CURRICULUM ARTISTICO DI
PASQUALE
RAFFAELE D’ORLANDO
1937 - Nasce a Torre del Greco (Napoli).
1956 - Si diploma Maestro d’Arte a Urbino, all’Istituto
d’Arte per l’Illustrazione e la Decorazione del Libro.
Lavora alla Kerasav di Bellavista come ceramista.
Viene assunto come progettista grafico e insegnante di
grafica editoriale e pubblicitaria nello Stabilimento di arti grafiche
I.P.S.I. di Pompei.
1957/59 - Militare di leva a Milano;
frequenta la Scuola serale del Nudo all’Accademia di Belle Arti di Brera.
1960 - Inizia la sua vita d’artista a contatto con
l’avanguardia artistica milanese.
1961 - Partecipa ad una mostra di grandi artisti italiani in
occasione del Centenario dell’Unità d’Italia a Bucarest - Romania.
55a Biennale Nazionale d’Arte di Verona.
Mostra personale di pittura e scultura ad Ascona -
Svizzera.
“10 pittori milanesi” alla Galleria il Giglio - Roma.
1962 - Scopre come artista primitiva e analfabeta la madre
Marittella. In seguito si rivela essere un grande fenomeno.
Mostra personale di pittura alla Galleria EIDAC - Milano.
Premio “Aragosta d’Oro” Ustica - Palermo.
Concorso di pittura Città di Abbiategrasso -Milano.
Collettiva “Piccolo quadro” - Galleria EIDAC - Milano.
Premio Sicilia Industria - Palermo.
Collettiva da Pino alla Parete - Milano.
Collettiva estiva alla Galleria EIDAC - Milano.
Mostra del "Paesaggio italiano" alla Galleria
Velasquez - Milano.
Premio nazionale di pittura “Il Chiodo d’Oro” -
Palermo.
D’Orlando inizia una sua personale ricerca di nuove
forme e linguaggi dell’arte.
Inventa un suo metodo di pittura luminosa e trasparente.
Inizia i suoi primi esperimenti con la luce.
In pittura esprime il movimento della materia/forma nello
spazio.
Comincia a formulare le prime teorie in arte della sua
“Quarta dimensione fisica”.
1963 - Biennale Internazionale d’Arte - Palermo.
1° Premio Nazionale di Castelletto Ticino.
1964 - Galleria della Biennale di Palermo: “Il Piccolo
Dipinto” - Tunisia.
1965 - 4° Premio di pittura F. Sassetti - Milano.
Mostra d’Arte a Losone - Svizzera.
2a Mostra Internazionale del Disegno “Il Paladino
d’Oro” - Palermo.
Partecipa al Premio San Fedele - Milano.
Da quest’anno decide di non partecipare più a concorsi
o a premi d’arte.
Si dedica completamente alle sue ricerche artistiche.
1966 - Per anni a venire, assieme a Ricarda Vivarelli
porta avanti nell’arte una ricerca d’avanguardia senza precedenti.
Inizia in questo periodo lo studio e la progettazione di
una scultura di luce in movimento.
1967 - Termina gli esperimenti sulla luce realizzando
“Sole”, cinema-scultura di luce in movimento.
Mostra di “Gioielli d’oggi” con D. de Paoli e J.
Rivière alla Galleria Chiarini - Sestri Levante.
1967/69 - Realizza “universi” - sculture colorate,
luminose, trasparenti, volano libere in uno spazio sferico come senza
gravità, con movimenti continui e diversi. Con queste, per la prima volta
viene espressa fisicamente la concettuale "Dimensione
dell’Universo".
Realizza “Fiori” e “Alternativa”, grandi sculture
colorate e luminose, con movimenti e pause espressive, in continuità
spaziale. Sono complesse opere, in cui il concetto cinetico viene superato
con contenuto, linguaggio espressivo del movimento.
1970 - Collettiva di pittura alla Galleria Agrati - Monza.
307a mostra della Galleria Schettini - Milano.
Collettiva di “Maestri Contemporanei” alla Galleria
Volpi Arte - Parma.
Collettiva di Natale alla Galleria Agrati - Monza.
1971 - Mostra personale di grandi sculture in movimento:
meccanica, elettricità, elettronica, luci e materiali diversi sono un
tutt’uno espressivo - Comune di Milano - Rotonda di via Besana - Milano.
La stampa da molto risalto a questa sua mostra personale.
Sperimenta alcune opere pittoriche evoluzioniste.
1972 - Presente a “Giornate popolari della pittura e
scultura italiana - Roma.
Rassegna d’Arte Contemporanea - Porto Cervo.
Collettiva alla Galleria Nuova
Sfera - Milano.
Comune di Milano - ex Arengario - Mostra d’Arte “Ora e
sempre resistenza” - Milano.
Collettiva alla Galleria Agrati - Monza.
Collettiva di sculture alla Galleria Creperio - Milano.
1973 - Assieme allo Studio Zeta e a Ricarda Vivarelli
realizza il suo film-pittura “Evoluzione?” in 35 mm. a colori, sonoro.
Arte grafica moderna e la scultura “Universo” -
Festival dell’Unità - Milano.
Rassegna d’Arte visiva - Festival dell’Unità - S. S.
Giovanni.
1974 - Presenta in prima assoluta il film-pittura
“Evoluzione?” a “Momenti del Cinema italiano” - Cineforum di via
delle Erbe - Milano.
