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MUUUUUU
! ovvero Il muggito dei leoni
Pubblico questo articolo (di punto-informatico)
per intero perchè condivido in toto e per far si che venga letto da
quanti più possibile:
Muggiamo perché così cambia tutto
di Saverio Manfredini - La rete porta consapevolezza, la nuova
informazione è una necessità per l'individuo che ne va a caccia e
tradisce i mercati e i media tradizionali. Non è pirateria, è
rivoluzione
Roma - Mi succede, ma credo accada a tanti, di circondarmi via mail,
via forum o via usenet di un continuo chiacchiericcio. Sotto la superficie
del trolleggio cazzeggiante endemico sulla rete si cela una montagna di
informazioni. E queste cambiano il mio modo di pensare, il mio modo di
usare la rete e anche il mio essere consumatore. Ma questo non succede
solo a me, succede a tanti, a tantissimi.
D'accordo, è una constatazione banale, ma dipinge una rivoluzione che
è già cominciata, sebbene industria e governi fatichino a prenderne
atto. E i suoi effetti sono dirompenti.
Come esperti ben più autorevoli già hanno detto e scritto, viviamo
immersi in un coacervo di informazioni di prima mano, aneddoti ed
esperienze su ogni cosa, compreso ciò che offre il mercato, sulle leggi e
sui loro effetti. Un insieme dinamico di dati le cui origini e modalità
di propagazione sfuggono completamente agli strumenti ingessati dei media
mainstream e, come ben sanno certi blogger, sebbene di tanto in tanto
qualcuno cerchi di mettere ordine, tentare una sintesi rimane impossibile.
Siamo immersi in un insieme di "notizie" come mai prima nella
nostra storia.
"Internet - ha scritto un magistrato noto per le sue vedute
avanzate, Gennaro Francione - è una realtà psicologicamente liberatoria:
la possibilità di smontare l'informazione è una necessità psichica
dell'individuo per rispondere al condizionamento quotidiano dei
media"1
Tutto questo ha un impatto esplosivo perché io utente, che in fin dei
conti non sono soltanto consumatore di tecnologia (internet) ma anche di
tante altre cose, non sono "bombardato" come a qualcuno piace
credere, vado proprio a caccia di informazioni del terzo tipo, per tentare
un incontro ravvicinato con realtà altrimenti a me sconosciute, per
accertarmi della serietà di un'azienda o dell'affidabilità di un
servizio, per sapere se vale la pena scucire decine di euro per l'ultimo
CD d'oltreoceano. In altre parole, imparo a scegliere. La molteplicità di
fonti disorganiche mi provoca e mi emancipa attraverso la conoscenza: mi
consente di scegliere diventando via via sempre più padrone di ciò che
faccio e, soprattutto, di come consumo.
Di conseguenza compro molti meno compact disc, valuto con attenzione
l'acquisto di un DVD, scelgo tra gli operatori telefonici quello che
effettivamente mi offre il servizio migliore al prezzo migliore, rinuncio
al satellite perché non condivido certe scelte industriali, compro
alimenti che so da dove provengono e reagisco stupito se sui prodotti c'è
solo un marchio di fabbrica anziché l'esatta filiera finanziaria che mi
consenta di sapere se dietro a un, chessò, "barilla" c'è un,
dico per dire, "philip morris". Sono risentito se non mi danno
informazioni che considero banali e mio diritto, perché mi sto abituando
a sapere, a capire, a vedere oltre. E so dove cercare i pezzi necessari a
completare i puzzle che mi mettono di fronte.
Ma non lo faccio solo io. Conosco via forum, via email e via usenet
decine di persone che mi hanno confidato di fare la stessa cosa. Ma
davvero la pirateria e il P2P sono le ragioni per cui non si compra più?
Ma chi di quelli che frequenta Usenet crede alle dichiarazioni di certi
ministri sulla copertura ADSL? Ma quante sono le aziende che usano o hanno
davvero bisogno del broad band? Chi non consulta l'esperienza degli altri
prima di acquistare un abbonamento alla telefonia mobile o un accesso ad
Internet?
L'impressione è che tutto ma proprio tutto stia cambiando e che ci
siano discutibili tesi, come la relazione che vi sarebbe tra P2P e crisi
del mercato musicale, che non sono cortine fumogene, come dice qualcuno,
ma sono proprio frutto di ignoranza, ossia dell'ignorare che quello che
sta avvenendo non è una follia collettiva ma è, semmai, una collettiva
presa di coscienza. I cui effetti, lo spero davvero, andranno ben oltre
gli interessi o i dolori di una manciata di corporation.
