ADRAMELEK THEATER
PRESENTA
OPERE DI GENNARO
FRANCIONE
1) PROCESSO ALLE BESTIE
Regia Donatella Cotesta.
In una civiltà superavanzata dove alle bestie si
riconoscono(più o meno) gli stessi diritti dell'uomo, viene intentato un
processo ad alcuni animali di una fattoria, rei di aver ammazzato il
fattore. Una parodia animalittica su alcuni sistemi giudiziari ed etici
cosiddetti umani, degni invece di essere definiti "bestiali", con un
finale ad alta sorpresa.
Altre informazioni su
http://www.agireoraedizioni.org/materiali/processo_alle_bestie.pdf
2)
LE ALLEGRE COMARI DEL PATCHWORK
Regia di Maria Letizia
Pièce comica in un atto dell'Adramelek Theater
con titolo chiaramente allusivo alla shakespeariana Le allegre comari di
Windsor, comunque innestata in altro tessuto narrativo. In un villaggio
sei signore della buona società si riuniscono per creare un patchwork.
La promessa da marinaio della precedente seduta è di non pettegolare e
di dedicarsi solo alla cucitura. Al contrario comari e comarelle bevono,
fumano, mangiano, ma poi pettegolano arrivando a scorgere difetti negli
abitanti del villaggio ma soprattutto nei loro stessi parenti, mariti,
amanti, suocere. In un gesto rituale finale li condanneranno a morte
senza pietà col pollice verso, con una votazione tanto virtuale quanto
inquietante.
3) LA
GRANDE STELLA DELLA MEZZALUNA
(TRITTICO MEDIORIENTALE)
Di Gennaro Francione
Regia di Giuliana Adezio
Tre monologhi, tre urli drammatici per raccontare
il dramma della Palestina e far tacere i fucili con la prospettiva
minacciosa di un esito apocalittico.
Il primo monologo è al passato con Dylan David,
il visionario israeliano che nella sua cartoleria medita, ricorda,
prega, negli ultimi istanti prima di essere catturato dalla Gestapo
Il secondo è al presente: Mahmoud Darwish, il
barbiere palestinese che col filo si rade. Intanto passa al setaccio con
la parola la Nakba, la Catastrofe , ovvero l'esodo interminabile che
iniziò nel 1948 quando centinaia di migliaia di palestinesi furono
cacciati dalle loro case in seguito alla proclamazione dello Stato di
Israele.
Il futuro è Aaron Friedman: l'ebreo errante
ragiona sull'ultima visione boschiana reale. La bomba atomica iraniana
che ha distrutto Israele e la Palestina. Il sopravvissuto lancia un
ultimo monito di fratellanza. E' quello del Nuovo Ebreo che si fa
portavoce, dopo tanti mali sofferti e arrecati, di una nuova alba di
pace tra i popoli.
4) TEATRO VS DROGA
KOROIBOS,
IL DOPATO DI OLIMPIA
Teatro-danza in un atto di Gennaro Francione per
la regia di Giuliana Adezio
Adattamento teatrale di Roberto Garzilli
con Alberto Ruocco (Koroibos) Bruno Garzilli
(Pittaco)
Giuliana Adezio (Callipatera)
Coreografie: Alberto Ruocco
Costumi: Erzelinda, Tempio di Iside Roma
Regia di
Giuliana Adezio
Nella piéce l'atleta Koroibos, ex cuoco, esprime
i peggiori vizi della Grecia di un tempo, che sono quelli di adesso.
Ovvero la ricerca di un arrivismo senza scrupoli che non esita a
ricorrere al doping pur di primeggiare nello sport e nella vita sociale.
Allora come ora, infatti, il primeggiare in una disciplina dava accesso
alle più alte cariche politiche.
Fa da contrappunto a Koroibos la madre
Callipatera, la sua coscienza, la quale gli rammenta l'onore del padre
defunto, pescatore e persona giusta tanto da diventare capo del
villaggio.
Il trait d'union è Pittaco, poeta cantore della
semidivinità dell'atleta. Figura melliflua e amante di Koroibos, egli
oscilla tra la poesia moralistica e la funzione di mistagogo, pronto a
somministrare bevande che portino al contatto con l'Olimpo degli dei e
dello sport.
La storia della vittoria si svolge fino al
drammatico scontro di Koroibos con la madre invano protesa alla ricerca
di una via di salvezza lontana dalla droga, dal lusso e dagli eccessi.
