Pasquale D'Orlando
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CURRICULUM ARTISTICO DI

PASQUALE RAFFAELE D’ORLANDO

 

1937 - Nasce a Torre del Greco (Napoli).

1956 - Si diploma Maestro d’Arte a Urbino, all’Istituto d’Arte per l’Illustrazione e la Decorazione del Libro.

Lavora alla Kerasav di Bellavista come ceramista.

Viene assunto come progettista grafico e insegnante di grafica editoriale e pubblicitaria nello Stabilimento di arti grafiche I.P.S.I. di Pompei.

1957/59 - Militare di leva a Milano; frequenta la Scuola serale del Nudo all’Accademia di Belle Arti di Brera.

1960 - Inizia la sua vita d’artista a contatto con l’avanguardia artistica milanese.

1961 - Partecipa ad una mostra di grandi artisti italiani in occasione del Centenario dell’Unità d’Italia a Bucarest - Romania.

55a Biennale Nazionale d’Arte di Verona.

Mostra personale di pittura e scultura ad Ascona - Svizzera.

“10 pittori milanesi” alla Galleria il Giglio - Roma.

1962 - Scopre come artista primitiva e analfabeta la madre Marittella. In seguito si rivela essere un grande fenomeno.

Mostra personale di pittura alla Galleria EIDAC - Milano.

Premio “Aragosta d’Oro” Ustica - Palermo.

Concorso di pittura Città di Abbiategrasso -Milano.

Collettiva “Piccolo quadro” - Galleria EIDAC - Milano.

Premio Sicilia Industria - Palermo.

Collettiva da Pino alla Parete - Milano.

Collettiva estiva alla Galleria EIDAC - Milano.

Mostra del "Paesaggio italiano" alla Galleria Velasquez - Milano.

Premio nazionale di pittura “Il Chiodo d’Oro” - Palermo.

D’Orlando inizia una sua personale ricerca di nuove forme e linguaggi dell’arte.

Inventa un suo metodo di pittura luminosa e trasparente.

Inizia i suoi primi esperimenti con la luce.

In pittura esprime il movimento della materia/forma nello spazio.

Comincia a formulare le prime teorie in arte della sua “Quarta dimensione fisica”.

1963 - Biennale Internazionale d’Arte - Palermo.

1° Premio Nazionale di Castelletto Ticino.

1964 - Galleria della Biennale di Palermo: “Il Piccolo Dipinto” - Tunisia.

1965 - 4° Premio di pittura F. Sassetti - Milano.

Mostra d’Arte a Losone - Svizzera.

2a Mostra Internazionale del Disegno “Il Paladino d’Oro” - Palermo.

Partecipa al Premio San Fedele - Milano.

Da quest’anno decide di non partecipare più a concorsi o a premi d’arte.

Si dedica completamente alle sue ricerche artistiche.

1966 - Per anni a venire, assieme a Ricarda Vivarelli porta avanti nell’arte una ricerca d’avanguardia senza precedenti.

Inizia in questo periodo lo studio e la progettazione di una scultura di luce in movimento.

1967 - Termina gli esperimenti sulla luce realizzando “Sole”, cinema-scultura di luce in movimento.

Mostra di “Gioielli d’oggi” con D. de Paoli e J. Rivière alla Galleria Chiarini - Sestri Levante.

1967/69 - Realizza “universi” - sculture colorate, luminose, trasparenti, volano libere in uno spazio sferico come senza gravità, con movimenti continui e diversi. Con queste, per la prima volta viene espressa fisicamente la concettuale "Dimensione dell’Universo".

Realizza “Fiori” e “Alternativa”, grandi sculture colorate e luminose, con movimenti e pause espressive, in continuità spaziale. Sono complesse opere, in cui il concetto cinetico viene superato con contenuto, linguaggio espressivo del movimento.

1970 - Collettiva di pittura alla Galleria Agrati - Monza.

307a mostra della Galleria Schettini - Milano.

Collettiva di “Maestri Contemporanei” alla Galleria Volpi Arte - Parma.

Collettiva di Natale alla Galleria Agrati - Monza.

1971 - Mostra personale di grandi sculture in movimento: meccanica, elettricità, elettronica, luci e materiali diversi sono un tutt’uno espressivo - Comune di Milano - Rotonda di via Besana - Milano.

La stampa da molto risalto a questa sua mostra personale.

Sperimenta alcune opere pittoriche evoluzioniste.

1972 - Presente a “Giornate popolari della pittura e scultura italiana - Roma.

Rassegna d’Arte Contemporanea - Porto Cervo.

Collettiva alla Galleria Nuova  Sfera - Milano.

Comune di Milano - ex Arengario - Mostra d’Arte “Ora e sempre resistenza” - Milano.

Collettiva alla Galleria Agrati - Monza.

Collettiva di sculture alla Galleria Creperio - Milano.

1973 - Assieme allo Studio Zeta e a Ricarda Vivarelli realizza il suo film-pittura “Evoluzione?” in 35 mm. a colori, sonoro.

Arte grafica moderna e la scultura “Universo” - Festival dell’Unità - Milano.

Rassegna d’Arte visiva - Festival dell’Unità - S. S. Giovanni.

1974 - Presenta in prima assoluta il film-pittura “Evoluzione?” a “Momenti del Cinema italiano” - Cineforum di via delle Erbe - Milano.

