2 atti
Home Up Monologhi 1 atto 2 atti 3 atti 4 atti 6 atti 10atti

 

               

 

 

 ###################

 

OPERE A 2  ATTI

 

 ###################

 

1)LA SCUOLA DELL'ESTASI(#).

Opera fantastica in due atti, un Prologo e un Epilogo, descrivente l'ascesi dell'individuo alla ricerca di una lezione per la felicità.

Per leggere il copione clicca su http://dns3.omnibit.it/dramma/libreria/copioni/scuola_estasi.htm

http://www.lavocedelmarino.it/COPIONIf.htm

 

                       

10 ATTORI-

SCENOGRAFIA:INTERNO DI UNA CASA-

INTERNO DELLA SCUOLA DELLA FELICITA'

ESTERNO GIARDINO

2)LA FIGLIA DI AUSTIN(#).

Opera in 2 atti tratta da rimasugli esperienziali descrivente il ruolo dei componenti di una compagnia d'arte, un microcosmo di passioni, conflitti artistici e generazionali, gioie e dolori.

                    

10 ATTORI

SCENOGRAFIA=ESSENZIALE=IL TEATRO STESSO E LE LUCI

OGGETTO DI STUDIO NEL LABORATORIO DI PUPO DE LUCA

3)LA LOCANDA DEL MAIALE(#).

Opera grottesca in due atti e un interludio. In una locanda scozzese un professore di filosofia guida il locandiere e alcuni vecchi giocatori nello sfottò a tre forestieri. Pagherà il fio della tradita ospitalità,sacra per i greci, subendo la vendetta del porco ad opera dei tre surreali personaggi.

                             

8 ATTORI

SCENOGRAFIA:I ATTO=INTERNO DI LOCANDA

II ATTO=INTERNO DI STANZA DELLA LOCANDA

4)L'UOMO DEI SERPENTI(#).

Opera grottesca in 2 atti, un prologo e un epilogo. Un regista di cabaret fallito, in preda all'alcool, cerca un estremo rifugio ai suoi problemi esistenziali materializzando gli eroi dei fumetti della sua infanzia. Gli unici, veri amici del sogno che lo accompagneranno verso l'ultimo, placido viaggio.

                                     

SCENOGRAFIA ESSENZIALE:PANNELLI(SCRITTE ZOO-BETTOLA- LUNA PARK)-SPECCHI DEFORMANTI

5)DON VINCENTE UTRILLO IL PUB-BABAU.

Opera grottesca in due atti sulla pubblicità, rappresentandone una satira fosca sul potere palese e subliminale, essendo usata finanche per condizionare la politica e la scelta degli uomini al potere.

                                                        

9 ATTORI E COMPARSE

SCENOGRAFIA:UFFICIO E PUBBLICITA'- CARCERE- AULA UDIENZA- LUCI PER ESTERNI

6)OVERDOSE.

E' il primo esperimento cosciente di scrittura teatrale di grado 0, ovvero di creazione computerizzata uroborica del testo senza parole rappresentato dalla struttura a saggio PROCESSI ALLE COSE. (Pag. 335 circa(#)).

Opera grottesca multimediale improntata al processo infernale delle cose alla donna. In tre parti, tre intermezzi, un prologo, un epilogo.

Il processo infernale(in linea col tibetano Bardo Thödöl), realizzando l'uroboros Diana-Strega-Cosa-Morta, passa attraverso la reificazione delle forme umane, colta nelle mostruosità medioevali, filtrate anche attraverso la moderna scienza medica teratologica, nonché tramite gli automatismi della psicanalisi e dell'alchimia.

                  

 

3 ATTORI PRINCIPALI

17 ATTORI SECONDARI

15 COMPARSE

SCENOGRAFIA(COMPLESSA, REALIZZATA CON LO SPAZIO TOTALE DEL TEATRO, STRUTTURE POLIVALENTI, PROIEZIONI FILMICHE, TRUCCHI ELABORATI)

Nota: l'ipermultimedialità in rapporto alla struttura dell'opera, al numero e alla qualità dei personaggi permette realizzazioni più essenzializzate.

7)UREBECS(PROCESSO CIVILE A UREBECS, PULLECE, CAVALLETTE, TALPE, SCARABEI, LUMACUNI, LOCUSTE, ANGUILLE, LARVE, SANGUETTE, MOSCHE, TORTORELLE, SERPIENTI, VERPILLIONS, SURECE E ZOCCOLE CAMPAGNOLE).

