Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Per manuale Cencelli s'intende una formula
algebrico-deterministica per regolare la spartizione delle cariche
pubbliche in base al peso elettorale di ogni singolo partito
o corrente
politica. È attribuito a Massimiliano
Cencelli, un funzionario della Democrazia
Cristiana.
In un'intervista ad Avvenire
del 25
luglio 2003,
Cencelli svelò i retroscena della nascita del famoso manuale in
occasione del congresso della Democrazia Cristiana del 1967.
- "Nel 1967 Sarti, con Cossiga
e Taviani,
fondò al congresso di Milano
la corrente dei 'pontieri', cosiddetta perché doveva fare da ponte
fra maggioranza e sinistra. Ottenemmo il 12% e c'era da decidere gli
incarichi in direzione. Allora io proposi: se abbiamo il 12%, come
nel consiglio
di amministrazione di una società
gli incarichi vengono divisi in base alle azioni possedute, lo
stesso deve avvenire per gli incarichi di partito e di governo in
base alle tessere. Sarti mi disse di lavorarci su. In quel modo
Taviani mantenne l'Interno, Gaspari
fu Sottosegretario
alle Poste,
Cossiga alla Difesa, Sarti al Turismo e spettacolo. La cosa divenne
di pubblico
dominio perché durante le crisi di governo, Sarti, che amava
scherzare, rispondeva sempre ai giornalisti che volevano
anticipazioni: chiedetelo a Cencelli".
Durante la cosiddetta prima repubblica
italiana,
il manuale Cencelli sanciva quanti e quali posti o cariche dovessero
essere assegnati a soggetti appartenenti a ciascun partito e,
all'interno di questo, a ciascuna sua corrente. Per esempio, in
occasione della formazione di un nuovo governo,
specialmente per un governo
di coalizione, vi era un nutrito numero di cariche da assegnare o
riassegnare (ministri, sottosegretari, direttori generali, funzionari
speciali, presidenti, amministratori e consiglieri di enti e società
partecipate, e così via) in funzione delle mutate condizioni politiche
del momento.
Il manuale Cencelli fungeva da "norma
regolatrice", così che nessuno dovesse avere da recriminare,
secondo valori fissi in base ai quali le cariche assegnabili erano
soppesate qualitativamente (pare, per esempio, che un ministro valesse
due sottosegretari e mezzo). All'interno della cosiddetta
"quota" di cariche spettanti a un dato partito, le correnti di
quello stesso partito si spartivano le cariche in proporzione del numero
di tessere dei rispettivi capicorrente.
Tale manuale non sarebbe mai stato formalizzato in una vera
pubblicazione, anche se si favoleggia che fosse distribuito in un vero e
proprio pamphlet,
la cui circolazione era strettamente riservata agli ambienti della politica
italiana, sebbene fosse noto anche all'esterno. Non ha mai cessato di
destare perplessità fra i cittadini e di suggerire poco onorevoli
ironie all'estero.