A Milano fonda e presiede la Consulta popolare per la Cultura e l’Arte. Per questa associazione organizza mostre di pittura e grafica, spettacoli teatrali e musicali in vari comuni italiani: Milano, S. S. Giovanni, Verbania, Bergamo, Novate e Reggio Emilia.

1975 - Con la Consulta popolare per la Cultura e l’Arte organizza alla Casa della cultura un dibattito su “Proposte di autogestione e prospettive per un ruolo diverso degli artisti nella società” - Milano.

Mostra d’Arte alla Galleria Schubert - Milano.

Asta d’Arte pro Humandesign alla Galleria Palmieri di Milano e alla Galleria Il Gelso di Lodi.

Con la Consulta edita e stampa una cartella di serigrafie di 13 artisti italiani: “1945/75 “Ieri oggi resistenza”.

1976 - Mostra “La condizione strategica dell’Uomo” alla Galerie 14 Juillet - Milano.

Edita e stampa con la Consulta una cartella di grafica a colori con 14 artisti italiani e stranieri con R. Alberti, R. Brindisi, P. D’Orlando, G. Manzù, G. Pomodoro, E. Treccani, R. Vivarelli, ecc.

Brevetta il principio del movimento della scultura “Universo”.

Con la casa di produzione cinematografica B. M. di Torino gira un documentario sulla madre pittrice.

1977 - Invitato dal Comune di Spoleto per il festival dei Due Mondi, con la Consulta organizza e partecipa alla “Mostra di grafica degli artisti italiani”

Muore la madre Marittella.

Mostra di grafica d’Arte al Cral Rizzoli - Milano.

1978 - Partecipa col film “Evoluzione?” e con i disegni che lo compongono a “Festa dello sguardo sul Cinema d’Arte e d’Artista” - Rotonda di via Besana - Comune di Milano.

Brevetta delle sue nuove tecniche nell’arte dell’incisione del cammeo, e artisticamente ne incide diversi con uno stile nuovissimo.

Espone i suoi “Nuovi cammei” al OC Studio d’Arte - Milano.

Partecipa per due anni ai cineseminari di W. Alberti alla Cineteca Italiana - Milano.

1979 - Collettiva di Grafica d’Arte - Accad. Permanente Ambrosiana d’Arte - Milano.

Inaugurazione della Bottega D’Orlando - Milano.

Cartella di grafica di 8 artisti: Turchiaro, Fazzini, Vivarelli, D’Orlando, Bianco, Schifano, Motti, Hsiao Chin con Word Children Bank “Anno internazionale del Bambino”, Edizioni d’Arte Diego Mancini - Milano.

1980 - Si reca due volte nello Zaire per conoscere più da vicino la vita e l’Arte di questa nazione africana.

Fonda la Bottega D’Orlando: corsi sperimentali di calcografia, serigrafia e di altre tecniche grafiche.

1981 - Il Comune di Milano fa propri i corsi d’incisione della Bottega D’Orlando, affidandogli la coordinazione del neonato Civico corso di arti incisorie - Milano.

Pubblica il suo rivoluzionario manifesto d’arte, “Manifesto dell’Universalismo N° 1”.

Scultura in bronzo.

Ricerche e innovazioni nella grafica d’Arte.

1982 - Mostra delle incisioni del Civico corso di arti incisorie alla Bottega D’Orlando.

La sua pittura ha una ennesima evoluzione artistica e filosofica: inserisce l’Uomo e le sue problematiche in una dimensione cosmica.

1983 -Mostra di grafica del Civico Corso di arti incisorie nella nuova sede di via Albani, 4 Milano.

Inventa il marchio del Corso di incisione.

Organizza e partecipa a “Messaggio grafico uno” del Civico corso di arti incisorie - Comune di Milano.

Mostra collettiva di pittori italiani - Bogotà .

1984 - Mostra personale di pittura e bassorilievi allo Studio Panigatti.- Milano.

Organizza “Grafica 1983/84” mostra di fine anno del Corso di arti incisorie - Comune di Milano.

Illustra il libro De Pestilentia di F. Borromeo, rara edizione della Libreria Bocca di Milano con 4 incisioni: in calcografia, in litografia, in xilografia ed in serigrafia.

1985 - Mostra “13 artisti italiani” Forum Art Gallery” - Atene.

Organizza e partecipa alla mostra di grafica “Giovani e Maestri” al Museo di Milano: nell’occasione progetta il manifesto della mostra.

Organizza “Grafica 1984/85” mostra di fine anno del Civico corso di arti incisorie.

Mostra di pittura “Bisioli e D’Orlando” Hotel Boemia - Riccione.

Mostra collettiva “L’Arte per giovani e maestri” - Milano.

La Bottega di arti incisorie di Milano, edita e stampa a mano sui torchi antichi una rara edizione di tre poesie di R. M. Rilke con tre sue litografie originali su pietra.

1986 - Opera pittorica alla Fondazione Pagani - Museo d’Arte Moderna - Legnano.

Gennaio - Per il XX° Anniversario della rivista di basket “Giganti” gli viene commissionata la copertina.

Articolo su “Rassegna Clinico Scientifica” di gennaio-febbraio.

Mostra di grafica d’Arte del Civico corso di arti incisorie nella Galleria V. Emanuele - Milano.

Articolo su “Stampare” di febbraio - marzo.