Opera comico-grottesca in 2 atti riproducente l'antico processo civile alle bestie.Attorno a un prete Scongiuratore si riuniscono un Avvocato, un Capo Lazzarone e il popolo di Napoli per processare e scomunicare una serie di bestiacce che hanno invaso i campi di Fuorigrotta. I personaggi passano dalla dimensione reale(inverosimile eppur storicamente vera di un processo ad animali invasori), a quella onirica di attacco della bestie alla parassitologia psicologica e morale umana.

Teatro totale polidimensionale, polilinguista(uso del dialetto napoletano nel processo, degli altri dialetti italiani e del rumeno - per la sanguisuga - nell'attacco processuale notturno delle bestie al prete).

Singolarità è la possibilità rappresentare autonomamente ciascuno dei due atti.

                 

5 PERSONAGGI PRINCIPALI

IL POPOLO DI NAPOLI(CON SEI PRINCIPALI)

<In tutto per rappresentare anche gli animali almeno 14)

SCENOGRAFIA SEMPLICE: UN ARMADIO STANZA DA LETTO CENTRALE

8) ECLISSI. I DELITTI DEI BEATI FRATI DI MAZZARINO.

           Rielaborazione in chiave millenaristica, medioevale del processo che fece epoca negli anni '50 e '60: quello ai frati di Mazzarino accusati di collusione con la mafia in reati che andavano dalle estorsioni all'omicidio. L'Assise trasformata in Chiesa di Giustizia dà il senso di questa sacra rappresentazione processuale che nella via crucis dei due frati ladroni crea i presupposti per uno spettacolare e multimediale teatro barocco d'avanguardia.

                                              

1a) versione: teatro spettacolarizzato - totale - multimediale

22 PERSONAGGI

+ COMPARSE

SCENOGRAFIA MEDIA: USO SOFISTICATO DI LUCI E DI SCHERMO

2a)versione: teatro da camera in scheletro processuale puro.

9)MARTA RUSSO. IL DELITTO PERFETTO DELLA SAPIENZA

Il 9 maggio 1997 presso l'Università La Sapienza di Roma, viene uccisa la studentessa Marta Russo. Dopo varie ipotesi le indagini si accentrano sui dottorandi Giovanni Scattone e Antonio Ferraro, complice il bidello Francesco Liparota, ma poi l'intero istituto chiusosi a riccio omertoso attorno agl'imputati principali. Avrebbero sparato dalla finestra dell'Aula 6 per dimostrare la teoria del delitto perfetto, quello senza movente e senza arma ritrovata. Il processo altamente indiziario viene ricostruito con metafore tratte dalla tragedia greca(le supertesti come Furie, Ferraro e Scattone i dioscuri gemelli del delitto etc.) col pubblico tutto raccolto in Areopago a dare ogni volta un verdetto finale pilotato dal Cronista-Mercurio.

                                                      

10) ORDALIA DEGL'INTERRATI. 

           In una campagna napoletana del '600 due bizzarri personaggi, il medico-barbiere don Vincenzo Mortorio e il contadino Taniello Magnafave, disputandosi un pezzo di terra di confine, inscenano l'antica ordalia della gamba interrata. Nella gara di resistenza per la vittoria finiscono col coinvolgere parenti e gente del villaggio in una sarabanda umoristica e grottesca.

                                            

ATTORI 9(+ ALTRI ATTORI UTILIZZANDO I COMPONENTI DELL'ORCHESTRINA)

ATTI 2

OPERA MULTIMEDIALE CON COMPLESSO DI MUSICA POPOLARE NAPOLETANA

SCENOGRAFIA(SEMPLICE - FONDO E DUE CASE LATERALI - IMMUTATA NEI DUE ATTI)  

11)THE HANNIBALFASCISTA, OVVERO LA ISTORIA TRAGICOMICA DEL BARBONE CIRO SPANCIAPECORE, DETTO FASULILLO.

Un Hannibal sorge ai piedi del Vesuvio: è Fasulillo  costretto dagli eventi ad ammazzare il fratellastro avaro che l'ha diseredato e poi a farne sparire il cadavere attraverso un banchetto rituale dove offre alla brava gente quello che mai ha avuto: la carne arrosto. Un esempio di teatro HIV napoletano.

