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 CONSIGLIO DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI DI ROMA

                                             ~ Centro Studi ~

COMMISSIONE PER I DIRITTI UMANI E DELLA PERSONA, LIBERTÀ' CIVILI E IMMIGRAZIONE

d'intesa con la Camera degli Avvocati Immigrazionisti di Roma

 

                                           Seminari sull'immigrazione

Sala Conferenze del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati - Via Valadier, 42 - Roma

Lunedì e Giovedì dalle ore 14.00 alle ore 16.30

 

                                                      PRESIEDE

 

Avv. Alessandro Cassiani

Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma

COORDINANO

Avv. Carlo Testa

Consigliere Tesoriere del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma

Coordinatore Commissione Diritti Umani e Immigrazione del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma

Avv. Fioravante Carletti

Coordinatore Vicario Commissione Diritti Umani e Immigrazione del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma

 

  Lunedì 19 novembre 2007 

Prof. Massimo Livi Bacci - Senatore della Repubblica e docente di Demografia all'Università di Firenze

Il concetto di cittadinanza attraverso il passaggio dallo ius sanguinis allo ius soli

Avv. Luigi Pajalich - Componente Commissione Diritti Umani e Immigrazione del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma

Rimedi giurisdizionali e non, esperibili nel procedimento di concessione della cittadinanza italiana

Dott. Giulio Maria Staffetti Brugnoli - 1^ Dirigente della Polizia di Stato, Direttore dell'Air Borders Centre, Ministero dell'Interno

Il respingimento alla frontiera del cittadino straniero: problematiche inerenti gli accordi internazionali

 

Giovedì 22 novembre 2007

 

Avv. Fabio Bucci - Foro di Roma, Presidente Camera Avvocati Immigrazionisti di Roma

Casi pratici in materia di diritto all'unità familiare

Avv. Laura Barberio - Foro di Roma

Lo status di rifugiato, soggiorno per motivi umanitari alla luce della circolare del Ministero dell'Interno, commissione per il Diritto di asilo dell'aprile 2007

Avv. Ivan Pupetti - Foro di Roma, Componente della Commissione Diritti Umani  del Consiglio Ordine Avvocati di Roma

Questioni di diritto sostanziale relative al procedimento di espulsione dello straniero

 

Lunedì 26 novembre 2007

 

Avv. Fabio Maria Galiani - Segretario Generale Associazione Italiana Avvocati Penalisti Internazionali

Trattenimento dello straniero e procedimento di convalida

Avv. Fabio Bucci- Foro di Roma, Presidente Camera Avvocati Immigrazionisti di Roma

Il procedimento di rinnovo del permesso di soggiorno: la irragionevole durata. Rimedi, forme di tutela e di risarcimento del danno

 

Altri interventi del Dr. Staffa, dell'Avv.Santonocito, dell'Avv. Naccari

 

Giovedì 29 novembre 2007

 

Dott. Gennaro Francione - Magistrato di Cassazione,  scrittore e drammaturgo 

Immigrazione e anticopyright

Dott. Luigi Macioce  - Magistrato in Cassazione

Il ricorso per Cassazione in materia di immigrazione

Dott. Roberto Maria Meola - Segretario O.P.I. Osservatorio Permanente sull'Immigrazione

La procedura di rinnovo del permesso di soggiorno: excursus sulla giurisprudenza e su casi pratici

Dott.ssa Vincenza Filippi -  Vice Prefetto del Ministero dell'Interno

I centri di permanenza in Italia tra prospettive di riforma e garanzie del diritto di difesa

 

                                Lunedì 3 dicembre 2007

 

Prof. Paola Scevi  - Docente di diritto delle migrazioni nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza

Le politiche europee in materia di immigrazione

Avv. Silvia Scopelliti - Foro di Roma

La giurisprudenza dei T.A.R. in materia di immigrazione

Dott.ssa Lucilla Deleo -  Docenti di Polica Economica Internazionale  presso l' Università degli Studi di Roma L.U.I.S.S.