Articolo su Il “Salotto di Milano” di febbraio.

Aprile - Mostra collettiva al Centro Ponte delle Gabelle del Comune di Milano.

Giugno - Collettiva di opere grafiche del Civico corso di arti incisorie - “Pero Citta’ Futura”.

Dicembre - Mostra di grafica originale alla Bottega di Arti incisorie - Milano.

1987 - 29 gennaio - Articolo sul quotidiano Il Giorno.

Articolo su “Rassegna Clinico Scientifica” - Marzo - Aprile - Maggio.

Aprile - Mostra di grafica d’Arte “Giovani e Maestri” Museo di Milano - Milano.

Maggio - Mostra di grafica d’arte “Espressione grafica” del Civico corso di arti incisorie del Comune di Milano - Basilica di S. Andrea - Comune di Vercelli.

Giugno - Personale di pittura ” Nucleare o vita?” - Cascina “Archinti” - Lodi.

Ottobre - Mostra collettiva alla “Time Art” - Milano.

1988 - 4/2 - Inaugurazione mostra personale di pittura nel Metrò Gambara - Milano.

5/5 Inaugurazione mostra personale di pittura allo Studio d’Arte “Palazzi” - Milano.

Ottobre - Mostra collettiva alla Multiart - Milano.

1989 - Settembre - Furmulazione del suo “Manifesto dell’Universalismo N° 2” con l’annuncio della sua scoperta in arte della dimensione Totale-Infinita dell’Universo.

16/10 - Inaugurazione mostra personale di pittura e sculture in movimento “Le Dimensioni dell’Infinito” al Centro d’Arte 18 - Milano.

Expo Arte - Bari.

Novembre - Furmula il “Manifesto dell’Universalismo N° 3”.

Dicembre - Collettiva d’Arte “Una Cometa... d’Artisti” al Centro d’Arte 18 - Milano.

1990 - 1/2 - Articolo sul giornale “La Repubblica” e altri quotidiani.

2/2  - Inaugurazione mostra personale di monotipi “Umanità cosmica” alla Biblioteca Comunale Sormani - Milano.

Luglio - Scrive il “Manifesto dell’Universalismo N° 4”.

Inizia anche il “Manifesto dell’Universalismo N° 5”, libro sul pensiero universalista.

1991 - Aprile - Invitato alla "20a Rassegna di pittura" del Comune di Vertova.

16/8 - Inaugurazione mostra personale di pittura allo “Studio Palazzi” - Venezia.

26/ 9 - Inaugurazione mostra personale di pittura alla sezione P. Nenni - Milano

Dicembre - Mostra collettiva di pittura alla Saletta Rachele - Milano.

1992 - 24/6 - Inaugurazione mostra di pittura “La donna e...” con sue allieve, sua madre Marittella, e l’artista Ricarda Vivarelli Matondo allo “Studio Palazzi” in occasione del 35° Festival dei Due Mondi - Spoleto.

1993 - Gennaio - Aprile e Maggio - Sulla rivista “Arte incontro in libreria” assieme ad un artista italiano e un filosofo tedesco pubblica articoli sull’Universalismo.

1994 - Febbraio - Mostra collettiva di pittura alla Galleria Kostas - Milano.

13/5 Inaugurazione mostra personale di pittura con la presentazione del primo numero della sua rivista “Universalismo” alla Galleria dell’Ariete - Milano. Le riviste contengono diversi articoli sul suo pensiero universalista.

Ottobre - Uscita del secondo numero della sua rivista “Universalismo”.

Dicembre - Uscita del terzo numero della rivista "Universalismo".

7-8-9 Ott. Annuncio di scoperte delle sue nuove dimensioni in arte “Le dimensioni multiple” al 1° Seminario di Fisica e Filosofia - Fivizzano.

Dicembre - Terzo viaggio in Africa, in Costa d’Avorio per il contatto con l’arte e la cultura del Continente Nero.

Presente in gallerie della Costa d’Avorio e in collezioni d’arte.

1995 - La casa editrice Andromeda di Bologna pubblica gli Atti del I° Seminario di Fisica e Filosofia di Fivizzano, in cui compaiono le sue artistiche, scientifiche teorie delle dimensioni multiple dell’Universo.

E su queste dimensioni multiple che ricerca da più di trent’anni, ne trova conferma nell’interesse che la Scienza sta dedicando a questi argomenti. Infatti, D’Orlando ha trattato l’Arte come una scienza e ha considerato la Scienza come un’arte, senza confini che le delimitano.

Scrive il Manifesto dell’Universalismo N° 6, dove approfondisce i suoi concetti già precedentementi pubblicati, nella rivista "Universalismo" dell'Ottobre '94, sui futuri viaggi cosmici che l’uomo potrà intraprendere a velocità molto superiore alla luce, sfruttando appunto altre dimensioni.

Mostre personali in Africa.

Settembre '95 - I mass-media mondiali dànno notizie che scienziati inglesi prospettano la possibilità che in futuro l'uomo potrà viaggiare a velocità oltre la luce, sfruttando altre dimensioni.

Aprile '96 - la RAI dà notizie che scienziati russi e americani starebbero realizzando veicoli spaziali mossi da un vuoto creato d'avanti al veicolo, risucchiandolo. Queste sue due teorie D'Orlando le aveva pubblicate in anticipo nel numero di Ottobre '94 della rivista "Universalismo".