A Milano fonda e presiede la Consulta popolare per la
Cultura e l’Arte. Per questa associazione organizza mostre di pittura e
grafica, spettacoli teatrali e musicali in vari comuni italiani: Milano,
S. S. Giovanni, Verbania, Bergamo, Novate e Reggio Emilia.
1975 - Con la Consulta popolare per la Cultura e l’Arte
organizza alla Casa della cultura un dibattito su “Proposte di
autogestione e prospettive per un ruolo diverso degli artisti nella società”
- Milano.
Mostra d’Arte alla Galleria Schubert - Milano.
Asta d’Arte pro Humandesign alla Galleria Palmieri di
Milano e alla Galleria Il Gelso di Lodi.
Con la Consulta edita e stampa una cartella di serigrafie
di 13 artisti italiani: “1945/75 “Ieri oggi resistenza”.
1976 - Mostra “La condizione strategica dell’Uomo” alla
Galerie 14 Juillet - Milano.
Edita e stampa con la Consulta una cartella di grafica a
colori con 14 artisti italiani e stranieri con R. Alberti, R. Brindisi, P.
D’Orlando, G. Manzù, G. Pomodoro, E. Treccani, R. Vivarelli, ecc.
Brevetta il principio del movimento della scultura
“Universo”.
Con la casa di produzione cinematografica B. M. di Torino
gira un documentario sulla madre pittrice.
1977 - Invitato dal Comune di Spoleto per il festival dei Due
Mondi, con la Consulta organizza e partecipa alla “Mostra di grafica
degli artisti italiani”
Muore la madre Marittella.
Mostra di grafica d’Arte al Cral Rizzoli - Milano.
1978 - Partecipa col film “Evoluzione?” e con i
disegni che lo compongono a “Festa dello sguardo sul Cinema d’Arte e
d’Artista” - Rotonda di via Besana - Comune di Milano.
Brevetta delle sue nuove tecniche nell’arte
dell’incisione del cammeo, e artisticamente ne incide diversi con uno
stile nuovissimo.
Espone i suoi “Nuovi cammei” al OC Studio d’Arte -
Milano.
Partecipa per due anni ai cineseminari di W. Alberti alla
Cineteca Italiana - Milano.
1979 - Collettiva di Grafica d’Arte - Accad. Permanente
Ambrosiana d’Arte - Milano.
Inaugurazione della Bottega D’Orlando - Milano.
Cartella di grafica di 8 artisti: Turchiaro, Fazzini,
Vivarelli, D’Orlando, Bianco, Schifano, Motti, Hsiao Chin con Word
Children Bank “Anno internazionale del Bambino”, Edizioni d’Arte
Diego Mancini - Milano.
1980 - Si reca due volte nello Zaire per conoscere più da
vicino la vita e l’Arte di questa nazione africana.
Fonda la Bottega D’Orlando: corsi sperimentali di
calcografia, serigrafia e di altre tecniche grafiche.
1981 - Il Comune di Milano fa propri i corsi d’incisione
della Bottega D’Orlando, affidandogli la coordinazione del neonato
Civico corso di arti incisorie - Milano.
Pubblica il suo rivoluzionario manifesto d’arte,
“Manifesto dell’Universalismo N° 1”.
Scultura in bronzo.
Ricerche e innovazioni nella grafica d’Arte.
1982 - Mostra delle incisioni del Civico corso di arti
incisorie alla Bottega D’Orlando.
La sua pittura ha una ennesima evoluzione artistica e
filosofica: inserisce l’Uomo e le sue problematiche in una dimensione
cosmica.
1983 -Mostra di grafica del Civico Corso di arti incisorie
nella nuova sede di via Albani, 4 Milano.
Inventa il marchio del Corso di incisione.
Organizza e partecipa a “Messaggio grafico uno” del
Civico corso di arti incisorie - Comune di Milano.
Mostra collettiva di pittori italiani - Bogotà .
1984 - Mostra personale di pittura e bassorilievi allo Studio
Panigatti.- Milano.
Organizza “Grafica 1983/84” mostra di fine anno del
Corso di arti incisorie - Comune di Milano.
Illustra il libro De Pestilentia di F. Borromeo, rara
edizione della Libreria Bocca di Milano con 4 incisioni: in calcografia,
in litografia, in xilografia ed in serigrafia.
1985 - Mostra “13 artisti italiani” Forum Art Gallery” -
Atene.
Organizza e partecipa alla mostra di grafica “Giovani e
Maestri” al Museo di Milano: nell’occasione progetta il manifesto
della mostra.
Organizza “Grafica 1984/85” mostra di fine anno del
Civico corso di arti incisorie.
Mostra di pittura “Bisioli e D’Orlando” Hotel Boemia
- Riccione.
Mostra collettiva “L’Arte per giovani e maestri” -
Milano.
La Bottega di arti incisorie di Milano, edita e stampa a
mano sui torchi antichi una rara edizione di tre poesie di R. M. Rilke con
tre sue litografie originali su pietra.
1986 - Opera pittorica alla Fondazione Pagani - Museo d’Arte
Moderna - Legnano.
Gennaio - Per il XX° Anniversario della rivista di basket
“Giganti” gli viene commissionata la copertina.
Articolo su “Rassegna Clinico Scientifica” di
gennaio-febbraio.
Mostra di grafica d’Arte del Civico corso di arti
incisorie nella Galleria V. Emanuele - Milano.
Articolo su “Stampare” di febbraio - marzo.
Articolo su Il “Salotto di Milano” di febbraio.