ATTORI 6

ATTRICI 3

SCENOGRAFIA

ATTO I:Il cortile di un vecchio palazzo napoletano con al centro una fontana.

ATTO II: La catapecchia di Fasulillo, piena di oggetti di tutti i tipi a rivelare l'animo di quest'uomo: rigattiere, raccoglitore di roba nell'immondizia, forse ladruncolo.

12)PSICOMOSTRO  EUTERPICO(Il Ballo in Folle Maschera di Robert Schumann) di Gennaro Francione.

                                      

Dramma in due atti, con danza, descrivente la follia artistica ed esistenziale del compositore Schumann, incentrata sulla storia d'amore con la pianista Clara Wieck in inquietante connubio con l'altro compositore Johannes  Brahms. La narrazione si svolge in sinergia con le composizioni musicali di Schumann(ma anche di altri autori romantici), prima di tutto col suo Carnaval op. 9, che detta i temi e  i personaggi da Commedia dell'Arte usati per rappresentare i personaggi simbolici e grotteschi della vicenda.

 

ATTORI: 8

MASCHI: 6

FEMMINE: 2

  Scenografia: scenario doppio (manicomio - sala da ballo con specchiera e pianoforte

13)    PROCESSO A CARAVAGGIO E PASOLINI.

 Caravaggio portrait     

Un processo parallelo, in due atti, quello a Caravaggio e  Pasolini a descrivere, attraverso le vicende giudiziarie, la vita  e l'intimità di due artisti estremi.

Il processo alla loro sessualità abnorme(bisessuale quella di Caravaggio, omosessuale quella di Pasolini) è solo l'aspetto esterno di una trasgressione vista dal potere dominante e clericale come sovvertitrice di un ordine.

Da sempre l'artista fa paura perché essere che non si lascia imbrigliare. Ogni pretesto è buono allora per attaccarlo, farlo soffrire, ammazzarlo.

La morte forzata, dolce per veleno quella di Caravaggio, violenta  quella di Pasolini, è l'estremo tentativo di annullare l'artista dopo che tutte le torture esistenziali sono fallite.

I due personaggi nella pièce procedono in parallelo. Ma poi secondo lo spazio di Lobacevskij dalle infinite parallele che si toccano, finiscono per incontrarsi nel bacio e nell'abbraccio finale

ATTORI: 4

      MASCHI: 3

FEMMINE: 1  

14)SCHIAMACHEIN OVVERO LA POLLOGIA  DI SOCRATE

                            

 Commedia in due atti.

I personaggi fantastici della commedia Le Nuove di Aristofane diventano gli accusatori nel processo realmente svoltosi contro Socrate, chiamato a discolparsi dall'accusa di aver corrotto la gioventù ateniese.

Nella retorica il culmine della bravura maieutica socratica è la sottile disquisizione su pollo e polla che fonda in assonanza l'Apollogia finale in cui, con giochi di parole talora sensati, talora assurdi, l'accusato difende se stesso preferendo prendere la cicuta che mangiare banane ciquita. La vita significa, infatti, essre condannato  a stara di qua e subire le angherie quotidine della bisbetica moglie Santippe.

ATTORI 6

MASCHI 5

FEMMINA 1

  15) PIAZZA MONTANARA .

     Commedia in due atti(coautore Paolo Procaccini).

                                 

Piazza Montanara non esiste più: si trovava ai piedi del teatro di Marcello e nei suoi portici inferiori si aprivano numerose botteghe di piccoli artigiani; soprattutto era luogo di traffici e di ricerca di lavoro dei contadini venuti dalla provincia.

Nel periodo tra la fine del 1700 ed i primi anni dell'800, tra gli eserciti napoletano dei re Borbone e quello francese rivoluzionario, ci fu un lungo tira e molla per impadronirsi di Roma. Ora vi entrava un'armata, ora l'altra.

In questo scenario si muovono due famiglie: una romana di Cecco lo scrivano-portucolo e una napoletana di Felice barbiere-mediconzolo.

Le loro rispettive figlie Teresa  e Lucia sono innamorate ricambiate del marchesino Filippo Capuano e del Principe Saverio Caffarelli. Questi ufficiali operano negli eserciti contrapposti ma alla fine di una serie di scontri e avventure arriveranno a coronare un sogno di felicità e di fratellanza. Mentori delle vicende Rugantino e  Pulcinella che operano tra le mani di Cecco e Felice, finalmente uniti nell'opera delle marionette presso il vicino teatro dell'Arco di Saponara.

