CYBERUTOPIA
DI PACE
di
Gennaro Francione
"L'Utopia
è il motore della storia. Con l'utopia rovesceremo pacificamente il mondo
e realizzeremo la pace in terra, accorciando le distanze tra il sogno di
armonia universale e la realtà grazie al rizoma informativo dal basso
offerto dal web. Nella ragnatela internettiana irretiremo la Mosca della
Guerra e, in massa, la succhieremo a morte distruggendola"(Raul
Karelia)
Il 25 di agosto
del 2001 nel corso della Giornata del Minore rapito
V
EDIZIONE, presso il CESC (Museo del Cinema di Roma) lanciai l'idea di UN
TRIBUNALE INTERNAZIONALE DEI DEBOLI.
I
bambini rappresentano la metafora del Debole, tant'è che le prive vittime
della guerra sono proprio loro.
Nel
romanzo CALABUSCIA
racconto la fuga dopo l'armistizio lungo tutto la penisola di due
napoletani, padre e figlio(mio padre e mio nonno), alla ricerca di una
salvezza che si rivela una mera chimera.
La vita è un'eterna Calabuscia,
una gabbia in cui in fase bellica sono irretiti soprattutto i bambini come
gli "eroici" guagliuncielli di Napoli.
"E
così Napoli, l'indifferente città, si è posta sorprendentemente alla
testa della rivolta al nemico. Ridotta senza cibo e acqua ha caricato le
sue energie esplosive nella fame e nella sete come nessun altro popolo.
Ma quante anime
innocenti sono morte! Non uno di quei bambini col volto piegato tra i
calcinacci e il sangue raggrumato, gli occhi stralunati, puri e increduli,
vale la vittoria di un'intera guerra! Vittoria: ma di chi e in nome di che
cosa?
La vita è il
principale bene di ciascuno e nessuno ha il diritto di violarla in nome di
qualsivoglia ideale pur nobile. Quando poi muore un bambino armato è
davvero l'inferno in terra e l'eroismo non salva ché anzi aggrava la
colpa nella vanagloria degli adulti di essere stati vincitori col mitra
impugnato dall'agnello di Dio.
Guerra, sei solo merda!".
Merde.
Parola edulcorata alla francese. Sedimento
corporeo richiamato nell'incipit
del romanzo:
"Il coraggio della guerra è di uscirne vivi;
Il coraggio della pace
è di scagliare la
verità in faccia ai
vincitori.
La guerra è merda
universale,
prodotta dallo spirito
collettivo,
sapientemente
incartocciata nelle
multicolori bandiere
patrie".
Un
libro di guerra contro la guerra, Calabuscia,
che dimostra come la guerra, comunque motivata, sia un crimine e un atto
d'ingiustizia contro l'umanità.
Nel convegno sopra citato al MICS si dibatteva contro i
giudici stranieri che in nome di una legge astratta rapiscono i bambini di
altri paesi. Fu allora che lanciai il mio "J'accuse" contro
l'attuale sistema di giustizia mondiale. Sì perché per evitare le guerre
un primo espediente è combattere pacificamente per un mondo più giusto.
In
pieno spirito antiglobalizzazione e
per una reale democrazia mondiale avanzai l'idea di un Tribunale
Internazionale dei Deboli proponendo di
istituire accanto al Tribunale Internazionale
per i Crimini di Guerra un
Tribunale Internazionale per
evitare i crimini di pace compiuti da Stati
anche Democratici, avallando
procedure pseudolegali come la pena di morte, la tortura, i verdetti
sommari e indiziari etc., ma
soprattutto giustificando con finti progetti di democratizzazione le
invasioni pseudoilluministiche di altri stati.
La
proposta fu lanciata via internet quello stesso anno attraverso il sito
MOVIMENTO UTOPISTA, (MOVIMENTO UTOPISTA: IL GIOCO DELL'ANTIPOLITICA IN
RETE http://www.antiarte.it/movimentoutopista) con la creazione di un
cybertribunale popolare cui affidare il compito di processare quei paesi
che commettono crimini ai danni dell'umanesimo in tempo di guerra ma quel
che è peggio in tempo di pace, tradendo i principi della reale democrazia
e specificamente restandosene
inerti a osservare la strage degl'innocenti nel mondo.