Aprile - Mostra collettiva al Centro Ponte delle Gabelle
del Comune di Milano.
Giugno - Collettiva di opere grafiche del Civico corso di
arti incisorie - “Pero Citta’ Futura”.
Dicembre - Mostra di grafica originale alla Bottega di
Arti incisorie - Milano.
1987 - 29 gennaio - Articolo sul quotidiano Il Giorno.
Articolo su “Rassegna Clinico Scientifica” - Marzo -
Aprile - Maggio.
Aprile - Mostra di grafica d’Arte “Giovani e
Maestri” Museo di Milano - Milano.
Maggio - Mostra di grafica d’arte “Espressione
grafica” del Civico corso di arti incisorie del Comune di Milano -
Basilica di S. Andrea - Comune di Vercelli.
Giugno - Personale di pittura ” Nucleare o vita?” -
Cascina “Archinti” - Lodi.
Ottobre - Mostra collettiva alla “Time Art” - Milano.
1988 - 4/2 - Inaugurazione mostra personale di pittura nel
Metrò Gambara - Milano.
5/5 Inaugurazione mostra personale di pittura allo Studio
d’Arte “Palazzi” - Milano.
Ottobre - Mostra collettiva alla Multiart - Milano.
1989 - Settembre - Furmulazione del suo
“Manifesto dell’Universalismo N° 2” con l’annuncio della sua
scoperta in arte della dimensione Totale-Infinita dell’Universo.
16/10 - Inaugurazione mostra personale di pittura e
sculture in movimento “Le Dimensioni dell’Infinito” al Centro
d’Arte 18 - Milano.
Expo Arte - Bari.
Novembre - Furmula il “Manifesto dell’Universalismo N°
3”.
Dicembre - Collettiva d’Arte “Una Cometa...
d’Artisti” al Centro d’Arte 18 - Milano.
1990 - 1/2 - Articolo sul giornale “La Repubblica” e altri
quotidiani.
2/2 -
Inaugurazione mostra personale di monotipi “Umanità cosmica” alla
Biblioteca Comunale Sormani - Milano.
Luglio - Scrive il “Manifesto dell’Universalismo N°
4”.
Inizia anche il “Manifesto dell’Universalismo N°
5”, libro sul pensiero universalista.
1991 - Aprile - Invitato alla "20a Rassegna di
pittura" del Comune di Vertova.
16/8 - Inaugurazione mostra personale di pittura allo
“Studio Palazzi” - Venezia.
26/ 9 - Inaugurazione mostra personale di pittura alla
sezione P. Nenni - Milano
Dicembre - Mostra collettiva di pittura alla Saletta
Rachele - Milano.
1992 - 24/6 - Inaugurazione mostra di pittura “La donna e...”
con sue allieve, sua madre Marittella, e l’artista Ricarda Vivarelli
Matondo allo “Studio Palazzi” in occasione del 35° Festival dei Due
Mondi - Spoleto.
1993 - Gennaio - Aprile e Maggio - Sulla rivista “Arte
incontro in libreria” assieme ad un artista italiano e un filosofo
tedesco pubblica articoli sull’Universalismo.
1994 - Febbraio - Mostra collettiva di pittura alla Galleria
Kostas - Milano.
13/5 Inaugurazione mostra personale di pittura con la
presentazione del primo numero della sua rivista “Universalismo” alla
Galleria dell’Ariete - Milano. Le riviste contengono diversi articoli
sul suo pensiero universalista.
Ottobre - Uscita del secondo numero della sua rivista
“Universalismo”.
Dicembre - Uscita del terzo numero della rivista
"Universalismo".
7-8-9 Ott. Annuncio di scoperte delle sue nuove dimensioni
in arte “Le dimensioni multiple” al 1° Seminario di Fisica e
Filosofia - Fivizzano.
Dicembre - Terzo viaggio in Africa, in Costa d’Avorio
per il contatto con l’arte e la cultura del Continente Nero.
Presente in gallerie della Costa d’Avorio e in
collezioni d’arte.
1995 - La casa editrice Andromeda di Bologna pubblica gli Atti
del I° Seminario di Fisica e Filosofia di Fivizzano, in cui compaiono le
sue artistiche, scientifiche teorie delle dimensioni multiple
dell’Universo.
E su queste dimensioni multiple che ricerca da più di
trent’anni, ne trova conferma nell’interesse che la Scienza sta
dedicando a questi argomenti. Infatti, D’Orlando ha trattato l’Arte
come una scienza e ha considerato la Scienza come un’arte, senza confini
che le delimitano.
Scrive il Manifesto dell’Universalismo N° 6, dove
approfondisce i suoi concetti già precedentementi pubblicati, nella
rivista "Universalismo" dell'Ottobre '94, sui futuri viaggi
cosmici che l’uomo potrà intraprendere a velocità molto superiore alla
luce, sfruttando appunto altre dimensioni.
Mostre personali in Africa.
Settembre '95 - I mass-media mondiali dànno notizie che
scienziati inglesi prospettano la possibilità che in futuro l'uomo potrà
viaggiare a velocità oltre la luce, sfruttando altre dimensioni.
Aprile '96 - la RAI dà notizie che scienziati
russi e americani starebbero realizzando veicoli spaziali mossi da un
vuoto creato d'avanti al veicolo, risucchiandolo. Queste sue due teorie
D'Orlando le aveva pubblicate in anticipo nel numero di Ottobre '94 della
rivista "Universalismo".