Il ritorno all'isola della semplicità di Lussino rimarrà una vaga
chimera aggirantesi tra il sangue sparso degli affetti primari elusi.
Tutto là tra Olimpia e i sacri misteri di Eleusi.
NOTE DI
REGIA
5) Listen – Ascolto
Testi di Gennaro Francione
Adattamento teatrale e regia di Rossella Clemente
Tre persone sole e strane alla ricerca di
comunicazione e di ascolto con azioni insolite e paradossali: l’elogio
della calvizie, il furto di nani da giardini, l’incintitudine.
Cast: Giuseppe De Siato, Simona Pace,
Rossella Clemente
6) CAROSELLO NAPOLETANO. TEATRO-DANZA CON
PULCINELLA AFFAMATO E LE PULCINELLINE ASSATANATE
Regia di Gennaro Francione
1° PARTE DANZE , VOCI E CANTI NAPOLETANI
Gruppi di danza eseguono danze folkloriche
napoletane, intervallate da canti maschili e voci dei venditori dei
vicoli di Napoli.
Un duo,entrambi chitarra e voce, accompagnerà gli
artisti e girerà tra i tavoli cantando negl’intervalli melodie
napoletane antiche e moderne.
2a PARTE A famma ‘e Pullecenella di Gennaro
Francione che cura la regia
Monologo danzato e cantato
Pulcinella è alle prese con la fame senza
fondo. Egli fa parte del 70 % di affamati del mondo essendo affamato
al 100 %. In un parallelismo incrociato tra l'amore cieco per la
riottosa cuoca Palummella e la fame inestinguibile si sviluppa il
monologo della maschera napoletana in chiave d'ignoranza "struita".
Presenta Gennaro Francione
7) LA COMPAGNIA "ATENATI"
PRESENTA
PAPTEST IUDICISEX (TESTUS
PAPIRI MENTULAE PRO ADEPTIS IUDICESSIBUS) di Andrej Adramelek
Regia di Vincenzo Sartini,
aiuto regia Solmaz Tavakoli Khalkhali
La piéce descrive in
chiave goliardica l'assunzione di una giovane giudicessa che viene
iniziata alla vita nova di giurisprudente.
Un vero processo con tanto
di P. M. che la chiama a condannare il più possibile, di contro alla
difesa che invoca l'assoluzione, il favor rei, la difesa dei deboli.
Il verdetto sarà
l'iniziazione della candidata dopo che ha mostrato una reale volontà di
giudicare nel segno della goliardia, senza musi né drammi, cercando di
ridurre la giustizia ai minimi termini.
La lettura del papiro, dal
punto di vista goffmaniano, si configura come distruzione rituale della
facciata del nuovo status serio di giudice attraverso la rivelazione di
informazioni distruttive provenienti dalle altre zone dell'individuo,
soprattutto da quelle meno compatibili con l'impressione di persona
matura e responsabile che ora ci si aspetta da lui.
Note di regia.
Nel Vangelo si legge che
Gesù ammonì i suoi seguaci: "Non giudicate e non sarete giudicati."
Eppure da quella filosofia è scaturita la più feroce stirpe di giudici e
censori che si ricordi. Questo ammonimento danno Bertoldo, Berdtoldino
e Cacasenno a Marcolfa, neo giudicessa, con una investitura che è come
una festa della matricola di memoria pre-sessantottesca.
Vergognarsi delle proprie
radici è un suicidio culturale; gli italiani lo hanno fatto nel 1968
liberandosi delle proprie tradizioni come fossero abiti logori. Solo i
vecchi ricordano ad es. la goliardica della matricola, quella
iniziazione che subivano coloro che intraprendevano la vita
universitaria piena di scherzi anche molto licenziosi, per ottenere il
"papiro" lasciapassare nell'ateneo.
In questa "archeologia
culturale" di Francione è inserito il poemetto “Ifigonia” tratto dal
“Canzoniere goliardico" con un linguaggio irriverente che non è volgare
né scurrile, altrimenti Cecco Angiolieri, Dante, Boccaccio, l'Aretino e
Belli sarebbero pornografia. Ifigonia, come Turandot principessa molto
selettiva, vuole marito, il migliore, che sappia meritarla rischiando la
vita.
