
Vizi Capitali,il ritmo diventerà ancora più frenetico per cercare nell'ultim'ora
rimasta, prima del nuovo secolo,di fermare Flanagan,facendosi scudo dell'innocenza di
sette bambini.Là non c' è più la parola che ha dominato l'intera vicenda,ma azione
ludica e impetuosa, gioco dei piccoli Sette Saggi festanti rincorrenti il flauto magico di
Michael, che li trascina vanamente a fermare quel terribile gioco di fuochi artificiali
atomici che va ad innescarsi.
9)EROS DI MILLE.TRA ORDINARIETA',LIRISMO E CORRISPONDENZA D'INFERNALI
AMOROSI SENSI.
Uno dei temi meno appariscenti di Mille anche se presente è quello
dell'Amore.Tale simbolo traspare appena nell'ordinario rapporto affettivo tra Michael e la
moglie Jane.Questa ,quale donna del XXI secolo in realtà senza tempo,mostra l'inizio di
una crisi matrimoniale nell'accusa rivolta al protagonista di stare troppo tempo lontano
da lei a causa del suo lavoro di cronista giramondo.Trattasi comunque di una pennellata
impressionistica per proiettare d'un sol colpo Michael nella situazione esistenziale di un
eros quotidiano,stereotipo e senza colpi di scena.
L'improvviso insorgere di un dramma dell'Amore si verifica
quando,complici anche i continui viaggi e le conturbanti vicende provocate dal Profeta e
dalle terribili scoperte sulla veridicità delle predizioni,lo stare gomito a gomito di
Michael e della fotoreporter Astrid li porterà a unirsi un amplesso proditorio nei
confronti di Jane.Mille si sofferma una sola volta sull'aspetto plasticamente erotico e
peccaminoso di quel rapporto,tale da originare la prima visione di dannazione in capo al
cronista:quella dell'adulterio da lui stesso commesso.Nel prosieguo della storia non si
parlerà più di questo amore e tutto verrà rimesso alla sensibilità e fors'anche
all'immaginazione del lettore,a patto che egli abbia avuto il tempo e il modo di
ricordarsi di quel rapporto fedigrafo.Come una macchia indelebile,sia pure
nell'incoscienza,il peccato peserà sull'anima di colui che dovrebbe essere il salvatore
del mondo e che dunque è anch'egli in odor di demonio.
A dire il vero il tacere del prosieguo nella relazione pur intensa e
sentita era nata dall'esigenza già altrove espressa di mozzare il fiato del racconto, per
dare il senso del tempo che incalzava rapido nel secondo raid giornalistico attorno al
mondo.Soffermarsi sulle ore di copula e d'amore tra i due avrebbe provocato un inopportuno
rallentamento,unitamente a un implausibile raccontare di eros nell'ambito di mali,di
visioni e di gorghi di azione.Tutto complottava dunque per la risoluzione di un
mascheramento della situazione,lasciandola trasparire delicatamente attraverso il
comportamento della donna.
Esiste una capacità finale di arrendevolezza all'eros che è
l'abbandonarsi di un soggetto alle più grottesche strutture comportamentali e percettive
del partner. Tanto accade ad Astrid,donna tanto intelligente quanto passionale,ritrovatasi
improvvisamente e profondamente innamorata di Michael. Dopo il coinvolgimento fisico e
affettivo Astrid finisce poi con l'essere precipitata anche nei terrori del suo
amante.Alla fine essa stessa giunge a credere che l'assurdo visionarismo abbia un senso
reale e riesce a cogliere,per un puro transfert erotico,la medesima immagine dell'inferno
percepita dall'altro,pur senza mai vederla realmente.
10)MILLE:UN GIRO DEL MONDO NELLA PROPRIA VIDEOSTANZA.
Un tempo si soleva fare il giro del mondo nella propria stanza:il
materiale veniva preso dalla propria fantasia e dai libri.Poi sono venute le foto,i
giornali illustrati le cartoline e infine quella lanterna magica chiamata cinema.
L'avvento del cinematografico ha cambiato usanze e tecniche degli
scriptorstanzanauti,i quali hanno preso ad accozzare materiali prima nelle sale
cinematografiche e poi nella propria casa davanti al televisore.
Mille è il frutto di un lavoro di questo tipo.Non sono mai stato negli
Usa,né in altri paesi descritti nel romanzo.Avrò conosciuto 12 americani nella mia
vita,che come 12 apostoli hanno tutt'al più potuto trasmettermi un messaggio di fede sul
loro background culturale e quotidiani.Ma quanti film americani ho visto!
Di là ho tratto la linfa dei gesti,dei tic,dei modi di fare cultura
americani,i loro atteggiamenti fluttuanti dall'eroismo pioneristico allo squacchioso
domestico e professionale.
Se la tecnica di Mille è cinematografica per la struttura e lo stile
in generale,lo è per quanto sopra, anche nella ricostruzione dei topoi concreti basati su
riviste di viaggi,guide,cartoline,documentari televisivi.Alla fine,gioco nel gioco
uroborico,Mille diventa iperfantastico e ipermoderno,descrivendo il mondo quale risulta
dai fotogrammi di celluloide ma non quello concreto.
CAP. II
LA PROFEZIA.
1) LA PROFEZIA COME LABIRINTO.
La profezia può essere sussunta sub specie labirinti.Il
Labirinto-Profezia si presenta in tre forme fondamentali.
A)Il Labirinto classico presenta l'avvolgersi su se stessa di una via
che a spirale porta verso l'interno della struttura,dov'è sito un unico centro.La
Profezia-labirinto con unico centro è quella di Malachia,dove pur coll'enigma
sul"qui sit",il numero chiuso dei papi non lascia dubbi che alla fine di quella
sequenza numerica il papato finirà e con esso il mondo.
B)Il Labirinto dedalico,irrgarten,è quello più aggrovigliato,dove i
centri diventano due.Tale è ad esempio la profezia di Fatima,dove ci troviamo di fronte a
due verità entrambi plausibili.Il mondo potrà convertirsi al cuore immacolato e ci sarà
salvezza,in caso contrario sopravverrà la distruzione.
C)Il Labirinto rizomatico,ultraramificato,rappresenta un sistema dove
il groviglio è tale che appare oltremodo difficoltoso,se non impossibile ,individuare un
centro.La profezia di Nostradamus è di tale tipo poiché per le modalità stesse del suo
significante,permette una serie pressoché infinita di esegesi del senso,tutte valide.
Al di là di tali strutture labirintico-profetiche esiste comunque
un'unità di sistema tra le varie profezie,assunto per ipotesi che tutte siano vere,anche
se non tutte decifrabili."Electa una via non datur recursus ad alteram" dicevano
i latini in sede di scelta di azione giudiziaria.Il motto potrebbe essere esteso al nostro
discorso nel senso che, ammessa una profezia di senso più ristretto ed univoco,essa
finirà inevitabilmente per trascinarsi dietro-a mo' di dato rivelato in un'equazione a
più incognite- i sensi di tutte le altre predizioni.Così se Malachia dice che vi saranno
solo altri due papi e l'assunto è vero,o quantomeno viene creduto tale,si dovrà operare
una reductio ad unum sulle altre visioni.
Allora si comprenderà perché la Madonna di Fatima esprime la
duplicità di scelta del genere umano in toni cupi o perché Nostradamus da qualche parte
parla di catastrofe del genere umano,arrivando anzi-con rarissimo riferimento
cronologico-a stabile il settimo mese del 1999 come epoca della venuta dal cielo del
Grande Re dell'Orrore.Per l'unitarietà di cui si parlava la profezia binaria va decisa in
senso catastrofico per l'uomo, mentre la stessa operazione di pescaggio va compiuta
nell'informe profetico ovvero dadaismo visionario di Nostradamus.
L'esame peraltro può essere esteso dall'interno delle visioni al mondo
concreto per riscontrarvi,già prima dell'avvento della catastrofe,una reale probabilità
della stessa.Senza citare i vari rapporti di scienziati già evidenziati nel libro,che
parlano di alta probabilità dell'apocalisse atomica,anche l'uomo della strada percepisce
al tatto che la terra è nelle mani di pochi uomini capaci d'un colpo di distruggerla
completamente.Allora ,riassumendo, ci troviamo di fronte a una serie di dati di una
coincidenza terrificante.Il mondo è sull'orlo della catastrofe atomica.Malachia afferma
che vi saranno solo due papi dopo l'attuale.La Madonna di Fatima annuncia che se il mondo
non si convertirà,succederanno eventi altamente tragici:i vivi rimpiangeranno di non
essere morti(evidentemente perché avvelenati dalle dolorose radiazioni).Alfine tutte le
profezie antichissime( come ad es.l'Apocalisse giovannea) ,antiche(la paura dell'Anno
Mille e i profeti di sciagura di quell'epoca),o moderne(Garabandal)convergono verso
l'ecpirosi del tempo attuale,dove c'è un'altissima probabilità che l'uomo,avendone
volontà e potere,faccia saltare la terra sui cui vive.
E così,dopo l'estasi intuitiva nel contatto con le visioni
profetiche,anche la ragione sosta ammirata,perseguendo per le vie tortuosi o lineari della
logica un'unica,luminosa verità finale.Le Profezie esprimono tutte il reale accadimento
di una catastroe prossima ventura.
2)PROFEZIA DEL MILLE E NON PIU' MILLE.
Il titolo del romanzo "Mille e non più mille" si fonda
sull'Apocalisse del veggente di Patmos là dove racconta l'"Ultimo
combattimento".Ne "Il regno dei mille anni"(20, 1-3) si narra dell'angelo
che incatena il Dragone Satana per mille anni,precipitandolo nell'abisso.Trascorsi mille
anni Satana viene sciolto per poco tempo.
Da questi primi elementi il calcolo più naturale della profezia
biblica è quello che partendo dalla nascita di Cristo arriva all'Anno Mille,epoca in cui
il Diavolo fa una breve apparizione.Come non richimare a tal punto i terrori medioevali di
catastrofe poi sopiti dall'avvento del nuovo millennio?
Il racconto prosegue nel paragrafo successivo intitolato "Disfatta
definitiva"(7-8)quando,trascorsi mille anni,Satana sarà sciolto dalla prigione
"e uscirà per sedurre le nazioni poste ai quattro angoli della terra,Gog e Magog,per
adunarle a battaglia:il lor numero è come l'arena del mare."
Il quesito che si pone ora è se i Mille anni sono quelli
dell'incatenamento poi disciolto di cui al paragrafo precedente.La risposta ci sembra
negativa.Trattasi invero di altri mille anni che,portando la cronologia al duemila,faranno
assistere alla venuta del secondo Anticristo, quello più terribile e concreto,possessore
della bomba atomica capace di una distruzione reale.La società del 2000,sovrappopolata e
fitta come l'arenile del mare, scenderà in battaglia ma verrà distrutta dall'ecpirosi
nucleare."Ma scese un fuoco dal cielo e li divorò(ibidem 9).
Alla fine il diavolo seduttore,formando corpo unico con la Bestia(il
Male ineliminabile del mondo)e il Falso Profeta(il Massmedia diabolico-apocalittico che
semina il terrore della coscienza prima di quello reale),sarà scaraventato nello stagno
di fuoco e di zolfo,e verrà tormentato giorno e notte nei secoli dei secoli.