Il modello migratorio italiano in rapporto a quello dei principali stati  dell'U.E.

 

Giovedì 6 dicembre 2007

 

Avv. Maurizio de Stefano - Segretario emerito della Consulta per la Giustizia europea dei Diritti dell'Uomo

Il diritto di soggiorno e i mezzi di ricorso dello straniero extracomunitario nell'ordinamento giuridico dell'Unione Europea

Avv. Anton Giulio Lana - Foro di Roma, componente del Comitato esecutivo dell'Unione forense per la tutela dei Diritti dell'Uomo

Il diritto di ingresso dello straniero e sua tutela nella U.E.

Avv. Antonio J. Manca Graziadei  - Componente della Commissione Diritti Umani e della persona, libertà civili e immigrazione del C.d.O.

Legislazione di emergenza e tutela della libertà dello straniero

Avv. Alessandro Ianniello-Saliceti  - Commissione europea, Direzione generale affari interni e giustizia

Procedure d'urgenza davanti alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo

Prof. Avv. Paolo Morozzo Della Rocca - Ordinario di Diritto civile presso l'Università di Urbino

Strumenti repressivi e immigrazione: verità e menzogne sulla criminalità straniera

 

                     Lunedì 10 dicembre 2007

 

Dott.ssa Paola Balbo - Giudice onorario di Sorveglianza presso il Tribunale di Torino

Il detenuto straniero ed il mandato di arresto europeo

Avv. Vittorio De Napoli - Foro di Roma

Il soggiorno dei cittadini comunitari

Avv. Luigi Pajalich - Componente Commissione Diritti Umani e Immigrazione del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma

D.L. 181/07 e modifica al D.L. 30/07 - Circolazione e diritto di stabilimento dei cittadini U.E.

Dr. Bruno Ferraro - Presidente del Tribunale di Velletri

L'immigrazione tra sicurezza e accoglienza

 

Agli Avvocati partecipanti iscritti al Consiglio dell'Ordine di Roma con almeno cinque giornate di presenza verrà rilasciato un attestato

 

   Il Consigliere Segretario                                              Il  Presidente

          Antonio Conte                                                                                                          Alessandro Cassiani

 


   UNIONE EUROPEA GIUDICI SCRITTORI(EUGIUS): LA NUOVA              

     UNIONE DEI GIUDICI UMANISTI D'EUROPA:                       

           http://www.antiarte.it/eugius  

 

 

http://www.ordineavvocati.roma.it

http://www.torreomnia.it/forum/leggi.asp?id=7711

http://www.comunicati.net/comunicati/arte/teatro/47766.html

http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=1264

 

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Per una nuova giustizia creativa e umanistica. Intervento di Francione al convegno sull'immigrazione presso il consiglio dell'ordine di Roma
 
 
 

Giovedì 29 novembre 2007, l'ex magistrato Francione ha preso la parola durante il seminario sull'immigrazione organizzato dal Consiglio dell'Ordine di Roma gettando le basi non per la riforma ma per un’autentica rivoluzione verso la Nuova Giustizia Creativa e  a misura d’Uomo.
L'intervento è stato registrato e  sbobinato. Ne è uscito fuori un testo suddiviso in otto paragrafi


 

