DAL DIARIO Dl GUERRA
Giorno 27 maggio 1944
Ore 17,30- Contrada Farneta
ROSSI ELISABETTA di Giuseppe nata il 28 marzo 1890
PRIMA MARTIRE DELL'ONORE
Sette soldati marocchini scoprono il ricovero dove sono nascoste oltre
venti donne. Col futile pretesto di cercare soldati tedeschi afferrano la
di lei figlia LUCIA, ventenne, che riesce a sfuggire; ritornano una
seconda ed ancora una terza volta chiedendo moneta. Cade la sera e alle
ore ventitrè si ripresentano in maggior numero; approfittando
dell'oscurità e della debolezza delle donne, afferrano le due figlie
della Rossi che, intervenuta in loro difesa, viene trascinata a pochi
passi e barbaramente trucidata. Le compagne fuggono ed il cadavere viene
rimosso solo tre giorni dopo dai soldati americani.
Ore 21 - Località
Macchione (Villa 5. Stefano)
MOLINARI MARGHERITA fu Sossio nata il 13 maggio 1886
Intervenuta anch'essa in
difesa della figlia Maria che riesce a liberare, viene colpita da una
scarica di mitra. Il Capitano medico francese De Cauvigny De BIoy Chef du
li 6 R.T.M. 4 D.M.M., dichiara di averle prestato i primi soccorsi
riscontrandole sei ferite che le causarono la morte il giorno seguente
alle ore 5; è in possesso della figlia una completa descrizione
rilasciata dallo stesso capitano, che non si riporta perché scritta in
francese.
Durante l'inverno e la primavera del 1944 i Castresi
lottarono coscientemente per la difesa delle loro persone, pei loro beni,
per la dignità della persona umana, inalienabile anche di fronte allo
Stato. Il loro inserirsi nella Resistenza italiana fu perciò naturale e
spontaneo.
L'unità della famiglia, il lavoro raccolto accanto
alla sposa operosa e ai figli che crescono, solleciti, anche quando si è
adulti, ad ascoltare il richiamo del padre nel rispetto della sua canizie;
la frugalità, il contentarsi del poco; accettare le durezze della vita e
superarle pazientemente col sudore e il sospiro di ogni giorno;
rassegnarsi al destino quando l'ostacolo ha il volto della roccia e il
peso della montagna; sentirsi liberi dopo la fatica e assaporare il
riposo; piegare il capo sul rustico saccone e dormire all'aperto,
awertendo tutto attorno il libero spazio dell'aia: tale il senso profondo
di queste lettere, di questi poveri fogli bagnati di lacrime, poesia
altissima della resistenza ciociara.
Senatore Giacinto Minnocci
Sono pagine scritte poche ore o pochi
minuti prima di morire, sono le ultime volontà di uomini che scrisserò
parnIe di pace, di invito alla fratellanza, all'unità, all'amore.
Prof. A.G. Ferrara
DAL DIARIO Dl GUERRA
Giorno 30 gennaio 1944
Oggi il campo d’azione dei rapinatori tedeschi s'è
spostato in contrada Camarrone. La popolazione già in allarme li accoglie
a colpi di fucile ferendone due: un maresciallo leggermente e un soldato
gravemente. Al giusto risentimento popolare il comando tedesco risponde
ordinando la cattura di ottanta civili sfollati in questa località che
vengono portati, dopo essere stati tatuati sulla fronte con inchiostro
grasso, e battuti con calci e pugni, nei pressi del convento dei Padri
Carmelitani di Ceprano. Dopo un sommario interrogatorio, solo quattordici
sono trattenuti e trasferiti ad Arce dove privi di ogni cibo, l'indomani
subiscono un altro lunghissimo interrogatorio e quindi sono trasferiti nel
penitenziario di Paliano. Dove, nuovamente interrogati, vengono battuti ed
insultati.
Hanno come compagno Don Silvio Bergonzi, Parroco di S.
Pietro in Pofi. Tutti saranno fucilati. Gli eroi che ci appartengono sono:
ANDREOZZI ALFREDO fu Loreto nato il 27 marzo 1913 - CECCARELLI GIOVANNI di
Luciano nato il 2 marzo 1915 -RICCI GIOVANNI fu Giovanni nato il 1
febbraio 1918.
(Il testo di queste toccanti lettere era scolpito in corsivo su lastre
di marmo divelte e distrutte da nuovi giovani barbari)
È RICCI GIOVANNI
CHE SCRIVE
Paliano, 29 aprile 1944
Carissima mamma, ti scrivo questa lettera dandoti le
mie ultime notizie il giorno 29 aprile sono avuta la sentenza di morte così
cara mamma mi raccomando di darmi la seconda benedizione e mi raccomando
di stare contenda il mio destino è stato così nostro Signore Iddio ci
aiuta in quell'altro mondo. Cara mamma io spero che ritornano i miei
fratelli Antonio Umberto ed Angelo, se ritornano gli dici che si ricordano
di me qualche volta se mi vogliono far dire qualche messa e tu cara mamma
datti, coraggio più che puoi io spero Iddio che ci aiuta in quell’
altro mondo. Non ho più che dirti ricevi i miei saluti, e baci
tuo figlio Giovanni
SCRIVE CECCARELLI GIOVANNI
Carissimo padre, ti scrivo questa mia lettera per darti
le mie notizie. Oggi sono avuta la conferma della sentenza di morte oggi
alle ore 5,30 sarà messa in esecuzione. In questo momento mi rivolgo a te
mia madre vi domando gentile la benedizione. Mi raccomando ai miei
fighuoli mia moglie che tratterete come se fossi io stesso dal cielo
veglierò sopra di voi, pregherò Iddio per il bene di tutti il mio ultimo
pensiero che ciò che spetta a me di passarlo ai miei figli e alla mia
moglie. Caro padre il mio desiderio che si riunisse la mia famiglia con la
tua così potresti educare i miei figli come hai fatto a noi per queste
momento nel quale che leggerai questa mia lettera saranno senza padre
ancora una volta mi raccomando a te che sei mio padre perché questò è
l'ultimo desiderio della vita... Cara madre mi rivolgo a te ai miei figli
e mia moglie fate come che sono io statti contenta non pensare a me che io
muoio contendo che sono innocente vado a riabbracciare la croce di Dio,
sempre contendo. lo non posso dirti più nulla attenda ai miei figli
mettetevi insieme...
SCRIVE ANDREOZZI ALFREDO
Carissima moglie, ti scrivo questa lettera per darti le
mie notizie è arrivato il momento mi hanno respinto la domanda di grazia
di non aver potuto far la vita assieme datevi coraggio mi raccomando ai
miei cari figli di non abbandonarli per noi è stato questo destino quando
fai le carte mi raccomando di riconoscere Loreto. Confortatevi tutti in
famiglia non fate lita con nessuno cercate di lavorare alla meglio
ricordatevi di me altro non mi prolungo...