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Intervista di Nicola A. Grossi al Giudice Gennaro Francione, fondatore dell'Unione Europea dei Giudici Scrittori e ideatore del Movimento Utopista-Antiarte 2000.

"Questa che ti permette di recitare bene Omero e di cui appunto parlavo non è una capacità artistica, ma è una forza divina* a spingerti, come avviene nella pietra che Euripide chiamò Magnete e la gente chiama Eraclea. E, infatti, questa pietra non solo attrae gli stessi anelli di ferro, ma infonde agli anelli anche una forza tale che permette loro di esercitare a loro volta questo stesso potere esercitato dalla pietra, cioè di attrarre altri anelli, di modo che talvolta si forma una fila assai lunga di anelli di ferro collegati l'uno con l'altro, ma per tutti questi la forza dipende da quella della pietra. Così è la Musa stessa a rendere ispirati e attraverso questi ispirati si riunisce una catena di altri ispirati" (Platone, Ione). Se Socrate ha ragione, allora nessun artista è proprietario di ciò che crea, ma ne è mero detentore. Lei cosa ne pensa?

Questo pezzo non lo conoscevo. La ringrazio di avermelo fatto apprendere. La Musa non solo rende ispirati gli artisti ma crea fili lontanissimi, oltre il tempo e lo spazio, per instillare negli animi dei nuovi giuristi, a tanti anni di distanza, la nuova legge dell'anticopyright.

Per leggere il seguito dell'intervista clicca su http://www.scarichiamoli.org/main.php?page=interviste/francione

 

http://www.antiarte.it/antiarte/discuss.htm

http://guide.supereva.com/creativita/interventi/2005/07/219238.shtml

http://www.torreomnia.it/forum/leggi.asp?id=2313

http://www.ziobudda.net/Admin/redir_news.php?id=23480

http://italy.indymedia.org/news/2005/07/840121.php

http://linux-club.org/modules.php?name=News&file=article&sid=512

http://zone-h.it/it/feeds/year=2005/month=07/

http://www.cmlug.org/index.php?option=content&task=category&sectionid=3&id=56&Itemid=66

http://www.lug-ischia.org/

http://www.tuttosulinux.com/

http://riassunto.jsk.it/det/9/0/0/

http://www.infopa.net/

http://www.mrtux.it/

http://linux.le.it/headlines.php

http://www.newscrawler.it/nc/searchnews.jsp?k=&p=2&g=7

http://web.kiusso.net/modules/news/

http://wup.it/

http://www.linux.genova.it/index.php?mod=05_ZioBudda_news

http://rc.dalcero.net/

http://www.cmlug.org/index.php?option=content&task=category&sectionid=3&id=56&Itemid=66

http://www.lug-ischia.org/

http://www.tuttosulinux.com/

http://www.newscrawler.it/nc/searchnews.jsp?k=&p=2&g=7

http://web.kiusso.net/

http://www.123lavoro.it/notizie_lavoro/Unione+Europea

http://www.bylinux.org/index.php?mod=comment&id=1121174279

 

 

Claudio Guzzo [claudioguzzo@tiscalinet.it] martedì 26/07/2005 12.29

OGGETTO: Re: freewave e anticopyright

Caro Gennaro (mi permetto la confidenza, che spero ricambierai, dopo tanti

anni di reciproca corrispondenza; d'altronde, ci siamo conosciuti

personalmente a un convegno sui diritti dei cc.dd. minori, rectie

fanciulli),

concordo sull'anticopyright in linea di principio, ma non si può negare che

gli autori abbiano diritto ad essere retribuiti e mantenuti. Più

precisamente, credo che - come nello sport e in tutte le altre attività

dello spirito e/o del corpo di cui beneficiamo individualmente - il

pubblico interesse alla loro conoscenza e al loro sviluppo, nell'ambito

della scienza e della ricerca quali strutture portanti delle culture e delle

nostre civiltà, ne imponga l'accesso gratuito (la strada è sempre quella

dell'art. 9 Cost.). Sia chiaro, però, che né la civiltà degli antichi né

l'art. 9 Cost. possono giustificare una sorta di "esproprio proletario" o

una "nazionalizzazione" dell'attività degli artisti, dei ricercatori o degli

sportivi.

INCISO. Secondo me non può imporsi la "sacra" attività in questione ai

liberi cittadini, che pure dovrebbero svolgerla per il loro stesse bene

individuale, così come è patetica la c.d. istruzione obbligatoria (con libri

di testo obbligatori e a pagamento...). Gli uomini non sono le pecore in

attesa del pastore e devono essere liberi di farsi la cultura che vogliono.

