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JUDENSAU

(SIMONINO E LA SCROFA DEGLI EBREI)

 

Simonino di Trento, tradizionalmente conosciuto come san Simonino, (Trento, 1472 – Trento, marzo 1475) era un fanciullo trovato morto durante la Pasqua del 1475, venerato come beato dalla Chiesa cattolica sino al 28 ottobre 1965.  Sul suo corpo furono riscontrate una serie di sevizie che facevano propendere per una cerimonia rituale del sangue. Fu incriminata l’intera comunità aschenazita della zona, concludendosi quasi tutti i processi per i maschi coinvolti con la condanna al rogo.

 La vicenda legata al  nome di Simonino costituisce una testimonianza delle persecuzioni subite dalle comunità ebraiche, e delle accuse di "omicidio rituale" che ebbero notevole diffusione soprattutto in Europa centrale nei confronti degli ebrei? O, invece, il martirio del bambino costituì un reale rituale anticristiano tra il magico  e il religioso di isolati  gruppi aschenaziti?

L’opera, scritta da un giudice drammaturgo postmoderno, è rigorosamente fondata su fonti storiche. Ricostruisce quel processo e cerca di trovare un significato che  spesso si perde tra le opposte soluzioni, rimanendo alla fine il gioco delle apparenze di parole che, estorte con la tortura, vengono prese come macigni volatili da assemblare per crearne una montagna di sterco.

 

ATTORI 44

 

MASCHI 33

 

FEMMINE 11

 

2)RASHOMON NEL PROCESSO PER STUPRO DI ARTEMISIA GENTILESCHI

 

          Commedia tragica in 10 atti

  Il processo per lo stupro di Artemisia Gentileschi celebrato nel 16120 fu uno dei primi eclatanti nella storia d’Italia. Secondo la denunzia di Orazio Gentileschi il suo collaboratore pittore ponzanese Agostino Tassi avrebbe stuprato la figlia diciannovenne Artemisia anch’essa pittrice.  La storiografia ufficiale dà per scontato che violenza carnale vi fu anche per la sentenza di condanna dei giudici dell’epoca.

La nostra opera prospetta la possibilità che il tutto fu effetto di una montatura di Orazio cui aderì la figlia la quale, dopo il presunto stupro innescò una relazione annuale  col suo insegnante di prospettiva. Un indizio fondamentale in tal senso oltre al contrapporsi massiccio di testimonianze pro e contro è la stessa sentenza assai blanda che condannò Tassi a un esilio mai eseguito.

Una storia antica ma assai moderna dove una giustizia suffragettista si fonda per sentenze di condanna  su una dogmatica veridicità degli asserti della donna, in maniera antiquata definita ancora “sesso debole”.

 Ancora oggi una serie di condanne si fondano sulle meri dichiarazioni della donna che si afferma stuprata, in base a un criterio fallace di attendibilità senza prove. Molte sono invece le sentenze che assolvono il presunto stupratore con denunzianti che mentono.

 “Credere a un teste è pura superstizione” (Carnelutti). Se il teste è anche la presunta vittima senza riscontri di quanto afferma è da neoinquisizione. Chiunque potrà andare dal giudice e, per interesse economico, vendetta, follia etc. riuscirà a far condannare un tizio ad anni di galera-carcerazione preventiva e definitva sulla parola.

 Infine l’opera rivela come dietro al processo dichiarativo senza prove cruciali sempre si nasconde un Rashomon, ovvero un inferno di molteplici verità tutte possibili, tutte inoppugnabili in sé, tutte sacralmente giuste.

 

ATTI 10

ATTORI 34

MASCHI 23

FEMMINE 11