Muggiamo gente, muggiamo alto...
http://punto-informatico.it/p.asp?i=49774
'NNI RUMPEMMU A MINCHIA!!! |
17/09/05 19:13 - inviato da comitato
per la salvaguardia della cultura europea |
http://italy.indymedia.org/news/2005/09/875249.php
http://www.comunicati.net/comunicati/societa_civile/associazioni/15302.html
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http://www.welcomepalermo.com/dblog/storico.asp?m=20040904
1 Gennaro Francione, HACKER I Robin Hood del cyberspazio, http://www.lupetti.com/cat077.htm) |
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Costanzo
D'Agostino
Viviamo in regime di monopolio dell'informazione
29
marzo 2005
Dopo
aver denunciato qualche tempo fa la mancanza di pluralismo determinata dal
duopolio Rai-Mediaset,il consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle
comunicazioni ha comminato a Rai,Rti e la concessionaria del gruppo
privato Publitalia 80,una sanzione pari al 2 per cento del fatturato nel
settore pubblicitario realizzato nell'esercizio 2003.(Vogliamo anche
ricordare che malgrado la volontà popolare,attraverso un referendum,si
sia espressa per la cessione di rete quattro di Mediaset e rai tre della
Rai,con estrema arroganza e con l'appoggio di potentati politici queste
aziende non hanno ottemperato alle decisioni del Popolo Italiano).
Anche
in editoria pochi potenti gruppi detengono il 93 per cento del mercato:nel
rimanente sette per cento operano circa 23.000( ventitré mila)piccoli
editori.Lo sanno tutti,ma la totale incapacità della classe politica e la
difesa dei propri privilegi da parte di alcuni imprenditori,non permettono
un mutamento di tale situazione.I politici che ormai parlano a
vanvera,senza conoscere i temi di cui trattano,non si contano più:specialmente
in questo momento elettorale dove è in atto uno scontro senza precedenti
e dove le promesse fioccano come i favori delle prostitute.
In
questo contesto si inseriscono le iniziative del Comitato per la
salvaguardia della Cultura europea,piccole voci con poca eco su cui in
alcuni uffici pubblici si ironizza.Ma alcuni hanno paura:sanno bene che
potrebbe venire il momento in cui dovranno rendere conto del loro perverso
operato.La verità,alla fine vince sempre.
Comitato
per la salvaguardia della Cultura Europea
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RAI E MEDIASET SONO PIU' FORTI DELLO STATO
La TV, tra i vari media, è la prima in assoluto per capacità di
calamitare su di sè la gran parte delle risorse pubblicitarie,
continuando ad essere il mezzo di persuasione più immediato, efficace e
diffuso. Dati i pericoli da essa rappresentati per l'enorme ed
incontrollata influenza sui cittadini, la Corte Costituzionale (v. anche
sent. 153 del 1987, sent. 826 del 1988, sent. 420 del 1994 e sent. 155 del
2002) già due anni prima della definitiva votazione della legge Mammì,
nella sentenza 826 del 1988, dichiarava che:
"il pluralismo dell'informazione radiotelevisiva significa,
innanzitutto, possibilità di ingresso, nell'ambito dell'emittenza
pubblica e quella privata, di quante più voci consentano i mezzi tecnici,
con la concreta possibilità che nell'emittenza privata - perché il
pluralismo esterno sia effettivo e non meramente fittizio - che i soggetti
portatori di opinioni diverse possano esprimersi senza il pericolo di
essere emarginati a causa dei processi di concentrazione delle risorse
tecniche ed economiche nelle mani di uno o di pochi".
"Sotto altro profilo", specificava la Corte, "il
pluralismo si manifesta nella concreta possibilità di scelta, per tutti i
cittadini, tra una molteplicità di fonti informative, scelta che sarebbe
effettiva se il pubblico al quale si rivolgono i mezzi di comunicazione
audiovisiva non fosse in condizione di disporre, tanto nel quadro del
settore pubblico che in quello privato, di programmi che garantiscano
l'espressione di tendenze aventi caratteri eterogenei (omissis)".