3)I SEGNI DELLE PROFEZIE APOCALITTICHE.
L'Apocalisse,intesa come deflagrazione cosmico nucleare è il frutto di
una serie di apocalissi variegate,morali e materiali,private,ambientali e sociali.Secondo
la linea parabolica delle catastrofi ideata da Thom è proprio l'accumulo di questi
microfattori disgreganti che ad un certo punto fa entrare in crisi la macrostruttura
provocandone il crollo.Il problema a tal punto,presente già nelle Visioni apocalittiche
religiose è quello di scorgere i segni che annuncino la Débacle imminente.
I segni,sintetizzando la semantica delle apocalissi religiose e laiche
di tutti i tempi,si possono raggruppare in tre tipi principali:
a)sovvertimento morale(degradazione dei costumi,dif fusione del
vizio,demolizione della tradizione rappresentata dai vecchi);
b)sovvertimento del comportamento sociale(decadenza delle istituzioni
politiche e religiose,rivoluzioni sociali ed eresie);
c)sovvertimento ecologico(distruzione boschi,inquina mento etc.).
In Mille la vicenda dei Sette Giusti,mentre rivela l'impossibilità di
una perfezione umana e divina,estrema realizzazione di quell'ondata d'iniquità prevista
dai profeti,adombra nel contempo la presenza dei segni,allarmi non ascoltati dall'umanità
della catastrofe imminente.
1)Il Papa.E' scritto che quando il Vangelo sarà diffuso in tutta la
terra,sarà la fine.Tale diffusione è indicata come indizio della fine,unitamente
all'antinomico scisma dalla sovranità romana, anche nello Speculum Historiale di Vincent
de Beauvais(libro XXXII, cap.CVI, Dei segni della prossima fine dei tempi,XIII sec.). Il
Cattolicesimo realizza il suo sogno di ecumenismo planetario anullandosi e rinnegando se
stesso.Il I Concilio Universale è una vittoria della fratelanza umana,ma anche la
sconfitta delle religioni specifiche tutte accomunate in nome di un Dio Incolore,il comune
Grande Architetto dell'universo che fa venir meno le fazioni.Il Vangelo è diffuso
nell'anonimato teistico, massima espressione dello spirito pacifista di tolleranza.
2)Il Comrade Sovietico.Realizza il segno indicato dalla Madonna di
Fatima della conversione del popolo russo,avallandone vieppiù la potenza profetica,il
segno di veridicità del messaggio di catastrofe.
3)Il Premier cinese.L'uniformità massificata della specie umana,la
maledizione del lavoro meccanico al massimo grado,è il segno della catastrofe sociale,del
dissolvimento finale della coscienza individuale nell'universale robotico.
4)Il santone del Tibet.L'egoismo diffuso nella santità,l'eremitismo
anch'esso impregnato di male,è un altrosegno ineluttabile di una fine irreparabile.
5)La suora convertitrice.La distruzione della cultura antica,sia pure
sotto forma d religione totemica e animistica,rappresenta il segno di una frantumazione
della tradizione.La religione antica è colma di anatemi contro i violatori del tabù.Una
tradizione australiana prevede l'avvento di una gigantesca ondata che annuncerà la
catastrofe cosmica(vedi film "The last wawe"di P.Wair-Australia 1978).La marea
gigantesca è indicata anche tra "i quindici segni della fine che il venerabile Beda
dice trovati da San Girolamo negli _Annali degli Ebrei (riportati poi da Pietro Comestore
in _Historia Scolastica,in Evangelia ,CXLI e ancora da Vincenzo di Beauvais nella sua
enciclopedia medioevale di si è sopra detto _Speculum Historiale,op. cit.).
6)Il Poeta Nobel.Il segno del male morale nel poeta che canta l'epoca
d'oro della natura è grave,quanto la corruzione dell'ambiente da lui narrata. La
catastrofe ecologica è l'allarme più ricorrente nelle visioni apocalittiche.Tra i segni
negli Annali degli Ebrei sono indicati le erbe e gli alberi che"emetteranno sudore di
sangue"(distruzione e avvelenamento con pesticidi,conservanti etc.),la terra che
"si livellerà" (abbattimento dei boschi).
7)Lo Scienziato Nobel.La droga peste del secolo era stato uno dei segni
più tipicamente medioevale:la malattia mortale,che dal personale si epidemizza
annunciando la fine totale e forse trasformandosi essa stessa in catastrofe cosmica.La
sconfitta del segno è apparente,poiché diventa ineliminabile il narcotico secreto
naturalmente dalle ghiandole umane,ovvero l'imonda lussuria.E' il ritorno di Sodoma e
Gomorra tra le pieghe dei genitali umani.
Tutti questi segni unitamente ad altri ricavabili qua e là nelle
profezie,come la moltiplicazione delle scienze e l'inclinazione alle guerre della ragione
umana riferite da Vincenzo de Beauvais(op. cit),indicano la distruzione del mondo
condannato ora dal fuoco,dopo l'acqua del diluvio universale."Salirà il fuoco
premonitore del giudizio quanto sairono le acque del diluvio, cioè XXV cubiti oltre
l'altezza dei monti...anche la terra dunque e il mare per la grossezza dell'aria saranno
attaccati dal fuoco..."(ripreso da V.de Beauvais op.cit.,libro XXXII,cap.CXI,Della
depurazione del mondo ed eccellenza del Giudizio che verà,XIII sec.,in Apocalisse-Enrico
Baj).Come non pensare da questo passo il riferimento all'ecpirosi finale provocato dal
fungo atomico librantesi ad altezza immane?
4)MILLE COME SUPERPROFEZIA.
Mille,in quanto struttura romanzesca narrante tutte le dette
profezie,si pone come Superprofezia.In tal senso la funzione pronosticatrice insita nel
genere fantascientifico si erge al grado sommo della predizione,dove si va al di là
dell'assunzione probabilistica dell'evolversi di un evento per arrivare al senso oracolare
stesso di un'intera civiltà.Il libro risulta composto nell'84 e pertanto nel momento in
cui viene pubblicato già ha subito la sfida dei tempi ,che avanzano con una velocità
impressionante a verificare la veridicità degli assunti.
Avevo appena scritto Mille e m'imbattei in una predizione a rovescio,o
meglio a ritroso nel tempo.Presentando il testo a un grosso produttore
cinematografico,abituato a film e viaggi in America,apprendevo da lui che la figura del
matto che va in giro per le strade tra i grattacieli a predire la fine del mondo si
ritrova di frequente nell'universo yankee.Dunque con Pat Flanagan,secondo canoni
realistici di verosimiglianza, avevo colto nel segno.
In questi tre anni confesso che ho vissuto nella paura talora che le
mie predizioni potessero essere smentite.Non certo perché volessi assumere attraverso la
mia opera la veste del profeta,ma più pedestremente temendo che il verificarsi di eventi
avversi ai fatti narrati,logorasse la struttura narrativa della storia. Cercavo di
superare tali incubi richiamando alla mente che l'attualità di Mille non doveva diventare
un'ossessione,permanendo pur sempre i simboli indicati anche nel mutare storico di alcune
chiavi del racconto.D'altro canto Mille è costruito come una girandola di eventi tale per
cui non c'è veramente tempo per soffermarsi oltremisura su uno di essi in particolare.
Intanto voglio rilevare un altro fenomeno preconizzato dalla mia
opera,forse all'epoca della scrittura già in atto,ma che ha avuto il suo boom solo
recentemente,vale a dire la presenza massiccia dei predicatori in tv.Un articolo di
Richard N.Ostling, pubblicato su Panorama del 23 marzo 1986,si titola significativamente
"Come Dio telecomanda".I predicatori delle più svariate confessioni, in America
e ora anche in Europa, tendono a prendere il controllo spirituale del tubo
catodico,facendosi una concorrenza spietata.Da Billy Graham a Oral Roberts"le star
della chiesa elettronica e della telepreghiera hanno sfoderato il loro migliore
repertorio".
Passando ad altro,è stato soprattutto verso la fine dello scorso anno
che una di queste chiavi predittive di Mille è stata fortemente scossa.Confesso che in
quel caso mi sono augurato fortemente che il mio pronostico crollasse,quando Reagan e
Gorbaciov si sono incontrati a Reykjavik e là stavano per concludere un accordo
nucleare.Il successivo accordo intervenuto tra i due,dopo i primi attimi di euforia per le
felici sorti dell'umanità,mi si è rivelato,anche per note lette sulla stampa alternativa
lucida e critica al di là di facili osanna,come atto di mera propaganda politica.Altre
riduzioni di armamenti interverranno,è probabile,ma le due superpotenze conserveranno i
loro arsenali decurtati in percentuale,ma sempre in grado di di sterminarci tutti. D'altro
canto il problema nucleare non potrà mai essere affrontato e risolto in nuce senza
l'intervento all'accordo di tutti i paesi nuclearizzati.Infine sino a quando due sole
testate nucleari punteranno i loro musi minacciosi su New York e Mosca non ci sarà mai
una reale sicurezza per l'umanità. Una delle tesi di Mille è proprio che alle soglie
dell'anno 2000 questi signori siederanno ancora al tavolo delle trattative, alla ricerca
di un trattato sulla denuclearizzazione che non arriverà mai.
L'incontro delle religioni ad Assisi,per merito della chiesa
cattolica,sembrava in un primo momento far perdere di freschezza all'idea preconizzata nel
mio libro di un incontro similare che avrebbe dovuto iniziare nel segno della pace il
2000.Invece ,nella riflessione matura,mi accorgevo di aver vaticinato l'ipotesi con un
calcolo probabilistico inevitabile e neppure tanto difficile.L'apertura del cattolicesimo
al mondo moderno e alle altre religioni sfociava naturalmente in manifestazioni religiose
di quel tipo.Ad ogni buon conto io ero comunque andato al di là dell'occorso,avendo
previsto addirittura un Concilio Universale tra le religioni,per il quale il convegno di
Assisi potrebbe rappresentare nel reale il primo atto concreto.E'in cantiere per il 1990
una Conferenza mondiale delle Chiese Cristiane sul tema"Giustizia,pace e salvezza
nella creazione".Carl Friedrich von Weizsacher ha proposto un "Concilio per la
pace"(dati attinti da un articolo intitolato'Padri nostri lassù nei cieli'di
Giancarlo Zizola pubblicato su Panorama del 2 novembre 1986).Ma di tale argomento,per i
caratteri luminosi di fratellanza universale tra i popoli che esso presenta,accennerò
più diffusamente nel prossimo paragrafo.
Un tema non previsto da Mille,quello dell'Aids(fenomeno allora ancora
alle origini),si ripresenta peraltro oscuramente attraverso la storia dello scienziato
Robert Newmann che ha debellato la peste bianca,la droga.E come nella vicenda romanzesca
droga e sesso vengono intrecciati,così nel reale in una babilonia resa spesso
incomprensibile dai mass media -tanto che la casa editrice Enitalia ha cercato di fare
un'opera divulgativa e chiarificatrice in merito-si mescolano droga,sesso,omosessualità e
Aids.
5) UNA GRANDE PREDIZIONE LUMINOSA DI MILLE SULLA VIA
DELL'AVVERAMENTO.L'INCONTRO AD ASSISI FRA TUTTE LE RELIGIONI.