Luglio 1996 - Scrive il Manifesto dell'Universalismo N° 7 dal titolo: "Oltre la luce".

Con la relazione "Oltre la luce", partecipa al Convegno internazionale "Cartesio e la Scienza 1596 -1996" Perugia, 4 - 7 Settembre, al Dipartimento di Matematica - Università degli studi. Pubblicazione negli Atti del Convegno.

5/1/1997 - Inaugura il nuovo anno con il Manifesto dell'Universalismo N° 8 dal titolo: "La teoria dell'Assoluto".

Scrive il Manifesto dell'Universalismo N° 9 dal titolo "Dialogo con l’Universo", questo manifesto spazia in tante direzioni della Conoscenza, esprimendo nel modo più profondo e rivoluzionario il suo pensiero universalista.

La rivista scientifica Focus del maggio '97, a pag.110 riporta che "lo scienziato G. Ellis ipotizza che esistano infiniti universi a diverse dimensioni ...che il dispositivo di Casimir estrae energia dal vuoto... Se si riuscisse ad applicare l'effetto Casimir ad una regione di spazio enormemente estesa, si potrebbero tenere aperti i cunicoli spazio-temporali".

Anche di queste due teorie ne aveva parlato nella stessa rivista "Universalismo" del mese di Ottobre '94, a pag. 41, per le sue diverse dimensioni dell'Universo e della "forza D".

 

1998 Partecipa all’inaugurazione del locale Cargo a Milano, esponendo la scultura “Universo” e diverse opere pittoriche.

1999-2000  - Dirige lo Spazio Arte Premuda di Milano con varie attività artistico-culturali tra le quali l’importante mostra d’arte “... e i D’Orlando” dove espongono per la prima volta insieme Maria, Pasquale e Alan D’Orlando (nonna, padre e figlio).

2000 - Dopo quarantatre anni di vita milanese si trasferisce con la famiglia nella campagna di Senna Lodigiana in provincia di Lodi.

Qui vive e lavora nel suo studio-bottega di pittura e di scultura.

Lavora al progetto della “D’O Fine Art Promotion”,

Assieme ai suoi figli brevetta un nuovo sistema per la vendita dell’Arte.

2001 - Ottobre - Termina il suo decimo manifesto universalista “Infinito oltre” Manifesto dell’Universalismo N° 10.

Dicembre - Partecipa alla Fiera d’Arte “Immagina“ di Reggio Emilia.

2002- 15/6 a Senna Lodigiana, espone al pubblico I risultati del Metodo D’Orlando presso il Teatro Rex, con la partecipazione di oltre 30 allievi.

Inizia a viaggiare in Africa(Tunisia e Capoverde) dove persegue la sua  ricerca sul nudo e in Italia (Sicilia-Caltagirone) dove evolve la sua arte creando sculture e piatti in ceramica.

2003-2004 Partecipa a collettive e personali organizzate dai figli e dal Movimento dell’Universalismo D a Milano.

Partecipa alla collettiva “Artisti in piazza” a Luglio e a Settembre a Codogno su invito dell’Organizzatrice Emma Azzi.

Attualmente intende ripresentare al grande pubblico le sue sculture “Universo” e promuovere la sua speciale tecnica di insegnamento.

 

La stampa nazionale, internazionale e la televisione si sono interessate alla sua arte e al suo pensiero universalista.

Le sue opere figurano in collezioni pubbliche e private, in Italia e all’estero.

PASQUALE D'ORLANDO - PITTORE UNIVERSALISTA

 

“E' un mostro naturale d'artista, è in grado di giocare con la ricerca di nuove espressività nella disinvoltura più straordinaria” soleva dire Roberto Crippa di Pasquale D'Orlando. E Remo Brindisi, che ebbe con il D'Orlando una profonda e frequentata amicizia, ribadiva: “Un vulcanico creatore di forme e strumenti nuovi. Interpreta segni e masse con lucida dinamicità”. Ma Pasquale D'Orlando non si è mai accontentato del ruolo stereotipato dell'artista. "Discutibile-sosteneva Agenore Fabbri, di fronte alla grande mostra di sculture del D'Orlando, organizzata dal Comune di Milano nel luglio-agosto 1971 alla Rotonda della Besana-ma geniale”.

Napoletano d'origine, come molti emigranti intellettuali, il "Nostro" Artista ha trovato il suo habitat culturale e professionale a Milano. Nato in una famiglia poverissima, (Marittella, la madre analfabeta, come si vedrà, diventa un'apprezzatissima pittrice "primitiva") intuitone il precoce talento, fu, però, sostenuto, con enormi sacrifici, negli studi al prestigioso Istituto d'arte di Urbino, dove il dotato ragazzo ottenne, a soli 19 anni, il diploma di Maestro d'Arte.

Approdato, come si è detto, a Milano, alla fine degli anni Cinquanta, viene assorbito dai movimenti artistici di avanguardia e stabilisce rapporti sodali con molti dei protagonisti dell'arte italiana del dopoguerra, quali Crippa, Dova, Guttuso, Remo Brindisi, Fontana. Stabilisce ottimi rapporti con Rafael Alberti, Luciano Bianciardi e Giacomo Manzù, Agenore Fabbri e Treccani.