Il
peggior delitto contro la democrazia è l'OMERTA': il non vedere pur
potendo facilmente vedere, il non sapere pur sapendo, il non fare pur
potendolo.
In
spirito no-global denunciavamo l'omertà del mondo civile rispetto ai
paesi poveri, ribadendo che non ci potrà mai essere vera giustizia sulla
terra finché le risorse della stessa non saranno equamente distribuiti
tra tutti i paesi eliminando il gap tra ricchi e poveri.
Oggi
la realtà è questa: oltre mezzo miliardo di bambini nel mondo vive con
meno di un dollaro al giorno, molto al di sotto della soglia di
sopravvivenza.
Lo
Stato, gli Stati, sono corresponsabili dei delitti compiuti in nome della
miseria. Inutile cercare
capri espiatori singoli quando la fame e la povertà dilagano. Un
manifesto visto in questi giorni associa Hitler e immagini di un campo di
sterminio con noi, cosiddetti civili, collegati a un'immagine di bambini
africani denutriti sulla soglia della morte. Il manifesto reca la scritta
"Hitler uno di noi" associando immagini dell'Africa con quelle
di Auschwitz (1942-1945). Termina con la frase "Nulla è
impossibile".
Inutile
colpire solo i turisti sessuali quando gli Stati non fanno nulla per
eliminare le sacche di povertà e di conflitto in paesi come la
Thainlandia, la Cambogia, l'Eritrea, l'Etiopia dove la gente fa
prostituire i propri bambini proprio per guadagnarsi un tozzo di pane.
"Stati
ancora Membri della Rivoluzione Francese, assicurate la fraternité e il
cibo e i reati di
sfruttamento minorile, diminuiranno!" peroravo nel convegno al
MICS e concludevo con: "Oltre alla costituzione del
CyberTribunale Internazionale dei Deboli, unica arma immediata di reazione
a nostra disposizione, noi confidiamo
nella riunione straordinaria dell'Onu dedicata ai bambini e agli
adolescenti del mondo che si terrà a settembre a New York
avallandone in pieno l'intento di chiedere alle nazioni di
dichiarare l'infanzia zona di pace".
La
realtà peggiore di questo mondo è il permanere del fenomeno guerra che
fa strage inutile di uomini ma, quel che è peggio, di bambini utilizzati
a piene mani nei conflitti di ogni tipo.
Solo
negli ultimi dieci anni due milioni di piccoli innocenti sono stati uccisi
in conflitti, un milione sono rimasti orfani, sei milioni sono rimasti
feriti, dieci milioni risentono traumi psichici e altri venti milioni sono
stati costretti a lasciare la loro casa e il loro paese per cercare
rifugio altrove.
Secondo
il rapporto di Amnesty International più di 300.000 minori sono
attualmente impegnati in conflitti nel mondo utilizzati come soldati,
informatori, per mettere mine e sottoposti a una severa disciplina tanto
da comportare in caso di diserzione l'arresto o l'esecuzione immediata. La
maggioranza di questi hanno da 15 a 18 anni ma ci sono reclute anche di 10
anni e la tendenza è verso un abbassamento dell'età.
Nella
messinscena di maggio al Don
Bosco di Roma SUONI E LUCI DI GUERRA E DI PACE,
autore il vostro relatore e Francesco De Cicco, per la regia di
quest'ultimo, abbiamo creato
una pièce multimediale a collage dove artisti(un poeta, un pittore,
teatranti di strada) ma soprattutto ragazzi e bambini, tanti bambini,
tutti uniti insieme, lanciano il loro urlo contro l'infamia della guerra,
di qualunque guerra, auspicando un mondo diverso con un nuovo sole che
riscaldi la fratellanza degli uomini finalmente accomunati dalla pace,
dall'emozione e dalla creatività comuni.
Dopo
la fondazione del Tribunale Internazionale dei Deboli, il MOVIMENTO
UTOPISTA scese in campo nella
manifestazione la GARBATELLA IN PIAZZA CONTRO LA GUERRA. Ci fu una giornata contro la guerra con interventi di artisti, poeti,
giornalisti e scienziati, spazi di libero intervento, coinvolgimento dei
bambini nella realizzazione di disegni e striscioni contro la guerra,
proiezioni di video, pannelli e banchetti di materiale informativo,
momenti musicali, e in chiusura cena multietnica.