CAST
- Andrea Davì BERTOLDO -
POPOLO
- Luca Proietti
BERTOLDINO - POPOLO
- Tony Matera CACASENNO
- POPOLO
- Angela Salustri
MARCOLFA - VERGINE - CANTORE GAUDEAMUS
- Vincenzo Sartini RE
- Francesca Fiume
IFIGONIA
- Maria Musco GRAN
SACERDOTE - GRAN CERIMONIERE
- Filippo Bubbico ALI’
BEN DUR
Grafica: Angela Salustri
8) I DADI DI TEMI.
Di Gennaro Francione
Per la regia di Giuliana Adezio, con
la Adezio, Alberto Ruocco, Massimo Milani e
Monica Porcellato
Commedia grottesca in un atto. Nasce
dall'assemblaggio di un simulacro del processo Cogne e del metodo
giudiziario adottato in Gargantua e Pantagruele di François Rabelais dal
giudice Bridoye(ora Brigliadoca), il quale decideva le cause tirando a
sorte con i dadi. Il sistema, che riprende il tema delle ordalie (la
prova della bara in Vespertiliones, quella del fuoco in Merimanga,
quella della terra in Ordalia degl'interrati) rientra in quella che
definii ordalia del caso ovvero giudizio di Dio che rimetteva la
decisione di un processo ad elementi casuali(Vedi G. Francione
Processo agli animali - Il bestiario del giudice, Gangemi,
Roma 1996). Ne deriva nell'astragalomanzia una sorta di grottesca presa
in giro dei sistemi dei nostri soloni togati, i quali credono di
scoprire la verità con la logica astratta, dimenticando che la logica
non è una ma un mostro tentacolare che disperde i giudizi nella caverna
delle ombre di Platone.
http://www.antiarte.it/adramelekteatro/i_dadi_di_temi.htm
9) LA CELLA DI ALESSIO
Di Gennaro Francione per la
regia dello stesso con Vincenzo Sartini, Ilaria Sartini, Gennaro
Francione.
Fëdor Dostoevschij, nella cella
tetra, s'imbatte nel suo doppio, il principe Myskin che immortalerà
nell'Idiota. A lui rivela le sue ambasce, le sue visioni di futura
sofferenza personale nel campo di concentramento siberiano, fino ad
arrivare, attraverso incontri con altri personaggi delle sue opere come
Raskolnikov uccisore dell'usuraia, a visioni apocalittiche di sterminio
dell'intera razza umana. Sull'onda dell'aura sacra generatagli
dell'epilessia egli godrà il miraggio finale di un mondo salvato dalla
bellezza e dal sogno.
http://www.antiarte.it/adramelekteatro/la_cella_di_alessio.htm
10)
AL DI LA' DEL FIUME di G. Francione
Opera fantastica in un atto ambientata
nella magica Cina, tra poeti, guerrieri, bonzi, ingegneri, mandarini,
indovini, architettata sulla ricerca di un ponte metafisico che porti a
passare sull'altra sponda dove un vecchio padre morente attende il
figlio.
Regia di
Francesca Fiume
11) DOPPELGANGER IUDEX(IL GENIO E IL FOLLE) Di
Gennaro Francione
Dramma grottesco in un atto per la regia di
Vincenzo Sartini con lo stesso
e Guglielmo Caristo. In
un corridoietto che collega due camere di consiglio s'incontrano due
giudici: Oziero, il genio, e Pannone, il picchiatello. Entrambi a causa
degli opposti versanti d'intelligenza, non promossi al grado superiore
della carriera. Solo apparentemente i due sono distantissimi perché li
accomuna il sincronico destino di disfatta professionale, ma nel
profondo una scempiaggine intelligente che ne fa due estatici visionari,
profeti della vera profonda giustizia. E' questo il primo esperimento
multimediale dello scrivente in cui uno strumento assume il ruolo di
attore solista.
http://www.antiarte.it/adramelekteatro/doppelganger_iudex.htm
12) PROCESSO ALLE BESTIE
Regia Donatella Cotesta (in fase di allestimento)
. Con la partecipazione di Demetra Hampton
(Cast e regia in attesa di definizione pronto per
dicembre)
In una civiltà superavanzata dove alle bestie si
riconoscono(più o meno) gli stessi diritti dell'uomo, viene intentato un
processo ad alcuni animali di una fattoria, rei di aver ammazzato il
fattore. Una parodia animalittica su alcuni sistemi giudiziari ed etici
cosiddetti umani, degni invece di essere definiti "bestiali", con un
finale ad alta sorpresa.