Si esprime sia con forme avanzate di pittura e scultura, settore, quest'ultimo, in cui impiega tecniche elettromeccaniche e tecnologiche. Espone in innumerevoli collettive e gli vengono organizzate mostre personali in Italia e all'estero (Bucarest, Nizza, Parigi, Barcellona ecc.).

La consacrazione, tuttavia, raggiunge D'Orlando quando, nel 1971, l'Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, con un programma che riguarda tutti i più grandi scultori italiani dell'epoca, da Minguzzi a Fabbri, da Messina a Greco ecc., gli organizza una grandiosa personale, di gigantesche sculture. Nei due mesi di Mostra, molti sono i visitatori della Besana, fra cui i maggiori critici nazionali e esteri, tutti sorpresi dai sistemi di movimento e luce con cui le opere erano state realizzate. La maggior parte di tali opere, purtroppo, sono finite all'estero.

D'Orlando continua, in seguito, nella sua instancabile opera di ricerca: inventa un sistema di pittura luminosa e trasparente, utilizzando, primo fra tutti, perfino il laser. Termina i suoi studi sulla luce, realizzando uno splendido film-scultura, "Sole". Del 1973, invece, è "Evoluzione" film-pittura in 35 mm a colori, sonoro: opera davvero superba, è stata proiettata nei maggiori circoli culturali e artistici d'Europa e Stati Uniti.

In decenni, di onorata e silenziosa attività professionale, schiva delle platee mercantili, Pasquale D'Orlando ha portato avanti la sua profonda convinzione del bisogno di un'arte davvero cosmica, fondando il movimento Universalista, del cui manifesto è egli stesso autore.

Il valore di artista d'avanguardia è stato ribadito durante una recente asta in una importante galleria milanese: le opere di D'Orlando sono state aggiudicate a valori significativi.

Scherzava Luciano Bianciardi sull'amico Pasquale: “Ama troppo la parola, i pennelli, i colori, le tele, le scoperte e troppo poco i soldi, per stare sul mercato come meriterebbe”. Per questo, forse, e la poca simpatia per i mercanti, non è stato ancora assegnato a questo "emigrante napoletano", un posto adeguato nell'arte contemporanea. In parte hanno rimediato parecchi collezionisti stranieri.

                                                                              Luciano Corsini

 

ANALFABETA MA POETESSA DELL'AMORE PRIMITIVO

 

Marittella D'Orlando era una donna del profondo Sud e non c'era nulla in lei che potesse farlo dubitare: lo stesso linguaggio che da secoli caratterizza i villaggi vesuviani, nata e cresciuta povera non si era fatta esaltare dall'amicizia di grandi artisti contemporanei, quali Gianni Dova, Roberto Crippa, Lucio Fontana. Ognuno di questi maestri ha lasciato un pensiero su Marittella.

Gianni Dova: “E' veramente sorprendente come la forza dell'istinto possa, talvolta supplire ad ogni carenza culturale e di per sé determinare un fatto d'arte. Questo posso proprio affermare dopo un incontro con l'opera di Marittella D'Orlando, maestra di poesia”.

Roberto Crippa: “Conosco Marittella da più anni. La traccia serena delle sue mani, che inventano queste immagini nuove, e anche profonde cicatrici, queste nuove soluzioni conferiscono all'immaginazione una voluttà di libertà e di infinita spiritualità”.

Lucio Fontana: “A parte l'impressione fortissima del personaggio Marittella, commovente e pura nel suo credere, i quadri si immedesimano in lei, colore, luce, terra, cielo, vita, fede, un primitivismo esaltato nel credere alla vita”.

Fu amica e stimata anche da uomini di cultura. Su di lei scrisse molto Luciano Bianciardi, e un lungo saggio le fu dedicato da Davide Lajolo.

Ma in una testimonianza davvero commovente fu Renato Guttuso a dire, fra l'altro, di Marittella: “Vesuviana e africana e messicana e pellerossa trasforma la decorazione popolare ...in "creature" come lei stessa dice, di una forza evocativa straordinaria ...una grande forza fantastica che invita al sogno”.

 

 

ARRIVA ALAN: I D'ORLANDO DIVENTANO DINASTIA

 

Alan D'Orlando, figlio e nipote d'arte si presenta con la consapevolezza che gli strumenti dell'arte sono infiniti come la fantasia e che l'uomo contemporaneo non può prescindere dalla tecnologia. Ma non per esserne schiavi ma per metterla al servizio del proprio talento. E allora del giovane Alan occorre dire che di talento ne ha da vendere e che ha saputo mettere i meccanismi e i segreti della tecnologia al servizio della sua capacità di essere artista. E' presto per giudizi definitivi specie quando le vie sono lunghe e contorte come quelle della creatività; ma dentro al ragazzo l'artista c'è. Si capisce che la sua prima uscita è stata sofferta, supportata da scrupolose ricerche che hanno già sortito opere di notevoli segni espressivi. Senza rimanere nella bambagia protettiva di una famiglia impegnativa.

 

1 - PERCORSI ANTIACCADEMICI

 

Questi miei percorsi antiaccademici dell’istruzione artistica, differiscono da quelli classico-accademici delle scuole d’arte, di solito focalizzati sull’apprendimento erudito e ripetitivo che si svolge nell’arco di una ventina d’anni, dall’asilo all’accademia d’arte, e che fanno perdere una grande quantità di tempo e di soldi e di risorse umane, il cui risultato finale spesso si risolve con la distruzione della personalità artistica dell’allievo.