La
manifestazione fu organizzata da Roma XI social forum in collaborazione
con il Roma Sud-Ovest social forum.
Si
scendeva in piazza per dire NO ALLA GUERRA che distrugge case di argilla,
uccide e mutila bambini, donne, anziani, cittadini inermi, crea nuovi
profughi, punisce il popolo afghano e ora quello iracheno che non sono
responsabili dei crimini compiuti dai terroristi; per dire NO AL
TERRORISMO che colpisce persone innocenti e globalizza una situazione di
insicurezza psicologica, clima in cui i potenti del mondo tentano di
criminalizzare ogni forma di opposizione, incrementano le spese militari,
tolgono risorse all'istruzione, alla cultura, alla sanità e al sociale
nel suo complesso programma.
In
quella occasione ci fu una sentenza popolare contro la guerra.
IL
TRIBUNALE INTERNAZIONALE DEI DEBOLI
riunito
in seduta plenaria alla Garbatella con l'intervento di poeti, scienziati,
antiartisti e del popolo tutto in occasione del Roma XI Social Forum
presso l'Aula Columbus, Università Roma 3 via delle 7 chiese n. 1001 d)
in
merito alla guerra mossa dagli occidentali contro l'Afghanistan dopo
l'attacco alle torri gemelle di New York
sentenzia
L'art.
11 della Cost. afferma "L'Italia
ripudia la guerra come
strumento di offesa alla
libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali".
Ripudia
significa... che al nostro popolo la guerra... fa schifo!
Precisamente
ci sono due azioni ripudiate:
-
la guerra di aggressione;
-
la guerra per risolvere controversie tra Stati.
Quanto
al primo punto l'analogia con la legittima difesa è più che mai
legittimo e si perdoni l'allitterazione.
La
legittima difesa è valida a scriminare i delitti quando la reazione è
proporzionata all'azione ed è immediata.
Nel
nostro caso non c'è proporzione tra il male che si è subito e quello che
si arreca. Manca cioè la proporzione tra il vile attentato alle torri
compiuto da una banda di criminali e l'attacco a un intero popolo, quello
afghano.
Inoltre
la reazione alla strage americana non è stata immediata ma meditata,
preparata e poi sferrata.
Ergo
la legittima difesa non è invocabile perché non ne ricorrono i principi,
passandosi con la reazione spropositata e dilatata nel tempo dalla
possibile ragione al sicuro torto.
Quanto
alla controversia tra stati affinché essa insorga è prima di tutto
necessario appurare il punto su cui controvertere. Orbene, prove o non
prove, nessun giudice americano o di altro paese ha mai fatto il processo
a Osama Bin Laden, attribuendogli la responsabilità specifica e non solo
per simpateia dei fatti di New York.
In
ogni caso la risoluzione della controversia era da demandarsi ad altri
sistemi(intelligence, sanzioni economiche e produttive etc.) da
attuarsi con calma e metodo. Se c'era la possibilità di agire in quel
modo, e c'era, bisognava adeguarsi perché questi sono i principi del
nuovo mondo democratico che ripudia la giustizia sommaria dell'occhio per
occhio... dente per... un'intera dentiera.
Insomma
la guerra è ammessa in una situazione realmente agonica ma non si può
andare ad attaccare un intero popolo perché nasconde terroristi. E' come
sconfiggere la mafia bombardando e massacrando la Sicilia e i siciliani.
Rispondere
al terrorismo con una guerra che uccide anche un solo bambino è
rispondere a barbarie con ultrabarbarie, è atto da altissimo medioevo.
Promettere di ridurre ai minimi i danni alla popolazione civile avversa è
pura demagogia e non comporta nemmeno la concessione delle attenuanti
generiche.
D'altra
parte l'art. 11 della Cost. porta avanti un principio pacifista che lo
Stato Italiano ha acquisito sulla scia di autorevoli precedenti come la
Costituzione Francese del 1791. Noi stiamo ancora combattendo per la
Rivoluzione Francese, qui, come soldati pacifici e disarmati,
perché non vogliamo la guerra né i signori della guerra,
opponendo loro solo i nostri corpi, la nostra fratellanza e la
nostra intelligenza.