SICCOME LE DISPOSIZIONI DELLA CORTE COSTITUZIONALE PER RAI E MEDIASET
NON VALGONO UN CAZZO, L'ITALIA SI RITROVA A DOVER SUBIRE UN DUOPOLIO CHE
NEMMENO TRA LE DITTATURE SI ERA MAI ANNOVERATO. ECCO SPIEGATO PERCHE'
CENTRO EUROPA 7 NON RIESCE AD UTILIZZARE LA CONCESSIONE GOVERNATIVA CUI HA
DIRITTO E RAI 3 CONTINUA AD INONDARCI DI PUBBLICITA'. CON LE COMPLICITA'
POLITICHE DI CUI TUTTI SANNO. RAI E MEDIASET SONO PIU' FORTI DELLO STATO.
Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea
http://italy.indymedia.org/news/2005/09/869122.php
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RAI-MEDIASET: DUOPOLIO INSOPPORTABILE venerdì 09/09/2005 17.45
Il duopolio Rai-Mediaset raggiunge dimensioni di potere insopportabili
per una democrazia. L'azione di condizionamento svolta da questi due
soggetti è certamente da ridimensionare e ridistribuire ad altri attori
del mercato, in quanto le loro televisioni hanno la capacità di avallare
e rinforzare, presso la quasi totalità dei cittadini-spettatori, una
visione del mondo distorta e spesso rispondente ad interessi particolari (
per esempio con l'ausilio di talune interviste ai passanti manipolate in
modo da trasmettere l'idea del consenso popolare intorno ad un dato
argomento).
Attraverso false statistiche o accomodanti sondaggi d'opinione,
riescono a far credere al telespettatore che ciò che è brutto è solo
un'opinione personale e minoritaria, in quanto il grande pubblico apprezza
e plaude ( per esempio la crisi economica è stata suddivisa e
classificata in "reale" e "percepita", come se fosse
un falso il fatto che negli ultimi anni milioni di famiglie italiane si
sono impoverite). La forza espressa da questo duopolio diviene poi
connivenza con vari potentati, favorendo intrecci affaristici, collusioni
politiche e comportamenti devianti rispetto al processo democratico. Per
mantenere ed accrescere tale forza non ci sono scrupoli: ogni evento
tragico o drammatico viene trasformato in spettacolo dove dolore, angoscia
e sofferenza servono ad incrementare un'audience portatrice di molti
benefici. E se ce ne fosse bisogno, possono mettere in campo anche l'arma
dell'accusa-spettacolo, con la quale spesso si distrugge l'immagine di una
persona senza dare all'accusato possibilità alcuna di difesa ( quando
l'accusa non è abilmente organizzata al fine di prevalere su campi o
eventi vari). Questi mezzi televisivi, ricordiamo inoltre, divengono anche
strumenti delicati di disinformazione nel momento in cui una corretta
informazione può mettere in crisi un'alleanza, un accordo, un programma,
che li riguarda. E le menzogne comunicate dalla televisione sono nefaste
per tutti. in quanto allo spettatore viene trasmessa la sensazione che
ciò che vede è vero ( la manipolazione del messaggio attraverso il
rinforzo dell'immagine è tanto efficace quanto pericolosa per la
collettività).
Senza tralasciare il fatto che la guerra commerciale in atto tra i due
membri del duopolio impoverisce l'informazione e la formazione del
cittadino, disattivando la sua capacità di astrazione e quindi, con essa,
la capacità di capire i veri problemi della vita e di affrontarli in modo
razionale.
Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea
http://www.comunicati.net/comunicati/societa_civile/associazioni/15079.html
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AUDITEL, RAI E MEDIASET CANCRO DELLA
DEMOCRAZIA
sabato 10/09/2005 21.41
L'Auditel nasce il 3 luglio 1984, composta da RAI, RTI, FRT, FIEG, UPA,
ASSAP, OTEP, AMA, con lo scopo di rilevare in modo imparziale ed obiettivo
i dati relativi all'ascolto televisivo italiano. Questa società,
riassunti per ciascuna rete, fornisce i dati d'ascolto delle principali
fasce orarie e di ciascun programma. Le sue indagini, basate sulla
statistica, consentono la visualizzazione grafica degli andamenti
d'ascolto minuto per minuto e rilasciano un primo profilo delle
caratteristiche socio-demografiche del pubblico di un determinato
programma. Per di più, la visualizzazione grafica dei dati d'ascolto
consente una rapida comprensione dei fenomeni di movimento del pubblico,
dei flussi di scambio tra un programma e l'altro, delle cadute e dei
picchi d'ascolto all'interno delle trasmissioni. Anche se talvolta i dati
Auditel subiscono interpretazioni ridicole da parte di chi ha interesse a
far passare per vera la sua verità, non v'è alcun dubbio che essi
condizionano in modo formidabile gli eventi televisivi, in quanto
attraverso questi dati sono possibili e conseguenti gli introiti
pubblicitari che rendono il duopolio Rai-Mediaset così potente. Introiti
pubblicitari che vanno a costituire montagne di denaro pronto da
utilizzare per ricattare, corrompere, intimidire. Per spezzare questo
duopolio, bisogna agire su questo meccanismo perverso che porta Rai e
Mediaset ad essere attualmente il CANCRO DELLA NOSTRA DEMOCRAZIA.