Ma è solo un inciso...

Insomma, ritengo che chi non svolge alcuna attività lavorativa o che abbia

comunque bisogno di essere mantenuto, debba essere retribuito, se svolge

un'attività sportiva, artistica o di ricerca e la rende accessibile al

pubblico. Concretamente ciò, per i materiali resi accessibili da Internet, è

possibile attraverso i sistemi dei banners pubblicitari e la responsabilità

degli ISP per l'attività svolta loro tramite. Per esempio, per quanto

concerne gli autori di musica, ogni volta che una radio o un luogo aperto al

pubblico (o un sito...) trasmette la loro musica, essi devono essere tenuti

al pagamento dei diritti (agli autori); gli autori devono, quindi, essere

retribuiti dagli "attori" della riproduzione su Internet e non dai fruitori,

come avviene nel sistema (prevalente sul web) del c.d. freeware legale: gli

"attori" pubblicizzano anche il materiale degli autori (vedi motori di

ricerca, etc.) perché il sistema freeware si basa sui banners, così come la

televisione "commerciale" gratuita si basa sulla raccolta pubblicitaria. Il

sistema freeware dovrebbe essere la regola in tutti i campi (e non solo in

quello della TV italiana e satellitare) e quello di pagamento dei diritti da

parte del fruitore ultimo dovrebbe essere eccezionalmente consentito in casi

tipici tassativamente previsti (dalle Autorità garanti della libertà di

concorrenza o da quella delle comunicazioni? La diffusa "illegalità" dei

downloads in spregio dei diritti degli autori, comunque, ha chiarito che i

divieti sono disvoluti dalla maggioranza degli elettori).

In sintesi, mentre l'anticopyright non è conforme alle norme costituzionali

che tutelano il lavoro e il singolo, il freeware (cioé la retribuzione da

parte solo dell'attore del sistema di riproduzione: ISP o editore ovvero

indirettamente da parte della pubblicità) è conforme all'art. 9 Cost. e alla

struttura del web. Più precisamente, anche lo shareware consente al fruitore

la conoscenza del prodotto artistico necessaria per apprezzarne la

straordinaria qualità e la particolare utilità, nel rispetto dell'attività

dell'autore; il fatto che la riproduzione del prodotto shareware sia libera

per un limitato periodo di tempo non ostacola la sacra forza di cui si parla

nel messaggio in calce, in quanto nel momento in cui l'anello diventa maglia

di una catena perde la sua individualità. In ogni caso, queste

considerazioni non possono valere per il prodotto firmato, che ha un valore

intrinseco per il collezionista, la cui diffusione deve essere riservata e

protetta nei limiti in cui l'opera non abbia un valore scientifico o

artistico riproducibile.

Ti prego di farmi sapere che ne pensi.

Ciao

@@@@@@@@@@@@

adramelek [adramelek@tin.it]martedì 26/07/2005 15.28

OGGETTO: R: meglio anticopyright e poi si vede

Ciao Claudio

rispondo ai tuoi interessanti quesiti facendo un tagliafuori.

Il sistema dello sfruttamento degli autori va rovesciato. Per questo altro che esproprio proletario! Gli autori in massa rinunciano ai loro diritti, così finisce l'oggetto dello sfruttamento da parte degli oligopoli che non sono gli autori in massa (a loro volta sfruttati in quanto dimenticati) ma le galline dalle uova d'oro: le star dell'arte e della cultura.

Il nostro compito è abbattere la Piramide a favore della Sfera. I tentativi di edulcorazione come quello che tu proponi non raggiungono lo scopo, essendo comunque formule che possono essere utilizzate "dopo il crollo della Piramide".

Caduto il sistema si potrà ricominciare daccapo.

Per questo l'autore-massa deve essere disponibile a non vivere di arte come faccio io e tanti, trovandosi un lavoro di base diverso.

Questo non esclude che egli possa guadagnare ma sempre attraverso minimi diffusissimi e sempre non a carico del fruitore, a meno che questi non compri l'arte a valle come confezione, avendo diritto a conoscere e gustare l'arte gratis a monte.

Sul resto sono d'accordo con te: l'arte va eventualmente pagata a monte in freeware dagli "attori" della riproduzione su Internet e non dai fruitori; cioè la retribuzione va fatta dal sistema di riproduzione: ISP o editore ovvero indirettamente da parte della pubblicità.

In Brasile è stato avanzato un progetto che pone a carico della rete telefonica i compensi in percentuale da distribuire ai singoli autori (non importa se famosi o meno) in rapporto al tempo di connessione dei vari fruitori.