L'Italia
con questo principio dell'art. 11 si è definito "Stato
pacifico", requisito fondamentale per entrare a far parte delle
Nazioni Unite che ammettono nel loro ambito solo gli stati "amanti
della pace". Bella pace!
Entrando
in questa guerra per catturare i terroristi l'Italia ha tradito
la costituzione; entrando in guerra gli occidentali -
Nato o Non Nato(quanto ognuno di noi vorrebbe a tal punto non
essere in questo mondo mai... Nato) -
hanno tradito la Carta ineluttabilmente pacifista delle Nazioni Unite
attaccando un intero popolo
inerme per catturare una banda di masnadieri.
E
tutto questo non trova alcuna giustificazione né nella Legge Scritta
degli Uomini Forti né nella Legge Non Scritta dei Fratelli Deboli del
Mondo;
P.Q.M.
visti
i principi di Liberté, Egalité, Vivacité, Fraternité
condanna
attaccanti e terroristi a essere
bruciati con l'incenso e le poesie sull'Altare della Pace Universale.
Così
deciso in Roma il 17 novembre 2001
Una
sentenza pronunciata per l'Afghanistan che, mutatis
mutandis, potrebbe essere stilata ristilata per l'Iraq, con toni
comunque ben più aspri perché le democrazie non possono essere forzate
senza il dialogo con coloro che devono attuarle, alias conseguendone
cruenti guerre civili che sono peggiori dei mali saddamhusseinici che si
vogliono estirpare.
Il
fallimento di quest'autentica guerra di aggressione degli occidentali è
sotto gli occhi di tutti.
Il
3 marzo 2004, giorno del 60°
anniversario della Tragedia di Balvano, fondai la Cyberassociazione
"Treno di Luce 8017" con il compito di riunire i familiari ed
amici delle circa 600 vittime del treno
che si fermò nella Galleria delle Armi(poi rinominata Galleria della
morte) nella notte tra il 2 e
3 marzo 1944, uccidendo i suoi occupanti (per lo più contrabbandieri di
fame) con l'ossido di carbonio.
Il
Treno di Luce era non solo un convoglio materiale ma un mezzo celeste per
ricordare tutti quei morti, vittime di un olocausto inutile, frutto della
guerra e della vita cosiddetta civile che sopraffà i poveri. Per questo
il Treno di Luce nacque con l'intento di viaggiare sulle rotaie del
Cyberspazio per portare il suo messaggio di pace contro la guerra e contro
la sopraffazione dei deboli ad opera dei forti.
Da qui la creazione del sito TRENO DI LUCE 8017 (L'INNO ALLA PACE
DEI 521 MORTI DELLA TRAGEDIA DI BALVANO
http://www.antiarte.it/trenodiluce).
Ha
scritto Albert Einstein:
"Vi parlo della peggior specie delle creazioni: quella delle masse
armate, del regime militare, che io odio. Provo un profondo disprezzo per
colui che può, con piacere, marciare in ranghi dietro una musica: ha
ricevuto il cervello per errore; un midollo spinale gli sarebbe stato più
che sufficiente. Bisognerebbe far scomparire il più rapidamente possibile
questa vergogna della civiltà".
Per
far sparire questa vergogna al
MOVIMENTO UTOPISTA si unirono altri movimenti da me fondati come l'UNIONE
EUROPEA GIUDICI SCRITTORI(EUGIUS: LA NUOVA UNIONE DEI GIUDICI UMANISTI D'EUROPA:
http://www.antiarte.it/eugius) e ANTIARTE 2000(LA RIVOLUZIONE
DELL'ESTETICA NEL CYBERSPAZIO. http://www.antiarte.it/antiarte).
E'
scritto nell'home page di Eugius: "L'Associazione Europea dei Giudici
Scrittori ha lo scopo di associare i giudici-scrittori d'Europa al fine di
diffondere un messaggio universale di giustizia e arte nel presupposto che
ciò che è bello è anche buono e giusto. Ergo si può contribuire
all'unione delle persone, alla crescita dell'umanità e della solidarietà
in nome di una giustizia intesa non come mera punizione ma come ricerca
dei sistemi creativi per rendere l'uomo retto, mediante l'arte, la
cultura, lo spettacolo, l'informazione, la cooperazione culturale e
sociale".
Stiamo
elaborando un progetto di Diritto
2000 che sostituisce al medievale diritto
penitenziale(basato sulla punizione) il neoumanistico diritto medicinale(cura, sanzioni e misure di sicurezza). Ci
battiamo per l'abolizione del processo indiziario e letterario, a favore
di quello a prova epistemologica, per l'umanizzazione della giustizia e
del sistema di pena, per il recupero dei devianti e degli emarginati
attraverso l'arte in particolare drammaturgica.
Infine
abbiamo proposto una drastica
riduzione del copyright, non più proprietà intellettuale esosa ma detentio, ovvero possesso in nome dell'Umanità, per cui l'opera
d'arte va smerciata a prezzi alla portata della tasca del popolo con
procedura da estendersi ai brevetti in particolar modo a quelli
farmacologici.
L'Antiarte
è, invece, il Movimento Estetico del Nuovo Millennio il cui compito è di
affratellare tutti gli artisti di trincea, non venuti alla luce del
successo spesso dovuto alla fortuna e a deprecabili agganci politici.
Il
target è creare nel Grande Numero degli Eguali la forza rivoluzionaria
che con mezzi pacifici e gandhiani
creerà il Nuovo Stato Estetico. Qui ci sarà veramente spazio per tutti
nel manifestare le proprie opere liberamente e gratuitamente presso tutti
i grandi e piccoli mezzi di produzione editoriale, artistica, televisiva,
cinematografica, teatrale, massmediale.
In
home page si legge il proclama: "Antiartisti di tutto il mondo,
Fratellini e Sorelline Esteti, aggregatevi gratis con noi e buon viaggio
nell'Estasi del cyberspazio!".
Noi
dell'Antiarte-Movimento Utopista sosteniamo
il primato dell'arte
e della cultura sull'economia, il che rende la tutela del
diritto all'arte e al sapere dell'uomo prioritaria di fronte ad ogni altro
interesse materiale ed economico. Attraverso quest'ultima via veniva
ribadito il principio già espresso nella sentenza anticopyright
che emisi il 15 febbraio 2001, quando assolsi 4 venditori
extracomunitari di cd contraffatti per aver essi agito per stato di
necessità(bisogno di alimentarsi) e per analogia con lo sviluppo
antycopyright in Internet.
Per quella sentenza fui sottoposto ad azione disciplinare dall'allora
Ministro della Giustizia Castelli, venendo poi prosciolto dal CSM che, con
quella pronuncia, ribadì la validità della pronuncia
e la piena indipendenza della magistratura. In quel verdetto
affermai il nuovo cybervangelo connesso al diritto di accesso totale
all'arte e alla cultura:
Anche la New Economy
depone nel senso dell'arte a diffusione gratuita o a bassissimo prezzo,
per rendere effettivo il principio costituzionale dell'arte e la scienza
libere(art. 33 della Cost.) e, quindi, usufruibili da tutti, cosa non
assicurata dalle attuali oligarchie produttive d'arte che impongono prezzi
alti, contrari a un'economia
umanistica, con economia anzi diseducativa per i giovani spesso privi del
denaro necessario per acquistare i loro prodotti preferiti e spinti,
quindi, a ricorrere in rete e fuori a forme diffuse di
"pirateria" riequilibratrice.
L'azione
degli oligopoli produttivi appare, quindi, in contrasto con l'art. 41
della Cost. secondo cui l'iniziativa economica privata libera "non può
svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno
alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana". Solo un'arte a
portata di tasca di tutti i cittadini e soprattutto dei giovani può
essere a livello produttivo umanitaria e sociale come richiesto dalla
Costituzione, per far sì che davvero tutti possano godere dei prodotti
artistici.
Entrambi
i movimenti EUGIUS-ANTIARTE partivano dal principio basilare per cui il
Sapere (inteso come Arte e Cultura) deve prevalere sull'Economia.
Affermavano che al Mondo della pseudodemocrazia, fondato sulla Piramide
Sociale, va sostituito quello della Sfera dove tutti hanno reale eguale
possibilità di partecipazione alla vita spirituale e materiale del mondo.
In questo progetto se oggi lo "Stato è forte coi deboli e debole coi
forti", bisognerà creare un nuovo mondo in cui "Lo Stato è
forte coi forti e debole coi deboli".
