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Un caso unico nel panorama editoriale italiano. |
Un piccolissimo editore privo di
strutture, senza dipendenti, promozione e distribuzione, che stampa 10/15 novità all'anno
e che vende un minimo di 10.000 copie per ogni titolo. Il tutto con finalità ludiche.
La piccola casa editrice SCIPIONI
con sede in un casolare di campagna nei pressi del lago di Bolsena,
priva di strutture redazionali e distributive, curata unicamente dal titolare Felice
Scipioni, è impegnata nel proporre LA LETTURA COME GODIMENTO.
La promozione e la diffusione delle 12/15 novità annue (oltre alle
ristampe e nuove edizioni) avviene soprattutto attraverso luoghi alternativi quali bar,
trattorie, ristoranti, alberghi, barberie
I libri realizzati sono eleganti e raffinati, per quanto economici, e
spaziano dal goliardico e umoristico al religioso e filosofico, dallerotico e
libertino allo storico e musicale con la consapevolezza di non dover impartire lezioni o
di trasmettere verità assolute.
Le tirature della collana CURIOSITA DEL GIARDINO DI EPICURO
piccoli libri per grandi curiosi non sono mai inferiori ad 8000 copie
ed i prezzi non superano £. 4.900/5.900 per 96/112 pagine.
E una editoria ludica, completamente indipendente ma esente da
passività economiche, che non chiede e non vuole sovvenzioni dagli Autori e neanche dagli
Enti pubblici.
Un caso unico tra migliaia di editori italiani.
Scipioni editore
Località Valle dellAia
01018 Valentano (VT)
Tel. 0761/420198
Tel. e fax 0761/453686
Sito internet: www.leggendogodendo.com
e-mail: fescipi@tin.it
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Per apprezzare e godere la vita curiosate tra i "NUOVI FIORI" del
Giardino di Epicuro
è appena uscito, presentato al
Salone del Libro di Torino,
56 - De Merda - annexis et coniunctis - di Raul
Karelia - a cura di Gennaro Francione
Antologia semantica dello stercorario
pp.96 - ill. - L. 4.900
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Indirizzo della casa editrice SCIPIONI LOC. VALLE
DELL'AIA -01018 VALENTANO(VT) TEL.E FAX 0761-453686 |
Per visitare Scipioni clicca qui sotto
http://www.leggendogodendo.com/
IL
MESTIERE DELL'EDITORE. INTERVISTA A FELICE SCIPIONI
Scipioni, una casa editrice anomala nel senso che pur non essendo una casa
editrice "a pagamento", pur non servendosi di distributori,
riesce a vendere 5.000/6000 copie di ogni titolo, toccando anche la cifra
delle oltre ventimila copie per alcuni titoli della collana "Curiosita'
del Giardino di Epicuro". Dov¹e' il segreto?
Allorche' qualche "folle" decide di diventare editore (ogni
anno ne nascono circa 100 e ne muoiono 99), si preoccupa subito di
contattare un importante distributore e appena controfirmato il contratto,
si rallegra molto e sogna gente fuori dalle librerie, in fila per
acquistare la primizia editoriale. Si aggira invasato per la tipografia
alla quale ha commissionato la sua "creatura". La tocca, la
sfoglia, l¹annusa . E¹ raggiante e appagato.
Se e' vero che gran parte degli editori nascenti sono squattrinati, dopo
un anno sono anche pieni di debiti e sull¹orlo del fallimento. Invocano
contributi e sottoscrizioni per poter continuare a indebitarsi sempre di
piu'.
Il distributore diventa il capro espiatorio e il novello Gutemberg stenta
a comprendere che distributori e librai non hanno alcun interesse a
promuovere un editore appena nato e con tanti grilli in testa.