 Ditemi voi come un magistrato che dovrebbe applicare la giustizia ed essere giusto possa condannare a otto mesi questi poveracci. Non ci dormivo appunto la notte. Poi mi sono svegliato alle quattro di mattina e ho elaborato la sentenza anticopyright ché io non sono il tipo che perde tempo. Con la sentenza anticopyright ho assolto l’immigrato perché il fatto non costituisce reato, ché costoro vendono questi CD per fame. Anche lo stato di necessità è legge. Qualche mio collega mi attaccò dicendomi: ma tu non applichi la legge. Al che gli risposi: ma perché il 54 c.p. non è legge? Me lo sono forse inventato io? Se io voglio estendere – ecco l’interpretazione creativa – se io voglio estendere la portata della scriminante, ma perché no? Se io voglio porre rimedio a queste storture del mondo, a queste ingiustizie per cui i poveracci vanno sempre dentro e quelli coi colletti bianchi stanno sempre fuori, perché no?
Però dovevo “ammorbidire” il fatto che sempre reato è. Si dice che l’immigrato rovina il copyright, capito? Questi poveracci portano via qualche migliaia di lire a queste multinazionali che guadagnano miliardi. Dicono che questo è uno Stato democratico con una bellissima Costituzione però guarda caso i soldi, i finanziamenti, vanno sempre ai ricchi, che diventano sempre più forti. C’è qualcosa che non va, ecco che allora si può chiedere alla magistratura di fare uno sforzo e qualcosa fu fatto negli anni ’70 quando la c.d. Magistratura Democratica si inventò addirittura delle leggi (a quei tempi a Milano c’era il problema dell’inquinamento e i magistrati adottarono una certa legge per attaccare l’inquinamento delle acque). Ecco, il magistrato non è conservatore, non è quello che conserva le leggi, il magistrato è quello che deve interpretare il mondo e più è inserito nel mondo, meglio riesce ad assolvere alla sua funzione. Allora torniamo al punto tecnico: come vi dicevo mi serviva qualcosa per “ammorbidire” il reato commesso dall’extracomunitario e allora cominciamo col dire che l’interpretazione è libera, nell’interpretazione il magistrato fa quello che vuole, l’unico problema è quello dell’interpretazione conservatrice però se la Cassazione porta avanti una certa tesi non sta scritto da nessuna parte che il magistrato deve rispettarla, quello è soltanto un invito. Quindi mi sentii libero di interpretare e cominciai ad andare giù duro. Allora dissi: guardate, qui tutti comprano per strada, il popolo non avverte tutto questo come un sistema illecito, anzi il popolo è contento ché non ha i soldi per comprarsi i compact disc a 25 euro e allora li va a comprare nelle bancarelle. Dunque è il popolo il senso di interpretazione del magistrato. Mi appellavo quindi al popolo ma non solo, anche alle Commissioni parlamentari che all’epoca stavano studiando il problema del danno giuridico: già oggi il codice dice che quando l’azione non provoca danno non è reato e la Commissione stava elaborando questo principio e lo stava portando alle estreme conseguenze. Se non c’è danno, se non c’è costituzione di parte civile, se il danno non può esserci perché non c’è danno nella vendita di CD agli angoli della strada, significa che tutto questo esiste solo nella mente del legislatore che è criminogeno. E’ il legislatore che crea i crimini, e qui cominciamo ad entrare in quella che io chiamo la linea propositiva.