Per molti anni ho sperimentato su centinaia di discenti, miei rivoluzionari metodi d’insegnamento artistico, fondati sull’apprendimento rapido e conciso delle tecniche e del linguaggio dell’arte, indirizzandoli subito verso la loro personale espressione, avendone in poche lezioni fatto emergere la loro personalità.

In questo modo molto presto essi si esprimono e si indirizzano verso la formazione della loro personalità, scoprendo, arricchendo e plasmando il linguaggio, e sperimentando tecniche che si addicono al loro stile.

In una classe, in una scuola, questa nuova prassi posta su una ricerca a tutto campo, non massifica l’insegnamento, e l’insegnante non è proteso a creare dei suoi brutti cloni, che di solito li notiamo pesantemente penalizzati in questo senso gli allievi delle accademie d’arte, quando a quel livello scolastico la loro formazione dovrebbe completarsi.

Con il mio metodo d’insegnamento, il docente, oltre a dover essere un buon maestro di tecniche e di conoscenza artistica, deve possedere istintive qualità psicologiche, fuori dagli schemi, per condurre e formare nel modo più completo l’Io etico ed estetico di ogni singolo allievo.

Insegnando l’arte con queste direttive, l’apprendimento si forma, oltre che nella sfera cosciente, anche nell’altra parte, quella psichica, calandosi e intensificandosi in modo naturale nel profondo della coscienza dell’allievo e in tempi ridottissimi.

Ne scaturisce soprattutto un insegnamento gioioso e, direi frenetico e prolifico di produzione; naturalmente se l’insegnante incoraggia e indirizza con precisi, delicati, efficienti e costruttivi consigli.

 

1- Dall’analisi della forma, alla sintesi espressiva del segno.

Questo metodo inventato dall’Autore, si è subito diffuso ed è stato adottato già da alcuni insegnanti d’arte. Consiste nel far disegnare dal vero e ripetutamente un semplice oggetto, in tempi sempre più dimezzati; si ottengono sorprendenti risultati che vediamo qui di seguito.

Modo di procedere: per ogni allievo occorre un discreto numero di fogli (è buona anche la carta per fotocopie A4); scegliere possibilmente un oggetto che abbia dimensioni e volumi larghi, per esempio quelli a portata di mano, astucci, borse, orologi, eliminando preferibilmente quelli filiformi, come penne e matite; fare tanti disegni di seguito copiati dal vero, con la matita ben appuntita e senza interruzioni, partendo da 5 minuti e dimezzando via via il tempo, fino ad arrivare a concludere l’ultimo disegno in mezzo secondo.

Nel procedere dei lavori a tempi dimezzati, dalla (relativamente) lenta raffigurazione del disegno eseguito in cinque minuti, all’ultimo di mezzo secondo, si vedrà una rapidissima trasformazione del modo di raffigurare, con lavori che via via diventano sempre più concisi e con segni che aumentano di vigore e di nitezza espressiva.

Questi ultimi disegni, molto semplici, che solo larvatamente ricordano l’oggetto disegnato, non rappresentano una sintesi studiata dell’oggetto; essi sono importanti per il tratto deciso, spontaneo e bello: questo è l’obiettivo dell’esercizio.

Prima di iniziarlo non si deve assolutamente rivelare qual’è lo scopo da raggiungere, non bisogna spiegare niente, occorre solo dire che occorre avere fiducia e affidarsi ad un ‘gioco molto serio’, ad un esercizio che sarà tutta una sorpresa. Non si dovrà neanche accennare al dimezzamento continuo del tempo. L’effetto sorpresa non deve mancare, anzi va alimentato con continua suspense. Già quando l’insegnante dirà che si deve eseguire un disegno in cinque minuti, si solleverà un coro di lamentele. Con risolutezza e con l’orologio alla mano (meglio un cronometro) e con un bel sorriso fiducioso, l’insegnate darà l’avvio (non prima) allo scadere del tempo, farà smettere con uno stop vocale ben secco e determinato a tutta la classe, stando bene attento ed esigendo che nessuna aggiunga altri segni.

Ad ogni disegno l’insegnante deve ottenere che gli allievi lo completino con la forma conchiusa, pena la ripetizione del lavoro nel tempo prestabilito, finché non si arriva a concluderlo nei minuti o secondi stabiliti; delle volte conviene anche farlo ripetere a tutta la classe, come se per colpa di qualcuno cadesse su tutti. L’importante è il tutto sia svolto con piacere e in allegria.

Accanto ad ogni disegno l’insegnante farà scrivere il tempo impiegato.

Senza tregua si passa al lavoro successivo, fino all’ultimo, tra urli, lamentele e risate, frammiste a grande meraviglia per i risultati che si ottengono in inimmaginabili brevissimi tempi.

L’Ultimo disegno si farà eseguire in piedi e ad occhi chiusi, col una mano che tiene fermo il foglio, l’altra che impugna la matita come se fosse un coltello per pugnalare qualcuno nella parte alta della schiena, e con forza e rapida energia devono fare il disegno senza vedere: ne susseguono grida di gioia e di incredibile sorpresa.

