Claudio Guzzo [claudioguzzo@tiscalinet.it]
martedì 26/07/2005 12.29
OGGETTO: Re: freewave e anticopyright
Caro Gennaro (mi permetto la confidenza, che spero ricambierai, dopo
tanti
anni di reciproca corrispondenza; d'altronde, ci siamo conosciuti
personalmente a un convegno sui diritti dei cc.dd. minori, rectie
fanciulli),
concordo sull'anticopyright in linea di principio, ma non si può
negare che
gli autori abbiano diritto ad essere retribuiti e mantenuti. Più
precisamente, credo che - come nello sport e in tutte le altre
attività
dello spirito e/o del corpo di cui beneficiamo individualmente - il
pubblico interesse alla loro conoscenza e al loro sviluppo, nell'ambito
della scienza e della ricerca quali strutture portanti delle culture e
delle
nostre civiltà, ne imponga l'accesso gratuito (la strada è sempre
quella
dell'art. 9 Cost.). Sia chiaro, però, che né la civiltà degli
antichi né
l'art. 9 Cost. possono giustificare una sorta di "esproprio
proletario" o
una "nazionalizzazione" dell'attività degli artisti, dei
ricercatori o degli
sportivi.
INCISO. Secondo me non può imporsi la "sacra" attività in
questione ai
liberi cittadini, che pure dovrebbero svolgerla per il loro stesse bene
individuale, così come è patetica la c.d. istruzione obbligatoria
(con libri
di testo obbligatori e a pagamento...). Gli uomini non sono le pecore
in
attesa del pastore e devono essere liberi di farsi la cultura che
vogliono.
Ma è solo un inciso...
Insomma, ritengo che chi non svolge alcuna attività lavorativa o che
abbia
comunque bisogno di essere mantenuto, debba essere retribuito, se
svolge
un'attività sportiva, artistica o di ricerca e la rende accessibile al
pubblico. Concretamente ciò, per i materiali resi accessibili da
Internet, è
possibile attraverso i sistemi dei banners pubblicitari e la
responsabilità
degli ISP per l'attività svolta loro tramite. Per esempio, per quanto
concerne gli autori di musica, ogni volta che una radio o un luogo
aperto al
pubblico (o un sito...) trasmette la loro musica, essi devono essere
tenuti
al pagamento dei diritti (agli autori); gli autori devono, quindi,
essere
retribuiti dagli "attori" della riproduzione su Internet e
non dai fruitori,
come avviene nel sistema (prevalente sul web) del c.d. freeware legale:
gli
"attori" pubblicizzano anche il materiale degli autori (vedi
motori di
ricerca, etc.) perché il sistema freeware si basa sui banners, così
come la
televisione "commerciale" gratuita si basa sulla raccolta
pubblicitaria. Il
sistema freeware dovrebbe essere la regola in tutti i campi (e non solo
in
quello della TV italiana e satellitare) e quello di pagamento dei
diritti da
parte del fruitore ultimo dovrebbe essere eccezionalmente consentito in
casi
tipici tassativamente previsti (dalle Autorità garanti della libertà
di
concorrenza o da quella delle comunicazioni? La diffusa
"illegalità" dei
downloads in spregio dei diritti degli autori, comunque, ha chiarito
che i
divieti sono disvoluti dalla maggioranza degli elettori).
In sintesi, mentre l'anticopyright non è conforme alle norme
costituzionali
che tutelano il lavoro e il singolo, il freeware (cioé la retribuzione
da
parte solo dell'attore del sistema di riproduzione: ISP o editore
ovvero
indirettamente da parte della pubblicità) è conforme all'art. 9 Cost.
e alla
struttura del web. Più precisamente, anche lo shareware consente al
fruitore
la conoscenza del prodotto artistico necessaria per apprezzarne la
straordinaria qualità e la particolare utilità, nel rispetto
dell'attività
dell'autore; il fatto che la riproduzione del prodotto shareware sia
libera
per un limitato periodo di tempo non ostacola la sacra forza di cui si
parla
nel messaggio in calce, in quanto nel momento in cui l'anello diventa
maglia
di una catena perde la sua individualità. In ogni caso, queste
considerazioni non possono valere per il prodotto firmato, che ha un
valore
intrinseco per il collezionista, la cui diffusione deve essere
riservata e
protetta nei limiti in cui l'opera non abbia un valore scientifico o
artistico riproducibile.
Ti prego di farmi sapere che ne pensi.
Ciao
@@@@@@@@@@@@
adramelek [adramelek@tin.it]martedì 26/07/2005 15.28
OGGETTO: R: meglio anticopyright e poi si vede
Ciao Claudio
rispondo ai tuoi interessanti quesiti facendo un tagliafuori.
Il sistema dello sfruttamento degli autori va rovesciato. Per questo
altro che esproprio proletario! Gli autori in massa rinunciano ai loro
diritti, così finisce l'oggetto dello sfruttamento da parte degli
oligopoli che non sono gli autori in massa (a loro volta sfruttati in
quanto dimenticati) ma le galline dalle uova d'oro: le star dell'arte e
della cultura.