IV.
Ve la racconto velocemente: fui attaccato dal Ministro Castelli e sottoposto ad azione disciplinare. Venni prosciolto, ma intanto questa cosa del copyright è esplosa. Teniamo presente che oggi la magistratura si esprime anche attraverso i media, questo è il portato di Internet, perché i media tradizionali sono in mano ai giornalisti che sono collegati al potere mentre invece Internet ci appartiene. Quindi la mia sentenza in Internet ha cominciato a creare molto sommovimento, tanto è vero che si sono fatti molti convegni sul copyright anche perché, per incidens, io mi sto battendo contro il copyright che oramai, nella società dell’informazione, è una forma desueta di tutela. Sono andato in disaccordo anche con le frontiere digitali e con le creative commons. Giusto per capire: abbiamo il copyright che è di destra il quale dice che l’Autore è sacrosanto, ma la legge sul copyright è creata dalle multinazionali che ci lucrano sopra, cioè loro scelgono alcuni Autori che giudicano essere particolarmente bravi e li sfruttano. Il sistema commerciale impone che gli Autori debbano essere sempre gli stessi ché se si diffondesse la massa degli artisti non ci sarebbe più l’alimento commerciale; se l’artista Tizio va in televisione a me dà fastidio perché ce ne sono molti di più bravi che non ci vanno mai. Tutto questo va distrutto perché con Internet il sistema è cambiato, non abbiamo più bisogno di gente che pubblica il nostro messaggio perché noi pubblichiamo tutto in Internet e quindi il nuovo sistema sarà anticopyright.
Poi ci sono le creative commons che stabiliscono quali opere possono diffondersi, cioè io artista ammetto che la mia opera si diffonda purché non a fini commerciali. Attenzione però, le creative commons sono come la socialdemocrazia, perché fin quando l’Autore è debole tutto gli va bene, ma quando diventa forte comincia a dire: tu non mi paghi e allora non ti fai la mia opera.
E allora c’è un altro sistema, il mio: non piu’ copyright né creative commons ma “detentio”. Possesso in nome dell’umanità. Qualunque opera si crei, l’umanità ne è proprietaria, l’autore ha soltanto un limitato diritto morale e quindi un limitatissimo diritto di sfruttamento economico. Questo significa che l’arte va data gratuitamente. Io sono un artista, a me interessa che la mia opera venga diffusa. Questa è la vera rivoluzione.

 

   qui veniamo al ruolo del giudice: non è vero che il giudice non è un politico ma non nel senso che deve essere iscritto a un partito; polis nel senso greco, nel senso che partecipa al mondo. Io magistrato ho partecipato al mondo ed essendo un artista so cose che gli altri non sanno e quindi devo trasmettere attraverso la sentenza la mia cultura, la mia scienza per migliorare l’uomo.
Qual è l’esito finale di tutto questo discorso? E’ che noi ci battiamo perché il Sapere, l’Arte e la Cultura prevalgano sull’economia. Oggi è l’economia a prevalere, per questo diamo otto mesi di galera alla gente. Quando il Sapere preverrà sull’Economia tutto questo verrà depenalizzato. Anche colleghi diciamo più conservatori dicevano che effettivamente gli sembrava eccessivo che ‘sti poveracci potessero essere colpiti da sanzioni penali quando bastavano quelle amministrative. Quindi vedete che anche nell’humus proprio dei magistrati, degli addetti ai lavori, dare otto mesi di galera a uno che vende CD sembra davvero eccessivo.

V.
Ecco, allora ci fu questo attacco del Ministro Castelli, ci fu questa grande bagarre, molti pubblicarono libri e ci furono convegni nei quali cominciai a prendere più da vicino contezza della realtà degli immigrati. A Napoli c’è un grande movimento a favore degli immigrati e parlando direttamente con questi stranieri mi resi conto che la mia sentenza era giusta. Ho conosciuto un ragazzo tutto elegante, carino, che veniva dalla Nigeria e lavorava vendendo CD per la strada cercando di ottenere il permesso di soggiorno e tutto quello che guadagnava lo spediva in Nigeria per mantenere la madre e otto fratelli. Ma ditemi voi: questo è forse un criminale? Semmai è stato reso tale dalla legge Bossi/Fini.

 

La cosa strana fu che cominciai a capire che il problema dell’immigrato non era una cosa specifica degli immigrati ma era il problema di tutti i deboli del mondo, compresi gli italiani. In un convegno sul diritto ambientale al quale ho partecipato ad ottobre, si diceva appunto che sono sette milioni e duecentomila le persone povere ed indigenti in Italia; noi l’immigrato ora lo vediamo come l’alieno, il marziano, però domani verrà fuori che anche gli italiani cominceranno a vendere i CD per strada. Questo è talmente vero che in un convegno di due o tre anni fa anche gli italiani cominciarono a protestare insieme agli immigrati, soprattutto gli ambulanti napoletani i quali si lamentavano perché venivano cacciati a causa del fatto che vendevano merce contraffatta.

