LE 26 TESI DELL'ANTIARTE 2000.
di
Gennaro Francione
1° DEPOSITO IN RETE 1 MARZO 2000
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DEDICANTIARTE.
Grazie Stefano per esistere, pungolo
maieutico per la nostra comune consapevolezza dell'Antiarte.
Grazie Gianni, prezioso angelo custode
della mia cyberline.
POESIANTIARTE
Arte - Antiarte
Annichilazione materia-antimateria.
Arte - Antiarte
Dissipazione di energia gravitazionale.
Arte - Antiarte
radiazione nel collasso.
Arte - Antiarte
Materia-Antimateria
coalescenza di associazioni intere
polistrutture di stelle massicce
neon di luci brillanti estatiche.
Multisensoriale abbagliante,
eccitazione di un super buco nero.
Superemozioni ottiche e radiative
aspetto stellare del cuore e dei soli;
tasso elevatissimo di produzione
energetica;
nuclei lunatici estremamente compatti;
attività violenta superassociata
campi magnetico-spiritici cospicui;
collocazione di entità in età assai
remote,
abbagli multicolori dei red shifts.
Quinta Dimensione e oltre...
Luce, luce, fasci di luce
Multicolore....
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PARTE PRIMA
ANTIART-EST
<L'ANTIARTE C'è>
PREMESSA
CHE COSA PRODROMICAMENTE L'ANTIARTE
E'.
Anti, dal greco antí,
contro, è prefisso usato in termini composti di derivazione greca o di formazione
moderna per indicare avversione, opposizione, contrapposizione (p. es. antidemocratico,
antiestetico) e anche azione o essenza opposta (p. es. anticiclone, antimateria).
Perché antiarte?
In primis per capire il perché si
deve inquadrare il quando.
L'Antiarte esiste da sempre: nondum
erant abyssi et iam concepta erat. L'Antiarte è il Vuoto stesso del Buddha dove tutto
è contenibile."Che cosa dunque saremmo mai, senza l'aiuto di ciò che non
esiste?" scriveva in una lettera Paul Valéry.
Scopertane l'origine vieni più
facile(si fa per dire) capire il perché e il come.
1)ANTI. E' LA PROVOCAZIONE.
Provocazione del prefisso in sé,
carica energetica di distruzione all'infinito perché appena pronunci un significato ti
contraddici.
Un'avanzata irresistibile al futuro
che è un ritorno al passato. Esito millenario di un ritorno dell'arte al naif che è
non-arte, in consapevolezza antiarte.
La metodologia dell'Antiarte
atomica è innovare ed esplorare nuovi linguaggi, partendo dal presupposto che compito
dell'artista, avvalendosi dei nuovi sistemi informatici, ipertestuali e internettiani, è
di fare arte per distruggerla in infinite nuove forme attraverso l'alchimia, la chimica,
la fisica metaforizzate in chiave estetica.
2)ANTIARTE E' ALCHIMIA.
Essa lavora con l'alto e col basso,
nella dimensione in cui l'alto e il basso coincidono.
Essa lavora col cerchio e il
quadrato, nella dimensione in cui circolo e squadratura coincidono.
Il lavoro d'origine è dal basso
perché l'ispirazione originaria senza forma è bassa. In contemporanea è dall'alto
perché chiunque attinge alle più alte fonti dell'estetica anche nell'elaborare la più
elementare forma.
Il quadro del salumaio la cui arte
coincide con quella di Picasso realizza la quadratura del cerchio.
Altrove presi a modello il teatro
per esprime l'alchimia antiartistica, ideando il "teatro uroborico", un teatro
"mirabolante, assorbente, grottesco, intrecciato, compatto, per attuare la quadratura
del cerchio"<(M.A.G.I.C.)>.
Il serpente uroboros non è solo
forma, cerchio che quadra. E' anche sostanza, energia vibrante, kundalini vulcanica del
tempo, del nostro tempo e non dell'non universale.
Il genio è genio del tempo non del
sovrauniverso, come ha detto Goethe. Insomma quel che rimane del cadavere-arte passata è
il nucleo, non la forma, mero spunto per una nuova riformulazione nel tempo dell'attuale.
L'impresa sull'arte passata è
medianica e alchemica da un tempo. Si tratta di ridare vita, o meglio alito, a delle
mummie.
3) ANTIARTE E ANTIFASI, LOGICA
DELL'ASSURDO.
Antifasi è nel linguaggio della
logica di Aristotele la medesima predicabilità di una cosa e del suo opposto rispetto a
un oggetto.