Un
sforzo planetario del sistema realmente democratico mondiale è necessario per una più equa distribuzione delle risorse
ciò ad evitare la materia prima dei conflitti.
Inoltre,
nel progetto di affratellamento culturale ed artistico tra i
popoli, le intellinghentie metastatali formeranno l'humus basilare
per un grande dialogo tra le nazioni, come stiamo realizzano nel nostro
piccolo con paesi come l'Albania (Progetto Scanderbeg),
la Romania(Progetto Vlad Dracula),
la Turchia (Progetto Atatürk),
la Cecoslovacchia (Progetto Rodolfo)
etc..
La
prima consapevolezza del sapere umanitario sarà agire per lo
smantellamento delle società costruttrici di armi e il loro riciclaggio in imprese per la pace, ovvero produttrici di tecnologie
favorevoli all'uomo, di cibo, di farmaci etc..
La
seconda consapevolezza sarà disintegrare la proprietà intellettuale
sotto forma di copyright e di brevetti, micidiali soprattutto in tema di
farmacologia tale ora per cui
chi non ha i soldi per pagare il salvavita può pure crepare. Lo sforzo
comune sarà indirizzato al progetto di dare accesso davvero alle fonti
d'informazione di salute
spirituale e materiale a
tutte le popolazioni mondiali, anche a quelle del terzo mondo.
La
terza consapevolezza sarà destabilizzare i sistemi che consentono solo a
pochi e sempre gli stessi di accedere alle risorse culturali, economiche
e massmediali, purificando le pubbliche amministrazioni globali e
locali in nome di un reale accesso di tutti alla cosa pubblica, col
diritto di ciascuno a non essere escluso.
In
questa prospettiva va eliminato il gap tra i paesi ricchi e poveri, progettando per questi ultimi non mere elemosine, ma
esportazione di tecnologie, imprese, sapere per far sì che in loco essi possano avere risorse per lo sviluppo dei loro paesi,
così arginandosi nell'unico modo possibile la giusta invasione dolce di
immigrati nelle terre occidentali.
Per
il momento il web è la fonte d'informazione più forte che abbiamo a
disposizione e non è un caso che
il Tribunale
Internazionale dei Deboli, organismo puramente virtuale, agisca attraverso
internet.
Solo
in questa chiave di umanesimo cybersocialist, universale e integrale sarà possibile minare le basi della discordia,
intesa come divergenza tra popoli senza dialogo, e cercare così di
costruire una reale pace di eguaglianza tra i diseguali.
Noi
crediamo, via web, all'Utopia di una mondo senza guerra.
Davvero
in questo mondo della cyberimmaginazione, come concludeva il manifesto
unificante Auschwitz e l'Omertà sulla fame nel terzo mondo, nulla è
impossibile. Noi vogliamo combattere con mezzi pacifici e gandhiani per un
mondo di armonia tra Natur e Kultur. Per noi un altro mondo, fatto di
Fratellanza e Dialogo, nel breve tempo che ci è concesso di vivere, è
davvero possibile.
G.
Francione, Calabuscia(Aetas
Internazionale - Roma, ottobre 1994), per cui vedi
http://www.antiarte.it/cyberomanzofrancione/calabusc.htm
Vedi
http://www.antiarte.it/adramelekteatro/suoni_e_luci_di_guerra_e_di_pace.htm
Tra
di essi mia nonna Giulietta Brancaccio. La tragedia è narrata nel
citato CALABUSCIA.
La sentenza ha suscitato ampio dibattito in internet e fuori, citata
in numerosi articoli e saggi tra cui la serie edita dalla Ed.
D'Agostino "Sentenza anticopyright atto I, II, III etc."
(Roma 2002) con i titoli: Immigrato. Sì, questo è un uomo (C. D'Agostino,
R. Karelia e S. Proietti); Sentenza
Anticopyright - Atto II (C. D'Agostino,
R. Karelia e S. Proietti); Biopirateria - Droga
mediatica (Costanzo D'Agostino e Raul Karelia); Brevetti
sulla vita - Crisi della giustizia (Costanzo D'Agostino e Raul Karelia);
Democrazia, globalizzazione
e giustizia (Costanzo D'Agostino con poesie di M. G.
