Teatro 19 - Auditorium "Paolo Stefanelli"
via Taverna , 97 Roma
http://www.teatro19.it/
sabato 2 aprile alle
ore 20.30 -
domenica 3 aprile
alle ore18
presenta
KOROIBOS, L’ATLETA DI LUSSINO
Drammaturgia : Gennaro Francione
Regia : Giovanni Impellizzieri
Valentina Versino
con
Paola Bonazzi, Deborah
Fedrigucci, Stefano Guerriero ,
Valeria Loprieno, Federico
Melis, Valerio Porleri, Giovanna Rovedo
L’atleta Koroibos, ex cuoco, esprime i
peggiori vizi della Grecia di un tempo, che sono quelli di adesso.
Ovvero la ricerca di un arrivismo senza scrupoli che non esita a
ricorrere al doping pur di primeggiare nello sport e nella vita sociale.
Allora come ora, infatti, il primeggiare in una disciplina dava accesso
alle più alte cariche politiche.
L’iniziativa nasce da un progetto volto
ad affrontare i problemi giovanili (in particolare, appunto, il disagio
sociale e la droga) con i giovani stessi in un contesto di solidarietà,
di reciproco scambio di idee e di esperienze. Il tour è cominciato
all’Università La Sapienza di Roma ed è continuato a Supino,
Nettuno(alla scuola di polizia), Monte San Giovanni, Pomezia.
Francione interviene come giudice
drammaturgo per parlare direttamente ai giovani dei problemi giuridici e
sociali conessi alla droga proponendo come terapia il teatro stesso
NOTE DI REGIA
L’antichità ebbe nei miti e nelle
tragedie la rivelazione costante dell’umanità che ha dovuto trasmigrare
nelle divinità classiche, per dichiare sicuramente se stessa. Se al loro
posto apparissero gli uomini,”umani troppo umani”, le vicende narrate
sevirebbero a significare un episodio e non un costume di vita umana.
Ed ecco che inizia il viaggio di
Koroibos, Corebo di Elide, che nell’VIII sec. a.c., fu il primo
vincitore olimpico. Nella trasfigurazione di Francione Koroibos
liberamente intepretato diventa l’atleta di Lussino che dalla “vita
semplice, normale e bella” della sua isola, condurrà il giovane al
“chiasso corruttore” di Olimpia. Viene così descritto non soltanto un
attraversamento fisico-geografico, ma un vero e proprio viaggio dentro
di sé, un esplorazione dei suoi paesaggi emotivi, dei suoi limiti,
mentre incessantemente corre tra i suoi due emisferi.
Il viaggio è presto caratterizzato da
forti contrasti e ambivalenze, da un lato l’Aretè, la virtù, i sani
valori che la terra ispira, il “sano agonismo” propinato dagli stessi
giochi olimpici, cui motto era: Citius, altius, fortius, ovvero "più
veloce, più alto, più forte”, dall’altro il vizio, il sedentarismo, la
depravazione, la pigrizia mentale e fisica, la fama, il successo, il
denaro, e i “paradisi artificiali” dell’ergon eleusino. Koroibos, al
quale nemmeno più la frescura del tramonto da sollievo, che “a quasi
trent’anni si sente già canuto”, non appartenendo più a se stesso,
voleva solo “cogliere i frutti della sua immagine”. La sua coscienza si
lacera, sfalda e sdoppia in Pittaco, il poeta amante, che lo inizia ai
Misteri Eleusini e all’ergon, e la madre Callipatera, complice di aver
taciuto di fronte agli dei e alla legge la colpa segreta di Corebo. La
scena diviene così il luogo della stratificazione di senso e di sé
tramite il dialogo, quindi, allo stesso tempo, reale e fittizio a tratti
onirico.
In chiusura, la coesistenza e coidentità
di Koroibos-Pittaco, recidono per sempre gli steli di Callipatera:
Koroibos, è rigenerato simbolicamente da un risucchio del grembo
materno, da cui riesce dolorante per il matricidio ma rinnovato.
Il forzato trapasso di Callipatera per
“mano amata” di Koroibos, se da un lato è fonte di “rinnovamento”,
dall’altro indica solo il trampolino verso nuove nevrosi, generatesi dal
peso del controllo dell’ansia e quel lato oscuro di sé coattamente messo
a tacere.
Se da un lato, come diceva lo stesso
Freud, la salute psichica è l’amore intelligente e non fanatico per la
verità, dall’altro, la passione per la verità viene soffocata da
risposte che hanno il peso dell’autorità indiscussa.
“oh se potessimo avere un mondo di pace
perenne, con gare e giochi e gioie che non finiscono mai!”
… “ è tutto un sogno… chiudere gli occhi
e le labbra… sognare…”
Il teatro e la danza si cercano e
collaborano ormai da tempo, il progetto mira a trovare e sviluppare una
vera sinergia ricca e presente, tra danza e teatro, dove gli attori sono
corpi che esprimono emozioni e i danzatori voci danzanti.
La ricerca vuole trovare un vocabolario
comune tra questi due mondi, così attigui ma spesso ancora distanti,
giungendo, alla realizzazione di un lavoro autentico, superando, spero,
i limiti che ancora ci sono tra parola e corpo.
Una ricerca incentrata sulla volontà di
realizzare, una pieces di teatrodanza.
Una ricerca volta alla scoperta di nuove
possibilità del corpo danzante.
Una ricerca per attori e danzatori, tutti
davanti allo stesso scopo: superare i propri limiti artistici.
Utilizzare la tecnica per interpretare un
nuovo sé.
Una ricerca volta a superare il confine
delle arti in aeree prestabilite.
Una rilettura in chiave contemporanea del
ruolo del coro greco, nel quale va a narrarsi la storia tra gesto e
parola
I temi trattati dalla sceneggiatura
dell’Atleta di Koroibos, suggeriscono una somiglianza inquietante alla
nostra contemporaneità.
Sulla scena si trasfigurano gli
archetipi della natura umana, talvolta “neri universali” , ancora
irrisolti oggi giorno, attraverso il linguaggio astratto del teatro
danza per lasciare lo spettatore libero di riflettere sull’inamovibilità
del tempo.
Prenotazioni
Segreteria del Teatro:
06.3058454 - 328.4070000
Altre informazioni
http://www.facebook.com/home.php#!/event.php?eid=199269990094286
http://www.facebook.com/event.php?eid=199269990094286#!/event.php?eid=186096011435149
ADRAMELEK THEATER:
http://www.antiarte.it/adramelekteatro