ATTORI 11

MASCHI 7

FEMMINE 4

DANZATORI E COREUTI

SCENA UNICA: PIAZZA MONTANARA

 16)IL TATO (ASYLUM DOMESTICO PER MAGGIORDOMO PAZZO)(COAUTORE DE CICCO)

2 atti.  La notizia della fuga dal manicomio di un maggiordomo pazzo sconvolge la vita di Antonio Cesarano, ossessionato prima in equivoco e poi realmente dall'intrusione del folle. La commedia si sviluppa in avalanche in un crescendo di situazioni comiche, basate sulla tecnica del sequestro di persone e sull'entrata di personaggi grotteschi, come l'impresaria di pompe funebri e lo stregone africano, fino all'esito finale dove tutto si ricompone facendo riacquistare ad Antonio l'agognata pace.

SCENOGRAFIA UNICA: CASA CON SALOTTINO

ATTORI 9

MASCHI 6

FEMMINE 3

  17 )LE RISONANZE (Coautore Rosetta Atterrato)

                                                                  

  Spesso la giustizia da dea della Luce, Temi, si trasforma nel suo opposto, ovvero in banco delle tenebre giurisprudenziali dove tutto è farsa, con processi grotteschi  esaltati dagli echi dei media, volti a catturare e sacrificare il Capro Espiatoporio di turno. Questo è il destino di Espia Salvatore detto Tore(Espia Tore) che, da un banale litigio criminalizzato con uno scrutatore di seggio circa la sua identità deformata da una ferita al mento, si trova  a riflettere sulle sue risonanze ataviche che lo portano a rimbalzare come una palla da biliardo tra personaggi  in simpateia o antipateia fino ad arrivare nella gabbia dell'imputato. La vendetta del povero cittadino qualunque sarà irretire le forze di giustizia in un discorso metafisico tale da escludere qualunque libertà del volere così annientando in nuce il nostro ius che sulla responsabilità dell'agire si fonda. Starà al pubblico con un verdetto popolare ribaltare eventualmente lo scontato verdetto di condanna. In questa chiave il teatro, come giudizio di ultimissima istanza, assume la forma di un metaprocesso come atto finale liberatorio. Anche se in verità anche qui un'eventuale assoluzione potrebbe essere frutto non di critica ma di mera risonanza simpatica di massa.

2 ATTI

OPERA MULTIMEDIALE CON FILMATI

SCENOGRAFIA = AULA DI TRIBUNALE CON GABBIA SOSPESA - TELO PER PROIEZIONE

ATTORI 14

MASCHI 11

FEMMINE 3

  ALTRI 6 ATTORI (5 MASCHI + 1 FEMMINA) PER FILMATO

  18)PROCEDURA PER LA CELLA DI ALESSIO (PROCESSO E CARCERE DI F╙DOR MICHAILOVIC DOSTOEVSKIJ)

 

                                                

 

Opera drammatica in due parti descrivente il processo a carico di Dostoevskij, accusato di far parte di una società segreta sovversiva legata al salotto di Michail Butasevic Petrasevskij. Segue la condanna a morte, la finta fucilazione, la mutazione della pena nei lavori forzati in Siberia, la reclusione nella cella di Alessio.

L'opera si compone di due parti ma la seconda è rappresentabile indipendentemente dalla prima.

Fëdor, nella cella tetra, s'imbatte nel suo doppio, il principe Myskin che immortalerà nell'Idiota. A lui rivela le sue ambasce, le sue visioni di futura sofferenza personale nel campo di concentramento siberiano,  fino ad arrivare, attraverso incontri con altri personaggi delle sue opere come Raskolnikov uccisore dell'usuraia,  a visioni apocalittiche di sterminio dell'intera razza umana. Sull'onda dell'aura sacra generatagli dell'epilessia egli godrà il miraggio finale di un mondo salvato dalla bellezza e dal sogno.

ATTORI

 MASCHI 2

 PRIMA PARTE: AULA DI TRIBUNALE(TAVOLO, SEDIE, BALAUSTRA)

SECONDA PARTE CELLA (UN LETTO DI FERRO, UNA TAVOLA, UNO  SGABELLO DI QUERCIA,  UN LAVATOIO)

19 )L'ANGELO DELLE STREGHE  

Teatro-danza in 2 parti.