ALLEGATO TRATTO DA: www.disinformazione.it
Il campione Auditel, formato da 5075 famiglie - erano 2420 fino a
luglio del ‘97 - serve infatti a disegnare la mappa dei consumatori in
Italia, e non il riferimento per valutare il vero ascolto televisivo,
tantomeno il reale gradimento dei programmi, né le attese di visione dei
cittadini. E’ un campione di consumatori e non di cittadini utenti, dove
non si entra se si dichiara di vedere la Tv meno di 3-4 ore al giorno,
perché in questo caso non si è rilevanti per la pubblicità ; ed è un
campione che rappresenta solo il 10 per cento della popolazione, perché
su 10 famiglie contattate solo 1 accetta di porre il meter sul proprio
televisore, e nulla sappiamo sul restante 90 per cento che rifiuta di
essere campionato. Inoltre è dimostrato che per il 40 per cento del tempo
in cui un apparecchio Tv è acceso non viene guardato o solo
distrattamente, e non vi è alcuna garanzia che le famiglie campione, che
restano tali mediamente per 5 anni - ma alcune lo sono state per 10-12
anni - si sottopongano con diligenza a svolgere un vero e proprio oneroso
lavoro, in cambio di un piccolo elettrodomestico ogni anno.
Basta il buon senso per capire l’infondatezza di una metodologia di
rilevamento che presuppone la registrazione di ogni cambiamento avvenga
davanti al video: bambini e non solo cui scappa la pipí, telefoni e
citofoni che squillano, pietanze sul fuoco in cucina, faccende domestiche
da sbrigare, figli, mariti, mogli, suocere e zii che chiamano dalle altre
stanze; tutti comportamenti che inducono ad abbandoni repentini dalla
visione tv e che dovrebbero essere sempre, dico sempre, segnalati sul
telecomando Auditel. Immaginiamo che stress per queste famiglie, che
devono gestire non solo il telecomando della Tv - quanto spesso conteso
tra i vari componenti - ma contemporaneamente devono pure registrarsi sul
telecomando dell’Auditel, anche quando fanno zapping, sí perché basta
restare sintonizzati per 31 secondi su un canale, per ritrovarsi il giorno
dopo conteggiati negli ascolti di quel programma. Chissà che rimorsi
avranno questi campioni Auditel quando si addormentano con la Tv accesa -
io conosco tantissime persone che lo fanno abitualmente - e figurano come
migliaia di persone che avrebbero visto quella trasmissione. E poi chissà
quanti di questi campioni ‘barano’ con il telecomando Auditel per
prendersi gioco del sistema, per superficialità, per negligenza, o anche
per interessi personali verso questo o quel programma, o di scelta di
campo in una situazione - quella italiana - di duopolio televisivo e
politico. Allora si accenderà la Tv su una rete Rai o Mediaset e si
lascerà sintonizzata anche quando nessuno la vede o si esce di casa. E’
certo un modo per sostenere l’uno o l’altro polo televisivo o politico
che dir si voglia. C’è da dire ancora che l’Auditel controlla 1 o al
massimo 2 televisori a famiglia - sono 8 mila i meter, dislocati in genere
sulla tv del soggiorno, perché la più frequentata, e in seconda battuta
della cucina o del tinello - e nulla sappiamo sugli ascolti degli altri
apparecchi accesi in casa, nelle camere da letto, negli studi, dove in
genere si fa un ascolto più mirato.
Alle distorsioni del campione e alla macchinosità del rilevamento, si
aggiungono i limiti tecnici, per cui i dati Auditel paradossalmente sono
più affidabili - fatte salve le riserve sopra elencate - sui grandi
numeri, nelle ore di maggiore ascolto, per cui un emittente minore come La
Sette può maturare errori di stima fino al 70 per cento al mattino. C’è
poi il problema delle sovrapposizioni di frequenze tra le Reti. Nelle ore
serali solo Rai 1, Canale 5 e La Sette non si sovrappongono, e al
pomeriggio solo Rai 2 e La Sette, mentre tutte le altre emittenti si
confondono ed è impossibile attribuire con certezza le audience dei vari
canali.