Per quanto mi riguarda ho capito fin dall¹inizio che per sopravvivere
bisogna stare alla larga dai distributori e dalle librerie, soprattutto
per quest¹ultime - da quelle con apparati burocratici, con i direttori, i
vice direttoriŠ.Qualcuno scoprira' che "i libri si vendono anche in
libreria", ma non basta la scoperta, occorre passare all¹azioneŠPurtroppo
chi e' stato contagiato dal fascino della carta stampata, e' facile che si
senta troppo importante e sufficientemente megalomane per rimboccarsi le
maniche e adattarsi alle mansioni piu' umili che la poverta' del libro
richiederebbe.
E¹ poi di primaria importanza che i titoli , i sottotitoli, le copertine,
i contenuti, gli argomenti trattati e lo stile espositivo debbono essere
tali da catturare l¹attenzione e la simpatia di quell¹esercito smisurato
costituito dai non lettori, attirati da ben piu' seducenti sirene che non
siano i libri.°
Una scelta di marketing precisa quindi, quella di essere presente con la
vendita di libri, in posti insoliti per questi prodotti, come possono
essere le tabaccherie, le trattorie o i bar?
Aggiungerei anche gli Alberghi, gli Agriturismi e le Edicole di alcune
stazioni ferroviarie . Si noti che questa diffusione alternativa e'
limitata soltanto ad una parte della costa tirrenica tosco-laziale. Di
piu' non e' consentito alle limitate forze di un pensionato che intende
divertirsi oltre che divertire.
E perché le librerie non dovrebbero dare spazio ad un piccolo editore di
libri che si vendono?
Rispondero' adducendo qualche esempio personale. Alcuni anni fa ero
riuscito a seguito di un buon rapporto - instaurato con il Direttore
ad introdurre , in conto deposito , i volumetti della collana "Curiosita'",
negli scaffali d¹ingresso della libreria Feltrinelli di Firenze, in via
Cerretani. Allora la collana era costituita da 40 titoli (meno della meta'
di oggi) dal prezzo medio cadauno di L.4.500. Ebbene, il fatturato del
venduto reale dei primi nove mesi del 1997, raggiunse la cifra di
L.5.120.000 (al netto dello sconto del 45%).
In tempi piu' recenti il nuovo direttore ha inteso far piazza pulita nella
"sua" libreria ed unilateralmente e senza preavviso mi ha
inviato, fino all¹ultima copia, tutti i titoli del conto deposito. I
"libri spazzatura" non si addicono al nome prestigioso di si'
altisonanti fucine del sapere. Naturalmente il Sig. Direttore non si e'
degnato neanche di rispondere alla mia lettera di risentimento.
Tutte le librerie della catena Feltrinelli (eccezion fatta per quella di
Pisa) attualmente si limitano a chiedermi una copia di quei titoli che
qualche sciagurato e malcapitato cliente insiste nel volere ad ogni costo.
Come quando, nello scorso giugno, dopo che Montanelli ebbe a dichiarare
sul "Corriere" di leggere, alla sera, un capitoletto dei miei
libri prima di addormentarsi. In questo caso troppe persone si riversarono
a chiedere i libri Scipioni nelle librerie. E non si pote' a tutti dire
che si trattava di un piccolo editore, introvabile, e comunque non era il
caso (si consiglio' ad alcuni, ed ho le prove) di prendere in
considerazione le affermazioni di un ultranovantenne un po¹
rincoglionito. Fatto sta che da tutte le librerie Feltrinelli pervennero
richieste che ho regolarmente evaso. Ma non finisce qui, perché a tutt¹oggi
i "signori del libro" quasi tutti debbono ancora saldare
le fatture dei libri inviati e venduti da un anno.
Non a caso il sito della casa editrice www.leggendogodendo.com e' un
chiaro programma, gia' nel nome, di restituire piacere e godimento al
libro. Ma con quali contenuti?
Il libro vince soltanto quando si riesce a far comprendere che la
lettura e' un piacere, un godimento; quando il libro e' una medicina.
Smettiamola di raccontare panzane: il libro eleva lo spirito, arricchisce,
nobilitaŠtutti sanno che un buon pranzo, una bella donna, una nuova casa
in campagna sono preferibili a qualsiasi libro.
