Perelli
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Te Fenua Ostia Antica               

  

                   REGIA PAOLO PERELLI

                                        Con

                                          Stefano Guerriero: Koroibos

                                          Paolo Perelli: Pittaco

                                          Rossana Bellizzi:  Callipatera

                                         Lorena Coppola e Marina Mueller: le danzatrici

 

Note di regia

KOROIBOS – L’ATLETA DI LUSSINO

 

 

Una moderna tragedia greca dove il Potere tira i fili del Grande Inganno: l’importante nella vita è vincere vincere vincere. Sempre e comunque, usando qualsiasi mezzo lecito o illecito pur di raggiungere lo scopo.

Koroibos, l’atleta di umili origini, entra nel Grande Inganno, calamitato prima e risucchiato poi dai mille volti di Pittaco, suo mentore-poeta-amante ma soprattutto Caronte per una vita fatta di successo soldi e sesso, beni effimeri trasformati in necessità vitali dal Potere che lui rappresenta. “Come allora, così adesso…” dice il Potere per bocca di Pittaco. Infatti anche oggi il Grande Inganno delle tre S tiene avvinti a sé tanti giovani e contemporaneamente li allontana dalla pratiche della Natura e dell’Arte. Una mente pensante mette più paura e va eliminata. Quindi anche dopare un atleta, se questo serve a raggiungere l’obiettivo, è cosa buona e giusta. Tanto più se queste vittorie servono come oppio per i popoli.

A questo scenario nero e apparentemente senza scampo, si contrappone la figura della Madre Callipatera… non solo la mamma di Koroibos, ma la Madre di tutte le Madri, una madre coraggio ante-litteram. Figura protagonista della storia che non riuscirà a riportare suo figlio sulla retta via, ma ne subirà anzi la peggiore delle condanne: ammazzata dalle sue stesse mani, che costretto a scegliere fra successo sesso e soldi o una vita sana, umile ma onesta preferisce la prima opzione. Sotto gli occhi sovrastanti e impietosi di Pittaco.  “Il Fato lassù, ti ha scelto Koroibos!”

Il tema tragico, scandito dalle note possenti e dai ritmi incalzanti di Goran Bregovic, si dipana in una messinscena che oscilla fra la classicità dell’antica Grecia e la più atemporale contemporaneità, fra giochi di luce e ombre, in una inquadratura quasi cinematografica dell’azione scenica per amplificare l’aspetto visivo ma non visionario della vicenda nel rispetto del mio teatro delle emozioni. Personaggi scolpiti nella pietra, come la statua di Koroibos che la cittadinanza di Atene vuole erigere a memoria dei suoi successi. Un Male affascinante, subdolo. Un Koroibos in bilico fra il suo passato ed un futuro senza scampo. Una Madre che mette se stessa fra il figlio e la morte, donandosi a quest’ultima senza paura, per amore del figlio.

Cinque danzatrici, sapientemente dirette da Lorena Coppola, sottolineano i momenti focali della tragedia, diventando di volta in volta, fasciate nei sapienti costumi di Adriana Ieva, il ritmo pulsante dei sentimenti di Koroibos….ricordo, passione, paura, perversione, dolore.

Uno spettacolo per chi ama farsi domande e non ha paura di darsi delle risposte,

 

                                                                      PAOLO PERELLI