APPELLO
Siamo
donne e uomini, cittadini di questo Pianeta, consapevoli che la lotta ai
cambiamenti climatici deve rappresentare una priorità nell’azione
politica di ogni governo e che si impongono cambiamenti negli
stili di vita e politiche coraggiose se si vuole assicurare
un futuro alle generazioni presenti e a quelle che verranno. Vogliamo
impegnarci per innovare e dare più forza ad un progetto ecologista in
Italia e ad una cultura di governo del cambiamento. Negli ultimi 20 anni i
Verdi e il movimento ambientalista sono stati punto di riferimento
importante delle battaglie in difesa dell’ambiente. Ora dobbiamo unire
sempre più energie nel mondo dell’associazionismo, tra le
personalità politiche più impegnate sul fronte ambientale, i movimenti
per la pace, i molti gruppi o comitati che formano un prezioso tessuto di
partecipazione civica, le imprese, i sindacati, le professioni e le forze
più dinamiche della società civile. La
responsabilità verso il
nostro Pianeta e quindi anche verso il
nostro Paese, è la base del nostro impegno. La società fa affidamento
sulle risorse ecologiche, sulla salute e sulla capacità di
recupero della Terra; su di noi ricade l’obbligo nei confronti delle
generazioni future di proteggere questa eredità. Sosteniamo
con forza la necessità di modificare l’attuale modello di sviluppo
economico e produttivo, responsabile dei cambiamenti climatici in atto,
basato sull’uso del petrolio e più in generale delle fonti
fossili, su un consumo senza limiti delle risorse naturali che hanno
generato nel pianeta povertà, squilibri ,precarietà del lavoro,
conflitti sociali e guerre. Il futuro energetico del mondo non può essere
l’attuale nucleare con il drammatico problema delle scorie radioattive e
della sicurezza e nemmeno il carbone con il suo forte impatto
ambientale e sanitario provocato dalle emissioni di Co2 e delle polveri
sottili. Una nuova politica energetica deve basarsi sulle energie
rinnovabili, a partire dal sole, sul risparmio e l’efficienza
energetica, su una rete energetica intelligente per ridurre al minimo gli
sprechi, puntando fortemente sulla ricerca e
l’innovazione tecnologica che consenta tra l’altro di utilizzare
l’idrogeno e le bionergie prodotte su filiera corta. Tutto ciò è
indispensabile per costruire una società giusta, sostenibile e senza
guerre. Una tale sfida comporta anche il superamento del vecchio modo di
misurare il Pil con indicatori che valutino lo sviluppo in termini di
sostenibilità sociale e ambientale. La nuova politica economica dovrà
perciò puntare alla qualità più che alla quantità, consumando meno e
meglio e tutelando sempre di più i diritti dei cittadini .Principio
fondante del nostro patto è il rifiuto della brevettabilità del
vivente che significa mercificazione delle risorse biotiche del Pianeta
e quindi della vita. La
centralità della questione
ecologica in Italia significa anche realizzare una nuova
politica per fermare il consumo del territorio, per affrontare il problema
smog trasformatosi in emergenza sanitaria, investire prioritariamente sul
trasporto pubblico su ferro, rendere più rigorosa la tutela del paesaggio
del nostro Paese violentato e offeso dagli abusi ma anche dalle
cementificazioni legalizzate,valorizzare la bioedilizia,
investire nella prevenzione del dissesto idrogeologico, realizzare
sistemi di gestione dei rifiuti imperniati sulla riduzione, il recupero la
raccolta differenziata e il riciclaggio. Ci sentiamo profondamente
impegnati nella tutela dei diritti degli animali e nel superamento della
vivisezione. Il nostro impegno per l’acqua come bene comune è elemento
strategico nell’ambito di una seria politica ecologica e dei diritti.
Dobbiamo tutelare la biodiversità e tutti gli esseri viventi, favorendo
un’agricoltura biologica e di qualità libera da Ogm che garantisca le
tradizioni tipiche e quelle enogastronomiche, il nostro patrimonio
storico-archeologico-artistico, la nostra cultura e i beni
immateriali che potranno essere sempre di più una grande
opportunità di futuro sostenibile e di nuova occupazione. Il diritto
all’ambiente e il principio di precauzione devono essere
costituzionalmente garantiti, mentre il nostro codice penale deve
prevedere sanzioni adeguate contro ecomafiosi ed ecocriminali. La
democrazia va difesa da chi
la vuole piegare ai propri interessi particolari, trascurando quelli
generali del Paese e del Pianeta. Vogliamo che i processi politici e
decisionali siano inclusivi e partecipati, trasparenti e pienamente
accessibili alla comunità. Strategico in questo senso è la condivisione
dei saperi, l’utilizzo delle tecnologie informatiche e di comunicazione
web, promuovendo software aperti e condivisi , sottraendo questi strumenti
al monopolio di pochi. Ma crediamo anche che non c’è Democrazia senza
Giustizia. Le politiche ecologiste si basano sul principio di giustizia
che richiede una distribuzione equa dei beni sociali che, a
sua volta, esige una grande attenzione ai più deboli. Giustizia
ambientale e sociale, giustizia tra i generi e giustizia
globale sono tutte legate tra loro. Le
povertà sociali e
l’ equità sono strettamente connesse alla diseguale
distribuzione delle risorse e agli effetti dei mutamenti climatici. I
poveri e i paesi meno sviluppati subiscono prima di tutti ed in modo
crescente le conseguenze dei mutamenti climatici, causati da una crescita
iniqua e insostenibile. I costi economici e sociali del Global Warming
sono ormai elevatissimi anche nel nostro Paese.