4)ANTIARTE E ANTIVEGGENZA.
L'Antiarte è un fenomeno ESP.
Antiveggenza è sinonimo di
preveggenza, facoltà di prevedere il futuro. Lo si può fare perché si legge nelle
cronache dell'Akasha là dove appunto sono custodite patafisicamente tutte le possibili
memorie del presente, del passato e del futuro, appunto.
5)ANTI. COME ANTIMATERIA COL CHE SI
RICOLLEGA IL FENOMENO ANTIARTE ALLA FISICA.
Il concetto di antimateria fu
introdotto per la prima volta, per via puramente teorica, da P. A. M. Dirac, nel 1930, che
previde l'esistenza di elettroni positivi.
L'antimateria è materia
interamente costituita da antiparticelle, quali antiprotoni, antineutroni, positroni, ecc.
Sinora non è stato possibile
individuare né sulla Terra né nell'Universo quantità apprezzabili di antimateria.
Comunque ha notevole interesse il fatto che siano stati prodotti in laboratorio nuclei di
atomi leggeri di antimateria, vale a dire nuclei di antideuterio (antideutone, 1969) e di
antielio 3 (1970). Di conseguenza l'esistenza di atomi più complessi costituiti da
antiprotoni, antineutroni ed elettroni positivi è solo ipotetica.
Anche gli scienziati avanzano
dunque teorie sperimentabili solo in minimis allo stesso modo dello spiritismo.
Continuando in via analogica e
metaforica il contatto tra materia e antimateria avrebbe effetti esplosivi come quello tra
arte ed antiarte.
Per ciò che riguarda la Terra, la
mancata rilevazione di elementi sperimentali risulta comprensibile in quanto l'antimateria
a contatto con la materia ordinaria si trasformerebbe completamente in energia raggiante;
invece alcune violente esplosioni di energia, osservabili in lontane galassie, potrebbero
essere attribuite ad annichilazione di materia e antimateria.
Da ciò deriva che il nostro
sistema solare e tutti quelli della Galassia devono essere costituiti di materia
ordinaria, poiché in caso contrario si dovrebbe osservare un'intensa radiazione gamma di
annichilazione proveniente da tutte le parti della Galassia.
Orbene come se materia e
antimateria venissero a contatto, si annichilirebbero entrambe dando luogo alla formazione
di mesoni p e di altre particelle che, a loro volta, in pochi microsecondi, si
trasformerebbero in raggi gamma e neutrini, così venendo a contatto arte e antiarte
entrambe si annulleranno ma per creare una radiazione di nuova luce.
Antiarte è antimateria. Anti
contro questa materia, contro l'arte per come è. Dal contatto nascerà l'esplosione.
Nell'agosto '99 con un pallone ai
limiti dell'atmosfera terrestre sono state catturate particelle di antimateria capaci di
costruire intere galassie. Particelle di antimateria in antiarte permettono di costruire
intere galassie estetiche.
6)ANTIARTE E ANTICRISTO.
Anche l'anticristo è può essere
Cristo in quanto è contro il Cristo del tempo, per come è stato reso becero, per
riprendersi quello originale.
7)ANTI. ANTIGRAVITA'.
Nella letteratura di fantascienza e
nel linguaggio giornalistico è la proprietà di cui godono le sostanze che subiscono
azioni repulsive per effetto della vicinanza di materia ordinaria. Così pure un
dispositivo antimateria o una macchina antimateria è un dispositivo o macchina che
trasforma in repulsiva l'azione attrattiva dei campi gravitazionali. Niente di simile
esiste o è allo studio. D'altra parte non è ancora noto se l'antimateria gode di
proprietà antigravitazionali.
L'antiarte è un dispositivo che
trasforma in repulsiva l'azione attrattiva dei campi gravitazionali nel nostro caso il
Campo Etico e quello Estetico. L'Etica tende ad inglobare l'Estetica, ma propugnandosi
l'esattamente contrario, sovvertendo tutte le leggi del mondo cosiddetto sociale, si crea
un'azione repulsiva vicendevole che porterà alla deflagrazione appena i due mondi di
energia(materia e antimateria) verranno a contatto. La deflagrazione abbagliante non è
altro che il caso estetico, ovvero la vittoria dell'antiarte sull'arte etica.
8)ANTI. RICOLLEGA L'ANTIARTE
ALL'INFERNO DOVE E' TUTTO ROVESCIATO, REGNO DEL PARADOSSO.
L'inferno come regno del chaos,
della confusio, del "nullus ordo" genera alcune visioni in cui,come per
"Alice nel Paese delle Meraviglie" di Lewis Caroll, lo spazio-tempo appare
strutturato a rovescio rispetto ai canoni della realtà terrena.
Già le popolazioni dell'Asia
settentrionale concepivano l'inferno come un mondo capottato rispetto al nostro. Così
quando quassù è giorno là è notte,mentre alla nostra estate corrisponde laggiù
l'inverno. Gli oggetti nella tomba che dovevano accompagnare il morto venivano collocati
alla rovescia o addirittura spezzati,poiché nell'altro mondo sarebbero arrivati in
posizione diritta o integri di stato.In una visione degli Yakuti nell'inferno nordico la
luna appare rovesciata e i giovani e le giovani sono in eterno vergini.Presso i Samoiedi
il sole si leva ad occidente e tramonta ad Oriente, mentre i Kirthisi-Kazaki fanno
scorrere i fiumi all'incontrario.
Nel mondo egizio i morti camminano
capovolti poiché l'inferno è situato sulla parte opposta della terra e quindi ribaltato
rispetto allo spazio normale dei viventi.Questo genera una delle pene più orribili
nascente da una digestione al contrario che fa ritrovare nella bocca dei dannati i propri
stessi escrementi.In un papiro l'intero Duat è raffigurato da un essere maschile,
capovolto e rovesciato all'indietro in modo tale che i piedi tocchino la nuca da cui
fuoriesce la dea Nut, la quale sostiene il sole retto a sua volta, in posizione normale,
dallo scarabeo Khepri navigante nella barca che attraversa l'oceano di Nun.
Un mondo ribaltato è anche quello
visto da Rabi Josef che, di ritorno da una visita all'al di là compiuta durante una
malattia, riferisce al padre di aver visto un luogo dove i superiori stanno sotto e
gl'inferiori sopra(Talmud. babilon.,Pesahim f. 50,Rabà Patrà,106). Nel paese dei morti
degli Osseti il rovesciamento è descritto rispetto alle attività comuni:la gente è
dannata a non mangiare, pur tra tavole imbandite, mentre un animale come il burpur tra
alte erbe finisce col brucare la barba di un vecchio.L'inferno di sGam.po.pa individua
spiriti la cui visione delle cose è distorta, per l'apparenza esterna di cibi e
bevande,per l'interna e per entrambe. Così gli uni vedono il cibo come sangue scuro,
altri avvertono come se fossere impediti di mangiare, sicché in ogni caso non mangiano
pur volendolo.
Alcuni,la cui bocca è come la
cruna di un ago
E la cui pancia grossa come una
montagna,sebbene
tormentati dalla fame.
Sono incapaci di trovare
Perfino un pezzetto di cibo su un
mucchio di letame.
Il rovesciamento infero influisce
soprattutto sul modo d'incedere,a faccia indietro,che però spesso si ricollega a concetti
iniziatici,come il controllo della Vista inerente al segreto delle cose magiche.Orfeo è
l'esempio classico della rottura del tabù,che comporta la dissoluzione del sogno,ma il
mitema dell'avertere oculos è molto antico e si ritrova già presso i Tatari
altaici,il cui re dei morti Erlik cavalca un toro con la testa rivolta all'indietro.La
precauzione viene anche adottata dall'Enea ovidiano,che segue così le scrupolose
prescrizioni della Sibilla psicopompa(Metamorfosi,XIV,101- 121).
Alla fine poi il rovesciamento
infero diventa ribaltamento totale dell'Eros e dell'Ethos,con toni tra il grottesco e
l'esilarante, come nella fiaba rumena di Alexandru Mitru "Il diavolo con la roccia in
spalla". In quell'erebo la bellezza si misura "dalle corna e dalla coda che uno
ha". Là il figlio che sputa addosso al padre vuole dire "Buon giorno" e
l'educazione gl'impone poi di rivolgerglisi ad alta voce,poiché è buona creanza che i
giovani sgridino i più anziani. D'altra parte il vecchio Satana utilizza il suo zoccolo
da cavallo per colpire, a mo' di carezza,l'aitante principe. Si tratta dell'eroe diabolico
Corn'aguzzo, il quale per incitare i suoi demoni a un'impresa sul mondo, impreca e sputa
loro addosso.Dopo la fatica della lotta torna sotto terra a farsi un bel bagno e tutti ci
aspetteremmo che vada a tuffarsi nel fresco elemento acqueo; al contrario egli si getta in
un vortice di fuoco, dove si sente piacevolmente rilassato e finisce sinanche per
addormentarsi.
