Silvano Agosti
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Data e luogo di nascita: 23 Marzo 1938, Brescia, Italia
Si diploma all’Istituto Magistrale e parte giovanissimo per Londra. Vuole vedere la casa dove nato Charlie Chaplin e in seguito scoprire il mondo. Vive in Inghilterra, in Francia, in Germania svolgendo i lavori più umili e infine parte a piedi, come un pellegrino medioevale per visitare tutto il Medio Oriente e l’Africa del nord.

Si iscrive nel 1960 al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove si diploma nel 1962, vincendo con il cortometraggio La veglia il ciack d’oro che gli viene consegnato dal Presidente della Repubblica. A Mosca, nel 1963, si specializza sull’opera di Ejzenstejn.

Dopo aver lavorato con Marco Bellocchio alla sceneggiatura, i dialoghi, il montaggio de "I pugni in tasca", nel 1967 esordisce col lungometraggio con "Il giardino delle delizie". Fortemente censurato in Italia e invitato all’esposizione universale di Montreal. Nel 1975 dirige "Matti da slegare" con Marco Bellocchio, Sandro Petraglia e Stefano Rulli.

Dal 1976 al 1978 è docente di montaggio al Centro Sperimentale di Cinematografia. Il suo cinema Azzurro Scipioni, nel quartiere Prati, diviene un punto di riferimento per i film d’arte e per quello impegnato. Nel 1983 termina "D’amore si vive", personalissima ricerca sulla sensualità e i sentimenti in una Parma tutta speciale.

Intorno agli anni 80 inizia la sua attività letteraria che produrrà romanzi come "l’UOMO PROIETTILE" (candidato al Premio Strega) "UOVA DI GAROFANO", "LA RAGION PURA", "IL SEMPLICE OBLIO" , "LETTERE DALLA KIRGHISIA.

Vive, gioca e lavora a Roma.

 

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Il cinema Azzurro Scipioni

di Silvano Agosti

Potremmo iniziare narrando la breve e ampia storia della sala che ha preso avvio da due elementi:

a) Che ho fatto un sogno in cui il grande Charlie Chaplin mi rimproverava perché' il cinema non lontano da casa mia era chiuso;

b) Perche' avendo prodotto lo straordinario film di Franco Piavoli “IL PIANETA AZZURRO” e, nonostante il grande risultato al festival di Venezia e sulla stampa e gli innumerevoli premi e la dichiarazione del prestigioso critico cinematografico Tullio Kezic: "Il Pianeta azzurro dovrebbero vederlo per legge tutti gli italiani", risultava impossibile per un film indipendente d’Autore e d'Arte come “IL PIANETA AZZURRO” accedere anche a una sola delle duemila sale sul territorio nazionale.

Nove decimi delle sale presenti sul territorio, allora come oggi, erano occupate da film di produzione industriale americana e per il restante 1 decimo erano e sono riservate al cinema industriale italiano. Poi esisteva un fragile circuito cosiddetto d’Essai, così definito in modo ermetico per scoraggiare ulteriormente anche i pochi ipotetici frequentatori. In queste sale l’industria stessa relegava e relega ancor oggi quei film che, avendo una parvenza di impegno “guasterebbero” i gusti del pubblico in cerca solo di “evasione” dalle miserie del quotidiano.

E’ per questo che dopo vari e vani tentativi di trovare una sala, ho deciso di aprirne una io stesso, memore del sogno in cui Charlie Chaplin mi sgridava per via di quel piccolo cinema nei pressi di casa mia, che era stato chiuso. Vorrei qui ricordare che, prima di aprire il cinema AZZURRO SCIPIONI, ho fatto un tentativo disperato e per certi versi ironico che mi ha insegnato molte cose. Non riuscendo a trovare alcuna sala ho deciso di far uscire questo raffinatissimo film al Cinema Modernetta.

Il cinema Moderno e Modernetta erano due note sale porno della capitale.
Così la cassiera del cinema chiedeva ad ogni spettatore: “Porno o Pianeta azzurro?”
L’idea si rivelava eccellente. Evidentemente per la falsa coscienza degli intellettuali romani lo stimolo di vedere un capolavoro in una sala porno, accanto ad un’altra sala porno nella quale forse si poteva dare una sbirciatina senza la vergogna, grazie al prestigio del PIANETA AZZURRO di essere scambiati per uno spettatore di film porno.
Ma anche lì, perfino lì, l’industria, questa volta culturale, ci ha impedito di esistere.

Vedendo lo strepitoso successo del PIANETA AZZURRO in una sala porno, Renzino Rossellini, improbabile nipote del grande Roberto, ci ha fatti andar via e ha fatto mettere in programmazione “Querelle”, di Fassbinder.
Allora e solo allora ho deciso di aprire una sala dalla quale nessuno avrebbe osato cacciare il cinema d’Autore.

Così è nato il cinema AZZURRO SCIPIONI, azzurro per via del film IL PIANETA AZZURRO e Scipioni perchè si trova in Via degli Scipioni.

Roma, 01 OTTOBRE 2003

 

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Last updated: maggio 08, 2005.