L'incontro di Assisi fra i rappresentanti di tutte le religioni è
stato un fatto occasionale e rivolto a un fine specifico:pregare insieme per la pace.In
quell'aggregazione momentanea ogni fede ha mantenuto la sua individualità,tant'è che non
è stata coniata ad esempio una preghiera comune,pregando ciascuno secondo la sua fede.Il
I Concilio Universale preconizzato in Mille è l'estremo atto di una serie di iniziative
del tipo di quella verificatasi.E'il riconoscimento finale di una Religione Universale,che
si sovrappone alle singole espressioni religiose,tant'è che si arriva nel racconto
addirittura a creare un rito unitario,mutuandolo dalla fusione dei diversi riti.La
Supereligione è non solo un monito per la pace,ma è, o dovrebbe essere, essa stessa la
pace,la Dichiaraziomne Spirituale in Israele della Fratellanza Cosmica.Oggi essi
dichiarano "la tregua di Dio",come i vescovi dell'Anno Mille.Nel primo giorno
dell'Anno 2000 essi dichiareranno" la tregua degli dei".
E per finire voglio citare un versetto tratto da Matteo
24:14."Questo vangelo del Regno sarà predicato per tutto il mondo,onde ne sia una
testimonianza a tutte le genti:e allora sarà la fine".
6) LA PROFEZIA COME VERBO ELETTRONICO.
E'stato detto che Mille è un romanzo atipico,perché in esso c'è
troppo dialogo.In effetti se Mille è la storia delle profezia,la Profezia è Parola
Somma,che si pone come prosecuzione del Verbo Originario.La Parola è un continuo uscir
fuori da sé col flatus vocis per esprimere una verità misteriosa del futuro,in
un'ebbrezza estatica provata dal visionario.Quando poi tra gli ascoltatori del vaticinio
sorge chi voglia interpretarlo,costui ricorrerà ancora al Verbo per spiegare quanto ha
compreso.La decifrazione avviene dunque su un piano prevalentemente auditivo-verbale da
parte dei fruitori.
Bisogna ancora considerare che dopo l'avvento e la successiva crisi
della scrittura manuale(fenomeno attuatosi in sommo grado con l'invenzione della stampa da
parte di Gutenberg da Magonza)per paradosso siamo ritornati a forme antichissime di
trasmissione orale del pensiero e dei sentimenti.
Viviamo la civiltà dell'immagine e del suono,esaltata dalla capacità
della televisione di trasmettere l'attimo a distanza.Ora non c'è più bisogno di leggere
libri astrologici:basta sintonizzarsi su una qualunque Tv-Ba per riceverne in diretta le
immagini di un profeta in carne ed ossa.Tutti attorno a lui ,schierati in gran pompa con
la coorte di giornalisti che lo sostengono,lo stimolano,lo interrogano.L'informazione
attinta personalmente,interpretata coralmente de visu o trasmessa via etere a milioni di
persone,è comunque Verbo.La profezia delXXI secolo è giornalismo,suono dilagante
attraverso le antenne,Verbo Elettronico.
CAP. III
LE APOCALISSI.
1)GLI ULTIMI PROFETI:I FILOSOFI E I POETI.L'APOCALISSE COME PERDITA
DELL'INNOCENZA.
Ora che il fanatismo religioso è pressoché scomparso nei funerei toni
profetici propriamente medioevali,tocca ai filosofi e ai profeti assumere su di sé
escatologie di distruzione.Marx predica il ribaltamento catastrofico della società
borghese,attuato in maniera cruenta e inesorabile dalle masse operaie.Oswald Spengler
elabora nell'opera "Declino dell'Occidente"una visione apocalittica della
storia,concepita simile a un immenso apparato biologico attraversato da "cicli di
cultura"che attualmente stanno portando il nostro mondo verso lo sfacelo.
I toni di questa catastrofe già in atto raggiungono toni esasperati in
E.M.Cioran.Il suo linguaggio è tanto impetuoso quanto mortuario.La speranza nell'avvenire
è un "cimitero virtuale" dove vagan "cadaveri per bene".L'inferno è
già in atto su questa terra cancerosa pervasa da ideologie che sono "farse
sanguinarie"."Oggi si uccide in nome di qualcosa,in quanto non si osa più farlo
senza motivazione".In questa società"somma di mostri addormentati",ammasso
di faux-vivant, si vive la pestilenza delle parole distruttive lanciate a mitraglia nei
nostri crani tra reclame di dentifrici,di carne in scatola,di cibi per cani,gatti e maiali
a farci balenare innanzi l'incubo del Suicidio Cosmico.Poi la coscienza frastornata dai
raggi dell'era elettrica si assopisce, subentra la dimenticanza,il vago ricordo dei
Chernobil e delle gigantesche catastrofi sfiorate in paradoxo non dal nucleare per la
guerra ma dall'atomo meschinamente edulcorato a fini di pace.
McLuhan descrive l'implosione del mondo occidentale attraverso
l'elettronica,dopo che lo stesso "è esploso per tremila anni con mezzi tecnologici
frammentari e puramente meccanici"(da "Gli strumenti del
comunicare"-Ed.Garzanti).La nuova Torre di Babele che genera la confusione delle
lingue è l'accatastamento sempre più convulso,feudale,atomizzato di
dati,sensazioni,linguaggi,morali.La polivalenza d'informazioni dei mass media genera la
confusione totale,con l'avvento di Satana il divisore delle coscienze che regge ghignante
tra le mani la freccia atomica.
Filosofia apocalittica.Profezie della mente.Veggenti del cuore.
Veggente è il poeta.Egli si fa veggente attraverso la
"sregolatezza di tutti i sensi...Ineffabile tortura nella quale ha bisogno di tutta
la fede,di tutta la sovrumana forza,e dove diventa il gran malato,fra tutti,il gran
criminale,il gran maledetto-e il supremo Sapiente!Infatti giunge all'ignoto."Così
Jean-Arthur Rimbaud descrive la funzione primaria dell'aedo che,in vece dei profeti,
rivela il senso nascosto,il destino oscuro del mondo.I romantici crearono il senso
dell'uomo su un mondo in sfacelo.Rimbaud,il Simbolista maledetto, trascorre "Une
Saison en Enfer" e ne riporta,a soli diciannove anni,la cronaca di uno sfacelo
dell'Occidente."Il progresso universale(o la rovina universale)avverrà attraverso
l'avvilimento degli animi"-ha gridato un giorno Charles Baudelaire,i cui fiori del
male evocano sinistre escrescenze fatte di cancro,di parole verminose,di polpastrelli
fetidi che sfiorano le ossa della morte atomica.Il dramma del mondo elettrico è che tutto
è fondato sull'utilità.Le sterili e kafkiane gerarchie pragmatiche,si arrampicano sulla
volgarità,sul banale e sul romanzo d'appendice,fino ad arrivare a una cima insulsa,dove
si sbudella dalle risa il cretino delegato a premere il bottone rosso dell'ecpirosi
nucleare.
Il pensiero e la musa poetica così si fondono un unico canto di
distruzione,in un inno fondato sulla"deprecatio temporis" che si fa
allucinazione apocalittica dopo l'annuncio irrazionastico della morte di Dio.La
"crisi dello spirito"di Paul Valéry riecheggia in Stefan Zweig che annuncia la
"fine dell'età dell'oro della sicurezza",anche negli intelletti più
abbarbicati a quel rimasuglio minuscolo di luce divina che ancora permane nelle tenebre
dell'ipertecnologia.Ma fino a quando durerà la resistenza delle élites fideiste?"Il
concetto di un'armonia divina che comprende in sé il napalm e il gas nervino,supera
l'intelligenza anche dei più illuminati" scrive Jeffrey Burton Russell nel suo
saggio sul Diavolo(Satana,il Diavolo e l'Inferno tra il primo e il quinto
secolo-Mondadori-Milano 1986).
Il finale di quest'epopea occidentale è amaro. "Mille e non più
mille" tenta una trasfigurazione usuale per gli aedi:cercare la salvezza
nell'infanzia,nell'innocenza salvifica.Ennesimo fallimento perpetrato da una ragione che
ha voluto scarnificare tutto,sinanche l'anima dei nostri bambini.Freud è disceso nel
cuore di quei fragili virgulti e vi ha scoperto una sessualità
incestuosa,peccaminosa,perversa.Si è imposto allora uno sforzo ancora della ragione e
dell'artifizio che hanno cercato di edulcorare quel vizio atavico qualificandolo come
"male incosciente".
E' bastato un passo in più compiuto dai labirintici metodi esplorativi
della psiche per scoprire che in quegli esserini,descritti talora nella letteratura e
nella filmografia di fantascienza come alieni,si nascondono dei piccoli
nmodstriciattoli.Allora dietro a quei sorrisi innocenti è riapparso il Diavolo stesso in
forma di gnomo,ovvero il germe in gestazione del nostro stesso male adulto.Miro',il
pittore surrealista autore di figurine coloratissime e fiabesche,esplica un'inquietudine
che traspare dalla sua discesa nel mondo infantile in quest'aforisma:"Io non
contrappongo infanzia e violenza. Al contrario l'infanzia è il paese della
violenza,lasciato per pigrizia e disciplina"(da "Il colore dei miei
sogni-Edizioni Emme).E come non ricordare l'accomunamento compiuto da Baj tra i mostri
nucleari e gli "atroci bambini",quasi ricordo di quelli che Baudelaire chiamava
"Satana in erba".
Siamo al rovesciamento dei valori.L'adulto cosciente è meno cattivo
della violenza bestiale e incosciente.L'artista è sgomento e con lui tutto il genere
umano che da lui attende il suono profetico e un universo di significati apparso
improvvisamente frantumato. Quando il filosofo perde la poesia,quando il cantore
dell'animo umano perde il fanciullino che è dentro di sé è veramente la fine dei
tempi.L'Apocalisse è alla soglia di quest'uomo che ha completamente perduto se stesso.
2)APOCALISSE COME ROVESCIAMENTO DELL'IPOCRISIA COSMICA.
Apocalisse significa scoperta e svelamento di ciò che era
nascosto.Coperto è l'inguaribile male dell'essere,la sua carenza angosciosa e
ineliminabile di bene.La mancanza di perfezione nel creato e nell'uomo compromette
l'eternità.Le profezie sull'Apocalisse, dunque,ovvero lo svelamento alle genti di quello
che è nascosto è mostrare una fine necessaria in ciò che ab origine nacque col germe
della degenerazione della distruzione.
Fatta la suddetta premessa c'è da rilevare che l'Ipocrisia avanzata in
Mille come fonte della caduta umana acquista un significato ontologico e
gnoseologico,prima che etico.Il nudo Adamo del Paradiso che ha voluto per un peccato di
spontaneità catarchica conoscere e assaggiare tutto l'essere,fatto di bene e di male,si
è poi coperto di panni fisici ma soprattutto di indumenti spirituali.A tanto ha portato
l'essere stato morso dal pudore di aver scoperto le sue radici demoniche infisse nella
terra che generò la mela poi disintegrata dalla sua bocca.Se l'Ipocrisia in una prima
fase si pone come candida velatura degli orrori conosciuti,si fa poi esasperazione della
pudicizia critica che porta al formarsi della Maschera.
Il velo diventa dunque duro,compatto,maschera tribale.Il mantenimento
della Maschera genera odio,irrigidirsi di posizioni,intolleranza,guerre sociali e
religiose,doppiezza tanto più malefica in quanto scaltro aggiramento dell'apparire che si
scinde dall'intendimento.Le sfaccettature del mondo si moltiplicano
all'infinito,s'intrecciano,si occultano,e il male ineliminabile ha gioco più facile
nell'imbroglio cosmico delle coscienze appannate.Alla fine la Maschera,attraverso il
ghigno comico o tragico impresso sulla sua cera,si sostituisce all'essere
autentico,sottacendo disperatamente il lato cancerogeno del
mondo.L'Ipocrisia(lett:giudizio che sta sotto,conoscenza nascosta) si correla come
equivalente antitetico all'Apocalisse,il cui compito è appunto quello di rovesciarla
,ovvero di togliere il velo fattosi maschera sovrapposta alla conoscenza.L'Ipocrisia
nasconde l'irrefragabile doppiezza dell'esistere e l'Apocalisse la disvela e, in un unico
atto purificatorio finale,quanto meno di natura gnoseologico-mnemonica,fa sì che l'essere
occultato si riappropri di se stesso e della sua demonicità socratica.Se l'Ipocrisia in
quanto maschera statica rendeva l'uomo altro da sé, l'Apocalisse opera la sua
rigenerazione,togliendo il nascondente e ridonando la primigenia nudità e consapevolezza
del doppelganger.Qualunque morale nuova nascerà su questo fondamento,sulla base del
ri-creato Adamo,in ciascun Adamo di questo mondo che raggiunga l'Anticristo nascosto nella
profondità della propria coscienza.L'estremo atto dello yoga,della psicanalisi,dello
"gnoti te sautòn" è dunque la conoscenza ctonia del proprio male,l'abbandono
di ogni forma di sterile esorcismo,il gettar giù la maschera.La riconquista del Demonio
sepolto in noi opererà la redenzione etica attraverso una nuova armonia con le forze
distruttive.Bisogna dunque gettarsi nella profondità della terra spirituale fino a
raggiungere il nucleo incandescente del peccato nascosto,per poi riemergere fuori tra le
zolle fresche di rugiada di vita rinascente e di là ascendere,con polvere di terra e di
zolfo addosso,all'aria soprastante per sublimare il tutto.La via dell'alchimia è la via
della riconquista del sé,della propria angelica diavolezza,dell'autenticità
paracelsiana.
3) L'ESORCISMO DEL TERRORE.
Nella prefazione a Mille il mio editore accenna a una funzione
esorcistica assunta dal racconto.Il finale terrificante,dove finanche i bambini sembrano
non dare spiragli alla visione di un'umanità che si salva attraverso l'innocenza,potrebbe
lasciare perplessi sull'asserto liberatorio.Eppure esso c'è al di là di canoni di
valutazione superficiali.Invero la via della catarsi delle coscienze può passare più
efficacemente attraverso una storia dal finale agghiacciante, che ad opera di una
soluzione edulcorata con lieto fine.C'era all'origine l'idea di una chiusura
salvifica.Essa però avrebbe sopito solo i nostri timori più esterni,continuando la bomba
atomica a pendere minacciosamente sulle nostre teste.
D'altro canto l'esito drammatico era insito nello stesso senso
culturale delle profezie e nell'andamento della vicenda,riassumente in quindici giorni le
paure,le ansie,i fallimenti di un'intera razza.Perché mai i visionari avrebbero
continuato a spaventarci nei secoli se non ci fosse stata una concreta possibilità di
autodistruzione?
Già altrove(L'universo caleidoscopico della fantascienza)ho espresso
la funzione catarchica reale, passante attraverso uno scuotimento violento delle
coscienze,della catastrofe e delle sue descrizioni romanzate.Gershom Scholem,sionista
amico di Benjamin,il Cavaliere dell'Apocalisse(come viene descritto da Sergio Quinzio in
un articolo pubblicato sull'Espresso)afferma in modo provocatorio che la redenzione è una
distruzione.L'evento che sembra aver caratterizzato maggiormente la sua vita è l'essersi
finto pazzo per ben due anni(passando fra l'altro sei settimane in manicomio),allo scopo
di sottrarsi al servizio militare a favore della Germania.Sarà definito uno
"schizofrenico inguaribile".Orbene quest'esperienza drammatica di follia
mistificata lo porta a concepire una forma di risoluzione delle problematiche umane
attraverso il negativo.Rapportando le sue teorie a quelle di Mille, potremmo dire che
com'egli attraverso la messa in scena della follia si rivela a se stesso, così Pat
Flanagan,con la pazzia da me escogitata, rende più accessibili le sue rivoluzionarie
teorie e si mostra al lettore.
La laicizzazione per Scholem è una necessaria opera di distruzione.Il
Vaticano aprendosi al mondo moderno,alle altre religioni,fino ad arrivare a proclamarsi
come particella di una Religione Universale,finisce col distruggersi.Il nichilismo
apocalittico di Scholem rappresenta la morte finale del conservatorismo religioso,la
democratizzazione estrema di Dio che così si dissolve.La paradossalità dell'operazione
salvifica della storia umana,attuandosi attraverso la sua distruzione totale,in chiave
microcosmica viene rappresentata dalla vita del Santone apostata Sabbatai Zevi, che nel
XVII secolo si proclamò messia,abiurò e si convertì all'Islam per salvarsi la vita.Egli
era già l'Anticristo,il Giuda che viene santificato come salvatore del mondo attraverso
il peccato.La dissoluzione finale della morale nicciana,applicata alla vicenda di
Sabbatai, implica uno sforzo eroico,poiché tale è l'impresa che compie soprattutto il
religioso,per il quale è più strenua che per un laico la liberazione dai precetti etici.
"La redenzione è una distruzione,uno sprofondameto titanico,una
sovversione,una calamità"-afferma Scholem nel suo "The Messianic Idea in
Judaism".Dalle sue pagine vediamo dunque come anche per i profeti e i maestri ebrei
la storia va verso la sua fine ,verso una realtà completamente nuova che non è celeste
ma terrestre.Tale realtà,terribilmente umana,potrebbe essere rappresentata da una
catastrofe nucleare o quanto meno dal suo incombere perpetuo e terribile sui nostri sogni.
Per tornare alla funzione esorcistica in paradoxo di Mille voglio
ancora citare un ultimo pensiero di Scholem:"Non ho mai cessato di credere che il
fattore di distruzione,anche tenuto conto delle sue potenzialità nichiliste,è sempre
stato la base di una speranza utopica positiva".
4) LA BOMBA ATOMICA.
Il problema della bomba atomica è tale da coinvolgerci tutti.Leggo da
"Vivere con la bomba" di Antonio Gambino,Laterza:"il pericolo maggiore è
quello di provare a cancellare la novità fondamentale del mondo nato nell'estate del
1945".Aggiungerei a tal punto che in tale pericolo bisogna ricomprendere anche la
letteratura edulcorata che affronta il problema della bomba e,col rischio di assopire le
coscienze,lo risolve a lieto fine.La bomba rappresenta una forma di guerra totale,quella
affermatasi dalla Rivoluzione Francese in poi,e permanente.Signori,noi siamo in
guerra."In base alla teoria della deterrenza e della mutua distruzione assicurata,gli
Stati Uniti,per sentirsi sicuri,hanno bisogno che l'Unione Sovietica abbia la capacità di
distruggerli"(Richard Pipes).Ognuno di noi è un ostaggio del conflitto atomico in
atto,attualmente sotterraneo e "nessuno può pensare di chiudersi in se stesso fino
al punto di essere totalmente al riparo di ogni minaccia ed offesa".
Purtroppo tale coscienza di impotenza di fronte ai giochi della stanza
dei bottoni sfiora solo marginalmente l'animo delle masse mondiali.E qui rileva l'amara
sentenza enunciata da Marschall McLuhan ne"Gli strumenti del comunicare"
"...per quanto riguarda la bomba atomica e la ritorsione come
deterrent,è ovvio che il prolungamento del terrore produce sempre apatia,come ci siamo
accorti quando è stato annunciato il piano per i rifugi contro il fall-out.Il prezzo
dell'eterna vigilanza è l'indifferenza".
Ora mi meraviglio come 1000 provochi scandalo nel suo finale
apocalittico.Mi meraviglio e mi rallegro. Dunque la stategia del terrore continuo non ha
provocato apatia fino al punto da far sì che la gente se ne freghi di un finale a lieto o
a cattivo fine in una storia qualunque.
5) LA STAMPA MOSTRO APOCALITTICO.
La stampa è un mostro apocalittico(Karl Kraus)e la televisione ne è
l'immondo parto,il feto più orrendo ancora della madre,per la capacità che ha di
informare sul bene ma soprattutto sul male il mondo intero.La diffusione della parola con
rapidità ossessiva tra le masse,quando venga vista come operazione di ramificazione
teratomatica nelle coscienze,alimenta i fantasmi della confusione babelica degli
intenti.Così quelli che rivelano il veleno di certi fenomeni sociali finiscono poi per
contribuire ad estenderelo stesso virus di disgregazione sociale prospettato.Così Karl
Kraus nel dramma in 5 atti"Gli ultimi giorni dell'umanità" (1922) prevede la
guerra come una massa fluente di parole pronunciate che fanno la distruzione.Il Verbo di
quello che dovrebbe essere è già essere,anzi un farsi,per cui ad esempio il riferire lo
sterminio"alimenta la distruzione nel profondo delle coscienze e le spinge a
realizzare il loro micidiale progetto alla prima occasione.La fine del mondo è già in
atto, e ci aspetta al varco sorniona.Nascerà dall'esplosione susseguente a un eccessivo
accumulo di gas prodotto dalle scorie della nostra defecazione spirituale apocalittica.
La Parola è il diavolo e il mass media è il suo veicolo."Basta
gridare:"Usa la bomba!E'bello!",e la gente sarà spinta a usare o quantomeno a
desiderare che sia usata la bomba.La Parola crea immagini,mondi
terrori,enfasi,slogan,pubblicità,distruzioni,corruzioni, rinascite,attraverso meccanismi
non sempre individuabili che prendono a sostegno catastrofi sommerse nell'incon= nscio
archetipale.Egli grida:"Serba!"e l'altro per tutta risposta distrugge,mentre
qualcuno sta ancora perdendo tempo a studiare perché talora la gente risponda a uno
stimolo in maniera contraria allo spinta normale dello stimolo stesso.
6)L'APOCALISSE IN UNA TESI SCANDALEUSE:IL PAPA PIETRO SECONDO E' UN
DEMONIO?
Dobbiamo forse scandalizzarci forse se un papa è inserito in un
budello infuocato?Penso proprio di no...Se lo poté il Divin Poeta...
Dante colloca almeno quattro papi all'inferno.In un avello nella zona
degli eretici colloca Papa Anastasio II,reo di aver ammesso alla comunione il diacono di
Tessalonica Fotino.Questi era seguace della teoria eretica di Eutiche,propugnatore del
monofisismo ovvero della sola natura umana presente in Cristo(Canto XI).