La forma più paradossale
dell'inferno come mondo rovesciato è comunque quella della parodia somma,dove l'erebo
diventa regno di gioia.Tale è ad esempio l'inferno dei Buffoni descritto in "Novelle
dell'altro mondo"(Poemetto buffonesco del 1513,edizione a cura di V.
Rossi,Bologna,Zanichelli, 1929,pag. 37).Il buffone Zuan Polo riceve da un collega,
Domenigo Taiacalze, la rivelazione di un al di là veramente confortevole per i giullari,
con una sala dove si mangia e si beve a sazietà,nei pressi di un'enorme cucina e tra
effluvi saporosi di cibi e di spezie.Il fuoco infernale solitamente utile a rosolare
anime,appare ridotto a fiamma da barbecue e rappresenta la rivolta dei buffoni beffeggiati
in questo mondo che di là vengono gratificati pur essendo destinati all'inferno.Più
sottilmente il trattamento di favore riservato a quei mattacchioni si pone in parallelo
alla loro posizione sociale in vita,per cui solo a loro era possibile beffeggiare nobili,
ricchi e potenti senza perderne la testa.
Anche Aucassin predilige l'inferno
come regno di jongleurs, di belle dame, di cavalieri e nobili immersi nell'eternità della
gioia di vivere tra cose belle e fastose, piuttosto che in quella perfezione noiosa di un
paradiso ricolmo di barbosi eremiti, storpi, preti e miseri(Aucassin et Nicolette, Parigi,
Flammarion,1984).
La città di Eusapia,scoperta di
recente da Calvino(Le città invisibili-Torino 1972)anche se di ignota ubicazione,è
costruita sopra e sotto. I morti continuano nell'Eusapia ctonia le attività più
piacevoli della città esterna: seggono a tavole imbandite,inscenano danze e suonano
trombette, ma soprattutto possono scegliersi nell'al di là il lavoro che più li
aggradava da vivi nell'Eusapia esterna,come quella ragazza dal teschio ridente che munge
una carcassa di giovenca.Là vale il detto ermetico "Com'è sopra è sotto";
anzi "dicono che nelle due città gemelle non ci sia più modo di sapere quali sono i
vivi e quali i morti". Il paradosso finale di tutta la situazione è che gli
eusapiani sotterranei pretendono di essere stati loro a costruire la città dei viventi e
non viceversa.
L'inferno come locus inversus
ovviamente non può non essere regno delle geometrie paradossali,là dove è possibile
realizzare l'alchemica quadratura del circolo. In una una tipica struttura affermatasi in
epoca barocca,lo spazio erebico viene assottigliato in maniera tale da formarne un piccolo
punto.Là,in quella res extensa assurda,"la parte restringe il tutto,capisce la
circonferenza nel centro, lunghe linee trovan luogo in un punto,qualunque superficie entra
in una linea e dentro ogni superficie s'ammirano profondità orribilmente
abissate"(Romolo Marchelli, Prediche quaresimali, Venezia, G. Storti, 1682, p. 144).
Naturalmente in quella zona assurda tutti gli oggetti assumono forme
metafisiche,impossibili,irreali,in un ardimento che solo le pitture surreali del Novecento
sono riuscite a cogliere.
Su un piano più sottile,
esoterico, il finale del Mahabharata rivela il paradiso-inferno come mera prospettazione
mentale.Il saggio Yudistira prima rifiuta il paradiso per non distaccarsi dal suo amato
cane.Poi una volta entratovi con l'animale e resosi conto che là vi sono i suoi nemici
mortali, preferisce discendere con Indra nell'orrido fondo dell'inferno e là restare
perché dove vi sono i suoi,anche se dannati,è paradiso per lui.Alla fine tutto si
dissolve,le tenebre e la luce del paradiso,tutto sparisce per riassumersi nella pura
essenza del Senzaforme.Ergo l'inferno è quello che si crede inferno,il paradiso è quello
che si crede paradiso. Cambiando prospettiva tutto si rovescia.La Cosa in Sé è un niente
attorno a cui si dipanano fantasticamente i fili dei paradisi e degli inferni formati da
centomila oggetti, luminosi, radiosi, orribili, fetidi, catastrofici, tutti inesistenti.
Una forma moderna d'inferno
rovesciato è quella escogitata da Vladimir Majakovskij in "Mistero buffo",
immaginando un inferno di passaggio dove gli impuri,ovvero i rappresentanti del
proletariato,vanno a riscattarsi per poi ritornare sulla terra dove trovano il
paradiso,ovvero il regno della felicità sociale tra le cose materiali,impastate di vita
concreta. Una sorta di reincarnazione di massa marxista che passa dagli attrezzi infuocati
del sottomondo a quelli freddi del sovramondo.