Luglio 1996 - Scrive il Manifesto dell'Universalismo N° 7
dal titolo: "Oltre la luce".
Con la relazione "Oltre la luce", partecipa al
Convegno internazionale "Cartesio e la Scienza 1596 -1996"
Perugia, 4 - 7 Settembre, al Dipartimento di Matematica - Università
degli studi. Pubblicazione negli Atti del Convegno.
5/1/1997 - Inaugura il nuovo anno con il
Manifesto dell'Universalismo N° 8 dal titolo: "La teoria
dell'Assoluto".
Scrive il Manifesto dell'Universalismo N° 9 dal titolo
"Dialogo con l’Universo", questo manifesto spazia in tante
direzioni della Conoscenza, esprimendo nel modo più profondo e
rivoluzionario il suo pensiero universalista.
La rivista scientifica Focus del maggio '97, a pag.110
riporta che "lo scienziato G. Ellis ipotizza che esistano infiniti
universi a diverse dimensioni ...che il dispositivo di Casimir estrae
energia dal vuoto... Se si riuscisse ad applicare l'effetto Casimir ad una
regione di spazio enormemente estesa, si potrebbero tenere aperti i
cunicoli spazio-temporali".
Anche di queste due teorie ne aveva parlato nella stessa
rivista "Universalismo" del mese di Ottobre '94, a pag. 41, per
le sue diverse dimensioni dell'Universo e della "forza
D".
1998 Partecipa all’inaugurazione del locale Cargo a Milano,
esponendo la scultura “Universo” e diverse opere pittoriche.
1999-2000
- Dirige lo Spazio Arte Premuda di Milano con varie attività
artistico-culturali tra le quali l’importante mostra d’arte “... e i
D’Orlando” dove espongono per la prima volta insieme Maria, Pasquale e
Alan D’Orlando (nonna, padre e figlio).
2000 - Dopo quarantatre anni di vita milanese si trasferisce
con la famiglia nella campagna di Senna Lodigiana in provincia di Lodi.
Qui vive e lavora nel suo studio-bottega di pittura e di
scultura.
Lavora al progetto della “D’O Fine Art Promotion”,
Assieme ai suoi figli brevetta un nuovo sistema per la
vendita dell’Arte.
2001 - Ottobre - Termina il suo decimo manifesto universalista
“Infinito oltre” Manifesto dell’Universalismo N° 10.
Dicembre - Partecipa alla Fiera d’Arte “Immagina“ di
Reggio Emilia.
2002- 15/6 a Senna Lodigiana, espone al pubblico I risultati
del Metodo D’Orlando presso il Teatro Rex, con la partecipazione di
oltre 30 allievi.
Inizia a viaggiare in Africa(Tunisia e Capoverde) dove
persegue la sua ricerca sul
nudo e in Italia (Sicilia-Caltagirone) dove evolve la sua arte creando
sculture e piatti in ceramica.
2003-2004 Partecipa a collettive e personali
organizzate dai figli e dal Movimento dell’Universalismo D a Milano.
Partecipa alla collettiva “Artisti in piazza” a Luglio
e a Settembre a Codogno su invito dell’Organizzatrice Emma Azzi.
Attualmente intende ripresentare al grande pubblico le sue
sculture “Universo” e promuovere la sua speciale tecnica di
insegnamento.
La stampa nazionale, internazionale e la televisione si
sono interessate alla sua arte e al suo pensiero universalista.
Le sue opere figurano in collezioni pubbliche e private,
in Italia e all’estero.
PASQUALE D'ORLANDO - PITTORE UNIVERSALISTA
“E' un mostro naturale d'artista, è in
grado di giocare con la ricerca di nuove espressività nella
disinvoltura più straordinaria” soleva dire Roberto Crippa di
Pasquale D'Orlando. E Remo Brindisi, che ebbe con il D'Orlando una
profonda e frequentata amicizia, ribadiva: “Un vulcanico creatore
di forme e strumenti nuovi. Interpreta segni e masse con lucida
dinamicità”. Ma Pasquale D'Orlando non si è mai accontentato del
ruolo stereotipato dell'artista. "Discutibile-sosteneva Agenore
Fabbri, di fronte alla grande mostra di sculture del D'Orlando,
organizzata dal Comune di Milano nel luglio-agosto 1971 alla Rotonda
della Besana-ma geniale”.
Napoletano d'origine, come molti emigranti
intellettuali, il "Nostro" Artista ha trovato il suo
habitat culturale e professionale a Milano. Nato in una famiglia
poverissima, (Marittella, la madre analfabeta, come si vedrà,
diventa un'apprezzatissima pittrice "primitiva") intuitone
il precoce talento, fu, però, sostenuto, con enormi sacrifici,
negli studi al prestigioso Istituto d'arte di Urbino, dove il dotato
ragazzo ottenne, a soli 19 anni, il diploma di Maestro d'Arte.
Approdato, come si è detto, a Milano, alla
fine degli anni Cinquanta, viene assorbito dai movimenti artistici
di avanguardia e stabilisce rapporti sodali con molti dei
protagonisti dell'arte italiana del dopoguerra, quali Crippa, Dova,
Guttuso, Remo Brindisi, Fontana. Stabilisce ottimi rapporti con
Rafael Alberti, Luciano Bianciardi e Giacomo Manzù, Agenore Fabbri
e Treccani.
Si esprime sia con forme avanzate di pittura
e scultura, settore, quest'ultimo, in cui impiega tecniche
elettromeccaniche e tecnologiche. Espone in innumerevoli collettive
e gli vengono organizzate mostre personali in Italia e all'estero
(Bucarest, Nizza, Parigi, Barcellona ecc.).
