'A famme
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                      'A FAMME

                           

                             

                             

  Gli italiani se la passavano male, non importa  se abitassero in Lombardia o in Sicilia. Stefano Samo in uno studio sull' "alimentazione nell'Italia unita”   cita una "Indagine sull'alimentazione della popolazione"      condotta nell'autunno del 1944. E scrive: "I consumi risultanti per uomo medio non solo non possono considerarsi adeguati alle minime necessità di vita, ma mettono in evidenza le notevoli restrizioni alimentari sopportate dalle famiglie rurali e ancor  più da quelle dei comuni urbani. Infatti il numero medio delle calorie di tutte le famiglie considerate corrispondeva a 2.540, delle quali quelle dei comuni rurali   raggiungevano le 2.685 contro le 2.281 calorie dei   comuni urbani".  

                                

   A caccia di calorie, dunque. Un bisogno che a Napoli e nei comuni vicini si moltiplicava all'infinito. “E’ sorprendente - scrive Lewis nel suo diario - assistere agli sforzi di questa città tanto colpita, affamata, privata di tutte quelle cose che giustificano l'esistenza di una città, per adattarsi alla ricaduta in condizioni di vita da Medioevo. La gente si accampa all'aperto, come beduini in deserti di mattoni. Acqua e cibo scarseggiano, sale e sapone mancano del tutto. Molti napoletani hanno perduto nei bombardamenti i loro averi, inclusi quasi tutti i vestiti, e per strada ho visto bizzarre combinazioni di indumenti, per esempio un uomo con addosso una vecchia giacca da sera, panta­loni alla zuava e scarpe militari, e parecchie donne con abiti di merletto probabilmente ricavati da tende".

  Napoli è la città nella quale Malaparte descrive lo stupore davanti ad una donna vergine "esposta" al pubblico [1]  e dove "il mercato nero - per dirla con Lewis - regna sovrano, e in alcuni casi i prezzi richiesti, e ottenuti, sono inverosimili". Si ruba, si compra e si vende qualsiasi cosa. "Sono convinto - continua il giovane ufficiale inglese - che sarebbe impossibile fermare per strada e perquisire un solo napoletano senza trovargli addosso qualcosa dell'esercito.

Molta di quella roba viene trasportata a Potenza e barattata con generi alimentari. Ma nel capoluogo lucano si arriva anche con danaro in tasca.

(rip. da  Mario Restaino.  Un treno, un'epoca: storia dell'8017, pp. 9-10). 9-10 

        [1]Curzio Malaparte, La pelle. Mondadori, 2001,
         Oscar classici moderni, 11a ed., 350 p.