Mi sembra una formula assai interessante e di distribuzione democratica delle opere e degli introiti.

Cordialmente

Gennaro

P. S. Vorrei pubblicare questo dialogo in calce alla pagina

http://www.antiarte.it/eugius/scarichiamoli.htm

Se sei d'accordo dammi l'okay.

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DA GUZZO: martedì 26/07/2005 19.26

OK Gennaro per la pubblicazione.
Mi è molto piaciuta questa tua frase da
----- Original Message -----
From: "adramelek" <adramelek@tin.it>
To: "Claudio Guzzo" <claudioguzzo@tiscalinet.it>
Sent: Tuesday, July 26, 2005 3:28 PM
Subject: R: meglio anticopyright e poi si vede
> Il nostro compito è abbattere la Piramide a favore della Sfera.
 
Il tirannico vertice della piramide - per quanto interessa questo nostro dialogo - mercifica l'arte e strumentalizza gli artisti, specialmente quelli più poveri, che non hanno un altro "mestiere" o che vogliono dedicare la loro vita all'arte che li appassiona.
 
La comunità di Internet sta compiendo lentamente la rivoluzione, nel senso tradizionale del termine: sta realizzando quegli obiettivi e quei compiti che le Costituzioni affidano agli Stati e si appresta a smembrare gli oligopoli che costituiscono quel dannato vertice tirannico, a favore della conoscenza e della libertà.
In molti casi ciò sta avvenendo a danno anche degli autori, che ambiscono quanto meno al misero peculium che possono elemosinare dalla piramide.
 
La sfera, lo Stato, la civiltà, ha un dovere principale che è culturale. Perché dovrebbe garantirsi il soldo ai militari, ai professori, ai magistrati, ai politicanti e ai sacerdoti, ma non ai liberi artisti? La piramide dei valori è rovesciata dalla piramide del potere, per farci dimenticare la nostra natura civile e per conservare l'insano dominio del tiranno.
 
Dobbiamo chiarirci sui termini, perché si possa percepire la ratio del discorso (che credo sia unica).
 
Anticopyright vuol dire contro il diritto sulla copia, sull'arte e sulla cultura; sembra una mera negazione e fa paura agli autori privi di altro reddito o che sono gelosi della loro opera, non reputandosi autore-massa. La strada per la distruzione della piramide del potere in favore della sfera del bene comune e della piramide dei valori pubblici, che non calpesta i diritti dei singoli e non pretende il loro francescano sacrificio, l'onda impetuosa che sta imponendo Internet per trasportare e diffondere l'arte e la cultura si fonda sulla gratuità e libertà e s'incarna nel freeware, cioè nell'affermazione del diritto dell'autore a un compenso, cui contribuiscano i fruitori dell'opera direttamente con libere elargizioni o indirettamente con il loro mero apprezzamento (banners pubblicità isp etc), e nella libera copia delle opere. Concordo, poi, con la necessità di fissare il compenso minimo garantito, un piccolo peculium da porre a carico del sistema di comunicazione telefonica (fin quando esso debba ancora essere a pagamento e non viceversa!) o comunque in generale di un'analoga imposta a carico degli ISP.
 
INCISO. Perché la scuola è obbligatoria? i libri di testo sono imposti? perché si pagano? perché il "minore" non può scegliere e non può avere gratuitamente ciò che occorre alla sua cultura? e perché questa possibilità non è riconosciuta nemmeno alla potestà dei suoi genitori? Quando le risorse culturali free saranno tali da soppiantare la piramide del potere, ci accorgeremo definitivamente che lo Stato è stato e non è più: le nostre civiltà sono da tempo parte di un'unica sfera. Ereditato il mondo dalla globalizzazione della piramide tirannica, le persone di buona volontà e di cultura salveranno il salvabile.
Un cordiale saluto da Claudio

@@@@@@@@@@@

 

http://www.scarichiamoli.org/pipermail/lista/2005-July/000030.html
Fino ad oggi non sono mai intervenuto per commentare le interviste che ci 
vengono rilasciate. Dopo avere letto le risposte di Gennaro Francione, però, 
non posso fare a meno di constatare che, anche nel mondo open, esistono due 
categorie di intellettuali: quelli che parlano di cultura (i vari guru e i 
vari "intellighenti") e quelli che la fanno. Francione è uno di quelli che 
la fa: non è un bluff. Quello che dice si può condividere o si può non 
condividere, ma sono persone di questa pasta che sono in grado di 
trasformare il reale, sono questi gli alchimisti del terzo millennio. 


Saluti,
n.a.g.