La vita dello scrittore è cosa ben dura,e così dev'essere
poiché la realizzazione di sé richiede accanto al fuoco della passione,la caparbietà e
la palestra continua delle proprie capacità,sperimentate prima con se stessi e poi nel
confronto con gli altri.
"Mille e non più mille",edito dall'Enitalia,è il
primo libro da me pubblicato,dopo che per anni,nei ritagli di tempo che il mio lavoro di
magistrato penale mi concede,ho in privato coltivato la mia solitaria estasi nello lo
scrivere e nel creare.
"Mille e non più mille" narra le drammatiche vi
cende degli ultimi giorni del medioevo atomico e dell'incubo di una profezia di catastrofe
secolare che attraverso la bomba nucleare si fa minaccia concreta.La storia si sviluppa
alle soglia dell'anno duemila quando un profeta-vagabondo di Manhattan si avventa nella
redazione del New York Times e annuncia la fine del mondo, rivelata soprattutto dalle
profezie di Malachia,della Madonna di Fatima e di Nostradamus.
L'evento,in sé assurdo e retrogrado,si pone dopo il primo
attimo di sbigottimento come fonte di uno scoop giornalistico che dovrebbe salvare il
quotidiano dal fallimento imminente.
Nel 1999 la videoinformazione e' dilagante e il New York
Times,ultimo giornale di carta,vive la sua agonia in attesa della chiusura.Pat Flanagan,il
Profeta della Catastrofe,si offre come ultima rischiosa carta per salvare la testata e il
progetto di lanciarlo attraverso i mass media scatta nella mente del brillante giornalista
Michael O'Keefe.Questi si pone alla ricerca di notizie storiche sulle predizioni citate e
compie un giro in Europa(Irlanda,Fatima,Roma),insieme alla sua affascinante compagna,la
fotoreporter Astrid Custer.
Presto la caccia alle misteriose profezie diventa una sorta di
ritorno al passato e sempre di più i due giornalisti ne vengono coinvolti,finché Michael
finisce con l'identificarsi e con l'essere identificato dal popolo degli Stati Uniti
d'America afferrato dal gioco malefico,nello stesso arcangelo San Michele chiamato a
salvare il mondo.
A questo punto s'innesca un raid ancora più vor ticoso:in
sette giorni bisognera' girare tutto il
globo(Roma,Mosca,Pechino,Himalaya,Australia,Andorra,un base artica)alla ricerca dei Sette
Giusti.La storia si riavvolge su se stessa in dei vortici sempre più estenuanti fino al
drammatico esito finale,in un dipanarsi avvincente descritto secondo la tecnoca del libro
giallo.
Un giallo,ma anomalo.L'anomalia è dovuta al fatto che non ci
sono assassini da scoprire,ma piuttosto innocenti da rivelare,quelli che nella Babilonia
di un mondo ricco di male e di non sense, dovrebbero salvarlo dall'estinzione minacciata
da un'apparentemente inalienabile natura perversa delle cose.Ora se i puri vi sono e si
nascondono,per contraccolpo riemergono i Criminali della Metafisica ovvero i colpevoli
della Verità,anzi della Menzogna e dell'Occultamento.Il problema della loro
identificazione è ancora thrilling.
Mentre l'orologio inesorabile scandisce le ultime minacciose
ore verso quell'inizio di una nuova era che potrebbe essere una fine,Michael O' Keefe si
trova a librarsi in uno spazio dilatato per compiere una sorta di esplorazione
retrocronica verso il Medioevo e le sue paure,per poi sprofondare negli abissi stessi di
un atavico e primordiale terrore della fine del mondo per ecpirosi.
Dopo la distruzione ad opera dell' acqua diluviale
cosmica,dunque,a partire dall'Anno Mille ma poi da ere immemorabili l'uomo è come in
attesa che la terra esploda per il Fuoco Distruttore e Purificatore innescato dalle sue
medesime mani.Riuscirà Michael a salvare se stesso e la sua razza?Questo è il dilemma
finale che il romanzo propone e il cui esito va al di là della soluzione particolare
adottata per coinvolgerci,al termine della lettura,in una meditazione stimolante su
problemi che ci circondano oggi e da sempre e a cui la nostra civiltà tecnlogica ci rende
distratti.
Mille e non più mille si pone come romanzo filoso fico,che
come tale presenta diverse valenze di lettura. E'possibile recepirlo in chiave puramente
narrativa e letteraria,con i ripetuti colpi di scena che ne fanno un un thrilling sui
generis,oppure in dimensione colta,gustabile da palati più raffinati.Sotto tale ultimo
angolo di visuale Mille prospetta una serie di continue tavole di ricerca,essendo permeato
di un massiccio retroterra culturale.Il libro infatti è costruito sull'analisi dei più
gravi problemi dell'uomo da quelli primordiali come le questioni di Dio e del libero
arbitrio,a quelli attuali quali il problema del rapporto tra Natur e Kultur .Oggi lo
squilibrio tra lo spirito e la materia è stato reso particolarmente drammatico dalla
distruzione tecnologica della natura,operazione demonica in cui la bomba nucleare si pone
come ultimo esiziale simbolo.
"Mille e non più mille" è un libro per tutti.Un
giorno mi è stato chiesto in lettura da una professoressa di ragioneria che l'ha fatto
poi vedere ai suoi allievi.Dall'incontro col mio romanzo è nato lo spunto per
interessanti esplorazioni tra le eresie del medioevo.
Quell'esperienza per me è stata molto importante perché mi ha
portato indietro nel tempo,al mio liceo, quando con alcuni amici filosofi in erba si
disquisivano i grandi problemi dell'uomo.Ormai che un paio di saltini generazionali con le
nuove leve ci sono confesso che ho avuto piacere a scorgere tra le immagini di tanti
ragazzi distrutti dalla droga e dai non sense di una civiltà vuota,altri giovani
imprevedibilmente interessati alla filosofia viva.
Bravi!dico a quei giovani,mentre gusto il segno di questa
continuità,che sta a noi adulti non fare spegnere.Mille e non più mille alla fine è
proprio questo.Una Profezia a rovescio,ovvero una Rivelazione dei Valori Spirituali in
mezzo agli intrecci babelici di una società difficile.
Gennaro Francione