Scoprire il piacere inesprimibile del leggere, andare in libreria come in
farmacia, con la ricetta che soltanto un innamorato del libro e del sapere
puo' dare. La passione e l¹emozione per la lettura si trasmette soltanto
per contagio. E quando il "morbo" ti afferra , la tua vita
subisce un cambiamento radicale; quando sei preso dalla passione dell¹apprendere
e del conoscere, dimentichi gli affanni , non avverti la vecchiezza , ti
senti immortale. Anche se il libro ti da' la coscienza dei nostri limiti e
della nostra pochezza.
Pessimo e' soltanto quel libro che vorrebbe sciorinarti e riempirti di
certezze. Buono e' il libro che ti solleva dubbi.
"Da dove veniamo, chi siamo, dove andremo". Non sappiamo
rispondere con la logica a queste domande e forse non lo sapremo mai ,
anche se ci fosse consentito leggere tutti i libri. Eppure queste sono le
domande che i libri ci pongono. E questi sono i contenuti delle "Curiosita'
del Giardino di Epicuro".
So di aver detto una scemenza e una bestemmia, almeno per certi librai.
Pero' prima di scagliare la scomunica , mi facciano il piacere, lorsignori,
di leggerne qualcuno di questi libri volutamente goliardici, libertini ,
eretici , anticlericali, religiosiŠ che vogliono essere tutto e il
contrario di tutto. Datemi almeno atto che sono concepiti con passione . E
voi che avete estromesso questi libri dai luoghi deputati al sapere, avete
commesso un delitto: il delitto di lesa passione. Ma forse l¹aver letto
tanti libri mi da' la capacita' di sopravvivere ai vostri tentati omicidi,
facendomi sentire come Shaharazad che riusci' a sopravvivere al re
Shahriyar.
Una domanda un po' personale. Per essere editori, passo essenziale credo
sia lìamare i libri. Ed in quanto all'amore per i libri, la sua
collezione che ormai vanta piu' di 35.000 titoli, la dice lunga. Dove e
come e' nata questa passione?
E' nata a Farfa, nel 1955. Facevo l'istitutore nel Collegio dei
Benedettini. Era preside Don Oddone Ballesio, rettore don Giovanni
Franzoni (il futuro abate di San Paolo). Il primo innamorato del sapere,
il secondo della vita : amori complementari. In quell'atmosfera di
silenzio interiore , di pace, ho incominciato a prendere familiarita' con
quel meraviglioso giocattolo costituito dal nostro cervello ed ho iniziato
a riconsiderare il libro: da strumento di tortura a veicolo principe per
acquisire la conoscenza. Mi sono reso conto con rammarico del tempo
sprecato sui banchi di scuola. La mia ignoranza era ed e' immensa, ma oggi
ne sono consapevole.
E la ricca biblioteca che possiedo mi fa da paravento, da salvacondotto :
mi sembra di essere in paradiso, quando posso godermela. Sorge su di un
grande casolare di campagna, in un terreno ereditato da mio nonno, sordo e
analfabeta, che dopo venticinque anni di lavoro duro nelle piantagioni
dell'America latina ha potuto mettere da parte 200.000 lire (anno 1928),
fare ritorno al paesello e comperarsi un appezzamento di 30 ettari di
terreno. E' su questo terreno che ho potuto edificare la casa ove oggi ha
sede un centro culturale , la mia biblioteca e la casa editrice. Sono
fiero di questa nemesi storica: tutto deriva dalla forza della volonta' e
delle braccia di un povero emigrante.
Un' ultima domanda. Premettendo che i consigli non sono mai buoni e meno
che mai quelli per gli acquisti, cosa si sentirebbe di consigliare a chi
dalla lettura non e' proprio catturato.
Tutti sanno che il mangiare e bere e' un piacere, tutti sanno che fare
all'amore e' una cosa bella, ma pochissimi sanno che leggere e' un grande
godimento. Si campa lo stesso, certo, ma con un piacere in meno. E non
inquiniamo questo piacere ammantandolo di funzionalita' pragmatiche.
