L’officina
dell’Q-Uroboros
nasce ad Assemini, nella periferia industriale di Cagliari, nel settembre
2000, con l’intento di creare un processo autosufficiente (circolare e
unitario) della distruzione e la rigenerazione-creazione delle proprie
membra, contro il movimento del tempo storico, lineare,
ma seguendo quello circolare
secondo un processo in cui il seme originario ritorna sempre al frutto. All’arco
e le frecce preferisco il boomerang! L’alchimista rappresentava
questo con L’Q-Uroboros
il movimento circolare, serpens qui
caudam devoravit, a cui spesso aggiungeva la massima greca Hen
to pan (uno è tutto),
per sottolineare la concezione unitaria della materia.
Lo
studio sul Prometeo che presentiamo indaga il concetto di unità.
Considerata la scintilla rubata agli Dei che viene donata agli uomini,
come concetto di unità ne proponiamo il problema attraverso la sua
scomposizione. Se si dividiamo all’infinito questa unità
indefinitivamente sarà impossibile giungerne agli elementi costitutivi
elementari e indivisibili, ma nel corso della divisione forse si incontrerà,
ad un livello pressoché infinitesimale, qualche precisione di rapporto o
qualche impercettibile diversità
di distribuzione degli illimiti che fa preferire la generazione di quella forma
anziché un'altra. Infinite sono le possibilità di diversificazione e
molte tra di esse dipendono anche da piccoli o addirittura infinitesimi
mutamenti di invisibili proporzioni e interrelazioni. Anassagora scrisse:
“del piccolo non c’è il minimo , ma sempre il più piccolo” e come
pure “anche del grande c’è sempre il più grande: e per quantità è
uguale al piccolo e in rapporto ad esse a stessa ogni cosa è e più
grande e più piccola”. Una più esplicita osservazione della natura ci
ha condotto a riassumere questa idea
nella struttura di movimento di un minuscolo protozoo che si trova nelle
pozzanghere unte e verdastre, l’Euglena Gracilis. Un attento esame al
microscopio ci ha rivelato la sua essenza: possiamo che notare il suo
andamento è avvolgente, il suo movimento è elicoidale, ruota su
se stesso e a ogni ciclo di rotazione, avanza. Il percorso tracciato ci
indica le orme da seguire. Dove ci conduce questo? Alla torsione. La
nostra indagine si dirige verso la ricognizione
e catalogazione di queste parti scomposte verso l’impossibile
conoscenza della totalità delle parti che crea la struttura originale
delle cose, del tutto. Attraverso questa osservazione indichiamo un ideale
di conoscenza morfologica in un modello ideale che, data la sua
scomposizione infinitesimale e o metamorfosi, (somma , sottrazione,
torsione, moltiplicazione, masticazione, deposizione, stiramento ecc.)
delle parti , possano derivare le strutture possibili, non ideali,
di un edificio.