 

 

Si noterà che man mano che si disegna se ne fa a meno della gomma (essa è più un simbolo di repressione della nostra espressività ché un oggetto utile) e, quindi, i disegni diventano così sempre più sintetici e più decisi fino a ridursi a pochi tratti belli, energici, e spontanei. Verso la fine dell’esercizio si arriva a lavorare d’istinto, non ci sarà più bisogno di guardare l’oggetto per averlo nel frattempo immagazzinato, ma nel proprio subconscio s’è già formato.

 

Al termine della lezione, l’insegnante deve chiedere agli allievi le loro opinioni a riguardo dell’esperimento fatto e cosa rilevano a riguardo dei risultati raggiunti. Bisogna spingerli a parlare e far loro analizzare i lavori facendo un confronto da primo fino all’ultimo. Mediante un’autoanalisi dei propri lavori, gli allievi devono essere stimolati all’autocoscienza dei risultati ottenuti e, l’insegnante deve stimolare, dirigere e gestire il dialogo: dev’essere una lezione fatta dagli allievi, il risultato è molto divertente e sorprendentemente efficace.

 

2- Dalla sintesi alla ricostruzione

Questo secondo passaggio prevede di utilizzare la prima esperienza già fatta, partendo appunto dall’estrema sintesi del disegno rapido, alla costruzione dell'analisi dell'oggetto, disegnando con l'estrema rapidità raggiunta al termine del primo percorso.

In questo caso, ad ogni disegno successivo che si realizza, il tempo viene raddoppiato, usufruendo però della velocità e decisione aquisite.

Noteremo subito che i lavori si arricchiscono di particolari disegnati con forza espressiva che prima non si conosceva.

I pericoli: gli allievi tendono a dimenticare l’esperienza fatta della velocità come mezzo espressivo e mediante i condizionamenti precedentemente acquisiti, tendono a lavorare con la solita cronica lentezza. Per questo occorre stimolarli sulla acquisita velocità, come se fossero rematori incatenati e schiavizzati che a colpi di frusta devono rispettare il tempo battuto, pena la vanificazione dell’esercizio e delle capacità precedentemente conquistate.

 

3- Le tecniche accademiche

Le scuole d'arte danno un’eccessiva importanza all'apprendimento e all'esecuzione delle tecniche artistiche, a scapito della ricerca e della formazione della personalità individuale dell'allievo. Con questi nuovi metodi si accenna sinteticamente e chiaramente ogni tecnica, le si provano e si lavora quasi immediatamente in modo sperimentale e personale fino a lavorare contro la tecnica stessa, per trovare il mezzo espressivo più idoneo alla propria individualità, lavorando appunto contro le regole accademiche.

In questo caso abbiamo la possibilità da parte dell'allievo di non soffermarsi sull'importanza della conoscenza tecnica, quanto come padroneggiarla in modo personale.

Ci troviamo così al punto in cui l'allievo, dopo i primi rudimenti tecnici, scopre attraverso la propria sperimentazione il modo di controllare e ideare il proprio linguaggio espressivo, in un’invenzione continua.

 

4- Oltre le tecniche accademiche

Dopo il passo precedente diventa naturale trovare nuovi sistemi che vadano oltre lo sterile tecnicismo delle conoscenze tecniche fini a se stesse.

Infatti nelle nostre scuole si avverte che la focalizzazione della conoscenza della tecnica viene messa erroneamente in primo piano, distruggendo (consapevolmente?) via via la personalità e la creatività dell’allievo.

Se la scuola dell'arte serve per creare artisti, occorre che sin dal primo momento l'insegnamento venga indirizzato in questa direzione.

Notiamo invece che tutto l'iter scolastico tende alla distruzione dell'artista, massificando addirittura le personalità, ciò invece dovrebbe risultare contrario.

Per andare appunto oltre le tecniche accademiche, occorre agganciarsi all'atavico istinto e caricarsi di particolare energia interiore che serve come spinta creativa, la quale permette il superamento dei linguaggi accademici.

Queste energie creative si trovano sia dentro di noi che nell'Universo.

Se pensiamo appunto che il nostro Io è la continuazione dello spazio energetico e creativo del Cosmo, riusciamo attraverso un’indispensabile elevazione spirituale a cogliere e generare le cosmiche energie creative.

 

5- Introspezione individuale

Diventerebbero inapplicabili queste energie creative se non le sposassimo con una nostra personale visione della vita.

La coniugazione di questi due elementi ci permette di dialogare con i mezzi espressivi.

Nel momento e nella misura in cui si forma la nostra etica personale, la nostra capacità di manipolare la materia e le tecniche artistiche, la capacità di generare le energie cosmiche, il desiderio di comunicare, di credere utile il messaggio del nostro lavoro, di azzardare la sperimentazione per trovare in modo più idoneo e nuovo il nostro linguaggio, riusciremo a fare dell'arte.

 

6- Esternazione della propria personalità

Una volta arricchita la nostra artistica personalità sentiamo l'impellente bisogno di esprimerci.

Naturalmente non possiamo farlo che in modo originale.

Se abbiamo fatto scuole d'arte e abbiamo una conoscenza della storia dell'arte, dobbiamo riuscire ad esprimerci senza condizionamenti da artisti del passato; si deve sentire nel nostro lavoro la padronanza che abbiamo della materia.

Dobbiamo considerare la storia dell'arte come una lunga catena a cui noi rivoluzionariamente  dobbiamo agganciare il nostro ultimo anello.