Nella bolgia dei simoniaci Dante incontra poi l'orsino papa Niccolò
III,che lo scambia per Bonifazio VIII.Con simile escamotage anche tale papa viene
collocato all'inferno insieme all'altro ancor vivente all'epoca e destinatovi secondo la
previsione dantesca,vale a dire Clemente V(Inf. Canto XIX).Papa Niccolò,che se ne sta in
uno stretto foro a testa in giù e coi piedi fuoriuscenti lambiti da fiammelle,spiega poi
che sotto di lui altri papi simoniaci stanno pigiati e che al sopraggiungere di uno nuovo
quello che sta sopra andrà sotto.Una posizione e una girandola grottesca dunque per quei
re della religione in vita fieri e prezzolati,che alla fine numerosi sembrano essere già
precipitati nel budello.
Allora,di fronte a questa giostra di papi infernali,la collocazione
erebica del goloso Pietro II appare come una minuzia letteraria,assunta per necessità
simbolica a giustificare l'imperfezione anche negli uomini più santi,pur capaci di
affratellare religiosamente le razze.
7)L'APOCALISSE COME DISTRUZIONE E CATARSI NELL'ANALISI DI UN PAZZO.
L'allucinazione in uno tempore terrificante e placida di un'ecpirosi
rigeneratrice del mondo si riscontra in maniera allarmante nella lettera di un giovane
pazzo scritta al suo psichiatra.Il giovane tedesco era stato mandato in manicomio dopo
che,impazzito,si era armato di un fucile,era sceso per strada e aveva preso a uccidere
gente.
La lettera è stata scritta dopo aver visionato un filmato sulla
deflagrazione nucleare d'Hiroshima.Il matto rileva che la bestia ingabbiata dentro di lui
ha tutti i materiali per costruire la bomba atomica e per sganciarla sul genere umano che
egli odia.Chi l'ha detto che costruire è meglio che distruggere?Chi l'ha detto che la
distruzione è male?Egli ha visto la distesa desertica regno di catastrofe,di morte,di
oggetti logori e inutili(vestiti,un occhialino contorto,il sandalo di un bambino),di
silenzio.In quel silenzio strano e lontano ha presagito che nella distruzione può nascere
il germe di una pace misteriosa.In quel silenzio nasce l'illuminazione che in un dato
tempo e luogo la pace è possibile,ma come pura tregua temporanea alla irrefrenabile
distruttività umana.
8) QUALE FINE?DALLO SCRITTORE ALL'UOMO.
Ho visto talora pormi una domanda fatidica,dopo aver narrato la vicenda
di Mille."Ma tu ci credi a queste cose?".La questione mi ha sorpreso soprattutto
perché spesso non proveniva da gente sprovveduta ,ma da persone colte,come ad esempio mio
cognato,che è professore di Storia all'università di Birmingham.Mi stupivo soprattutto
perché in tal modo i miei interlocutori davano quasi a vedere o di non aver mai letto un
libro fantastico,o più in generale di misconoscere le stratificazioni correlate allo
scrivere.E qui s'impone,mi si perdoni l'immodestia, una lezione sull'arte dello
scrivere.Ove l' autore non si ponga in una chiave nettamente realistica-il che peraltro è
impossibile per non scadere in crudo giornalismo, sussiste un'oscillazione perenne, quasi
di carattere platonico,tra il mondo reale e quello onirico proprio di chi scrive.D'altro
canto la questio sulla realità del mondo descritto è priva di senso,poiché la creazione
letteraria vive di vita propria indipendente da quella dell'esistenza concreta.Si
verificano così paradossi esistenziali come quelli del magistrato, famoso autore di opera
teatrale , che,autore di dolci e serene poesie,nella sua attività di giudice era
addirittura inesorabile e quasi crudele con gl'imputati.E cosa dire poi dei poeti avidi,di
quelli colmi di amore retorico sulla carta e di lussuria porcina a letto,degli animi
candidi nel sociale che si avvalgono del letterario per scagliare le loro invettive a un
mondo che nel fondo non accettano...
Per concludere io non ho una conclusione.Mille sembra concluso,ma esso
stesso non lo è.E non solo per l'accidente materiale che un giorno mi spinse a comporre
il soggetto della seconda parte del ciclo("Il Regno dell'Albero Secco").Ma
perché tutto ciò che rilancia al destino di un'intera razza,quand'anche essa tutta fosse
realmente spazzata via per opera di un cataclsma naturale o provocato dalla faccia della
terra,continuerebbe a sopravvivere nell'eternità di un ideale.Sembra così che,nel
concreto,fingendo di concludere sull'originaria querelle,io non abbia fornito alcuna
soluzione deviando con metodo.Allora mi sbilancerò richiamandomi a Giosuè
Carducci.L'autore dell'"Inno a Satana",aprendo i suoi "Cinque discorsi
dello svolgimento della letteratura italiana" scrisse:"V'immaginate il levar del
sole nel primo giorno dell'anno mille?".Io dirò:"V'immaginate il levar del sole
nel primo giorno dell'anno duemila?Sarà bello sognare che la luce Grande Astro c'inondi e
che quel fiume di riverberi puri non scorrerà per un solo dì".
CAP. IV
L'ANTICRISTO.
1)L'ANGELO DELL'ORDINE E IL DEMONIO DELLA FOLLIA.
" Mille e non più mille" è la storia di due persone
comuni,ovvero di un matto vagabondo,Pat Flanagan,e di un giornalista qualunque,Michael
O'Keefe.Questi due esseri ordinari vengono chiamati dal destino e dai mass media a
impersonare due ruoli mitici,addossandosi così titanicamente le sorti dell'umanità negli
ultimi giorni del medioevo atomico.Accade che Michael inizia l'indagine giornalistica
sulle profezie citate dal matto,a livello professionale,ma poi viene gradualmente
coinvolto dalle sue scoperte,fino ad identificarsi con l'Arcangelo San Michele.La sua
controfigura,il piccolo uomo matto di Manhattan diventa invece i mille profeti televisivi
e finisce con l'identificarsi alfine nello stesso anticristo ,il cui avvento è stato
annunciato verificarsi dai visionari sulle soglie del XXI secolo.Un regista,Carlo, ha
riscontrato in questo mancanza di equilibrio.Secondo la sua impostazione Michael dovrebbe
esser l'arcangelo ab initio,trasfondendo il suo alone santo attraverso occhi misteriosi ed
angelici.Ho contestato il suo assunto spiegandogli che la struttura del mio racconto
esigeva proprio un lento disvelarsi.Le scoperte dell'angelicità e della diabolicità
dovevano essere sorprese,gimmick.E'l'ordinarietà assunta dai due personaggi,borghese nel
giornalista,metafisica e dadaista nel profeta,a fare da ponte di rimbalzo per il colpo di
scena della rivelazione mitica.Michael fallirà il suo processo identificativo con
l'angelo della salvezza,o meglio l'arcangelo uscirà sconfitto dalla tenzone cosmica.Pat
invece impersonerà perfettamente la follia di un'intera razza,realizzandosi perfettamente
nell'anticristo distruttore.
2)LA FOLLIA DI PAT FLANAGAN E LA SAGGEZZA OCCULTA.
Le teorie di Pat,fatte passare come il vaneggiare di un matto,sono in
realtà molto profonde,attingendo al mondo oscuro delle filosofie occulte.Esse si basano
sull'equivalenza dei due principi reggenti il mondo:il Bene e il Male.Si tratta de' La
Luce' e 'Le Tenebre',che coi nomi di Orzumud e Ariman caratterizzano il Mazdeismo(VIII
sec.a.C.)e che vengono divinizzate nel Manicheismo(III sec.).Ma già nell'ebraismo
Dio,Javhè,è buono e spietato a un tempo(Ismaele 18:109).Nella Bibbia si legge che il
diavolo esiste veramente e che egli è "il dio di questo mondo"(II Cor.4:4).La
magia antica si fonda sul principio di polarità,per cui nel positivo c'è il negativo e
nel negativo c'è il positivo,secondo l'insegnamento di Ermete Trismegisto.Anzi nei papiri
di Nagar Hammadi si afferma che il cosmo è intimamente cattivo"perché chi lo creò
volle crearlo imperituro e immortale,ma commise un errore e non riuscì a raggiungere
l'oggetto delle sue speranze"(da'Povero Dio ,che pasticcione'di Umberto Eco che
recensisce 'Il mondo creato'di Franco Ferrucci-Mondadori- su L'Espresso).
Nel Cristianesimo assistiamo a un fenomeno di demonizzazione negativa
del diavolo.Diavolo dal greco diabollein,letteralmente separare,in sé ha un connotato
neutro:si può separare per distruggere ,ma anche per costruire da un'altra parte.In tal
senso bisognerebbe considerare le derivazioni della Trimurti,da cui discendono Visnù,il
Bene,la Luce e Shiva,il Male,il Distruttore,per valutare la possibilità del prevalere
puramente ontologico e non etico di una delle due forme(donde lo sgorgare rispettivo del
Visnuismo e dello Shivaismo).Nel Cristianesimo, invece,c'imbattiamo in un moralismo
logico(inteso come quadratura del cerchio, ovvero chiudere una volta per tutte il
circolo),proveniente direttamente dallo spirito ellenico-platonico
(Bellezza=Ordine=Bontà),che comporta un'assolutizzazione del polo positivo e una
persecuzione delle forme sataniche.In quella speculazione infatti dio viene identificato
con la perfezione dell'immagine dell'Essere nel mondo iperuranico,mentre al demiurgo
intermedio viene attribuita quanto meno, come causa efficiente,la creazione di questo
mondo.Questo artefice divino nella sostanza si configura come un vero e proprio diavolo
insufflando egli la purissima anima originaria del mondo ideale nella materia degenerata.
I Concili della Chiesa,da quello di Nicea, che afferma l'esistenza
materiale del Demonio(787)a quello Lateranense(1215), che lo pone a livello puramente
spirituale,rappresentano la storia di un'ossessione secolare,diretta ad esorcizzare il
diavolo,sia nella sua dimensione metafisica di oppositore a Dio,sia nelle sue forme
concrete(stregonerie,messe nere etc.).Ma questa è storia della chiesa ufficiale.Basterà
spostare un po' il tiro e andare ad esplorare le cosiddette eresie per capire perché
Paolo(II Corinti,IV,4)definiva il demonio"Dio di questo mondo".Gli Ofiti erano
adoratori di Satana,inteso come Lucifero,portatore di Luce.Il Serpente Luminoso rivelò ad
Adamo la gnosi e con essa provocò la ribellione ad un Dio Tiranno.I Cainiti esaltavano i
demoni ribelli come Giuda,elevato al rango di un Dio per aver liberato il mondo da
Gesù.Un mito che si ricollega particolarmente alla filosofia di Pat, per il quale Satana
e Gesù Cristo sono due fratelli figli della Madonna,è quello diffusosi in Bulgaria tra i
Bogomili,secondo cui fu Satana(Sataniel) a far crucifiggere Gesù suo fratello minore.Ma
il paradosso più singolare di questa guerra contro il Dionisius-diaballus(il
calunniatore)è lo sterminio dei catari da parte della chiesa.Qui gli adoratori del
diavolo diventano i'veri puri',mentre gli adoratori di Dio,i cattolici,si trasformano in
crudeli sterminatori.
Nella Fin de Satan di Victor Hugo Dio alla fine dei tempi non sa più
distinguere
"......Padre,colmo di gioia,
Belial da Gesù."