 

A proposito di merce contraffatta: anche qui l’humus è importante, è importante captare il comune sentire di un popolo. La mia sentenza anticopyright veniva già dopo una fenomenale sentenza della Corte di Cassazione che eliminava la contraffazione di marchi, cioè il reato di marchi contraffatti non esiste. E’ stata la stessa cassazione ad aprire il varco del falso in errore grossolano ed è una sentenza che è stata applicata nello specifico ai marchi contraffatti. Chi va a comprare il marchio contraffatto sa bene quello che fa, non è un interdetto, lo fa perché non ha i soldi per comprarsi il prodotto originale e quindi non c’è né danno né reato. Altri hanno smentito questo orientamento giurisprudenziale dicendo che la casa produttrice del marchio è soggetto passivo del reato, ma non è vero: io posso costituirmi parte civile, ciò però non significa che io sia anche soggetto passivo del reato perché quello è un reato contro la fede pubblica che tende ad ingannare un cittadino che ha intenzione di comprare un prodotto originale e si porta a casa qualcosa di contraffatto. Nelle mie sentenze, oramai le facevo standard, affermavo che soltanto nell’ipotesi di truffa consumata c’è l’inganno, ma per chi consapevolmente compra merce contraffatta non si capisce dove sia il reato contro la fede pubblica e come si possa estendere tutto l’elemento criminoso al produttore del marchio.

VI.
In tutto questo che ho detto di fondo c’è l’idea di rivisitare il diritto penale. Ultimamente, con una casa editrice, mi sto occupando di redenzione dei detenuti. Questa casa editrice dà lavoro a otto detenuti e noi lavoriamo per redimere i reclusi attraverso la scrittura, il teatro, l’arte e la letteratura. Io non credo nella punizione. La punizione non porta a nulla. E’ soltanto una vendetta sociale, una cosa barbarica che non porta a nulla e che va applicata solo nei casi estremi. Ci sarebbero un sacco di reati che andrebbero depenalizzati o depotenziati a livello di punizione attraverso la via “medicinale”: non attaccare, ma curare con sanzioni amministrative, civile e misure di sicurezza. In questa nuova visione che sto portando avanti il magistrato non dovrà più avere davanti gli imputati come se fossero dei birilli (una volta me ne sono passati davanti 60, la sera cercavo di ricordarmi le loro facce, ebbene, non ne ricordavo nemmeno una), ma quello stesso magistrato dovrà anticipare la fase esecutiva in quella cognitiva. Ogni persona gli viene affidata, per cui, con una equipe di esperti, dovrà non soltanto capire cosa ha fatto quell’individuo, ma anche perché lo ha fatto e come può aiutarlo a reinserirsi nella società. Oggi invece, con l’attuale sistema, è tutta una farsa. Ora posso dirlo perché non sono più in magistratura e sono entrato nel limbo. Il bello è che c’è quel magistrato di Torino che lo ha detto: ma che li metto dentro a fare se poi riescono. Badate che quel magistrato non è impazzito, quel magistrato dice la verità. Purtroppo in questa società finto democratica dire la verità ti porta danno perché ora a quel magistrato faranno una bella azione disciplinare.

 

