Sono scultore e
per la creazione delle mie opere uso l'acciaio e la tecnica da me
utilizzata è:Plasmatura dell'acciaio mediante saldatura.(tecnica unica
al mondo).
Antonio
Pepe
Nato a Pagani (SA)
vive a Catona di Reggio Calabria. Docente teorico-pratico dei vari
processi di saldatura (SAE - SAO – TIG – MIG – MAG – EB WELD INSERT –
TAGLIO OSSIGAS - ecc ). Ha insegnato presso le scuola aziendali
dell’Alfa Romeo, Dalmine di Bergamo, Ancifap di Genova- Sestri, Ciapi di
Catona (RC) e Regione Calabria.
Le sue opere sono
eseguite con una tecnica particolare, plasmatura dell’acciaio mediante
riporti di saldatura .
Ultime partecipazioni
a mostre:
Basilea , Milano ,
Bologna , Viterbo , Hong kong , Zurigo , Cosenza , Albisola Marina ,
Genova , Bergamo . Nocera Inferiore . Selezionato “Premio Internazionale
Webcolor 2005” , selezionato “ Premio Webcolor 2006 “ Nocera Inferiore
,Scafati, Salerno , Napoli ed altre località.
Molte opere sono
esposte al “Museo dello Strumento Musicale “ di Reggio Calabria .
Si possono ammirare
le opere in tanti siti .
Tra gli ultimi premi
ricevuti:
“Premio Giuseppe
Calogero 2005”
“Premio
Internazionale Roberto Murolo 2005”
“Premio Anassilaos
S.Giorgio 2008 Città di Reggio Calabria”
Tra i 20 artisti più
votato nel mondo al Premio Seetal 2007 del Kunst Forum International .
Hanno detto di
lui:
Antonio Pepe
attraversa il panorama delle attività operative in prima persona e le
vive intensamente e da solo: e lui il solo ideatore e produttore delle
sue creazioni dal pensiero al progetto alla realizzazione. Antonio Pepe
rappresenta l’essenza della operosità che vive d’entro l’arte, dentro la
scultura.
Prof. Gennaro Carresi
L’abilità indiscussa
di un “Michelangelo della saldatura” si associa ad un caustico e
partenopeo sghignazzo di un inventore che apre al dibattito ecologico a
modo suo con morfologie e argomenti artistici inediti.
Prof. G. Paolo Manfredini
Antonio Pepe con la
sua straordinaria tecnica dell’acciaio, regala alla mostra, grazie alle
sue tre sculture, una carnale e spirituale presenza. Silenzio dunque,
perché sta per nascere uno spazio di meraviglie, dove l’arte rievoca i
boschi attraverso il filtro magico delle sue lucenti e colorate chimere.
Grazia Chiesa
Antonio Pepe espone
due sculture in cui la figura, come essenza primitiva, è colta in
posizione di movimento. Le sue opere ballano , parlano o pensano?
Valter Fabbri
Nulla è dovuto alla
casualità, ogni sua realizzazione si presta a svariate motivazioni
emozionali, incredulità nell’osservazione analitica dei materiali
assemblati.
Ricerca continua di
forme e contenuti che nascono da una forza interiore . legati alle più
alte espressioni di forme artistiche: dalla preistoria alle concezioni
di geometrismo moderno.
In Antonio Pepe si
colgono motivazioni espressionistiche di forte impatto
descrittivo, mentre rapporti formali ed equilibri descrittivi, nonche
sicurezza della tecnica (saldatura), portano l’osservatore ad un totale
coinvolgimento di sensazioni e vibranti emozioni.
Prof. Pietro Sellitti
Una fantastica
sequela di punti di saldatura cui corrisponde, per ognuno, un sorriso
per un’arte che deve essere vista come gioia di vivere.
Dott. Demetrio Spagna
Se lo scultore, se
tutti gli scultori dovessero parlare sull’essenziale nei riguardi
dell’arte del levare, direbbero certamente che il loro modo di
esprimersi ha come fondamento un alternarsi armonico di vuoto e di
pieno.
Poi c’è qualcuno che,
nella utilizzazione magistrale di questa alternanza , ne determina
l’aspetto formale con modalità inedite e con effetti particolarmente
efficaci.
Questo qualcuno, non
ancora nominato, è Antonio Pepe, paganensis, ossia di Pagani, in
Campania, che, nell’espressività scultorea e nel movimento si rivela
grande maestro.
Doppiamente maestro
in quanto non solo definisce lo spazio, ma, quasi ammiccando, fa del
vuoto un pieno.
In questa serie di
sculture la determinazione rappresentativa del vuoto raggiunge vette
sublimi.
Come se Antonio Pepe
ricordasse a tutti noi che “l’arte rivela ai cuori ciò che nessuna
scienza può rivelare alle menti.”
Antonio Pepe diventa
quasi un Arcimboldo della scultura. Anzi lo è.
Prof. Dott.
Antonino Monorchio
Come quell’uomo e
quella donna che all’apice del poliedro si guardano e continuano a
fissarsi in una danza che , anch’essa non avrà mai fine, consapevoli
come sono che quell’unione a cui tendono,nell’Uni-Verso in cui
insistono, solo un Oltre potrà semmai infinitivamente esaudire.
A tale metafisica
interrogazione induce l’arte “poliedrica” del maestro Antonio Pepe…………
Nella sosta contemplativa che sa donarci.
Dott. Attilio
Meliadò
E-mail
antoniopepe43@tin.it