Per anni ci è stato detto che l’Auditel era materia per addetti ai
lavori ed invece scopriamo che è materia per una riscossa civile - forse
anche attraverso le vie legali - se davvero siamo stati ingannati da uno
strumento tanto fallace, che è stato accreditato come rilevatore degli
ascolti televisivi della popolazione italiana.
Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea
http://italy.indymedia.org/news/2005/09/870585.php
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A NESSUNO PIU' DEL 10% DEL SETTORE DELLE
COMUNICAZIONI
sabato 10/09/2005 22.02
La televisione modifica in modo fondamentale la natura stessa della
comunicazione umana.
L'immagine non si vede nelle varie lingue che contraddistinguonio libri
e giornali: attraverso il vedere ci si inoltra in un mondo di concetti
universali che condizionano la capacità di comprendere e che, se soggetti
a manipolazione, possono costituire un pericolo per l'uomo e la società.
Attraverso la televisione spesso ci si forma, si impara a confrontare, a
dedurre, a crearsi una "mente sociale", per molti allo stesso
modo di come una spugna registra ed assorbe indiscriminatamente ogni cosa.
Dominare i mezzi televisivi è dominare gli uomini. Se è vero che
tutto lo spazio della comunicazione deve rimanere al
di fuori del controllo dello Stato, del governo, dei partiti, per meglio
difendere la libertà di discutere, di criticare, di mettere a confronto
le idee più diverse, è anche vero che in Italia tutto ciò non
succede.
Malgrado le leggi, malgrado la Costituzione, malgrado
una ben congegnata divisione ed indipendenza dei vari poteri
istituzionali. Eppure si potrebbe superare questo grave limite alla
democrazia nel nostro paese: non concedendo a nessuno, privato o società,
più del 10% del mercato del settore delle comunicazioni.
Comitato per la salvaguardia della Cultura europea
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LA TELEVISIONE HA IL POTERE CHE NOI LE DIAMO
Dal momento che tutti noi siamo divenuti per la televisione soltanto
spettatori-consumatori, facciamo questa riflessione: cosa succederebbe se
modificassimo i nostri comportamenti, tenendo magari spenta per qualche
ora in più rispetto al solito la scatola magica che tende ad
ipnotizzarci,
suggerendoci modelli e stili di vita che provocano nei più deboli
frustrazioni e mancanza d'orientamento di vita? Cosa succederebbe se
organizzassimo lo sciopero del consumo televisivo?
Succederebbe semplicemente che le società televisive dovrebbero
scendere a patti e modificare a propria volta i loro atteggiamenti,
perchè sanno bene che esse hanno il potere che noi diamo loro. IL LORO
POTERE NON E' NIENT'ALTRO CHE IL NOSTRO POTERE ! Eppure ciò che chiedono
molti non è
cosa irraggiungibile: chiedono che la televisione, soprattutto quella
pubblica, utilizzi le proprie enormi capacità per trasmettere
insegnamenti, possibilità di riflessione, opportunità di crescita
culturale e spirituale.
Ove ciò non fosse possibile, agli uomini liberi non resterà che
praticare gli insegnamenti di Thoreau.
Questo illustre predecessore era infatti convinto che ogni persona
dovesse rispettare prima i dettami della propria coscienza piuttosto che
le leggi di un determinato governo che spesso altro non è che
l'emanazione della difesa di particolari interessi di individui che di
esso si servono come di un proprio strumento. Thoreau ancor oggi ci
ricorda che spesso i governi si cimentano in imprese cui i popoli
governati non consentirebbero mai e che a causa del rispetto della legge,
talvolta uomini onesti sono trasformati in agenti d'ingiustizia. Thoreau
riconosce a tutti gli uomini il diritto alla rivoluzione, quindi il
diritto di rifiutare l'obbedienza e d'opporre resistenza ai poteri in atto
quando la loro tirannia e inefficienza siano grandi ed intollerabili; ci
dice inoltre che un uomo saggio non lascerà il giusto alla mercè del
caso, nè desidererà che esso prevalga mediante il potere della
maggioranza; ci dice che se un uomo è libero nel pensiero, libero nella
fantasia, libero nell'immaginazione, sicchè ciò che non è non gli
appare per molto tempo per ciò che è, i governanti o i riformatori
stolti non possono ostacolarlo fatalmente. Thoreau ci ricorda che UNA
MINORANZA E' SENZA POTERE QUANDO SI CONFORMA ALLA MAGGIORANZA, NON E'
NEMMENO UNA MINORANZA IN TAL CASO, MA E' IRRESISTIBILE QUANDO E'
D'INTRALCIO CON TUTTO IL SUO PESO.
Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea
http://italy.indymedia.org/news/2005/09/872627.php
http://www.comunicati.net/comunicati/societa_civile/associazioni/15206.html
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PERICOLO LIBRI giovedì 15/09/2005 9.17
Nell'Italia in cui si legge poco, le famiglie italiane hanno speso nel
2002 circa 115 euro per acquisti di libri ( romanzi, manuali, guide di
viaggio, testi universitari e scolastici in genere,ecc. )effettuati presso
librerie, multistore, grandi superfici specializzate, supermercati, per
corrispondenza, tramite Internet,sulle bancarelle,ecc. Il 42% dei libri in
circolazione era costituito da libri allegati ai grandi giornali
nazionali,e questa percentuale cresceva nel 2003, nel 2004 e dilaga nel
2005. Pochi sanno che il mercato nazionale del settore editoriale è in
mano a pochi grandi gruppi che detengono una quota del 93%, mentre sono
circa 23.000 i piccoli editori che sopravvivono a mala pena nel restante
7%. Ma non vogliamo qui approfondire quest'argomento di cui esiste una
vasta letteratura in Internet: vogliamo soltanto far riflettere, ponendoci
e ponendo delle domande.
Si è notato che tipi di libri accompagnano i giornali? E' possibile
che sia in atto un'azione, organizzata dai monopolisti dell'editoria per
uniformare il Sapere e guidarlo in direzioni prestabilite? Cosa succederà
quando il 70% ed oltre dei libri circolanti nel nostro Paese saranno
costituiti da titoli ben pilotati da chi sa come ottenere i
condizionamenti necessari ad orientare la massa dei lettori? CI SALVERA'
INTERNET. Dice il giudice-scrittore Gennaro Francione ,capostipite di un
nugolo di magistrati fedeli a qualsiasi costo ai dettami costituzionali
nati dalla Resistenza e certo sostenitore delle istanze dei più deboli:
" Ormai Internet è una realtà psicologicamente liberatoria: la
possibilità di smontare l'informazione è una necessità psichica e
politica dell'individuo". NOI CONDIVIDIAMO TOTALMENTE QUESTO
PENSIERO.
Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea
http://italy.indymedia.org/news/2005/09/873610.php
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AI
SERVI (PORTATORI DI UN SERVIZIO) DELLA RAI |
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by
costanzo d'agostino Friday, Sep. 16, 2005 at 9:22 AM |
mail:
costanzodagostino@libero.it |
RICEVIAMO in data 15/09/05
LA VOCE DI DARTES - Giornale Mensi1e Dell'Associazione Culturale
degli Artisti inediti
SETTEMBRE 2005 NUMERO 04 - Distribuito in Liguria e in internet
DARTES IN MOLISE
IL TEATRO ITALIANO CON SCANDERBEG UN EROE MODERNO!
Ed ecco che ci troviamo in Molise, proprio ad Ururi questo piccolo
comune
di 30 kmq e con 3115 abitanti, le cui origine storiche risalgono
alla
seconda metà del 500, quando l'acro di Ururi era sotto dominio
feudatario
della contessa Normanna Loritello ed i vescovi di Larino lo diedero
in
gestione ai primi albanesi che crearono le loro colonie nel Molise.
Questa
regione ora è lieta di invitare la troupe teatrale con la regia di
Ugo
Ciarfeo che ha messo in piedi la sceneggiatura drammatica di "Skanderbeg
un eroe moderno", tratta dal romanzo con lo stesso titolo
dell'autore
Gennaro Francione, in onore del festeggiamento di 6OO anni del
principe
albanese Scanderbeg che liberò l'Albania dagli Ottomani.
Questa troupe ha dimostrato una bravura ed un interpretazione
magnifica ed
eccellente. Applausi scroscianti, complimenti e ringraziamenti da
parte del
migliaio di cittadini di Ururi che riempiono la piazza centrale
davanti
all'architettura di grande senso storico e culturale che è
l'edificio della
Chiesa di Santa Maria delle Grazie, risalente al XII secolo.
Indiscussa la
bravura nella recitazione degli attori italo-albanesi, che onorano
la memoria
della storia albanese.