 E’ tutta una farsa, dicevo. Dobbiamo smetterla con questi sistemi. Dobbiamo tener conto del mondo così com’è, dobbiamo imporci una rivolta – per carità, gandhiana e pacifica, non pannelliana, ma gandhiana – una rivolta dello spirito per cercare di vedere cosa stiamo combinando. Altrimenti facciamo finta di mettere dentro la gente, perdiamo tempo, andiamo dietro ai reati bagatellari, diamo otto mesi a questi poveracci e non realizziamo nulla.
Con la casa editrice a cui facevo riferimento prima, sto per andare a pubblicare un libro che io volevo si intitolasse “utopia del sistema penale entropico”, ma che loro hanno cambiato in “Diritto penale tra realtà e utopia”. Perché entropico? Diciamo che i soggetti complessi sono soggetti ad entropia, ciò vuol dire che l’energia tende ad esaurirsi; più complesso è il sistema, più questo di per sé si esaurisce. Questo vale non solo per gli autoritarismi e i totalitarismi, ma vale anche per noi: più creiamo leggi penali, più non risolviamo nulla. Si perdono di vista quelle che veramente sono le cose più importanti. Lasciamo fuori tutte queste persone, adottiamo altri sistemi. Concentriamoci su chi violenta le donne, bastona i vecchi, maltratta i bambini (io li chiamo Arancia Meccanica); è su questi che ci dobbiamo concentrare, ma lo volete capire che finché perdiamo tempo dietro tutte queste fesserie non realizzeremo mai quella giustizia che veramente deve colpire i violenti? Ecco perché il sistema penale oggi va disintegrato. Ho cominciato io, altri mi hanno seguito. Il collega Marocchi ha scritto una sentenza memorabile che ha battuto la mia. E’ una sentenza sullo Stato che non garantisce il lavoro alla gente. Guardate, io non sono socratico perché non credo che l’uomo debba applicare la legge in ogni caso. Se la legge è ingiusta mi debbo impegnare perché venga disapplicata, soprattutto se sono magistrato. E sono anche antikennediano, perché Kennedy diceva “non domandarti cosa lo Stato può fare per te, chiediti cosa tu puoi fare per lo Stato”. Ebbene, non sono d’accordo, prima lo Stato deve garantirmi un minimo di sopravvivenza dignitosa (lo dice la Costituzione mica io), poi da lì partiamo, una volta garantita l’esistenza dignitosa possiamo cominciare a discutere.

VII.
Come dicevo, anche altri magistrati si sono mossi con l’intento di trovare delle formule per non colpire questi poveracci. In alcune sentenze si è arrivati addirittura all’errore scusabile, cioè io venditore che ne so se quello è un prodotto che deve avere il marchio della SIAE. Vedete, io nelle mie sentenze ho spesso citato i futuristi, gli avanguardisti sicché mi innamoro quando anche altri colleghi parlano di cultura nelle sentenze. Il collega Marocchia ad esempio ha citato addirittura i Miserabili di Victor Hugo. Per tornare alla mia storica sentenza sul copyright: è vero, la Cassazione l’ha totalmente riformata però intanto la forza mass mediatica sul fatto che ci debbono garantire il libero accesso ai mezzi di informazione non solo con il telecomando, ma anche in forma attiva, è passato. Del resto la Commissione di Vigilanza dice che noi cittadini non abbiamo soltanto il diritto passivo di accedere alla RAI. E se la RAI si bunkerizza dentro i suoi uffici, l’unico momento in cui noi cittadini, noi liberi pensatori, possiamo fare qualcosa è manifestare quando la RAI scende in piazza. Ecco spiegato perché uno come Paolini è stato assolto dal Tribunale per aver ceduto in diretta TV i preservativi al conduttore Frizzi; proprio perché per i Giudici quella era libera manifestazione del pensiero.
Non sto dicendo tutto questo perché abbia una particolare predilezione per far crollare le norme, ma perché, come ho detto prima, prima di applicare la legge io mi pongo il problema se quella legge sia giusta. Ogni sistema si autogratifica, si autoappoggia. Mi chiedo se ad un certo momento non ci sia bisogno di uno sforzo collettivo. Io ho sempre apprezzato gli sforzi degli avvocati che quando facevo il magistrato spesso mi davano degli ottimi input per cercare di cambiare visto che non è possibile avere da 50 anni sempre lo stesso diritto. Il diritto si evolve come tante altre cose. Allora noi, con molta umiltà, dobbiamo ricorrere a tutti quei sistemi che la legge ci concede per cercare di reintepretare il diritto, perché altrimenti noi non facciamo giustizia. La giustizia è un senso superiore; l’art. 3, comma 2, della Costituzione, dice che uno dei compiti dello Stato è quello di rimuovere gli ostacoli di ordine economico, sociale, religioso etc. che si frappongono alla realizzazione dell’individuo. Allora, poiché la magistratura è un potere dello Stato, fino a quando l’interpretazione me lo consente io gli vado addosso e cerco di interpretare la legge per cercare di non far del male a questi poveracci.
Tempo fa ho assolto una donna che occupava insieme al marito e ai suoi tre figli una scuola elementare abbandonata dal Comune di Roma. Li ho assolti per lo stato di necessità, addirittura nella motivazione ho quasi lanciato un monito al Comune per aver lasciato in stato di abbandono la scuola. Ebbene, la Cassazione a settembre ha detto qualcosa del genere. Quindi fortunatamente ci sono uomini dietro queste corazze giuridiche e noi dobbiamo sperare. Pensate anche a tutto quel filone interpretativo recente per cui se l’immigrato non esegue di sua sponte l’ordine di allontanarsi dal territorio nazionale può andare assolto perché essendo indigente non aveva i mezzi, la possibilità, gli strumenti per reperire un valido titolo di viaggio per tornare al proprio Paese di origine.

