PEDOFILIA: ANALISI DI UN PROBLEMA IRRISOLTO del giudice
scrittore Gennaro Francione(Edizioni D'Agostino - Roma, gennaio '98-Ristampa)
Il libro fu già presentato nel '98 al tempo in cui in Senato
si lavorava a un disegno di legge che aggravava le pene per i pedofili prevedendo nuovi
reati contro i bambini.
Fu presentato al convegno "La pedofilia ed il disagio
minorile" il 18 settembre 1998 presso la Sala del Cenacolo (con interventi tra gli
altri della Dr.ssa. Pamela Pantano,Assessore della città delle bambine e dei bambini del
Comune di Roma; On. Luciano Ciocchetti Presidente della Commissione Consiliare delle
politiche sociali e servizi alla persona del Comune di Roma; Sen. Carla Mazzucca Pres.
Comm. Speciale infanzia Senato della Repubblica Roma; ospite il poeta albanese Visar
Zhiti).
L'autore andava allora decisamente contro corrente, là dove
prevedeva la cura mentre altri affilavano le spade contro i pedofili.
Oggi viene presentato al Convegno "Giornata del minore
rapito" organizzato dal C.E.C.S(Comitato Ecumenico per le Comunicazioni Sociali)
presso il Museo del Cinema con la presentazione del saggio sulla Pedofilia(Costanzo
D'Agostino Editore)proponendo la prevenzione e la cura, nell'ambito di un più vasto
progetto di neorinascimentale diritto medicinale(contro il medioevale e fallimentare
diritto penitenziale).
I tempi sono cambiati, malgrado strati popolari sembrino
invocare addirittura la pena di morte, e finalmente ci si è resi conto che la politica
della ferocia contro i pedofili non porta a nulla, puntandosi piuttosto sulla prevenzione.
Francione ha già emesso il 13 giugno 2000 un'ordinanza
d'incostituzionalità del processo indiziario(ora al vaglio della Corte Costituzionale)
auspicando, in rivoluzione copernicana del diritto, il nuovo processo scientifico.
Sul tema del giorno, di giudice, ma anche di drammaturgo e
scrittore, al di là dei facili linciaggi, collocandosi in una dimensione scientifica e
neoumanistica propone nel saggio di trattare i pedofili non più come dei mostri da
prendere a pietre, ma solo come malati da controllare e curare in conformità alle
procedure già seguite in paesi evoluti come l'Inghilterra.
Secondo le stime annue di abuso sessuale nei confronti di
minori elaborate dal Censis e rielaborate dal professor Vincenzo Mastronardi, titolare
della cattedra di criminologia dell'università "La Sapienza" in Italia
colpiscono ogni anno 21 mila pedofili: un caso ogni 400 minori, un caso ogni quattro
scuole, un caso ogni 500 famiglie. Una metà sono casi di vera e propria violenza carnale,
l'altra metà molestie gravi.
Francione indica nella prevenzione la prima via per tutelare i
bambini. Il primo bersaglio da attuarsi, piuttosto che dare un'inutile caccia dopo i
fatti, con un decalogo di suggerimenti dati ai genitori e con un monito alla popolazione
tutta di essere vigile per controllare i bambini propri e quelli degli altri.
Uno sprone al coraggio civile e un violento J'accuse contro
l'omertà, spesso complice imperdonabile nei crimini contro i minori. Omertà che non
viene certo salvata dalle liste dei pedofili che violano la privacy(c'è una legge al
riguardo), distruggono le famiglie dei deviati, creano climi da barricate tra normali e
diversi.
Il saggio è anche una mano offerta ai pedodeviati sessuali che
malati, paradossalmente coi loro crimini, dimostrano che c'è una sola strada per salvare
tutti: curare i diversi pedofili e reinserirli nel mondo civile.
Curare significa consultarsi con la scienza sulle modalità e
possibilità reale del remedium.
Secondo il professor Mastronardi la causa della pedofilia
"è da ricercare nella rarefazione dei rapporti interpersonali, nel sentirsi
estremamente inadeguati nella comunicazione con l'altro. Questo inevitabilmente può
portare a ricercare e ad effettuare quello che può essere definito lo scippo del sesso.
Questo disagio è ancora più evidente nei soggetti immigrati".
Per quanto riguarda la possibilità di cura, il professor
Mastronardi precisa che "esattamente come i tossicomani, se accettano il trattamento
e vengono assistiti, ci può essere un'alta percentuale di recupero. Farmaci come il
ciproterone acetato o tartrato vengono dati solo in caso di scompenso ormonale accertato
che impone la castrazione chimica reversibile. Per il resto viene utilizzata la
psicoterapia individuale o di gruppo - conclude lo psichiatra - con il risultato che solo
il 5 per cento dei casi recidiva se affrontati in terapia, contro l'80 per cento di
recidive per i casi non trattati. Così come il tossicodipendente devono essere in qualche
modo costretti alla terapia, per cui il procedimento penale pur essere l'occasione, il
momento di stimolo alla volontà di autorecupero".
A coloro che obiettano sulla possibilità di cura, soprattutto
in rapporto a casi di pedofili estremi e incurabili, Francione ribatte che il problema
della cura s'inquadra più in generale in quello dell'emenda dei devianti, Nel trattato
UTOPIA DEL SISTEMA PENALE ENTROPICO(inedito) egli paradossalmente esordisce con un
"Tutti fuori!". Poi esplicita la sua utopia(oggi in nuce scientifica e ridotta
nei tempi di realizzazione grazie ad internet) sull'apocalisse del sistema penale e sulla
sostituzione della cura alla pena nel trattamento dei criminali. Ciò in piena allenaza
con lo spirito della Costituzione che la terzo comma articolo 7 recita: "Le pene non
possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla
rieducazione del condannato". Ergo l'emenda e non la penitenza è l'esito della
contravvenzione alle leggi penali.
E la distruzione della Bastiglia continua.
Il carcere in funzione meramente terroristica e repressiva non
ha mai salvato nessuno. Anzi. All'uscita dalla gabbia il condannato è spesso più
arrabbiato e più violento di prima.
E allora, parola d'ordine next age 2000: