PREFAZIONE ALLA PORTA MAGICA.
Ogni giorno
molti romani passano accanto a uno strano monumento di Piazza Vittorio e
nemmeno si accorgono della presenza,tra altri ruderi,di una misteriosa
struttura a forma di porta.La fiumana di gente che osa traghettarsi in
quest'inferno d'incuria e d'immondizie è troppo distratta dai barboni e
drogati,che hanno invaso la piazza sagacemente occultata dalla cinta di
bancarellari.Così la Porta dell'Androgino,già non visibile in sé,se ne
resta là ancor più solitaria,silenziosa,imprerscrutabile e misconosciuta ai
più.
La Porta venne
costruita dal Marchese Massimiliano Palombara nel 1680 e su di essa furono
scolpiti strani segni ricavati dai trattati alchemici,sicché la leggenda
primaria nata dalla magica ianua riferiva che nei suoi glifi era
indicata nientemeno che la formula per fabbricare l'oro,fornita al nobile
da un misterioso Pellegrino.
Altri racconti
popolari si svilupparono nel corso del tempo e già nel '700 essa fu
trasformata in Soglia dei Creduloni che si recavano sotto gli stipiti
pseudoracolari per ottenerne responsi.Ma poi,secondo la formula per cui
ciò che non si conosce è il diavolo,si disse che là era sito l'uscio stesso
dell'inferno.Il collegamento con la magia nera creava ancora poco tempo
fa-secondo quanto riferito dalle cronache dei giornali-un'uccisione di una
quarantina di gatti,animali legati già dall'antico Egitto con le malvagie
potenze infere e nel medioevo veicoli di streghe,elfi e gnomi.
Qualche anno fa
c'è stato un ritorno d'interesse per la porta,tant'è che i commercianti
della zona,avendo de plano scoperto la regola per generare a lenta
combustione l'oro,ne usavano l'immagine impressa in adesivi e altro,che
vendevano a modico prezzo.Poi,tutto si è spento finché la Porta non è stata
restaurata grazie all'iniziativa di Anna Maria Partini,che oltre ad essere
letterata,è esperta di cose alchemiche.L'oro per l'opera è stato trovato ed
è il finanziamento rilucente della Soroptimist International Roma 3.
Benedetti siano
questi restauratori.La Porta Magica è un monumento troppo importante per
lasciarlo nello stato d'incuria in cui si trovava,trattandosi di un
rarissimo esemplare di libro alchemico scolpito su pietra.Storicamente poi
il mirabile rudere è emblematico del gusto e degli interessi di un'intera
epoca,visto che scienziati come Newton,poeti,laici,religiosi e sinanche
papi s'interessarono di alchimia,essendo essa simbolo simultaneo di una
trasmutazione spirituale e fisica per creare l'oro materiale e quello
dell'elevazione transumana.
E ora la porta
giace là,ma l'opra più lunga,quella secolare d'interpretazione dei suoi
glifi,sembra più interminabile della ricerca compiuta dai soffiatori
alchimisti, malamente dispersi tra fornelli,pipette e athanòr.
Lo studio della
Porta Ermetica implica invero un discorso metaforico che si pone,nella
soluzione dei sensi, sullo stesso piano di un indovinello.Questo
marchingegno enigmatico ho cercato di sciogliere nel saggio "Rebus ianuae
rebis",ovvero "Il Rebus della Porta Ermafrodita",fondandone la soluzione
sulla similitudine tra la porta,i glifi e le varie zone del corpo umano.
Non mi resta ora
che augurarvi una buona lettura di questo volumetto,sperando che esso dia
uno spunto concreto per gli Amici della Porta a rivedersi accanto alla
soglia murata,per far sì che,in un abbraccio ideale di sentimenti e di
cultura,quell'uscio si riapra,non più sull'inferno,ma nel paradiso di un
spirito comune rinnovato alla luce di un esoterismo corrusco.
Arrivederci,dunque.Quando avrete spulciato tra i misteri di questo libro,vi
do appuntamento a tutti quanti sulla soglia della Porta Magica!