Altre informazioni su
http://www.agireoraedizioni.org/materiali/processo_alle_bestie.pdf
13) A Scigna('e
Santa Lucia)
Di Gennaro Francione per la regia di Antonio
Potere Compagnia di Chieti i Marruccini (pronto febbraio)
è un testo scritto interamente in napoletano
adattato dal regista in abrzuzese. Partendo dagli schemi della
sceneggiata napoletana, filtrati attraverso l'esperienza di Eduardo
Scarpetta ed Eduardo De Filippo, ma interpretati in maniera del tutto
nuova ed originale, soprattutto in chiave di teatro d'avanguardia,
sociologico e soggettivo, l'autore si pone in bilico continuo a fronte
del mostro-droga tra macchietta e dramma.
Un padre, Francesco Tramontano, ha grandi
progetti per il figlio, il quale, invece, a sua insaputa, è drogato e
delinquente.
Attorno a questo dramma che lentamente si
dipana agiscono personaggi comici, come Don Saverio, il portiere, e
Peppe 'o zuoppo, "'o schiattamuorto", rappresentanti, il primo col
lotto e il secondo col toto-nero, la vecchia e la nuova Napoli che usa
diversi sistemi per sfidare la comune nemica: la fortuna. O meglio, la
sfortuna.
Sfortuna è lo stupefacente, un problema
"epidemico" tale per cui nessun genitore che si rispetti può in tutta
coscienza dire: "Sono sicuro che mio figlio non si droga".
L'autore depone i panni del giudice, la
cui funzione è meramente repressiva. Propone come esteta una soluzione
al problema ed è quella artistica: attraverso l'arte in sé come capace
di purificare gli animi con la rappresentazione del dramma. Come terapia
pratica per spingere i giovani a fare teatro e vincere così con l'arte
le tentazioni chimiche del mondo moderno.
L'opera è stata già presentata con
successo a Roma col patrocinio di "Droga che fare", rappresentata dalla
Compagnia "Adramelek" nel giugno '94 e proposta dal Provveditorato agli
Studi di Roma in collaborazione con l'Agiscuola per l'anno scolastico
'94-95.
E' stata poi portata in tournée in
Svizzera(paese all'avanguardia nella somministrazione terapeutica di
droga ai tossicodipendenti) dalla compagnia Nuova Generazione, nella
stagione '96-97 con notevole seguito di critica e pubblico, toccando
città importanti come Basilea, Zurigo, Ginevra(qui al culmine della
settimana di seminari sulla droga "Sotto l'Alto Patrocinio del Console
Generale d'Italia" nonché del COM.IT.ES e del C.A.E(Comitato Assistenza
Educativa) in collaborazione con l'AGSI(Ass. Genitori Scuola Italiana)
e A.R.P.(Associazione Regionale Pugliesi).
------------------------------------------------------------
SLOGAN: RAGAZZI, DROGATEVI COL
TEATRO!
------------------------------------------------------------
14) La NEVERLAND PRODUZIONI,
presenta
"CHI SO I'? SO FRANCISCHIELLO"
(Monologo di un pazzo sul borbonismo)
di Gennaro Francione con Antonio Speranza, per la regia di Raffaele
Speranza.
CHI SO I’? SO FRANCESCHIELLO
Durante una visita psichiatrica vengono mostrate a un
pazzo alcune macchie di Rorschach, all’interno delle
quali il paziente rivede i momenti salienti della vita che
crede di aver vissuto: l’uomo è convinto di essere Franceschiello,
l’ultimo Re di Napoli, ormai detronizzato dopo l’impresa di Garibaldi,
verso cui nutre un sincero odio.
Con nostalgia mai rassegnata ripensa ai momenti più tragici del suo
esilio
e a come esso ha portato alla disfatta della sua famiglia e del suo
regno.
Ambientato all’interno di un cervello malato, lo
spettacolo vive delle voci
e dei suoni che giungono da un passato che diviene sempre più
irrecuperabile.
Il redivivo Franceschiello assume le spoglie di un
pazzo che in manicomio
studia la vera storia del Regno delle due Sicilie. Nella sua follia,
lanciato verso il futuro, sogna l’impresa impossibile di sollevare le
popolazioni
del sud, ridotte a monnezza da quelli del nord. Per questo propone, in
testa
alla rivoluzione pacifica, nientemeno che gli artisti, per creare una
civiltà nuova
bella e buona, come era nei suoi ricordi, quella del decaduto regno
borbonico
15) LE STREGHETTE DI BENEVENTO DI
FRANCIONE PER LA REGIA DI NICOLA DI LECCE
“Le streghette
di Benevento” di G. Francione vengono poratte in scena dalla compagnia
torrese As. Culturale Gymnasium diretta da Nicola di Lecce.