E’ quindi necessaria una riforma degli organismi sovranazionali
per realizzare una governance del pianeta che gararantisca il
diritto alla vita, sradichi la povertà , tuteli i beni
comuni e contrasti i cambiamenti climatici. L’Europa che con forza e
chiarezza ha affermato che la tutela ambientale e sociale
deve essere parte integrante di ogni azione politica ed amministrativa,
deve essere il nostro punto di riferimento certo. La
diversità è una ricchezza
su cui sono cresciute civiltà, società e culture. La diversità
costituisce una salvaguardia contro l’intolleranza, l’estremismo, il
totalitarismo e i proibizionismi. La diversità umana ha molte dimensioni:
di genere, sociale, culturale, spirituale, religiosa, linguistica, di
orientamento sessuale, economica, etnica e regionale… La tutela della
diversità richiede quindi un riconoscimento ed ecco perché riteniamo
fondante nel nostro patto di azione l’impegno sui diritti civili. Ci
sentiamo profondamente impegnati a far rispettare nel mondo i diritti
umani, a sostenere l’abolizione della pena di morte e a riconoscere il
diritto alla tutela dell’ambiente tra i diritti fondamentali
dell’individuo. Ci
impegniamo inoltre ad aprire una nuova prospettiva ad un sistema di
welfare etico, di civiltà e locale che coniughi ben-essere,
legalità e giustizia, ribadisca l’effettivo esercizio del diritto alla
qualità della vita delle persone ed assicuri il patto di civiltà
costituzionale per il “pieno sviluppo della persona
umana”. La nonviolenza
è nel nostro modo di essere e costituisce una
parte fondamentale dell’azione ecologista sin dalla nascita del
movimento ambientalista e dei Verdi. Nessuna soluzione a un conflitto tra
individui, gruppi sociali o stati può essere imposta con la
violenza. La violenza – di cui la guerra è l’espressione massima - va
condannata e contrastata in tutte le sue forme ed è antitetica alla
rivoluzione ecologica indispensabile per salvare il nostro Pianeta.
La cooperazione tra i popoli
va incentivata per estendere la rete di una vera solidarietà ma anche per
contrastare il cambiamento climatico con efficaci politiche ambientali. I
profughi ambientali saranno una delle prime conseguenze
drammatiche dei cambiamenti climatici. Milioni di persone
fuggiranno da aree desertificate, alla ricerca di acqua e
cibo. Le prime aree ad essere colpite saranno quelle del “Sud del
mondo”. Ma la Cooperazione tra Nord e Sud non
può prescindere dal riconoscimento del debito ecologico,
ovvero la responsabilità che i paesi industrializzati hanno avuto nel
saccheggio delle risorse naturali e culturali del “ Mondo “ . Diamo
un futuro ai giovani e
costruiamo nuove opportunità di occupazione in una riconversione
ecologica dell’economia e un mondo del lavoro e dell’impresa che
investa nelle nuove tecnologie, nei saperi,nella ricerca e nelle
professioni che potranno aiutarci a salvare il mondo. Dobbiamo restituire
ai giovani la capacità di progettare e costruire il proprio futuro. Proponiamo
un patto per il clima
rivolto a singoli cittadini, associazioni ambientaliste e animaliste,
alle personalità più impegnate nel superamento
dell’attuale modello di sviluppo, associazioni
per la difesa dei diritti civili e umani, ai consumatori, alle realtà
civiche, mondo del volontariato e cooperazione sociale,
mondo agricolo, commercio equo e solidale, comitati
di cittadini, sindacati, mondo della ricerca e della scienza,
dell’impresa, delle professioni e della cultura. Lavoriamo per ampliare
sempre di più il consenso a queste proposte perché in Italia c’è
bisogno di una vasta, ricca, influente area politica
ecologista, pacifista, nonviolenta, autonoma e innovatrice, che porti nel
2008 ad un grande appuntamento per costruire un’ Alleanza in
grado di affrontare la grande sfida posta a tutta l’umanità e
all’intero pianeta dal cambiamento climatico in corso, una sfida di
fronte alla quale siamo tutti chiamati a dare il meglio di
noi.
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