In questo magnifico e stupefacente spettacolo ci ha onorato con la
sua
presenza anche il sindaco di Ururi, dott. Luigi Plescia. Nel suo
discorso,dopo aver ringraziato Ugo Ciarfeo, la sua troupe e l'autore
dell'opera teatrale, ha rivolto un ringraziamento particolare alla
RAI che
ancora una volta non era presente negli eventi culturali di Ururi,
dicendo
"che forse parteciperanno, quando succederà qualche incidente
ai gatti o
cani di Ururi"'.
Auspichiamo che questa troupe possa portare la sceneggiatura
dell'eroe
moderno, anche in altri comuni dell’Italia(100 comunità arbereshe)
e in
Albania per poter far conoscere le origini del popolo albanese ricco
di
storia, tradizioni e cultura.
DARTES - Associazione Culturale degli Artisti Inediti
http://www.dartes.it/
ADRAMELEK THEATER: http://www.antiarte.it/adramelekteatro/scannerebecco.htm
NOTA:
Ciò che è accaduto nelle varie cittadine del Molise a proposito
dell'opera teatrale Scanderbeg, di Francione, messa in scena dal
maestro Ugo Ciarfeo,evidenzia ancora una volta i normali
comportamenti del servizio pubblico televisivo che tale non è.
LA RAI DA SEMPRE NEGA LA VISIBILITA'AD ARTISTI E UOMINI DI CULTURA
NON SOGGIACENTI A DIRETTIVE POLITICHE E NON ADERENTI A CONGREGAZIONI
CLIENTELARI. Ai servi ( portatori di un servizio) della Rai vogliamo
ricordare che gli uomini liberi non possono sopportare la loro
arroganza e per questo si battono affinchè nessun attore del
mercato delle telecomunicazioni possa detenere una quota superiore
al 10%. Non rompano i coglioni quei panciuti boss di alcuni
sindacati che dicono di difendere i posti di lavoro del settore
televisivo : i princìpi costituzionali nati dalla Resistenza hanno
ben altro valore.
Anche il nazismo creò milioni di posti di lavoro: la democrazia è
però ben altra cosa.
Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea
http://italy.indymedia.org/news/2005/09/874623.php
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SE
HAI SUBITO UN SORPRUSO, RIVOLGITI A RAI 3!!! |
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by
costanzo d'agostino Saturday, Sep. 17, 2005 at 2:31 PM |
mail:
costanzodagostino@libero.it |
SE HAI SUBITO UN SORPRUSO, RIVOLGITI A RAI 3!!!
Cari connazionali,
viviamo in un'epoca in cui il sorpruso e la sopraffazione ci
accompagnano ad ogni passo. Il cittadino è frastornato, confuso,
perplesso: non sa più a chi rivolgersi per vedere rispettati i
propri diritti, non è capace di difendersi dalla complessità
dell'esistenza sociale. In tale situazione diviene inutile
rivolgersi alle autorità istituzionali, anch'esse prese da una
massa di problemi da risolvere e sorrette da un'organico sempre
carente rispetto alle necessità operative. Pensate alla carenza nel
campo della Giustizia: milioni di precessi arretrati di cui la
maggior parte non avrà mai un esito e si prescriverà; uffici
giudiziari privi del personale necessario e spesso dei supporti più
elementari. E poi le lotte interne, quelle esterne con chi vuole
appropriarsi del governo giudiziario....Credeteci: è un inferno. E
non pensateci nemmeno di rivolgervi ad un avvocato: vi farebbe un
culo come una campana. Spesso anche le forze dell'ordine
suggeriscono ai cittadini che chiedono soddisfazione ai propri
diritti infranti di rivolgersi a Rai 3. Ben sanno i nostri tutori
dell'ordine di come funzionano le procure della Repubblica e di
quante possibilità di successo restano alla gente.
Rivolgersi a Rai 3 significa invece avere buone possibilità di
riscossa. Esperti, studiosi, accademici, sono lì disponibili ad
assistere il cittadino per ogni sua vertenza o problema, convocando
i responsabili dei sorprusi, minacciandoli, intimidendoli e talvolta
punendoli (distruggere l'immagine di una persona o di un'azienda
vale più di anni di carcere). Come avrete compreso, cari
connazionali, la Rai riesce a fare ciò di cui lo Stato non è
capace, e ci sembra che non manchino ampie prove di ciò ai
telespettatori! Lo Stato,dopotutto,non ha l'audience che ha la Rai.
Anzi: chi volete che ascolti questo Stato inefficiente e
prevaricatore....