Leggere non per sostenere un esame, per vincere un concorso, per trovare
lavoro: leggere soltanto per godere. Tutto il resto verra'
automaticamente, come un corollario.
Non c'e' niente di nuovo sotto il sole: queste cose le aveva gia' intuite
quattro secoli prima di Cristo , il filosofo del piacere, Epicuro. Il
personaggio piu' insultato e travisato dai posteri. Piu' o meno così si
espresse: in ogni impresa si raggiunge un po' di soddisfazione soltanto
dopo averla portata a termine; nella lettura, invece, la gioia procede di
pari passo con il conoscere; infatti il godimento non viene dopo l¹apprendere,
ma l'apprendere e il piacere sono concomitanti. Io ho provato e provo
questo piacere.
Chi desidera altrettanto mi segua. La mia biblioteca e' a disposizione.
Intervista realizzata da Raffaele Calafiore. Per gentile concessione di
nonsoloparole.com
http://www.marcovalerio.com/
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Avvertimento
per aspiranti editori, vademecum per vogliosi scrittori
CHE
EDITORE SEI?
Ci sono
quelli che vogliono cambiare il mondo (buoni esempi nel dopoguerra:
Savelli, Mazzotta, Guaraldi, Massari...). Fossili onorandi.
Sono i donchisciotte dell'editoria.
Ci sono quelli che vogliono portare Dio nel mondo. Si spiega così il
proliferare delle case editrici religiose. Un esempio insigne ci viene da
don Giussani, scomparso recentemente, con Comunione e Liberazione (Jaca
book), da don Alberione con le Edizioni Paoline. Se il Dio che si vuole
riportare nel mondo è quello di Vojtyla, l'impresa è agevolata. Bastano
già le strutture e le librerie canoniche esistenti per vivere o
sopravvivere.
Sono gli apostoli dell'editoria.
Ci sono quelli che vogliono lasciare il mondo com'è. Per questo si
affannano. Per questo Berlusconi possiede il 60% dell'editoria italiana.
I "sinistri" che si mettono a rapporto con Mondadori per farsi
pubblicare andrebbero considerati come il gatto e la volpe che cercano,
insieme, di gabbare il povero Pinocchio.
Sono i mafiosi dell'editoria.
Ci sono quelli che una volta volevano cambiare il mondo, ma il mondo ha
cambiato loro. Continuano a tenere in mano una pistola e, benché tutti
sanno che è un giocattolo, ancora fanno finta di sparare (Feltrinelli
docet).
Sono i nostalgici dell'editoria.
Ci sono quelli che si sono imposti l'imperativo categorico di "fare
cultura". Fin dai titoli del loro catalogo si scopre il nobile
intento. Se non ci fossero, questi editori, bisognerebbe inventarli.
Seduti alla loro scrivania, meditabondi e concentrati, in permanente
inseguimento della "eterogenesi dei fini", cercano di mettere a
frutto tutte le "astuzie della ragione" discettando
sull'estetica di Baumgarten, di Kant, Hegel... . Il dramma è che il volgo
non sa che farsene della loro cultura. E' disposto ad accettare, tutt'al
più, quella delle Lecciso.
Sono i mastini dell'editoria.
Ci sono poi quelli che hanno scoperto che si può fare l'editore con i
contributi elargiti dagli Enti, dallo Stato e dagli aspiranti scrittori.
I loro libri rimangono seppelliti negli scantinati fino al giorno della
liberazione quando verranno stritolati della mola del macero. Allora
soltanto riacquisteranno la dignità della carta pulita. Questi sono un
esercito.
Sono i parassiti dell'editoria.
E infine ci sono quelli che pensano di arricchirsi facendo gli editori. De
insipientibus non disputandum.
Sono i fessi dell'editoria
In fondo in fondo, ci sono quelli come me (non lasciatemi solo!), che
fanno l'editore per divertirsi e divertire. Anche costoro si occupano di
"estetica", certo non quella di Baumgarten... non disdegnando,
però, quella "della scorreggia" di Toni Siluro Ventilatio.
Felice Scipioni
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