Siamo nel
'700. A Benevento viene celebrato un processo contro quattro
presunte streghe: Janara, Zucculara, Uria e Manalonga. Trattasi, invece,
di quattro emarginate, morse dalla fame nera e costrette a ricorrere a
furtarelli, truffe, pozioni, prostituzione, elemosine per sopravvivere,
al più ree di connubio orgiastico con un cafone idiota superdotato sotto
l'inquietante noce di Benevento. La fantasia surriscaldata e grottesca
dell'homo leguleius le trasformerà in assatanate in immondo amplesso col
demonio. Da qui l'inevitabile condanna che, per vie esilaranti, verrà
rispedita ai ridicoli soloni tonacati.
L’opera verrà portata in giro per la
Campania fino a raggiungere la sua città natale: Benevento. Ciò al grido
corale del gruppo di janare: “Unguento unguento, mandame alla noce de
Benevento. Supra acqua et supra vento et supra omne male tempo.”
@@@@@@@
L'Associazione Culturale GYMNASIUM
presenta
"LE STREGHETTE DI BENEVENTO "
di Gennaro Francione
con
Ottavio Aprea, Rosaria Ascione, Michele Colamarino, Marika Costabile,
Antonino Di Lecce, Maria Pacilio, Giusy Pernice, Francesco Raimondo,
Antonio Scardigno, Gino Vituperio.
FRANCESCO RAIMONDO: VINCENZO CAPUTO -
IL GIUDICE SEMICIECO
ANTONIO DI LECCE: GENNARO
SPAVENTALAMORTE: IL CANCELLIERE SEMISORDO
TONY SCARDINI: GERARDO
MARTIELLO:-L'INQUISITORE
GIOVANNI AZZECCAPAGLIETTA: IL DIFENSORE
SEMIMUTO
MICHELE COLAMARINO : GIACOMINO
STRANGULAPRIEVETE - L’INCAPPUCCIATO
GINO VITUPERIO: DON TURZO FRANCO: IL
TESTE DI CAZZO E IL DIAVOLO
LE QUATTRO STREGHE
MARIA PACILIO: MARIA JANARA - LA
BIGOTTONA
MARIA JANARA: LA BIGOTTONA
MARIA COSTABILE: ELENUCCIA ZUCCULARA: LA
PUTTANA
GIUSY PERNICE: CARMILINA URIA: LA
FATTUCCHIERA
ROSY ASCIONE: ROSARIA MANALONGA:
L'ATTRICE
ADATTAMENTO E REGIA:NICOLA DI LECCE
scene e costumi: Ottavio Aprea
musiche: Nicola di Lecce
fonica e luci: Nello Di Amario
fotografia: Mimmo Torrese
direttore di scena: Salvatore Di Lecce
@@@
Note di regia
Emozioni, satira, colpi di scena, intensi
momenti musicali a sottolineare una storia di donne. Donne offese,
torturate, umiliate dalla follia dell’Inquisizione . Attori usciti per
incanto da pagine bruciate di storia si immergono totalmente nel
racconto, ed inevitabilmente, si lasciano possedere dai loro personaggi.
Una forza misteriosa li esalta, li rende vivi, vibranti, li fa muovere
in un contesto volutamente impolverato, sporco, che sa di vecchio, di
ingiustizia.,
Una forza “misteriosa” che usa il fuoco
per purificare, per bruciare, per fare giustizia, per liberare dal
male.,
Ma mi chiedo e vi chiedo: “Che cosa è il
male, in chi… è il male?”
Negli uomini, nelle donne, nelle streghe?
O forse nei cuori di chi si sente portatore di verità, di giustizia, di
chi crede di poter giudicare?
Ma il male c’è, e forse e proprio lì
seduto in poltrona accanto a noi!
Nicola di Lecce
ADRAMELEK THEATER: Il
TEATRO MAGICO E UROBORICO DI
GENNARO
FRANCIONE:
http://www.antiarte.it/adramelekteatro
SU FACE BOOK:
http://www.facebook.com/group.php?gid=106617610104&ref=ts