E se non abbiamo avuto la fortuna (o la sfortuna?) di frequentare scuole d'arte, dobbiamo appunto istintivamente agganciarci a quella nostra cultura e conoscenza atavica a livello cellulare.

 

7- Elementi e segreti della creatività

Un'opera d'arte si distingue dagli altri lavori dell'uomo per il suo contenuto di pensiero.

Infatti se noi imbianchiamo una parete non immettiamo in questo nostro atto un pensiero.

Lo stesso colore che ci è servito per imbiancare la parete, possiamo usarlo per dipingere. In questo caso il nostro colore s’imbeve di contenuto.

Anche qui si dimostra che la materia non contiene l’energia-pensiero perché imbiancando una parete non creiamo un’opera d’arte; dipingendo su una tela, se non immettiamo nella materia il nostro pensiero il quadro risulta vuoto di contenuto.

Dobbiamo intendere che la materia in se stessa non contiene pensiero, ma per esprimersi, ha bisogno di un’energia-pensiero.

Notiamo quindi che la materia è immersa in uno spazio vuoto che andrebbe visto come pieno energetico.

Questo vuoto energetico contiene una legge-pensiero che permette alla materia di spostarsi, di vivere ed esprimersi.

Ogni nostro gesto indirizzato alla creazione artistica dev’essere carico di emozioni e di pensiero, diversamente si rischia di eseguire meccanicamente l'atto dell'imbiancatura.

Se noi apparteniamo al nostro Cosmo, vuol dire che siamo parte di esso e quindi il nostro pensiero gli appartiene.

Se non siamo arroganti da credere che il pensiero è elemento esclusivo dell'uomo, ma che esso è l'elemento che impregna tutto lo spazio cosmico, possiamo sentirci Universo, e quindi esprimere addirittura un pensiero infinito.

Infatti il segreto di un’opera d’arte che si evolve automaticamente nel tempo, è dato da questo pensiero; il quale, se molto elevato, rende l’opera sempre attuale precedendo i tempi.

La grandezza di un creatore è direttamente proporzionale alla sua elevazione, e quindi alla capacità di usufruire e di immettere nelle sue opere un pensiero senza tempo, assieme alle capacità tecniche.

Un artista utilizzando queste forze cosmiche, riesce a dialogare con tutta la natura e ad esprimersi ad alto livello.

 

8- Tecniche e creatività

È possibile creare senza la conoscenza delle tecniche, che conoscere le tecniche e voler creare senza la creatività?

La conoscenza delle tecniche artistiche è utile in quanto ci permette di conoscere i limiti e le possibilità del mezzo espressivo.

Queste conoscenze occorre farle proprie e superarle, per potersi esprimere con personalità di stile e di pensiero.

Conoscere e approfondire una tecnica non dev'essere a scapito della creatività, per non cadere nell'inganno del tecnicismo.

 

9- Rivoluzione tecnica e comunicazione

Se nell'arte applicassimo le tecniche senza rinnovarle, rischieremmo la sua morte per mancanza d’evoluzione.

Se pretendiamo di esprimere nuove idee applicando sistemi e vecchie tecniche, non riusciremmo ad esprimere nuovi concetti.

La decadenza dell’arte si verifica quando tecniche e concetti non si rinnovano.

L’arte è una continua rivoluzione delle tecniche e del pensiero.

L’arte è una scienza.

La scienza scopre, l'arte crea.

L’arte si rivela come la forma più elevata della creatività umana.

L’arte dà all’uomo la possibilità di creare e rappresentare l’impossibile.

Per poter fare arte occorre che forma e contenuto siano nuovi e rivoluzionari.

Per poter comunicare è necessario pensare a ciò che si vuole trasmettere e trovare il mezzo più idoneo per esprimerlo.

Si possono comunicare emozioni, sensazioni attraverso forme, materie e colori, quindi, tramite questi, anche il pensiero; per far ciò occorre che vivano e crescano intensamente dentro di noi.

 

10- Libero pensiero e linguaggio universale

L’artista deve coltivare la sua individualità indirizzata in modo singolare, il suo libero pensiero in modo personale e universale.

Indirizzando l’arte con queste finalità, essa non risentirà mai delle mode artistico-culturali; la sua opera si evolverà nel tempo e nello spazio, esprimendosi con un linguaggio veramente universale.

L’artista che partecipi o no alla vita sociale, ha bisogno di attingere da essa, sentendo e anticipando i tempi, pena il vuoto del messaggio, anche se la forma è innovativa.

Egli così si trova a poter comunicare con tutte le forme d’intelligenza cosmica.

Questo tipo d’arte è stata espressa da pochi.

C’è da sperare che questi nuovi metodi di apprendere e di esprimersi moltiplichino esponenzialmente il numero degli artisti, anzi, che permettano a tutta l’umanità di comunicare e di elevarsi ad una forma di società nuova ed universalista.

Ognuno di noi è Universo e un universo.

Tutti noi assieme a tutte le cose componiamo l’Universo.

L’arte, attraverso la nostra materia intelligente, esprime il pensiero eternamente innovativo dell’Universo.

Libro sul Metodo Creativo/Metodo D'Orlando, cap. 1 di PASQUALE RAFFAELE D’ORLANDO

 

                 

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Last updated: maggio 08, 2005.