Anche la filosofia gnostica si svolge su linee similari,guardando essa
alla divinità dell'Antico Testamento come al demiurgo,considerato ora bene ora
male.Valentino lo identifica col Bythos(l'Abisso,l'Inferno),ovvero l'ultima emanazine
dell'essere originario che partecipa della realtà della materia e dello spirito.Come si
vede il passo per identificarlo col cosiddetto Spirito Santo,a parte elementi
moralistici,è molto breve.Tale passo viene compiuto in Mille per bocca del pazzo Pat.
La verità è che gli esorcismi non solo cattolici,ma anche
progressisti contro il diavolo,sono falliti.Il demonio è ineliminabile."Bisogna
accendere una candela al Cristo e una al diavolo","Cristo fa le case e il
diavolo fa i tetti"-si dice popolarmente.Il demonio che Gesù in persona dichiarò
"Signore di questo mondo", è stato pure definito la"scimmia di
Dio",la"faccia d'ombra di Dio"(in questo senso si è espresso Eliphas
Levi,il formulatore della dottrina dello Jeohva nero).Un poeta cattolico colto come Guido
Ceronetti parla del demonio come sintomo di"una condizione tragica
ineliminabile".A questo punto,contro la tesi di moralizzazione e progettualizzazione
del cosmo,potremmo dire che l'universo non è etico,semplicemente è.La bellezza selvaggia
di una tigre che azzanna e squarta una gazzella può sembrare immorale,ma è.Il mondo non
è fondato su una morale posta da chicchessia,tant'è che dopo 2000 anni di cristianesimo
non si è giunti a nulla,anzi c'è oggi più male di quanto ce ne fosse un tempo,prima di
Cristo...Bisogna allora prendere atto che il progetto del Redentore cristiano è
fallito.Cerchiamo di distruggere il male in tutte le sue forme,morali,fisiche,spirituali e
sociali ed esso riaffiora rafforzato da tutte le parti.Guerre,bombe,terrorismi,stermini
sono sorti non per la salvaguardia dei nazionalismi o per moventi politici,ma in nome
della religione(basterà ricordare gli stermini di intere generazioni di eretici,le
crociate,e per venire a tempi più recenti i conflitti nell'Ulster,la guerra santa di
Komeni).Qui ritorna alla mente la lezione di Krishnamurti,il quale afferma che la
divisione tra le fedi ha già in sé il seme della violenza e della discordia.Né si può
ascrivere il fenomeno a mere degenerazioni dei purissimi messaggi dei grandi profeti.Non
starò qui a parlare di Maometto che si prospetta in nuce come il Santo guerriero,ma
citerò la violenza di due asserzioni similari tratte dal linguaggio del Cristo:"Chi
non è contro di noi è per noi" (Vangelo di Marco,9,39)oppure:"Chi non è con
me è contro di me"(Vangelo di Matteo,12,30).Vi è di fondo a queste antiche
manifestazioni religiose un'intolleranza che si lega strettamente alle aspirazioni di
popoli afflitti (gli ebrei senza terra,le tribù disperse dell'Islam)che attendevano un
liberatore fisico prima che spirituale.Di fronte a questi rovesciamenti di senso nel
comune modi d'intendere la profondità etica delle visioni religiose più accreditate
bisogna forse ritornare al ciclismo antico senza fine e all'induismo in particolare.La
Ruota dei Cicli è più umana,perché nell'apparente tornare del mondo su se stessso si
crea una minima forma di libertà. Il mondo passerà senz'altro,ma noi possiamo essere
artefici in certo senso dell'an e del quando.Con la bomba atomica siamo noi a poter
inserire un progetto di sopravvivenza all'interno della storia. L'uomo ridiventa così un
Dio,artefice del destino personale ed universale.Si dice che egli sia fragile.Al contrario
questo essere è dotato di un potere titanico,potendo distruggere il mondo con forza pari
a quella di un cataclisma naturale.
3) L'INFINITA MISERICORDIA UMANA.
Alcune critiche sono state mosse a Mille,soprattutto negli ambiento
cattolici,e noi intendiamo rintuzzarle con metodo ed eleganza,sperando di non incorrere
nella scomunica(né lo potremmo essendoci già autoscomunicati col nostro ateismo alla
maniera del Budda).Mille è fondato su una rigorosa interpretazione delle profezie,a
prescindere da qualunque fideismo telologico e moralistico.La prima tesi è che Dio non è
misericordioso,poiché non è disposto ad accettare i nostri peccati pur gravi e permette
che ci autodistruggiamo.Qualcuno si ribellerà a questa proposizione apparentemente
blasfema,cercando di addossare ogni responsabilità del male all'uomo.Allora si dovrà
replicare che noi siamo più misericordiosi di Dio,perché cerchiamo disperatamente una
spiegazione filosofica al suo deliberato progetto di genocidio.
E qui si pone il problema dei 7 Giusti.Esistono al mondo 7 uomini
completamente puri?La risposta di Mille è negativa,perché,come disse un prete,il bene
avanza in progressione aritmetica(2,4,6,8)e il male in progressione
geometrica(2,4,8,16,32).Così non c'è da scandalizzarsi se un grand'uomo come Pietro
II,il papa che ha indetto il I Concilio Universale,è affetto dal vizio della gola.Già
nella concezione popolare c'è la visione del prete panciuto e mangione che,in tempi
moderni,viene accusato di non mandare la sua ricchezza economica e di cibo ai paesi
morenti del Terzo Mondo.Comunque il tema non è così blasfemo come qualcuno vorrebbe
farlo passare,in virtù di un'antirealistica visione della virtù.Il vizio può avere la
funzione di rendere più umano un uomo pur fondamentalmente santo,com'è accaduto a Papa
Giovanni che amava tracannare vino con un amico in quel di Bergamo.Comunque il tema
trattato s'inserisce nell'altro secolare dell'infallibilità papale,che denegata è stata
uno dei cardini della riforma luterana.Uno storico cattolico August B.Hasler ha pubblicato
recentemente il libro"Come il papa divenne infallibile",con prefazione di Hans
Ku"ng,il quale parla di 'chronique scandaleuse' in relazione alla manipolazione cui
andò soggetto il dogma dell'infallibilità.Esso fu voluto da Pio IX che viene descritto
dall'autore"cuore di pietra","pazzo","epilettico",avallando
l'assunto con il detto di un vescovo venuto al suo cospetto:"Ci tocca mangiare quello
che abbiamo vomitato".
A questo punto il vero problema non sembra essere neppure più il vizio
capitale in se stesso,quanto un originario peccato di mascheramento e d'ipocrisia.Essere
se stessi ,sia pur nel difetto,santifica.Ecco la base di una nuova morale.L'uomo è
doppio,ma ridiventa uno nel riconoscimento della propria binarietà,che è Dio e Demonio
insieme.
4)IL PAROSSISMO MORALE.
Il parossismo morale e filosofico rappresenta uno stile costante nelle
profezie,cosicché esse appaiono permeate di medioevalismo irrefragabilmente.Nelle visioni
di tutti i tempi infatti si afferma l'avvento inevitabile del demonio,ovvero la metafisica
di un male come presenza ineliminabile dell'essere che si affermerà totalmente o
parzialmente.Per la prima ipotesi citeremo le visioni profetiche degli albigesi o sette
similari dove si annuncia un'apocalisse ab ovo,per cui il mondo viene concepito come lento
disvelamento non di Dio- che è absconditus, ma del diavolo che generò tutte quante le
cose.Per la seconda configurazione-avvento parziale del male, basterà ricordare la stessa
apocalissi giovannea che parla del trionfo della bestia,che però alla fine verrà
ricacciata sottoterra.In tutte le profezie comunque predomina l'idea di un Dio distante e
inaccessibile,a suo modo cattivo o perchè,alla maniera della divinità epicurea,
disinteressato ai mali del mondo, o perchè colpevolmente omissivo nel trionfo
dell'Assatanato.Dio comunque latita.
5) SULL'ESISTENZA REALE DEL DEMONIO.
Riferirò un passo tratto dal mio ultimo libro Krisbeng.Narra di un
alto magistrato che viene concretamente preso dal demonio.Quando percepisce l'inquietante
realtà visionaria che lo avvolge,da uomo scientifico qual'è va alla ricerca di
spiegazioni affidandosi ad esperti di quel mondo misterioso a lui completamete
estraneo.S'imbatte a un certo punto in Padre Tebaldo,l'ultimo esorcista di Torino e gli
chiede se il diavolo esista realmente.Riporto ivi integralmente la risposta del sacerdote.
"Il demonio esiste realmente,egregio giudice.Anche in questi tempi
di trionfo della scienza egli si annida malignamente tra le nostre macchine superpotenti e
si beffa di noi.E mi creda non sono io a parlare ma i nostri stessi capi...Paolo VI,il 29
giugno 1972 giorno del suo onoastico pontificale e festa di San Pietro,an unciò il suo
pensiero sulla concreta esistenza sdi Satana,il cui fumo era penetrato attraverso qualche
fessura nel Tempio di Dio.Il 15 novembre di quello stesso anno precisò il suo
pensiero,attribuendo l'infiacchimento e l'anarchia del mondo moderno all'influenza di un
agente oscuro e nemico...".-Il sacerdote,tradendo i suoi propositi,cominciò ad
infervorarsi,si alzò e cominciò a girare per la stanza alzando il bicchiere a sostenere
l'impeto di quel discorso papale che sembrava ricoradare a memoria...".
E altrove:"Era il 13 agosto dell'86 ed io ero presente quando
Giovanni Paolo II,parlando ai fedeli,accennò alle forme concrete del diavolo,un
serpente,un leone,una capra con le corna,un drago...".
E per finire:"...Il demonio!Il male non è più soltanto una
deficienza,ma un'efficienza,un essere vivo,spirituale,pervertito e pervertitore.Terribile
realtà misteriosa e paurosa!".
6)UN FINALE SENZA SPERANZA?
...e la Storia continua.Sulla terra dilaniata dagli effetti disastrosi
delle radiazioni atomiche ancora si affronteranno le forze del Bene e del Male,capeggiate
rispettivamente da Michael O'Keefe e da Pat Flanagan.L'esito della tenzone e altre vicende
del medioevo postatomico vengono descritti nella seconda parte del
ciclo,intitolata"Il Regno dell'Albero Secco".
CAP. V
IL MILLENARISMO.
1)LA GRANDE PAURA DELL'ANNO MILLE.
"Mille e non più mille".E'la frase che la tradizione
attribuisce a Gesù Cristo.
Tra il 585 e il 945 una trentina di documenti-donazioni e
testamenti-cominciano con la formula:"Indici certi annunziano l'avvicinarsi della
fine del mondo,moltiplicandosi le rovine"(da "L'Apocalisse è per oggi"di
Salvatore Garofalo").