9)ANTI. RICOLLEGA L'ANTIARTE
ALL'ANTIMONDO.
L'Antimondo è l'Akasha.
L'Akasha è terribilmente vicina e
insieme terribilmente lontana.
La prima sensazione d'emozione
della persona che non ha mai fatto arte di fronte alla natura o a un'opera d'arte, come vis
plastica potenziale è antiarte. Essa si collega in tal modo al mondo altro.
10)ANTIARTE E ARTE DI AFRODITE,
OVVERO AFRODISIACA.
Antiarte si ricollega per via
d'inferno o di antimondo ad Afrodite(gr. Aphrodíte), dea greca della bellezza e
dell'amore, che si richiama alla fenicia Ishtar entrata poi nel pantheon romano con il
nome di Venere.
L'elaborazione del mito di Afrodite
in ambiente greco s'incentrò sull'idea dell'amore, inteso però non come sentimento, ma
come forza naturale di cui il sentimento amoroso non sarebbe che un sintomo. Tale forza si
configurò come un potere specifico di Afrodite su ogni essere vivente, sugli dei e
persino su Zeus, del quale Afrodite è anteriore per nascita, essendo nata dalla schiuma
(afrós) del mare fecondato da Urano.
Un'altra versione, mal tollerando
che Afrodite fosse anteriore al cosmo retto da Zeus, ne fa invece una figlia di Zeus
stesso e di Dione. Le due versioni denotano l'ambiguità di Afrodite nei confronti
dell'ordinamento olimpico (il cosmo di Zeus), sul quale i Greci regolavano la propria
esistenza culturale. La stessa ambiguità è denotata anche dal culto, quando si
distingueva tra due Afrodite: l'Urania, ossia la precosmica figlia di Urano, e la
Pandémos (pubblica), ossia la divinità civica inserita nel cosmo.
Delle due Afrodite Platone nel Convito
dà un'interpretazione mistica, in senso antimondano e dunque antidivino; per cui l'Urania
ha tutte le sue simpatie e diventa simbolo dell'amore ideale, mentre la Pandemos diventa
simbolo dell'amore volgare.
In antiarte il simbolo afroditico
è l'Urania-Pandemos fusione di classico e di avanguardia, di amore trascendente e
immanente. Il tutto una dialettica per salti, esistenziale e kierkegaardiana, con armonie
ora logiche, compatte, imbattibili, ora sottili, enigmatiche, occulte. Il tutto nel
simbolo dell'uroboros, per creare una struttura "mirabolante, assorbente, grottesca,
intrecciata, compatto, per attuare la quadratura del cerchio"<(M.A.G.I.C.)>.
La funzione dialettica era già
insita nell'Afrodite precosmica che poteva coinvolgere l'al di là, inteso come
l'"altro" mondo o addirittura l'antimondo, il che è attestato dai suoi numerosi
attributi funerari e particolarmente dal nome di Pasifaessa che ha in comune con la regina
degli Inferi, o coinvolgeva un mondo religioso marginale alla religione civica: il mondo
magico degli incantesimi, delle malie, dei filtri amorosi, tipico della religiosità
popolare.
L'ambiguità di Afrodite viene
espressa anche in miti che narrano della sua benevolenza verso gli uomini, apportatrice,
però, di sventure: è il caso di Anchise, amato dalla dea e reso cieco; della guerra di
Troia, scaturita dal favore da lei concesso a Paride nel rapimento di Elena.
La guerra - o il furore bellico
personificato da Ares - non era estranea all'azione di Afrodite: un mito ne faceva la
moglie o l'amante di Ares e la madre di Terrore e Spavento (Phobos e Deimos) che incombono
sui combattenti.
Celebri luoghi di culto di Afrodite
erano Cipro e Citera (donde i suoi epiteti di Cipria e di Citerea), forse le isole che
fecero da tramite tra l'orientale Ishtar e la dea greca. In un culto spartano era
identificata con Era, la sposa di Zeus. Sempre a Sparta, in uno stesso santuario veniva
venerata come Enoplios (armata) e, effigiata in catene, come Morpho. In Atene, dove aveva
un celebre santuario "tra i giardini" (en kepois), veniva a volte identificata
con una delle Moire, le divinità che presiedono ai destini.