La consacrazione, tuttavia, raggiunge
D'Orlando quando, nel 1971, l'Assessorato alla Cultura del Comune di
Milano, con un programma che riguarda tutti i più grandi scultori
italiani dell'epoca, da Minguzzi a Fabbri, da Messina a Greco ecc.,
gli organizza una grandiosa personale, di gigantesche sculture. Nei
due mesi di Mostra, molti sono i visitatori della Besana, fra cui i
maggiori critici nazionali e esteri, tutti sorpresi dai sistemi di
movimento e luce con cui le opere erano state realizzate. La maggior
parte di tali opere, purtroppo, sono finite all'estero.
D'Orlando continua, in seguito, nella sua
instancabile opera di ricerca: inventa un sistema di pittura
luminosa e trasparente, utilizzando, primo fra tutti, perfino il
laser. Termina i suoi studi sulla luce, realizzando uno splendido
film-scultura, "Sole". Del 1973, invece, è
"Evoluzione" film-pittura in 35 mm a colori, sonoro: opera
davvero superba, è stata proiettata nei maggiori circoli culturali
e artistici d'Europa e Stati Uniti.
In decenni, di onorata e silenziosa attività
professionale, schiva delle platee mercantili, Pasquale D'Orlando ha
portato avanti la sua profonda convinzione del bisogno di un'arte
davvero cosmica, fondando il movimento Universalista, del cui
manifesto è egli stesso autore.
Il valore di artista d'avanguardia è stato
ribadito durante una recente asta in una importante galleria
milanese: le opere di D'Orlando sono state aggiudicate a valori
significativi.
Scherzava Luciano Bianciardi sull'amico
Pasquale: “Ama troppo la parola, i pennelli, i colori, le tele, le
scoperte e troppo poco i soldi, per stare sul mercato come
meriterebbe”. Per questo, forse, e la poca simpatia per i
mercanti, non è stato ancora assegnato a questo "emigrante
napoletano", un posto adeguato nell'arte contemporanea. In
parte hanno rimediato parecchi collezionisti stranieri.
Luciano
Corsini
ANALFABETA MA POETESSA DELL'AMORE PRIMITIVO
Marittella D'Orlando era una donna del
profondo Sud e non c'era nulla in lei che potesse farlo dubitare: lo
stesso linguaggio che da secoli caratterizza i villaggi vesuviani,
nata e cresciuta povera non si era fatta esaltare dall'amicizia di
grandi artisti contemporanei, quali Gianni Dova, Roberto Crippa,
Lucio Fontana. Ognuno di questi maestri ha lasciato un pensiero su
Marittella.
Gianni Dova: “E' veramente sorprendente
come la forza dell'istinto possa, talvolta supplire ad ogni carenza
culturale e di per sé determinare un fatto d'arte. Questo posso
proprio affermare dopo un incontro con l'opera di Marittella
D'Orlando, maestra di poesia”.
Roberto Crippa: “Conosco Marittella da più
anni. La traccia serena delle sue mani, che inventano queste
immagini nuove, e anche profonde cicatrici, queste nuove soluzioni
conferiscono all'immaginazione una voluttà di libertà e di
infinita spiritualità”.
Lucio Fontana: “A parte l'impressione
fortissima del personaggio Marittella, commovente e pura nel suo
credere, i quadri si immedesimano in lei, colore, luce, terra,
cielo, vita, fede, un primitivismo esaltato nel credere alla
vita”.
Fu amica e stimata anche da uomini di
cultura. Su di lei scrisse molto Luciano Bianciardi, e un lungo
saggio le fu dedicato da Davide Lajolo.
Ma in una testimonianza davvero commovente
fu Renato Guttuso a dire, fra l'altro, di Marittella: “Vesuviana e
africana e messicana e pellerossa trasforma la decorazione popolare
...in "creature" come lei stessa dice, di una forza
evocativa straordinaria ...una grande forza fantastica che invita al
sogno”.
ARRIVA ALAN: I D'ORLANDO DIVENTANO DINASTIA
Alan D'Orlando, figlio e nipote d'arte si
presenta con la consapevolezza che gli strumenti dell'arte sono
infiniti come la fantasia e che l'uomo contemporaneo non può
prescindere dalla tecnologia. Ma non per esserne schiavi ma per
metterla al servizio del proprio talento. E allora del giovane Alan
occorre dire che di talento ne ha da vendere e che ha saputo mettere
i meccanismi e i segreti della tecnologia al servizio della sua
capacità di essere artista. E' presto per giudizi definitivi specie
quando le vie sono lunghe e contorte come quelle della creatività;
ma dentro al ragazzo l'artista c'è. Si capisce che la sua prima
uscita è stata sofferta, supportata da scrupolose ricerche che
hanno già sortito opere di notevoli segni espressivi. Senza
rimanere nella bambagia protettiva di una famiglia impegnativa.
|
1 -
PERCORSI ANTIACCADEMICI
Questi
miei percorsi antiaccademici dell’istruzione artistica,
differiscono da quelli classico-accademici delle scuole d’arte, di
solito focalizzati sull’apprendimento erudito e ripetitivo che si
svolge nell’arco di una ventina d’anni, dall’asilo
all’accademia d’arte, e che fanno perdere una grande quantità
di tempo e di soldi e di risorse umane, il cui risultato finale
spesso si risolve con la distruzione della personalità artistica
dell’allievo.