                                          

Arcangelo è un bambino della provincia di Benevento. Vive in un contesto contadino dove l'arte non è apprezzata, prediligendosi l'attività manuale  ereditizia.

La commedia musicale si sviluppa su due piani uno reale dei genitori uno dei quali ostacola la voglia di danza del bambino; uno simbolico in cui le streghe lo rapiscono per portarlo nel mondo delle loro danze.

Le streghe sono quelle di Benevento e lo rapiscono sotto il noce. Lo scambieranno con streghe tedesche di Lipsia le quali lo accudiranno e lo porteranno al trionfo, alfine ricatturato dalle streghe-madri che lo porteranno nella terra natia per ricevere alfine la gloria.

La commedia esalta il mito dell'arte contrastata dall'economia  e insieme del nemo propheta in patria, rivelando come bisogna andarsene dal proprio paese per essere apprezzati.

Le musiche sorreggenti la danza come il linguaggio si alternano tra la tradizione partenopea e quella teutonica, spesso con toni ironici, burleschi, grotteschi, alternati ad altri di nostalgia della patria  e dei genitori lontani.

 ATTORI PRINCIPALI 25

MASCHI 10

FEMMINE 15  

MOLTE COMPARSE

20)CARMINA BURINA.

Commedia in due atti. Parodia dei Carmina burana testi poetici contenuti in un importante manoscritto del XIII secolo, il Codex Latinus Monacensis, musicati nel 1937 da Carl Orff.

Sottolineate da Carmine, il jongleur campagnalo, si svolgono le vicende che portano Suora Ninacca con un filtro d'amore a far innamorare Fra Martino. Dalla generazione orrenda bipartizan nasceranno due creature supercafone, Pulcinella e Colombaccia. Nell'apocalisse della libertà aracnoidea si avvererà il trionfo del rapporto d'amore non più dualista ma trinitario.

 OPERA MULTIMEDIALE

ATTORI 5

MASCHI 3

FEMMINE2

   

 21)BEL ZE BULLING (STORIE DI ORDINARIA MODERNA SOPRAFFAZIONE: BULLING, NONNING, MOBBING)

 

                               

Commedia musicale in tre parti. Attraverso tre momenti(bullismo, nonnismo, mobbing), in parallelo con la vicenda del calvario e delle tentazioni di Cristo, si dipana la trama di una sopraffazione che inizia tra scolari per continuare in età adulta nella naia  e in un tribunale. Non c'è mai fine alla sopraffazione fisica e morale per i puri, gli onesti, i giusti ciò sia nelle zone basse del vivere sociale che in quelle alte, là dove la violenza raggiunge forme sofisticate di sopraffazione psicologica per quelli, solitari, che intendono equamente cambiare le regole del gioco. La via della vera rivolta ai soprusi passa per la solidarietà umana della massa dei semplici in unione forte e impetuosa contro le bande dei bulli e dei falsi buoni.

 

ATTORI 6

MASCHI 4

FEMMINE 2

ORCHESTRINA-PIT

      22)CORNAD (LE CORNA DI ZEUS- CORNA DIVINE)

 La commedia, in due atti, trae origine da un episodio vero che capita in più luoghi sulla faccia della terra. Un fedele ritorna  a casa e trova la moglie ad amoreggiare col prete, frequentatore della casa e grande amico di famiglia. Da qui vola in Curia portando con sé le foto delle corna. Non avendo ricevuto adeguata soddisfazione pensa di ricorrere a una vendetta privata ma finisce con lo scoprire che la moglie oltre che dal prete veniva strapazzata un po' da tutto il paese. Da qui una catena di sant'Antonio che porta attraverso una meccanica grottesca a una ramificazione di corna in tutta la città.

                                                    

 ATTORI 14

 MASCHI 11

FEMMINE 3

 23)LA ROSA E L'ASTROLABIO(VITA, SAPIENZA, MASSACRO E RINASCITA D'IPAZIA ALESSANDRINA) (ALIAS IPAZIA, LA DONNA DELL'ASTROLABIO)

 Teatro-danza drammatico in due atti, oltre a un prologo  e un epilogo.  Ipazia (Hypatia) (Alessandria d'Egitto, 370 ─ Alessandria d'Egitto, 415) è stata una matematica, astronoma e filosofa bizantina, testimone dello sviluppo scientifico-astronomico del neoplatonismo. La sua fama deriva soprattutto dalla sua uccisione da parte di monaci cristiani, che l'ha fatta considerare una martire del paganesimo. L'opera racconta, nell'agone pubblico e nell'amore privato, la triste vicenda di questa grande femmina, eroina  della cultura antica. Ne rivela l'aspetto insieme di protostrega e protofemminista  che ne fece un pericolo per l'universo maschile e bigotto, afferrato dalla presunzione di essere l'unico portavoce capace della filosofia e della scienza profonde.