11)ANTI. RIBELLIONE ALLA
COMPATTEZZA MECCANICA DELL'UNIVERSO.
Anti. Annuncia nel vocabolo
l'eterna creatività dell'arte. Non hortus conclusus ma irrgartenn,
labirinto vegetale le cui strutture sono riformulabili all'infinito.
12)ANTIARTE COME INSIEME COLOSSALE.
L'arte attiene a una porziuncola di
spazio-tempo in cui il fenomeno estetico è inquadrato in circolarità di forme e di
sostanza.
Al di là di quest'insieme
regolare, a cerchio chiuso, esiste l'insieme degli insiemi che estendendosi verso
l'infinito possibile genera l'antiarte.
Dio, ove mai esista, è un esito
finale. All'origine ricorda la potenza aristotelica pura frammista all'élan vital di
Bergson. Di là si lancia come un Internet Explorer a visitare tutti i siti cosmici
cercando di sperimentare non l'ordo ma tutti gli ordini possibili(leggi campo olografici).
Dio è alla fine quando compie l'impresa nel senso che non ha più ordini e strutture da
esaminare e allora si spegne.
13)ANTI. ARTE DOTATA DI CARICA
CULTURALE: CONTRO LE ACCADEMIE.
La forma estetica è solo una
possibilità. Futurismo docet.
Può essere più forte un romanzo
informale che uno equilibrato.
Quel che conta comunque è
l'ispirazione. L'esperienza emozionale nel fare arte. Meglio il salumiere che va in estasi
facendo poesie informi, schifose, che il letterato che opera componimenti freddi.
Siamo per le regole o per le
percezioni? Le percezioni, non le regole, prevalgono. Poi se si usano regole questo è
succedaneo e comunque non fondamentale(Stefano Loconte). Per l'accademia chi non rispetta
le regole (il metro ritmico, la forma, la socialità del clan) non è valido, o,
politicamente, non è del giro. Per noi non essere nel giro è la pura vita estetica,
l'attacco dalla trincea contro la forma anchilosata del potentati estetici.
L'ipertransavanguardia del Medioevo
Atomico propugnata dallo scrivente, a livello teatrale, gli ha permesso più che mai di
realizzare l'arte iperfinita e il teatro totale.
In questa strategia egli ha
utilizzato tutte le forme espressive(antiche, moderne, futuribili) arrivando a maneggiare
in particolare forme d'arte rubbish, ovvero immondizia, scartate
dall'accademia come inferiori, degeneri, desuete, creando ad esempio quelle che ha
chiamato la sceneggiata d'avanguardia('A Scigna), il barocco d'avanguardia(Schreber;
Overdose; Eclissi. I delitti dei Beati Frati di Mazzarino; Faeries, Das narrenraumschiff
zahl elf<L'astronave dei folli n° 11>), la nuova commedia dell'arte-canovaccio(Alchimia
dell'Avaro) in particolare inscritta nel Medioevo Atomico(Processo alle bestie,
Urebecs, Overdose), il circo equino(Doppelgänger iudex circus), la
sceneggiatura d'avanguardia(Faeries).
14)ANTIARTE COME ANTIFORMA.
Grigia è ogni teoria, il solo che
resterà verde per sempre è l'albero della vita(Goethe).
Contro gl'ipocriti la forma antica
dei capolavori rompe le palle, la forma va riattualizata alias non c'è esplosione di
emozione, ma noia. La gente non vuole ammetterlo, ma Eschilo, Molière, Shakespeare,
Pirandello sono dei cadaveri. Cioè lo sono le loro opere.
15)ANTI. ANTIARTE E ANTILEVIATANO.
Quanto alla carica politica
l'Antiarte è contro il potere antiestetico, brutto, noioso.
Il fine semplice dell'azione
politica antiarte è far deflagrare con metodi pacifici e gandhiani l'intero sistema dello
Stato Etico per provocare l'avvento del Nuovo Stato Estetico.
Contro le élite noiose, contro il
potere vacuo, contro le macchinazioni estetomafiose avallate dal sistema, opera per la
prima volta nella storia il grido di accomunamento di tutti gli antiartisti del mondo
tentando un'impresa paradossale antiartistica(ancora anti): la conquista del potere
statale. Evento da tentare quanto meno come esperimento, come gioco, poi lo si mollerà e
si rientrerà in trincea.
16)ANTI. ANTIANTISOCIALE.
Il sistema
produttivo culturale ufficiale si è impossessato anche del nome arte(Loconte).