VIII.
Concludo. Dunque, come vi dicevo, tra poco sarò vostro collega. Non per farmi pubblicità, ma il mio motto è “Diritto, Arte e Cultura”, perché per me non è possibile fare solo arte o solo diritto, l’uomo deve essere un uomo globale. Per essere giusti a questo mondo occorre applicare l’arte e la cultura per cercare per quanto possibile di fare del bene. Viviamo così poco in questo mondo, cerchiamo perlomeno di non farci del male. Questa specie di Ufficio che sto creando partorirà, proprio come una femmina, le avanguardie del diritto; perché ci sono avanguardie non solo nell’arte ma anche nel diritto. Per adesso ci stiamo attivando in rete. Potete trovarci a questi indirizzi: www.antiarte.it e www.antiarte.it/eugius
Grazie.

 


I.
Sono stato magistrato fino a un mese fa, poi venni attaccato dal Ministro Castelli, prosciolto, ; e adesso, messomi in pensione mi trovo nel limbo. Forse farò l’avvocato e continuerò a fare le mie battaglie da avvocato e lo farò nel tentativo di unire il diritto, l’arte e la cultura; questo perché come magistrato ho formato l’Unione Giudici Scrittori, ad oggi siamo 130 giudici scrittori e molti di questi magistrati sono portavoce di queste istanze perché alcune di queste istanze di cui andrò a parlarvi sono istanze che soltanto un Giudice artista può concepire.

II.
Il mio intervento non sarà dal punto di vista tecnico anche perché dopo trent’anni di magistratura le cose tecniche mi hanno un poco stufato. A me interessano le idee, in questo momento vi sto esprimendo le idee che possono muovere il mondo attraverso l’interpretazione del diritto perché solo questo noi possiamo fare (per noi intendo noi magistrati e noi avvocati).
Nella fascia dell’interpretazione della legge si nasconde una potenza creativa innovativa davvero straordinaria checché la massa conservatrice ne possa dire.

III.
Perché il Ministro Castelli mi attaccò nel 2001? Perché allora mio compito era quello di condannare a otto mesi di galera alcuni poveracci che vendevano compact disc per strada. La notte prima della sentenza non riuscivo a prendere sonno ché mi ponevo il seguente problema: può un giudice applicare una legge ingiusta? Ecco, questo mi tormentava. E per me quella era una legge ingiusta perché io non potevo condannare a otto mesi alcuni poveracci dove tutti, e dico tutti, andavano a comprare cd contraffatti talora nel puro intento di farli sopravvivere coi pochi euro dati.


 

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