Il nostro compito è abbattere la Piramide a favore della Sfera. I
tentativi di edulcorazione come quello che tu proponi non raggiungono lo
scopo, essendo comunque formule che possono essere utilizzate "dopo
il crollo della Piramide".
Caduto il sistema si potrà ricominciare daccapo.
Per questo l'autore-massa deve essere disponibile a non vivere di arte
come faccio io e tanti, trovandosi un lavoro di base diverso.
Questo non esclude che egli possa guadagnare ma sempre attraverso
minimi diffusissimi e sempre non a carico del fruitore, a meno che questi
non compri l'arte a valle come confezione, avendo diritto a conoscere e
gustare l'arte gratis a monte.
Sul resto sono d'accordo con te: l'arte va eventualmente pagata a monte
in freeware dagli "attori" della riproduzione su Internet e non
dai fruitori; cioè la retribuzione va fatta dal sistema di riproduzione:
ISP o editore ovvero indirettamente da parte della pubblicità.
In Brasile è stato avanzato un progetto che pone a carico della rete
telefonica i compensi in percentuale da distribuire ai singoli autori (non
importa se famosi o meno) in rapporto al tempo di connessione dei vari
fruitori.
Mi sembra una formula assai interessante e di distribuzione democratica
delle opere e degli introiti.
Cordialmente
Gennaro
P. S. Vorrei pubblicare questo dialogo in calce alla pagina
http://www.antiarte.it/eugius/scarichiamoli.htm
Se sei d'accordo dammi l'okay.
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DA GUZZO: martedì 26/07/2005 19.26
OK Gennaro per la pubblicazione.
Mi è molto piaciuta questa tua frase da
----- Original Message -----
Sent: Tuesday, July 26, 2005 3:28 PM
Subject: R: meglio anticopyright e poi si
vede
> Il nostro compito è abbattere
la Piramide a favore della Sfera.
Il tirannico vertice della piramide - per
quanto interessa questo nostro dialogo - mercifica l'arte e
strumentalizza gli artisti, specialmente quelli più poveri, che non
hanno un altro "mestiere" o che vogliono dedicare la loro vita
all'arte che li appassiona.
La comunità di Internet sta compiendo
lentamente la rivoluzione, nel senso tradizionale del termine: sta
realizzando quegli obiettivi e quei compiti che le Costituzioni affidano
agli Stati e si appresta a smembrare gli oligopoli che
costituiscono quel dannato vertice tirannico, a favore della conoscenza
e della libertà.
In molti casi ciò sta avvenendo a danno
anche degli autori, che ambiscono quanto meno al misero peculium che
possono elemosinare dalla piramide.
La sfera, lo Stato, la civiltà, ha un
dovere principale che è culturale. Perché dovrebbe garantirsi il soldo
ai militari, ai professori, ai magistrati, ai politicanti e ai sacerdoti,
ma non ai liberi artisti? La piramide dei valori è rovesciata dalla
piramide del potere, per farci dimenticare la nostra natura civile e per
conservare l'insano dominio del tiranno.
Dobbiamo chiarirci sui termini, perché si
possa percepire la ratio del discorso (che credo sia unica).
Anticopyright vuol dire contro il diritto
sulla copia, sull'arte e sulla cultura; sembra una mera negazione e fa
paura agli autori privi di altro reddito o che sono gelosi della loro
opera, non reputandosi autore-massa. La strada per la
distruzione della piramide del potere in favore della sfera del bene
comune e della piramide dei valori pubblici, che non calpesta i diritti
dei singoli e non pretende il loro francescano sacrificio, l'onda
impetuosa che sta imponendo Internet per trasportare e diffondere l'arte
e la cultura si fonda sulla gratuità e libertà e s'incarna nel
freeware, cioè nell'affermazione del diritto dell'autore a un compenso,
cui contribuiscano i fruitori dell'opera direttamente con libere
elargizioni o indirettamente con il loro mero apprezzamento (banners
pubblicità isp etc), e nella libera copia delle opere. Concordo, poi,
con la necessità di fissare il compenso minimo garantito, un piccolo
peculium da porre a carico del sistema di comunicazione telefonica (fin
quando esso debba ancora essere a pagamento e non viceversa!) o comunque
in generale di un'analoga imposta a carico degli ISP.
INCISO. Perché la scuola è
obbligatoria? i libri di testo sono imposti? perché si pagano? perché
il "minore" non può scegliere e non può avere gratuitamente
ciò che occorre alla sua cultura? e perché questa possibilità non è
riconosciuta nemmeno alla potestà dei suoi genitori? Quando le risorse
culturali free saranno tali da soppiantare la piramide del potere, ci
accorgeremo definitivamente che lo Stato è stato e non è più: le
nostre civiltà sono da tempo parte di un'unica sfera. Ereditato il
mondo dalla globalizzazione della piramide tirannica, le persone di
buona volontà e di cultura salveranno il salvabile.
Un cordiale saluto da Claudio
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