Per
molti anni ho sperimentato su centinaia di discenti, miei
rivoluzionari metodi d’insegnamento artistico, fondati
sull’apprendimento rapido e conciso delle tecniche e del
linguaggio dell’arte, indirizzandoli subito verso la loro
personale espressione, avendone in poche lezioni fatto emergere la
loro personalità.
In
questo modo molto presto essi si esprimono e si indirizzano verso la
formazione della loro personalità, scoprendo, arricchendo e
plasmando il linguaggio, e sperimentando tecniche che si addicono al
loro stile.
In una
classe, in una scuola, questa nuova prassi posta su una ricerca a
tutto campo, non massifica l’insegnamento, e l’insegnante non è
proteso a creare dei suoi brutti cloni, che di solito li notiamo
pesantemente penalizzati in questo senso gli allievi delle accademie
d’arte, quando a quel livello scolastico la loro formazione
dovrebbe completarsi.
Con il
mio metodo d’insegnamento, il docente, oltre a dover essere un
buon maestro di tecniche e di conoscenza artistica, deve possedere
istintive qualità psicologiche, fuori dagli schemi, per condurre e
formare nel modo più completo l’Io etico ed estetico di ogni
singolo allievo.
Insegnando
l’arte con queste direttive, l’apprendimento si forma, oltre che
nella sfera cosciente, anche nell’altra parte, quella psichica,
calandosi e intensificandosi in modo naturale nel profondo della
coscienza dell’allievo e in tempi ridottissimi.
Ne
scaturisce soprattutto un insegnamento gioioso e, direi frenetico e
prolifico di produzione; naturalmente se l’insegnante incoraggia e
indirizza con precisi, delicati, efficienti e costruttivi consigli.
1-
Dall’analisi della forma, alla sintesi espressiva del segno.
Questo
metodo inventato dall’Autore, si è subito diffuso ed è stato
adottato già da alcuni insegnanti d’arte. Consiste nel far
disegnare dal vero e ripetutamente un semplice oggetto, in tempi
sempre più dimezzati; si ottengono sorprendenti risultati che
vediamo qui di seguito.
Modo
di procedere: per ogni allievo occorre un discreto numero di fogli (è
buona anche la carta per fotocopie A4); scegliere possibilmente un
oggetto che abbia dimensioni e volumi larghi, per esempio quelli a
portata di mano, astucci, borse, orologi, eliminando preferibilmente
quelli filiformi, come penne e matite; fare tanti disegni di seguito
copiati dal vero, con la matita ben appuntita e senza interruzioni,
partendo da 5 minuti e dimezzando via via il tempo, fino ad arrivare
a concludere l’ultimo disegno in mezzo secondo.
Nel
procedere dei lavori a tempi dimezzati, dalla (relativamente) lenta
raffigurazione del disegno eseguito in cinque minuti, all’ultimo
di mezzo secondo, si vedrà una rapidissima trasformazione del modo
di raffigurare, con lavori che via via diventano sempre più concisi
e con segni che aumentano di vigore e di nitezza espressiva.
Questi
ultimi disegni, molto semplici, che solo larvatamente ricordano
l’oggetto disegnato, non rappresentano una sintesi studiata
dell’oggetto; essi sono importanti per il tratto deciso, spontaneo
e bello: questo è l’obiettivo dell’esercizio.
Prima
di iniziarlo non si deve assolutamente rivelare qual’è lo scopo
da raggiungere, non bisogna spiegare niente, occorre solo dire che
occorre avere fiducia e affidarsi ad un ‘gioco molto serio’, ad
un esercizio che sarà tutta una sorpresa. Non si dovrà neanche
accennare al dimezzamento continuo del tempo. L’effetto sorpresa
non deve mancare, anzi va alimentato con continua suspense.
Già quando l’insegnante dirà che si deve eseguire un disegno in
cinque minuti, si solleverà un coro di lamentele. Con risolutezza e
con l’orologio alla mano (meglio un cronometro) e con un bel
sorriso fiducioso, l’insegnate darà l’avvio (non prima) allo
scadere del tempo, farà smettere con uno stop vocale ben secco e
determinato a tutta la classe, stando bene attento ed esigendo che
nessuna aggiunga altri segni.
Ad
ogni disegno l’insegnante deve ottenere che gli allievi lo
completino con la forma conchiusa, pena la ripetizione del lavoro
nel tempo prestabilito, finché non si arriva a concluderlo nei
minuti o secondi stabiliti; delle volte conviene anche farlo
ripetere a tutta la classe, come se per colpa di qualcuno cadesse su
tutti. L’importante è il tutto sia svolto con piacere e in
allegria.
Accanto
ad ogni disegno l’insegnante farà scrivere il tempo impiegato.
Senza
tregua si passa al lavoro successivo, fino all’ultimo, tra urli,
lamentele e risate, frammiste a grande meraviglia per i risultati
che si ottengono in inimmaginabili brevissimi tempi.
L’Ultimo
disegno si farà eseguire in piedi e ad occhi chiusi, col una mano
che tiene fermo il foglio, l’altra che impugna la matita come se
fosse un coltello per pugnalare qualcuno nella parte alta della
schiena, e con forza e rapida energia devono fare il disegno senza
vedere: ne susseguono grida di gioia e di incredibile sorpresa.