Cari connazionali,
se è stato calpestato qualche vostro diritto, se avete subito
qualche torto o sorpruso, ricordatevi: Rai 3. RAI è democrazia, Rai
agisce in nome del Popolo Italiano.
Inviate le vostre telefonate, o fax, o e-mail, al solito indirizzo.
W. L'ITALIA.
Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea
http://italy.indymedia.org/news/2005/09/875826.php
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RAI:
MI MANDA "DON VITO" |
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by
costanzo d'agostino Monday, Sep. 19, 2005 at 9:42 AM |
mail:
costanzodagostino@libero.it |
RAI: MI MANDA " DON VITO" Andrea Vianello, conduttore
della trasmissione "Mi Manda Rai 3" al convegno
organizzato dall'Associazione Stampa Toscana il 10/02/05 :
"La mia trasmissione si occupa della difesa dei diritti dei
cittadini nei confronti dei soprusi dei più vari operatori del
mercato, dai piccoli truffatori alle grandi imprese pubbliche e
private. Queste aziende vengono chiamate, nel corso del programma,
per rispondere di fronte ai consumatori e all’opinione pubblica,
per questo a volte subiscono forti danni economici e di immagine.
Si potrebbe mai fare una trasmissione come questa se la Rai fosse in
qualche modo privatizzata? Sarebbe possibile ipotizzare un programma
che difenda i consumatori seriamente, in totale indipendenza e
autonomia, in un canale finanziato da privati?
Non è forse un caso che “Mi Manda Rai 3” sia l’unico
programma di tutto il panorama televisivo nazionale con queste
caratteristiche. Per un’emittente privata, che si finanzia solo
attraverso la raccolta pubblicitaria è oggettivamente difficile
attaccare le aziende che fanno investimenti pubblicitari sui suoi
programmi. È anche per questo che un paese civile e democratico non
può fare a meno di un servizio pubblico libero ed efficiente.
Sembra che, riguardo al tema della privatizzazione della Rai, da
parte dei politici, si facciano soprattutto esercizi di ingegneria
aziendale. Viene spesso ipotizzato un semplicistico passaggio del
controllo del servizio pubblico dall’attuale sfera d’influenza
dei politici a quella dei privati. Secondo il presupposto, non
sempre condivisibile, che il mercato sia migliore della politica.
Questo senza considerare possibile la costruzione di una Rai
indipendente, che abbia come unico “editore di riferimento”
soltanto i cittadini.
Al riguardo si deve evidenziare come a questa volontà di consegnare
il servizio pubblico ai privati, per liberarlo dalle ingerenze della
politica, non corrisponda nella legge la natura dei criteri di
nomina del Consiglio di amministrazione della Rai. La disciplina
della Gasparri sembra attuare una vera e propria controriforma.
Mentre prima la nomina dei membri del CDA non avveniva più
direttamente dalle stanze della politica, ma attraverso due figure
di garanzia come i presidenti di Camera e Senato. Adesso anche
questo pudore è caduto con il conferimento del potere di nomina
direttamente alle forze parlamentari e al potere esecutivo.
In conclusione dobbiamo prendere atto di un paradosso: il futuro ai
privati, il presente ai partiti e al Governo. Sembra che nessuno
abbia ancora pensato davvero al pubblico interesse.
Il rischio è quello di interpretare il pluralismo come una somma di
faziosità. Per evitarlo dobbiamo puntare fino in fondo, anche da
sognatori, all’indipendenza e all’autonomia della Rai. Questo
per salvaguardare un giornalismo che, schierato dalla parte dei
cittadini, dia naturalmente voce a tutte le parti, garantendo in
questo modo il pluralismo, ma nello stesso tempo cercando la verità
che è sempre unica (questo lo dice lui ma molti sanno che la verità
è evoluzione, non staticità) .
NOTA:
"La difesa dei diritti dei cittadini nei confronti dei sorprusi
dei più vari operatori del mercato, dai piccoli truffatori alle
grandi imprese pubbliche (appunto come la Rai) e private" può
essere esercitata solo dallo Stato: le leggi della Repubblica
esistono apposta.
LA RAI, SOSTITUENDOSI ALLO STATO, CON LA TRASMISSIONE "Mi manda
Rai 3" MIRA AD ACQUISIRE UN POTERE D'ASCOLTO DA TRASFORMARE
ALL'OCCASIONE IN CONSENSO POLITICO:
"MARRAZZO DOCET".
Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea
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http://italy.indymedia.org/news/2005/09/877216.php
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