D'altra parte è da considerare che la frase "Appropinquante
termine mundi" si ritrova in molte donazioni a conventi ,Chiese,Confraternite.Ora
tenendo conto di quei tempi poveri e difficili,si può arguire che i religiosi
beneficiandi tendessero quanto meno a non screditare tali terrori così lucrosi per i loro
affari. L'atteggiamento moderno degli storici e della chiesa è stato quello di far
rientrare tali paure nella leggenda e precipuamente di negare che mai le autorità
cattoliche abbiano avallato quelle immagini di catastrofe.Forse già a quei tempi i capi
della chiesa proibivano che si parlasse di fine del mondo,anche se poi in loco la cosa
regolarmente avveniva.E'possibile anche che vi fossero officianti in buona fede i
quali,privi di spirito venale,si limitavano a rapportare quell'epoca fosca alle numerose
profezie agghiaccianti di cui è ricca la letteratura sacra.Ma è certo che di profeti di
sciagura con abiti talari ve ne dovevano essere parecchi.D'altro canto era difficile
trovare degli storici imparziali all'epoca,essendo molti provenienti da ambienti
ecclesiastici e sottoposti quindi ad accurata censura preventiva o successiva.I documenti
ufficiali,le Cronache dell'epoca,i testi papali e conciliari,le biografie di santi morti
in quel periodo di tempo in genere nulla lasciano trasparire sui terrori dell'anno
mille.La ricerca sulla storicità di quei terrori è pertanto di carattere preminentemente
indiziario e va fondata su dati minimali ma significativi emergenti da quel marasma di
omertà.Una traccia la si trova negli atti del Concilio di Trosly,che si tenne nell'ambito
del IV Concilio Lateranense in quell'antica città che il repertorio porta come
"Trosleium Palat e poi Trosly Breuil,village de la Picardie,près Soissons".
Lì, nell'anno 909,s'invitarono i vescovi a rendere conto delle proprie azioni perché il
giudizio universale era vicino(da"La grande paura dell'anno 2000" di Henry
Kubnick-pag.86"Dopo Nostradamus"di A.Voldben-pag.39).
Nel 940 il predicatore Abdon de Fleury annunciò pubblicamente a Parigi
la fine del mondo.Nel Liber Apologeticus,scritto da Abbone nel 998 e dedicato al re di
Francia Roberto il Pio,si parla di un episodio accaduto nel 960.L'abate di
Saint-Benoit-sur-Loire ha sentito predicare in una chiesa di Parigi l'avvento
dell'Anticristo nell'anno mille che sarebbe stato seguito dal giudizio universale.Abbone
si oppone al discorso,ma si è che qualcuno parli dell'apocalisse.Anzi succesivamente
Abbone prende in considerazione un'altra voce del genere diffusasi in Lorena nel 975 e la
contesta.Ergo il fenomeno delle voci sulla fine del mondo era diffuso,se Abbone si
scomodava, in un testo dedicato al re, di prenderle in considerazione.
A tal punto si deve ritenere che robuste cronache,successive all'Anno
Mille,essendo state composte in tempi più liberali e comunque distanti dai fatti
narrati,non riportassero leggende,ma eventi ,terrori,profezie realmente accaduti.Intendo
qui riferirmi alla Cronaca del 1048 di Rodolfo il Glabro(o Glaber)-un monaco francese che
nell'Anno Mille aveva 15 anni- e alla Chronographia di Sigeberto di Gembloux,tratta dalla
precedente testé riferita e scritta all'inizio del secolo XII.Esse narrano di
prodigi,terremoti,presagi,angoscie, comete,eclissi di sole e di luna,insomma segni
straordinari che avrebbero annunciato un'apocalisse poi non verificatasi.Essi vennero
presi spunto per fondare quella leggenda che, come forma mitica,cominciò a formarsi nel
secolo XVI, quando negli Annali di Hirsau si legge:"Nell'anno mille dell'incarnazione
violenti terremoti fecero tremare l'Europa intera,distruggendo dappertutto edifici solidi
e magnifici.Lo stesso anno apparve nel cielo un'orribile cometa.Molti,vedendola,credettero
che fosse l'annunzio dell'ultimo giorno".
Certo è che, secondo la cronaca di Rodolfo il Glabro intorno all'Anno
Mille si ebbe un pellegrinaggio verso Gerusalemme tale da costituire un vero e proprio
grande esodo di ricchi poveri,preti e regnanti .La motivazione espressa che la gente colà
si recava perché quella era la terra dove sarebbe apparso l'Anticristo di cui si era in
attesa è espressa come giudizio non proprio,ma di"spiriti attenti e pensosi di quel
tempo".Rodolfo aveva in tema di parlare del demonio che avrebbe generato il giudizio
universale,ma ne parla con i toni cauti dovuti a un monaco cistercense pur superprotetto
come lui.
2) RODOLFO IL GLABRO.TRA STORIA E LEGGENDA.
Voglio a tal punto soffermarmi sulla figura di Rodolfo il Glabro,questo
monaco benedettino anarchico e virulento che ebbe il coraggio di trasgredire il probabile
divieto di riportare cronachisticamente i terrori della catastrofe.Leggendo la sua
biografia ci verrebbe da chiederci se questo tonacato dallo strano aspetto- detto Glabro
perché affetto da atrichia o allopecia-fosse un demonio,essendo per di più come il
nostro Pat e come l'anticristo delle profezie figlio illegittimo di un ecclesiastico,o non
piuttosto un illuminato e coraggioso prerinascimentale!Nel primo senso deporrebbe la sua
vocazione "obbligata",il suo disadattamento sociale nella vita
monastica,l'incontro adolescenziale col diavolo in persona apparsogli in forma di gnomo
scoliotico col cranio appuntito ...Ma è anche possibile seguire la seconda via,pur logica
e interessante,soprattutto se sostenuta dal seguente ordine di considerazioni.L'anarchia
religiosa del Glabro difficilmente avrebbe potuto avere uno spazio letterario o
culturale,ove se non fosse stata sostenuta da una di quelle figure di Mecenate che meglio
si svilupperanno nei secoli successivi.Qui la protezione va intesa in senso puramente
culturale,oltre che politico-religioso, con riferimento alla figura di Guglielmo da
Volpiano che fu suo grande amico per oltre un ventennio.Guglielmo favorì l'elezione a re
d'Italia di Arduino,rappresentante della grande feudalità laica, che contrastava la
politica dell'ultimo imperatore tedesco di concedere forti poteri economico-militari ai
vescovi dell'Italia Settentrionele.Tale ultimo programma fu sostenuto da Leone di Vercelli
che divenne il grande rivale di Guglielmo, il cui fine era di garantire l'indipendenza dei
cenobi.E'evidente a tal punto che, sorretto da questo guerriero religioso, Rodolfo poté
non censurato fare le cronistorie esatte sui terrori dell'Anno Mille.Anzi la redazione
delle cronache avvenne per ordine dello stesso Guglielmo presso l'abbazia San Benigno di
Digione,dove i due si erano trasferiti dopo il 1015.Quando il grande abate morì,Rodolfo
passò sotto la protezione del suo discepolo Odilone,entrando ,verso la fine del
1031,nell'abbazia di Cluny, il potentissimo centro culturale, politico ed economico della
cristianità.Odilone rinnovò l'ordine di scrivere le Storie,tanto che a lui è dedicata
la Prefazione alle stesse.Per la cronaca Le Storie furono ultimate tra il 1040 e il
1046,sopraggiungendo in quel tempo la morte del Nostro.
Passando ora ad un'analisi non più sociale ma intima e psicologica di
Rodolfo,si pone naturale la questione se la la sua rabbia di monaco per forza abbia potuto
portarlo a inquinare la sua visione critica degli avvenimenti,arrivando addirittura ad
esagerarli o a inventarli.In primis bisogna rilevare che le cronache vennero scritte anche
in età matura,quando i bollori giovanili si erano da tempo estinti.Ma poi la presenza
costante,da vero storico,di uno spirito critico incontaminato,è ricavabile aliunde,quando
egli ad esempio si scaglia contro Stefano, un ciarlatano giunto a Susa a vendere ossa
rubate da un anonimo in un cimitero e fatte passare per le ossa di San Giusto.Orbene
quando questi pseudosacri resti cominciarono a produrre miracoli e tutti ,anche religiosi
e potenti come il Marchese Olderico Manfredi , vi fecero ressa attorno,Rodolfo prese le
distanze.Parlò di prodigi operati dalle forze del male e voluti da Dio per mettere alla
prova gli uomini.Come si vede,pur assediato dal miracolo,egli non è certamente uno
spirito credulone,ma al contrario mostra una mente attenta e pensosa.
L'ultimo parere sopra espresso non è stato quello degli storici
positivisti francesi che,dopo lunghi secoli di silenzio- a parte sporadici casi di
saccheggiamento,come quello di Sigeberto di Gemblaux già citato-riscoprirono nel 1700 il
testo de quo.Lo riscopre precisamente nel 1733 il De La Curne Sainte-Palaye,un letterato
dell'Accademia Reale di Francia,il quale lo bolla negativamente con effetto protraentesi
nei secoli.Rodolfo sarà definito dai
francesi"pettegolo,credulo,maldestro"(colloca il Vesuvio in Africa),"bavard
impenitent"(Lucien Musset-1948),autore di "una mescolanza confusa di aneddoti
presi da numerose fonti,di leggende miracolose,di sincronismi incerti o addirittura
falsi"(Monod-Revue Historique-1885).Orbene manca in tutti questi giudizi,uno sforzo
primario da parte di questi censori di purgazione critica dei pregiudizi personali,che
erano poi quelli di un'intera epoca e di un'aria culturale.Per poter comprendere la storia
e i metodi storici di una generazione passata sempre bisognerebbe fare una preliminare
opera di espurgazione degli idola dalla propria coscienza,seguita da uno sforzo quasi
mistico per entrare nella mentalità di un'epoca.E'vero che Rodolfo confonde l'Oceano col
Mediterraneo,ma ciò è il difetto di strutture informative generali di cui il Nostro,col
più zelante sforzo,difficilmente sarebbe riuscito a liberarsi.
Esiste una cultura di base che va appresa e poi lasciata là a
sedimentare,senza rimetterla perennemente in discussione,generando altrimenti ossessioni
analizzatrici del background culturale del tempo in cui si vive,contrario allo spirito
sereno di attingimento di dati nell'ambito di un metodo già calibrato e accettato.D'altro
canto Rodolfo ricevette un'educazione culturale lunga,ripetuta e di prim'ordine presso le
abbazie che lo accolsero ancor adolescente e quindi si potrebbero imputare a questi anni
primi di formazione i difetti originari della sua cultura.Bisogna ancora fare un'analisi
della parte più fantastica dei suoi racconti, riferendola al tempo in cui visse e
assumendola sub specieaeternitatis per quanto riguarda le modalità espressive
storiografiche.Sotto qualunque epoca lo storico del proprio tempo oscilla tra il desiderio
di una cronistoria esatta ed immediata degli eventi che si prospettano alla sua
percezione,e un'indagine critica anticipatrice di quella funzione che più tipicamente
viene assolta dallo storico retrospettivo.Orbene Rodolfo riporta in primis cronache
dell'Anno Mille ed egli stesso è un uomo del suo tempo,quindi non gli si può richiedere
di riportare solo eventi credibili-alla luce poi di un criterio illuministico discronico
rispetto al suo vissuto-quando la gente e quindi la storia attorno a lui percepiscono
avvenimenti incredibili.Descrivendo la balena vista in località Berneval solcare il mare
egli riporta l'atteggiamento di un' epoca,ovvero il modo di pensare della gente del
tempo,che si meravigliava per un nonnulla.Non si può pretendere che un cronistorico stia
continuamente a verificare i dati della sua percezione, come per l'episodio della vendita
di false reliquie sopra riferito.Alla fine di tale discorso si può ritenere che i
detrattori criticando Glabro finiscono quasi per demonizzare la sua intera epoca,quasi che
fosse stato proibito credere in quelle incredibili fantasticherie.Si finisce col trasporre
un'etica dell'essere razionale-rifentesi ad altra epoca-ad un già vissuto, creando poi il
sillogismo successivamente invadente"il terrore della fine del mondo è un fatto
irrazionale;ergo la gente dell'Anno Mille non può aver pensato che il mondo
finiva".Purtroppo ,proiettando il dogma hegeliano "ciò che è reale è
razionale" ai massimi termini,se ne deve concludere che, siccome il reale è anche
irrazionale,l'Assurdo e la Superstizione sono atteggiamenti storici concreti.Tali
categorie sono riassumibili nella razionalità di un atteggiamento esistente e proprio
perché tale facente parte comunque di un sistema operante.