 ATTORI 10

 MASCHI  8

FEMMINA 2

 + DANZATORI

           24)CICERO PRO DOMO SUA (PROCESSO AL PROCESSO DI CATILINA)

                      Teatro-danza in 2 atti, un prologo, un interludio, un epilogo.

La pièce ricostruisce un processo virtuale che mai si celebrò in Roma a carico del congiuratore Lucio Sergio Catilina, il quale coi complici subì una condanna  a morte in nuce coi suoi complici.

Cicerone, allora console, fu abile a gettare sull'avversario indizi di una congiura catastrofica per metterlo fuori gioco. Il conflitto d'interessi di Cicerone che agiva da politico a tutela degl'interessi del suo partito rende ambigua la sua figura di avvocato che già allora era concepita super partes.

A parte la veridicità o meno della sommossa sanguinosa ordita da Catilina, il processo pone in luce con metodi e tecniche moderne l'implausibilità dell'azione giudiziaria politica e insieme la necessità, avvertita ancor oggi, di un processo purificato da indizi e basato solo su prove forti, neutre e irrefragabili.

Il processo al processo di Catilina diventa così il processo al processo metastorico che coinvolge le procedure giudiziarie strictu sensu ma anche gli stessi procedimenti (indiziari) per ricostruire da parte degli storiografi le vicende del nostro passato.

La pièce è scandita da azioni di teatro danza attingenti soprattutto alla tradizione etrusca tra aurispici, vestali, demoni e angeli.

SCENA AULA DI GIUSTIZIA

ATTORI 16

          MASCHI 13

FEMMINE 3

VARIE COMPARSE

DANZATORI

25)DEFEXATIO

 Teatro-danza in due atti.

                                              

I liberti Publio  Vesonio Filerote e Marco  Orfellio Fausto erano grandi amici ma poi qualcosa è successo tra loro.

Sono diventati per rivalità in affari ma soprattutto per una donna, Libanide, acerrimi nemici innescando cause davanti ai giudici da cui Filerote riesce a uscire per il rotto della cuffia, grazie a qualche sesterzio e all'intercessione nientemeno che di Nerone.

La vendetta è un frutto che si mangia caldo ma è buono anche ghiacciato. Come la morte.

Filerote con l'aiuto di Libanide, fattucchiera oltre che lupanara, avendo concesso all'amico lo ius sepolcralis da cui non può sciogliersi, gli fa un magiaa nera: è la defixio che gl'impedirà come anima finanche di passare nell'aldilà.

L'esito della pratica mal riuscita sarà risibile con una livella inverosimile attuata dai lari sui due bellimbusti ingessati.

Un'opera con un finale grottesco sullo sfondo di una Pompei invasa dalla corruzione, dalla lava e dalla morte.

 

ATTORI 6

MASCHI 4

FEMMINE 2

SERVI E DANZATORI

 SCENOGRAFIA: INTERNO DELLA CASA ROMANA  DI FILEROTE

ESTERNO DEL GIARDINO DI CASA ORFELLIO

IL CIMITERO

   26) PEDOPHILE TARASQUE (SOCRATE E IL GIOCO DELL'OCA)

 Dramma in due atti.

 

                                         

Tarasque è un mostro che in Francia origina una festa. Vive nei boschi e distrugge la gente che vi si addentra mangiando pecore, bestiame, bambini.

Per catturarlo viene mandata una bellissima fanciulla, di cui la Tarasque rimane incantato giusto il tempo per intervenire e ucciderla.

In metafora il Tarasque è Pierre, il padre presunto stupratore della figlia piccola, cui viene intentato un processo teatral-giudiziario che si sviluppa nelle linee del gioco dell'oca. L'oca mamma è l'amante anoressica  e pazza, Fabiola; l'ochetta è la figlia Martine. L'esito finale è la penetrazione dell'Orco genitore nel misterioso giardino dell'Oca.