Colombo; Agonia e morte
del diritto d'autore
- Intervista (immaginaria) a Erich Fromm (Costanzo D'Agostino con
poesie di M. G. Colombo); Intervista
immaginaria a
George Ivanovic
Gurdjieff - Da
Gurdjieff all'olismo
moderno (Costanzo D'Agostino con poesie incarcerate di
Visar Zhiti); Intervista immaginaria a
Jiddu Krishnamurti (Costanzo D'Agostino
e Visar Zhiti, Poeta dell'Abisso). Si può consultare il
"Dossier Sentenza Anticopyright" nel sito EUGIUS(UNIONE
EUROPEA GIUDICI SCRITTORI) cliccando su: http://www.antiarte.it/eugius/sentenzaanticopyright_1.htm
Nel
saggio di G. Francione, Hacker,
i Robin Hood del Cyberspazio, Lupetti, Milano 2004, si avanza
l'ipotesi di una "legittima difesa economica". Vedi anche la
rivista Tutto da capo,
Lupetti, maggio 2004.
G.
Francione, Scanderbeg, un eroe
moderno(Multimedial hero), Costanzo D'Agostino Editore, Roma 2003
con prefazione di Alessandro e Giulio Castriota Scanderbeg d'Albania.
Narra di Giorgio Castriota Scanderbeg l'imbattibile piccolo grande
principe d'Albania che nel '400 salvò il suo paese dai continui
tentativi d'invasione dei turchi, la più potente armata del mondo
all'epoca. Vedi http://www.antiarte.it/adramelekteatro/scannerebecco.htm.
Nell'ambito dell'alleanza italo-albanese è prevista, in
collaborazione col Teatro di Valona una messinscena dello Skanderbeg
di Francione in tour in Albania e tra i paesi arberesche, ma anche un
film per la regia di Roberto de Feo.
G.
Francione, Domineddracula.vita,gesta,morte
e resurrezione
di vlad
tepes l'impalatore.Pag. 664.Presentato dal Direttore
dell'Accademia di Romania a Roma, prof. Eugen Uricaru. Si tratta di un
romanzo storico-biografico, descrivente gli orrori draconiani di Vlad
Tepes l'Impalatore,voivoda rumeno ertosi coraggiosamente col suo
piccolo popolo contro i turchi di Mohammed il Conquistatore.
L'operazione di scrittura vampirica è rovesciata rispetto al Dracula
di Stoker: non più dalla realtà di Vlad al mito del Vampiro, ma dal
sanguinario dell'inconscio collettivo leggendario alla storia reale.
Vedi http://www.antiarte.it/cyberomanzofrancione/domineddracula.htm
G.
Francione, Diario segreto di
Atatürk nel controcanto del poeta ottomano, Costanzo D'Agostino editore(in
fase di pubblicazione). Mustafa Kemal, detto Atatürk ovvero
Padre dei Turchia, è stato un eroe moderno ma già passato alla
leggenda. Dopo aver vinto innumerevoli battaglie per scacciare dal suo
paese nemici interni ed esterni, ha conosciuto il valore della pace e,
durante la sua presidenza, ha fatto il suo massimo per assicurarla e
rinforzarla nel suo paese ma soprattutto nel mondo intero. Pochi dei
giganti dei tempi moderni hanno parlato con l'eloquenza di Atatürk
sulla necessità vitale di generare un ordine rinnovato del mondo
basato sulla pace, sulla dignità di tutti gli esseri umani e
sull'interdipendenza costruttiva di tutte le nazioni. Ha dichiarato,
subito dopo la guerra turca d'indipendenza, che "la pace è il
senso più efficace affinché le nazioni possano raggiungere la
prosperità e la felicità".
Gennaro
Francione, Rodolfo, il Re
Antiartista, Costanzo
D'Agostino editore(in fase
di pubblicazione). Rodolfo era il primogenito e successore di
Massimiliano II d'Austria (1527-1576) e di Maria della Spagna
(1526-1603), essendo sua madre figlia di Carlo V di Spagna. Entrambi
suoi genitori erano nipoti di Giovanna la Pazza
di Castiglia (1479-1555). Fu considerato anch'egli pazzo perché,
contrario alla guerra, amava circondarsi di artisti, alchimisti,
maghi, scienziati, piuttosto che di strateghi trascurando i suoi
doveri di sovrano per dare il suo tempo alla meravigliosa corte
rinascimentale da lui creata.