Utilizzare il nome arte significa ricettare, acquisire qualcosa da altri rubata. Ergo va
riformulato il nomen, non inventandone uno nuovo, ma innescando come miccia lo stesso nome
agli antipodi: Antiarte.
D'altra
parte l'artista è colui che si manifesta estesamente nel massmediale. Io non sono
conosciuto. Ergo è come se non ci fossi. Qualcuno ha rubato la mia potenzialità di
manifestarmi. In effetti io non sono nulla, non sono non artista, ma l'unica formula
predicabile è l'opposizione totale nella mia rabbia, io sono l'antiartista.
Astrid
rileva che gli scrittori piccoli o grandi inesplosi perché non pubblicato acquisiscono
cariche esplosive antisociali. Per tutte vedi il J'accuse dei giudici-scrittori
relegati in serie B o C uno dei quali(Monti) dice che va girando con le bombe a mano alla
cintola quando va dagli editori.
In effetti
se Baracca, Tizietto,Pinco Pallone sono l'arte, essendo più forti di noi nella
manifestazione massmediale, noi siamo l'antiarte, pur essendo molto più forti di loro
nella sostanza e nella forma artistica.
Dunque la
pura vera arte è l'antiarte. Se il sociale è antisociale, perché incatena i grande
artisti, l'Antiarte è antiantisociale.
17)ANTI. ANTICASO.
E' contro il caso. Cerca di portare
l'artista, ogni artista del mondo, alla luce della comunicazione in posizione paritaria e
con eguale potenza comunicativa, a parte gli esiti del pubblico.
Caravaggio era forte ma perché
Pinco Dei Pallini che pure era bravo non eccelse? E Nerval? Perché, pur meno forte di
Hugo al suo tempo ma più rivoluzionario, venne fuori circa un secolo dopo?
Fortuna. Giri di vita più o meno
favorevoli.
18)ANTIARTE E ANTICANCRO.
Da non confondere l'antiarte con
l'antiartrina onomatopea farmaco contro la gotta, composto di saligenina e salicina.
L'Antiarte dando gioia nuova alle
cellule è il vero antidoto contro il tumore e contro l'AIDS.
19)ANTI E ANCHE ANTE.
L'antiarte è anche antearte. Sei
davanti alla porta, o Guardiano Antiartistico della Soglia, pronta ad aprirla a trovare il
prato o il colonnato greco o il baratro o l'inferno stesso.
Sei prima del tempo della
manifestazione.
L'ante è prima della forma che
può essere giuridica, artistica etc..(Stefano Loconte)
La particella anti, dal
latino, indica il prima: antidiluviano. Anti, dal greco, indica opposizione:
anticristo.
20)ANTIARTE COME FONTE ENERGETICA.
L'antiarte non è solo un fenomeno
estetico, ma energetico-patafisico. Essa implica una nuova visione del mondo visto dal
punto di vista dell'energia creatrice. Quella cioè che si manifesta non solo nell'arte in
sé(pittura, scultura, letteratura etc.) ma in qualunque ideazione nuova del mondo,
informale, matematica, geometrica etc. Si va dalla teoria della relatività di Einstein,
ai paradossi matematici dell'insiemistica per intenderci.
21)ANTIARTE COME DOMINIO
DELL'IMMAGINARIO.
L'antiarte riapre l'uomo al mondo
di suo intero dominio: l'immaginario. Il modus operandi dell'immaginario è dato dalla sua
capacità di relazionarsi col reale, soprattutto nel senso di rivoluzionarlo. Ciò che
l'uomo immagina che il mondo sia, esso diventa.
22)ANTIARTE E EUDEMONISMO.
Riappropriarsi del senso
dell'energia creatrice insita nell'uomo è un fenomeno di eudemonismo. L'uomo è felice
solo se crea e quando crea. Poco importa se ritenga la sua creazione del new world
dettatagli dai numi, dall'angelo guida o dal suo inconscio. Ciò che conta è la trance
che lo prendo all'emozione travolgente che ha di creare. Creare poi è ri-creare
naturalmente il mondo.
23)ANTIARTE E FORZA TRASMISSIVA
DELL'ES.
La forza delle cose che si creano
di esprime da sola e circola tra gli esseri fisicamente. Come le formiche si trasmettono
chimicamente i messaggi per la ricerca a catena del cibo, così avviene tra gli uomini.
Essi parlano, ridono, blaterano di cose banali ma l'inconscio con linguaggio sotterraneo
di suoni, fonemi, gesti trasmette le vere sensazioni nei rapporti interpersonali, messaggi
inconsci, energia creative(ahimè anche distruttive) di tutti i tipi.