ATTORI 7

MASCHI 4

FEMMINE 3

DANZATORI - BAMBINI 

SCENOGRAFIA ESSENZIALE

 

27) IUS PRIMAE NOCTIS DUPLEX

 

Teatro-danza per la nuova commedia dell'arte in due atti. Una notte davvero speciale quella al castello del marchese Fernando Caccavone. Bisessuale democratico, pronto a garantire pari diritti erotici, egli deve vivere lo ius primae noctis coi due freschissimi sposi, Filina la filatrice e Marittiello il contadino. Un fagiano malandrino rimasto sullo stomaco complica il rito che sarà risolto brillantemente dal prete officiante il matrimonio, don Ciccillo Galeazzo. Ciò fino alla sarabanda finale, dal clericus giullare  Carmeniello,  in cui verranno coinvolte le consuocere pruriginose Concetta e Nannina.

 

 

                    

 

ATTORI 7

MASCHI 4

FEMMINE 3

 

SCENOGRAFIA: CAMERA DA LETTO ESSENZIALE CON BALDACCHINO

 

          28) PROCESSO ALLE STATUE DI  PIAZZA  PLEBISCITO

                                                   

Nella splendida Piazza Plebiscito a  Napoli campeggiano le statue di alcuni grandi regnanti di Napoli. L'ultima è quella di Vittorio Emanuele II, che alcuni vedono come un liberatore, molti neoborbonici come un tiranno invasore.

Il professor Sasà, ex bancario, arrivando sulla piazza si vede trasformato in presidente di Corte Popolare monocratica chiamato a giudicare su un quesito posto dalle statue improvvisamente animatesi. Bisogna rimuovere e sostituire la statua di Vittorio Emanuele nell'ottava nicchia o lasciare tutto come sta?

Ed è così che si trova immerso in un processo tanto vero quanto surreale con tanto d'Incolpati, di Avvocati difensori, di Pubblica Accusa, di Verdetto Finale. In tutto in uno spazio fantastico, la piazza, per contenere il popolo assiepato nel teatro per partecipare e assistere al processo-spettacolo intentato a un'intera storia d'Italia. Non mancano le maschere della Commedia dell'Arte rappresentate, per Napoli, da Pulcinella e, per il Piemonte, da Gianduja sostenute dai suoni melodiosi di un mandolino e dai battiti cadenzati della tammorra.

ATTORI 23

MASCHI 21

FEMMINE 2

MUSICANTI 2

 29)SINDROMERDE STENDHAL

                                                        

                                        

    Merda. Parola magica di scaramanzia nel teatro che inquieta il clown-attore Dario, già travolto dalla sindrome di Stendhal alla vista della scatoletta-capolavoro di Manzoni   con su scritto Merda d'artista.  La sindrome di Stendhal, detta anche sindrome di Firenze, è il nome di un'affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e anche allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se sono compresse in spazi limitati. I  tre clown, Bianca, Trump e Leali escogitano un sistema per provocarla artificialmente l'estasi artistica al pubblico. Ovvero martellare gli spettatori  coi materiali defecati dall’intelligenza e dalla creatività aforismatica umana. Un rito drammaturgico tanto maleodorante quanto  liberatorio dalle vere sporcizie: quelle  del vivere quotidiano.

 

          ATTORI 4

MASCHI 3

FEMMINE 1

SCENA VUOTA

            30)    PROCESSO A BABBO NATALE

                   di  Gennaro Francione da un'idea di Romolo Reboa

                               

Un processo in due atti  e un filmato. Un processo  insolito tra il verosimile e il fantastico quello innescato a carico di tre Babbi Natale, uno di pelle Bianco, l'altro di pelle nera, l'altro donna sotto spoglie maschili.

In una giustizia che non sa più cosa inventarsi questo processo è la dimostrazione di come ci si accanisca contro i poveracci per di più nei giorni del Santo Natale.

Attraverso una serie di colpi scena con testimoni grotteschi veri tratti dalle natizie popolari, dalla letteratura, dalla filosofia, dall'agiografia, questo circo natalizio di giustizia si svilupperà fino al verdetto finale volto a stabilire attraverso la colpevolezza o mneo dei tre se la legge davvero coincida con la giustizia.

Un finale col pubblico trasformato in una gigantesca giuria popolare per dare il verdetto estremo: quello del popolo fraterno e solidale. 

FILM

8 ATTORI

MASCHI 6

FEMMINE 2

 AZIONE TEATRALE

Scenografia Aula di Tribunale

13 ATTORI

MASCHI 11

FEMMINE  2

 

            31)     UN ERMAFRODITA SULL'ISOLA DEI MORTI

 

                                     

Dramma in due atti.

