LA LUCE DEI NOSTRI OCCHI
“Eccomi papà!” .Sono
giunto appena in tempo alla stazione della tua partenza.
Io sono la luce dei
tuoi occhi.
Tu sei la luce dei
miei occhi.
Respiri forte e
rantoli come la vaporiera laggiù del treno 8017.
“Monta dai! Monta!”
Là sopra dal
finestrino nonna Giulia ti sventola il fazzoletto immacolato del primo
dì di nozze. Dietro sorride e sbraita nonno Gennaro che grida: “Dai
monta dai! Monta! Forza Vicenzì!”.
Il capotreno
incappucciato sulla banchina già trilla il fischietto verde uscito
dall’uovo di Pasqua.
Brillano come fiotti
dorati d’universo al sole i tuoi occhi ebbri nel vedermi, nella gioia di
avermi ritrovato accanto nell’ultimo viaggio.
Baci la mia mano e io
la tua, mi carezzi sulla testa i capelli cresciuti del tuo bambino
poeta, io carezzo la tua saggezza stempiata.
Poi, nel dolore, da
me aiutato, ti giri sul letto e già si leva elegante, il braccio
rinsecchito, schiudendo con le mani nobili, dita lunghe e sinuose come a
suonare un invisibile flicorno. Lo strumento già emette suoni di una
melodia d’amore familiare, per poi chiudere la note e muoversi sulla
cassa toracica nel segno della croce del corpo pronto.
La locomotiva laggiù
già scalpita come un puledro fiero pronto a lanciarsi sulle rotaie
dell’aldilà.
“Monta Vincè! Monta!
Fai presto!”.
Un ultimo bacio e un
sussurro. “Sei il papà più bello, più grande e più buono del mondo!”.
Ciao mio angelo e padre. Buon viaggio.
Sei salito,
abbracciando i nonni ma poi restando fermo come loro a fissarvi in
eterno nel vostro scompartimento.
Ora già il treno
sbuffa ansimante, entrando nella Galleria della Morte in salita, mentre
anche il tuo torace ronfa forte per poi smorzarsi pian piano mentre già
il treno attutisce in lontananza il suo sferragliare rugginoso sul
binario.
Già non percepisco
più il tuo rantolo mentre con le nari sento i vapori del fumo
frammisto ai tuoi profumi di colonia esiziale che hanno impregnato la
stanza.
Il treno ora sbuca
dalla galleria laggiù nella valle per poi, pur lungo e lento, sparire
per sempre alla vista, mentre già l’immagine del tuo respiro è solo un
lieve ricordo .
Io fui la luce dei
tuoi occhi
Tu sarai la luce dei
miei occhi.
Ora e per sempre, con
te Babbo.
Buon viaggio angelo
mio dalle ali grandi. Proteggimi fino al giorno in cui salirò con voi
sul treno. Ti voglio bene
Tuo piccolo Gennaro
Gennaro Francione