Forse ridurre la telepatia che fa
comunicare le nostre vie sotterranee a una fisicità estrema di trasmissione dati è una
via più scientifica di quella secondo cui i nuclei espressivi dell'Es volano per l'aria.
24)ANTIARTE COME ANTI-ARTE.
L'arte non è predicabile come
fenomeno creativo positivo, chiuso, ma solo come avversione a tutto e quindi anche a se
stessa.
L'arte nel momento in cui si pone
deve negarsi per esserci.
Deve negarsi come forma, che è
tempo, materia, caducità.
Deve negarsi come fatto politico,
perché nel tempo dei corrotti si corrompe.
Deve negarsi come concetto
compiuto, sotto pena di finire.
L'invenzione estetica è detta arte. Ma
l'artista per continuare ad inventare deve aggiornarsi attimo dopo attimo e per far ciò
deve porsi in continua antitesi con gli altri, coi loro idola, col mondo, ma soprattutto
con se stesso.
Rinnegare la compiutezza della propria
opera, anche quella che appare un capolavoro di finitezza e armonia, rovescia l'arte,
intesa come fatto compiuto, in antiarte. Atto di esistenzialità rivoluzionaria ad
infinitum.
25)ANTIARTE COME
ANTROPOLOGIZZAZIONE DELL'ARTE.
Contro l'arte classica che
considera esterno il riferimento alla vita concreta e al mestiere dell'autore, l'antiarte
essendo antiaccademica(per quel che di superiore spocchioso esprime l'accademia) considera
fondamentale la vita dell'autore, intrinsecamente legata all'opera d'arte e pertanto
valuta i mestieri specifici degli autori, che sembrano prestati dal genio artistico ai
vari lavori per sperimentare da quell'angolo di visuale specifico la materia rizomatica
vital-artistica.
26) ANTIARTE OVVERO IL LETTERARIO
IPER-FINITO COME RIZOMA VITAL-ESTETICO.
Il Teatro dei giudici, ma potrebbe
essere il Teatro dei Medici, degli Architetti, dei Salumieri.
L'antropologizzazione della
creazione culturale(in tal caso attraverso al categoria dei mestieri) è un altro degli
aspetti dell'antiarte, scindendo la visione classica dell'arte la vita dall'autore dalla
sua opera, noi ritenendo che i due fenomeni siano strettamente intrecciati.
INDEX
PREMESSA
CHE COSA PRODROMICAMENTE L'ANTIARTE
E'.
1)ANTI. E' LA PROVOCAZIONE.
2)ANTIARTE E' ALCHIMIA.
3)ANTIARTE E ANTIFASI, LOGICA
DELL'ASSURDO.
4)ANTIARTE E ANTIVEGGENZA.
5)ANTI. COME ANTIMATERIA COL CHE SI
RICOLLEGA IL FENOMENO ANTIARTE ALLA FISICA.
6)ANTIARTE E ANTICRISTO.
7)ANTI. ANTIGRAVITA'.
8)ANTI. RICOLLEGA L'ANTIARTE
ALL'INFERNO DOVE E TUTTO ROVESCIATO, REGNO DEL PARADOSSO.
9)ANTI. RICOLLEGA L'ANTIARTE
ALL'ANTIMONDO.
10)ANTIARTE E ARTE DI AFRODITE,
OVVERO AFRODISIACA.
11)ANTI. RIBELLIONE ALLA
COMPATTEZZA MECCANICA DELL'UNIVERSO.
12)ANTIARTE COME INSIEME COLOSSALE.
13)ANTI. ARTE DOTATA DI CARICA
CULTURALE: CONTRO LE ACCADEMIE.
14)ANTIARTE COME ANTIFORMA.
15)ANTI. ANTIARTE E ANTILEVIATANO.
16)ANTI. ANTIANTISOCIALE.
17)ANTI. ANTICASO.
18)ANTIARTE E ANTICANCRO.
19)ANTI E ANCHE ANTE.
20)ANTIARTE COME FONTE ENERGETICA.
21)ANTIARTE COME DOMINIO
DELL'IMMAGINARIO.
22)ANTIARTE E EUDEMONISMO.
23)ANTIARTE E FORZA TRASMISSIVA
DELL'ES.
24)ANTIARTE COME ANTI-ARTE.
25)ANTIARTE COME
ANTROPOLOGIZZAZIONE DELL'ARTE.
26) ANTIARTE OVVERO IL LETTERARIO
IPER-FINITO COME RIZOMA VITAL-ESTETICO.
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