Si
noterà che man mano che si disegna se ne fa a meno della gomma
(essa è più un simbolo di repressione della nostra espressività
ché un oggetto utile) e, quindi, i disegni diventano così sempre
più sintetici e più decisi fino a ridursi a pochi tratti belli,
energici, e spontanei. Verso la fine dell’esercizio si arriva a
lavorare d’istinto, non ci sarà più bisogno di guardare
l’oggetto per averlo nel frattempo immagazzinato, ma nel proprio
subconscio s’è già formato.
Al
termine della lezione, l’insegnante deve chiedere agli allievi le
loro opinioni a riguardo dell’esperimento fatto e cosa rilevano a
riguardo dei risultati raggiunti. Bisogna spingerli a parlare e far
loro analizzare i lavori facendo un confronto da primo fino
all’ultimo. Mediante un’autoanalisi dei propri lavori, gli
allievi devono essere stimolati all’autocoscienza dei risultati
ottenuti e, l’insegnante deve stimolare, dirigere e gestire il
dialogo: dev’essere una lezione fatta dagli allievi, il risultato
è molto divertente e sorprendentemente efficace.
2-
Dalla sintesi alla ricostruzione
Questo
secondo passaggio prevede di utilizzare la prima esperienza già
fatta, partendo appunto dall’estrema sintesi del disegno rapido,
alla costruzione dell'analisi dell'oggetto, disegnando con l'estrema
rapidità raggiunta al termine del primo percorso.
In
questo caso, ad ogni disegno successivo che si realizza, il tempo
viene raddoppiato, usufruendo però della velocità e decisione
aquisite.
Noteremo
subito che i lavori si arricchiscono di particolari disegnati con
forza espressiva che prima non si conosceva.
I
pericoli: gli
allievi tendono a dimenticare l’esperienza fatta della velocità
come mezzo espressivo e mediante i condizionamenti precedentemente
acquisiti, tendono a lavorare con la solita cronica lentezza. Per
questo occorre stimolarli sulla acquisita velocità, come se fossero
rematori incatenati e schiavizzati che a colpi di frusta devono
rispettare il tempo battuto, pena la vanificazione dell’esercizio
e delle capacità precedentemente conquistate.
3-
Le tecniche accademiche
Le
scuole d'arte danno un’eccessiva importanza all'apprendimento e
all'esecuzione delle tecniche artistiche, a scapito della ricerca e
della formazione della personalità individuale dell'allievo. Con
questi nuovi metodi si accenna sinteticamente e chiaramente ogni
tecnica, le si provano e si lavora quasi immediatamente in modo
sperimentale e personale fino a lavorare contro la tecnica stessa,
per trovare il mezzo espressivo più idoneo alla propria
individualità, lavorando appunto contro le regole accademiche.
In
questo caso abbiamo la possibilità da parte dell'allievo di non
soffermarsi sull'importanza della conoscenza tecnica, quanto come
padroneggiarla in modo personale.
Ci
troviamo così al punto in cui l'allievo, dopo i primi rudimenti
tecnici, scopre attraverso la propria sperimentazione il modo di
controllare e ideare il proprio linguaggio espressivo, in
un’invenzione continua.
4-
Oltre le tecniche accademiche
Dopo
il passo precedente diventa naturale trovare nuovi sistemi che
vadano oltre lo sterile tecnicismo delle conoscenze tecniche fini a
se stesse.
Infatti
nelle nostre scuole si avverte che la focalizzazione della
conoscenza della tecnica viene messa erroneamente in primo piano,
distruggendo (consapevolmente?) via via la personalità e la
creatività dell’allievo.
Se la
scuola dell'arte serve per creare artisti, occorre che sin dal primo
momento l'insegnamento venga indirizzato in questa direzione.
Notiamo
invece che tutto l'iter scolastico tende alla distruzione
dell'artista, massificando addirittura le personalità, ciò invece
dovrebbe risultare contrario.
Per
andare appunto oltre le tecniche accademiche, occorre agganciarsi
all'atavico istinto e caricarsi di particolare energia interiore che
serve come spinta creativa, la quale permette il superamento dei
linguaggi accademici.
Queste
energie creative si trovano sia dentro di noi che nell'Universo.
Se
pensiamo appunto che il nostro Io è la continuazione dello spazio
energetico e creativo del Cosmo, riusciamo attraverso
un’indispensabile elevazione spirituale a cogliere e generare le
cosmiche energie creative.
5-
Introspezione individuale
Diventerebbero
inapplicabili queste energie creative se non le sposassimo con una
nostra personale visione della vita.
La
coniugazione di questi due elementi ci permette di dialogare con i
mezzi espressivi.
Nel
momento e nella misura in cui si forma la nostra etica personale, la
nostra capacità di manipolare la materia e le tecniche artistiche,
la capacità di generare le energie cosmiche, il desiderio di
comunicare, di credere utile il messaggio del nostro lavoro, di
azzardare la sperimentazione per trovare in modo più idoneo e nuovo
il nostro linguaggio, riusciremo a fare dell'arte.
6-
Esternazione della propria personalità
Una
volta arricchita la nostra artistica personalità sentiamo
l'impellente bisogno di esprimerci.
Naturalmente
non possiamo farlo che in modo originale.
Se
abbiamo fatto scuole d'arte e abbiamo una conoscenza della storia
dell'arte, dobbiamo riuscire ad esprimerci senza condizionamenti da
artisti del passato; si deve sentire nel nostro lavoro la padronanza
che abbiamo della materia.
Dobbiamo
considerare la storia dell'arte come una lunga catena a cui noi
rivoluzionariamente dobbiamo
agganciare il nostro ultimo anello.