Solo recentemente,nell'ambito della rivista "Annales",c' è
stata una rivalutazione del medioevo fantastico attraverso il metodo storicistico che
potremmo definire "simbiotico".Marc Bloch ne"I re taumaturghi. Studio sul
carattere soprannaturale attribuito alla potenza reale particolarmente in Francia e in
Inghilterra" propone appunto di mettersi nella prospettiva psicologica dell'uomo
medioevale studiarne il modo di porsi di fronte alla magia.Sulla stessa via hanno
proceduto altri illustri storici come Rousset,Duby e Davy,i quali hanno rivalutato il
medioevo e particolarmente l'opera di Rodolfo il Glabro.
(Rifer.bibliografici:"Storie dell'Anno Mille" di Rodolfo il
Glabro-Jaca Book-Europìa).
3) PROFEZIA E PROVVIDENZIALITA'DELLA STORIA.
Il postulato della veridicità della profezia implica una forma di
progettualità ex ante inserita nella storia da Dio.Tale idea è prettamente
medioevalistica,tanto che nelle Storie di Rodolfo il Glabro si rivela nettamente lo schema
di una provvidenzialità divina,dove i toni foschi dell'intervento del Giudice Terribile
nel mondo vengono mitigati dall'idea che Dio sottopone a prove gli uomini per renderli
meritevoli del paradiso finale.L'idea di un fallimento della creazione ,tipicamente
popolare,non poteva non attecchire in quei tempi cupi anche negli spiriti religiosi.Oggi
la democratizzazione estrema delle idee e dei comportamenti ha portato a un moltiplicarsi
all'infinito di mondi umani,esterni e interni,con una babilonia di
ideologie,religioni,politiche,razze,fazioni.Il segno di questa primordiale disgregazione
moderna si ebbe appunto nel medioevo col venir meno del potere centrale e con la
frantumazione all'infinito dell'autorità provocata dal feudalesimo.Con procedimento
sinusoidale avvolgentesi su se stesso accade che là dove non c'è autorità c'è violenza
in progressione che opera contro il riformarsi dell'autorità.In tale situazione politica
disgregativa le genti ancora più si stringono attorno alle forme contingenti di potere a
loro disposizione,materiali o spirituali che esse siano.Una di queste era rappresentata
appunto dall'esorcismo operato dalle classi colte sull'apparente ingiustizia del mondo.Ci
si aggrappava così in tempi di stragi,roghi,carestie,violenze all'idea paradossale che
nonostante tutto Dio c'era e che si serviva di quei mezzi astrusi per valutare la forza
dei suoi fedeli.La telogia sotto forma di ragionamento sulla giustizia immanente della
divinità nonostante tutto,si levava su dubbi secolari,avvalendosi del dogma
agostiniano"credo quia absurdum".Più spontanea e meno razionale era invece
l'impatto con la divinità terribile dei personaggi biblici.Il profeta Abacuc non riesce a
capire perché in questo mondo l'empio trionfi sul giusto e nello stesso tono si esprime
il libro di Giobbe.Ma poi il tema dell'assurdità e gratuità apparente della sofferenza
lo troviamo urlato sulla croce nientemeno da Gesù Cristo, il quale
grida:"Padre,Padre...Perché mi hai abbandonato".
4)IL RE DEGLI ULTIMI GIORNI.
La leggenda del Re degli Ultimi giorni si diffonde nell'Anno Mille come
si può rilevare nel Libellus de Anticristo dell'Adson.Secondo tale leggenda il regno del
"novello Davide,re giusto"doveva essere lunghissimo,con un ritorno all'età
dell'oro,fino al sopraggiungere dell'Anticristo.Questi si sarebbe annunciato con segni
premonitori(guerre,disordini, nascita di animali mostruosi e principi malvagi,apparizioni
di comete, pesti e carestie,catastrofi naturali,come siccità estese,inondazioni,inverni
rigidi).Egli avrebbe installato il suo regno a Gerusalemme,traendo in inganno le folle e
perseguendo i Giusti che avrebbero rifiutato di farsi ingannare.Alla fine sarebbe venuto
San Michele il vincitore.A quel punto subentrava il secondo avvento di Dio,preceduto da
due regni di violenza,quello del Bene seguito da quello del Male(Guy Fourquin-Le sommosse
popolari nel medioevo).
Non si tratta solo di leggenda.Infatti nel IO95 Urbano II in un
discorso annuncia l'arrivo dell'Anticristo,invitando i cristiani a spingersi verso
l'Oriente e conquistare la terra santa.Tra i prophetae ricorderemo Pietro
l'Eremita,predicatore e capo militare descritto da Gilberto di Nogent.Il fenomeno della
religione armata,tipico dell'islamismo e del suo capo Maometto,si rivelava così una
costante metastorica.
5)I DUE MEDIOEVI.MEDIOEVO RELIGIOSO E MEDIOEVO ATOMICO.
Il medioevo fu epoca di parossismo sociale e religioso.L'anarchia
politica portò i popoli a concepire un forte senso della divinità,sicché sembrò
riprodursi quell'ancestrale contatto estatico tra lo sciamano e la sua tribù e il dio
della Natura terribile.Le popolazioni nomadi della paleostoria,a contatto con elementi
naturali di un mondo colmo di pericoli,sfaceli,terremoti,diluvi,entravano in un contatto
con le forze animiche di carattere estatico.Tale migrazione reale verso il
metafisico,risultò poi sconosciuta alle forme simboliche e filtrate di altre culture
religiose,in cui l'altezza di speculazione teologica sembrò irrimediabilmente
compromettere un contatto concreto con il Sommo.Nei tempi antichi l'estasi sciamanica era
resa possibile dalla fusione dell'uomo-bestia con le energie magiche
dell'universo.Animalità,sangue,droga e religio si fondevano dunque,sulla base di uno
scenario di vita,privo dell'urbs,e colmo di nemici umani e naturali.
Nel Medioevo la situazione socio-ambientale suddetta si
riprodusse,tanto più per l'intrusione nel sistema di strutture(ad esempio
l'ordalia)tipiche del sistema barbarico.Così se lo spirito religioso dell'epoca raggiunse
vette impensabili,è ugualmente dimostrato storicamente lo stato di estrema animalità in
cui erano costrette a vivere quelle popolazioni.
La scoperta,per modo di dire,sorprendente è che nel mondo attuale
troviamo un fenomeno similare di essere teratomatico Dio-Bestia.Ma qui gli estremi si
toccano e al primitivismo estremo che si pone a fondamento del fenomeno,si sostituisce un
razionalismo esasperato, sfociante nelle mirabilie tecnologiche e scientifiche.Se un
extraterrestre venisse su questo mondo da un altro pianeta,al vedere la nostra
scintillante civiltà elettronico-atomica,potrebbe pensare che esseri riuscenti a
trasmettere la propria intelligenza negli elaboratori elettronici o capaci di controllare
l'energia cosmica debbano necessariamente essere puri e semidivini.Al contrario dobbiamo
ancora rilevare l'estrema bestialità attuale dela nostra razza,persa nell'utilizzazione
della materia conquistata a fini distruttivi.Il nuovo mostro bicefalo partorito dagli
ultimi lustri del secondo millennio è la Macchina-Bestia.E la Bestia è ancora l'uomo,
che ha ammantato la sua corporea belinuità di corrusche lamine metalliche e il suo
cervello da scimmia di sofisticati microprocessori pulsanti di vita elettronica.
6) L'ULTIMA VISIONE.
Quando penso al medioevo mi si para innanzi agli occhi l'immagine di un
tempo-spazio fosco e nero.Tempo cupo come kronos e come condizione
atmosferica.Un'atmosfera attraversata nell'incombente foschia esangue delle grandi valli
da improvvisi bagliori di morte,di lame e di grida disumane.Un'aria che,nel più pieno e
solare giorno d'agosto,si mostra pallida e ovattata,appena sfiorata dal brusio di guerre
tanto silenziose quanto cruente.Uno spazio che è terra secca,appena umettata dal sangue
degli stupri,dei colli decapitati nelle giustizie ordaliche,dei capretti uomini fatti a
pezi per imbandire le tavole dei ricchi assediati...Quando poi sento,in questo deserto
desolato e arido,levarsi lamentose le voci dei profeti di sciagura,predicenti in nome di
Dio l'ecpirosi del Demonio, allora il cielo del mondo plumbeo squassato dall'atomo mi
subentra.E vedo l'aria violentata dalle scariche delle radiazioni violacee,sento il
fremito dei corpi toccati dallo schifoso teratoma incalzante,avverto i lamenti strazianti
dei corpi moribondi infilzati dalle lance del terribile veleno uranico.Allora,in quel
crescendo di orrori senza fine, i due medioevi terribile,la paura del mio passato e il
terrore del vostro futuro,si fondono in un'unica,angosciosa,ineliminabile immagine di
sacrificio cosmico.E'l'immagine della fine reale,del mostro che giunge via dall'abisso per
materializzarsi.E' il finale della tragedia umana nel Medioevo Atomico.
Pubblicata
dal Vaticano la lettera di suor Lucia
L'ultima parte del messaggio ai tre pastorelli
Il testo integrale
del terzo segreto di Fatima
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CITTA' DEL VATICANO - Ecco il testo integrale del
terzo segreto di Fatima, così come riportato nelle lettera in cui suor Lucia rivela il
messaggio della Madonna di Fatima del 13 luglio 1917.
"Scrivo in atto di obbedienza a voi mio Dio, che me lo comandate per mezzo di sua
Eccellenza Reverendissima il signor Vescovo di Leiria e della Vostra e Mia Santissima
Madre. Dopo le due parti che ho già esposto, abbiamo visto a lato sinistro di nostra
Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra;
scintillando emetteva fiamme che sembra dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al
contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui:
l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza,
Penitenza, Penitenza.
E vedemmo in una luce immensa che è Dio: 'Qualcosa di simile a come si vedono le persone
in uno specchio quando vi passano davanti' un Vescovo vestito di Bianco 'abbiamo avuto il
presentimento che fosse il Santo Padre'. Vari altri vescovi, sacerdoti, religiosi e
religiose salire su una montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce di
tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di
arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo
vacilante, afflitto di dolore e di pena, pregare per le anime dei cadaveri che incontrava
nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande
Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi d'arma da fuoco e
frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi
e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i
due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatorio di cristallo nella
mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si
avvicinavano a Dio".
(26 giugno 2000)
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