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                              KOROIBOS IL DOPATO DI OLIMPIA

 

                                           di Gennaro  Francione

 

Adattamento teatrale di Roberto Garzilli

con

Alberto Ruocco (Koroibos)

Roberto Garzilli (Pittaco)

Giuliana Adezio (Callipatera)

Coreografie: Alberto Ruocco

Costumi Erzelinda,  Tempio  di  Iside  Roma

                                       Regia di Giuliana Adezio

 Nella piéce l'atleta Koroibos, ex cuoco, esprime i peggiori vizi della Grecia di un tempo, che sono quelli di adesso. Ovvero la ricerca di un arrivismo senza scrupoli che non esita a ricorrere al doping pur di primeggiare nello sport e nella vita sociale. Allora come ora, infatti, il primeggiare in una disciplina dava accesso alle più alte cariche politiche.

Fa da contrappunto a Koroibos la madre Callipatera, la sua coscienza, la quale gli rammenta l'onore del padre defunto, pescatore e persona giusta tanto da diventare capo del villaggio.

Il trait d'union è Pittaco, poeta cantore della semidivinità dell'atleta. Figura melliflua e amante di Koroibos, egli oscilla tra la poesia moralistica e la funzione di mistagogo, pronto a somministrare bevande che portino al contatto con l'Olimpo degli dei e dello sport.

La storia della vittoria si svolge fino al drammatico scontro di Koroibos con la madre invano protesa alla ricerca di una via di salvezza lontana dalla droga, dal lusso e dagli eccessi. Il ritorno all'isola della semplicità di Lussino rimarrà una vaga chimera aggirantesi tra il sangue sparso degli affetti primari elusi.

Tutto là tra Olimpia e i sacri misteri di Eleusi.

 

                                         NOTE DI REGIA

      

    Il mondo classico accennato in pochi stilemi quale sfondo  antico ed eterno delle dinamiche tragiche umane.

    I tre personaggi esprimono compiutamente l’intero arco  dell’esistenza umana. CALLIPATERA, la madre, dà origine   alla vita rigogliosa di KOROIBOS , il grande atleta, ma   non può trattenerla.

    KOROIBOS come ogni giovane che si affaccia alla vita,  prende il largo dall’ isola materna ma si lascia guidare dai    vanti di un’ambigua snodata ambizione che non verrà   temperata, anzi, verrà esasperata dalla relazione con   il poeta PITTACO , anche lui vittima di sorda vanità.

    Elemento estraneo eppure infiltrante che tutto invade e corrode: “l’ ergon” la droga.

 

                                    GIULIANA ADEZIO

 

 

ADRAMELEK THEATER:  Il TEATRO MAGICO E  UROBORICO DI   

GENNARO FRANCIONE:                

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