E se
non abbiamo avuto la fortuna (o la sfortuna?) di frequentare scuole
d'arte, dobbiamo appunto istintivamente agganciarci a quella nostra
cultura e conoscenza atavica a livello cellulare.
7-
Elementi e segreti della creatività
Un'opera
d'arte si distingue dagli altri lavori dell'uomo per il suo
contenuto di pensiero.
Infatti
se noi imbianchiamo una parete non immettiamo in questo nostro atto
un pensiero.
Lo
stesso colore che ci è servito per imbiancare la parete, possiamo
usarlo per dipingere. In questo caso il nostro colore s’imbeve di
contenuto.
Anche
qui si dimostra che la materia non contiene l’energia-pensiero
perché imbiancando una parete non creiamo un’opera d’arte;
dipingendo su una tela, se non immettiamo nella materia il nostro
pensiero il quadro risulta vuoto di contenuto.
Dobbiamo
intendere che la materia in se stessa non contiene pensiero, ma per
esprimersi, ha bisogno di un’energia-pensiero.
Notiamo
quindi che la materia è immersa in uno spazio vuoto che andrebbe
visto come pieno energetico.
Questo
vuoto energetico contiene una legge-pensiero che permette alla
materia di spostarsi, di vivere ed esprimersi.
Ogni
nostro gesto indirizzato alla creazione artistica dev’essere
carico di emozioni e di pensiero, diversamente si rischia di
eseguire meccanicamente l'atto dell'imbiancatura.
Se noi
apparteniamo al nostro Cosmo, vuol dire che siamo parte di esso e
quindi il nostro pensiero gli appartiene.
Se non
siamo arroganti da credere che il pensiero è elemento esclusivo
dell'uomo, ma che esso è l'elemento che impregna tutto lo spazio
cosmico, possiamo sentirci Universo, e quindi esprimere addirittura
un pensiero infinito.
Infatti
il segreto di un’opera d’arte che si evolve automaticamente nel
tempo, è dato da questo pensiero; il quale, se molto elevato, rende
l’opera sempre attuale precedendo i tempi.
La
grandezza di un creatore è direttamente proporzionale alla sua
elevazione, e quindi alla capacità di usufruire e di immettere
nelle sue opere un pensiero senza tempo, assieme alle capacità
tecniche.
Un
artista utilizzando queste forze cosmiche, riesce a dialogare con
tutta la natura e ad esprimersi ad alto livello.
8-
Tecniche e creatività
È
possibile creare senza la conoscenza delle tecniche, che conoscere
le tecniche e voler creare senza la creatività?
La
conoscenza delle tecniche artistiche è utile in quanto ci permette
di conoscere i limiti e le possibilità del mezzo espressivo.
Queste
conoscenze occorre farle proprie e superarle, per potersi esprimere
con personalità di stile e di pensiero.
Conoscere
e approfondire una tecnica non dev'essere a scapito della creatività,
per non cadere nell'inganno del tecnicismo.
9-
Rivoluzione tecnica e comunicazione
Se
nell'arte applicassimo le tecniche senza rinnovarle, rischieremmo la
sua morte per mancanza d’evoluzione.
Se
pretendiamo di esprimere nuove idee applicando sistemi e vecchie
tecniche, non riusciremmo ad esprimere nuovi concetti.
La
decadenza dell’arte si verifica quando tecniche e concetti non si
rinnovano.
L’arte
è una continua rivoluzione delle tecniche e del pensiero.
L’arte
è una scienza.
La
scienza scopre, l'arte crea.
L’arte
si rivela come la forma più elevata della creatività umana.
L’arte
dà all’uomo la possibilità di creare e rappresentare
l’impossibile.
Per
poter fare arte occorre che forma e contenuto siano nuovi e
rivoluzionari.
Per
poter comunicare è necessario pensare a ciò che si vuole
trasmettere e trovare il mezzo più idoneo per esprimerlo.
Si
possono comunicare emozioni, sensazioni attraverso forme, materie e
colori, quindi, tramite questi, anche il pensiero; per far ciò
occorre che vivano e crescano intensamente dentro di noi.
10-
Libero pensiero e linguaggio universale
L’artista
deve coltivare la sua individualità indirizzata in modo singolare,
il suo libero pensiero in modo personale e universale.
Indirizzando
l’arte con queste finalità, essa non risentirà mai delle mode
artistico-culturali; la sua opera si evolverà nel tempo e nello
spazio, esprimendosi con un linguaggio veramente universale.
L’artista
che partecipi o no alla vita sociale, ha bisogno di attingere da
essa, sentendo e anticipando i tempi, pena il vuoto del messaggio,
anche se la forma è innovativa.
Egli
così si trova a poter comunicare con tutte le forme
d’intelligenza cosmica.
Questo
tipo d’arte è stata espressa da pochi.
C’è
da sperare che questi nuovi metodi di apprendere e di esprimersi
moltiplichino esponenzialmente il numero degli artisti, anzi, che
permettano a tutta l’umanità di comunicare e di elevarsi ad una
forma di società nuova ed universalista.
Ognuno
di noi è Universo e un universo.
Tutti
noi assieme a tutte le cose componiamo l’Universo.
L’arte,
attraverso la nostra materia intelligente, esprime il pensiero
eternamente innovativo dell’Universo.
Libro sul Metodo Creativo/Metodo
D'Orlando, cap. 1 di PASQUALE
RAFFAELE D’ORLANDO
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