Dalla storia vera del pittore svizzero Arnold Böcklin (Basilea, 19 ottobre 1827 ─ San Domenico di Fiesole, 16 gennaio 1901), autore tra l'altro dell'inquietante quadro L'isola dei morti, nasce questa trasfigurazione simbolica.

Arnold è l'androgino che sposa la poetessa Angela Pascucci. Da questo matrimonio nasce la figlia Maria Beatrice, ginandra destinata a morire sotto i ferri del chirurgo.Il padre accompagnerà la figlia sull'isola dei morti.

Per risolvere il senso di colpa, contemporaneamente svelando la sua natura doppia, si rifugia nel lettino del suo psicanalista Jacob Burckhardt innamorato pazzamente di lui. Un amore omosessuale destinato a  finire nella tragedia quando Arnold confessa all'amico-amante di voler tornare dalla moglie e alla sua essenza naturale di uomo. Lo psicanalista lo uccide  e si toglie la vita.

Stavolta toccherà ad Angela accompagnare le spoglie del marito ma anche del suo amante sull'Isola dei morti dove il pittore si ricongiungerà, come desiderato, col corpo dell'altro mostro, l'amata figlioletta.

Il tutto nello sfondo del quadro che ha ispirato tanti artisti e che Hitler tenne con sé fino alla morte. Un quadro dei morti talmente vivente che sembra risucchiare in sé l'autore, i personaggi, il pubblico.

 

ATTORI 3

MASCHI 2

FEMMINE 1

1 COMPARSA

 OPERA MULTIMEDIALE - SCENA ESSENZIALE

 32)    DIDEROT,POLICHINELLE E SUSSY COQUETTE.

Diderot, Polichinelle e Susy Coquette parte dall'opera di Denis Diderot Paradoxe sur le comédien per rielaborarla anche alla luce di altre opere del francese e aggiornarla in chiave creativa moderna al fine di derivarne un autentico secolare processo al teatro.

Il paradosso dell'attore è quello di dover mentire essendo credibile o, che è lo stesso, di essere credibile mentendo.

Nella contrapposizione tra la recitazione accademica e quella istintiva, mediata dalla giudicessa improvvisata, la coquette Susy, si sviluppa l'azione scenica che finisce col diventare un autentico processo all'uomo nella ricerca di una soluzione all'eterno dilemma tra l'homme machine e l'homme sensible.

Uno spunto, esaminando una delle opere di Diderot più pubblicate al mondo, per verificare chi era quest'uomo illuminista e illuminato, un autentico vecchio eroe della cultura da usare a modello per l'affermarsi del Sapere anche per la Nuova Europa.

 ATTORI 3

MASCHI 2

FEMMINA 1

SCENOGRAFIA ESSENZIALE +  UN BAULE E OGGETTI DI SCENA

 

          33)   LA REPUBBLICA DELLE MARIONETTE

 

                            

 Commedia in 2 atti.

Pulceq è un uomo anonimo, gettato sul lastrico da un licenziamento, dalle tasse esose, dai debiti degli strozzini legalizzati (banche) e non,  dal tradimento della moglie col suo miglior amico. L'unica cosa che gli rimane è un baule con le maschere della Commedia dell'Arte, eredità del suo avo, il grande comico Angelo Costantini che andò in galera trentennale per libertà scenica e amore sbagliato.

Assaltato dal dirigente della difesa, dal direttore di banca, dall'usuraio, dall'ispettore di equitalia, dal notaro, dalla moglie fedigrafa e dal suo amico amante Pulceq si sottrarrà alla volontà strozzina di portargli via finanche le maschere che, al di là del valore nummario pur forte, rappresentano per lui la bellezza dell'arte. Quelle maschere serviranno a neutralizare i suoi aguzzini trasformandoli in grotteschi personaggi della Commedia dell'Arte, rispettivamente:  il     capitan Matamoros, Balanzone, Cassandro, Pantalone, Tartaglia, Colombina e Giangurgolo. E' la via dell'anonimo per annuciare attarverso l'estetica salvifica la rivoluzione del popolo oppresso che salverà il mondo.

ATTORI 8

MASCHI 7

FEMMINE 1

 

              34)DRAG QUEEN SHOES

 

Un gioco apparente da avanspettacolo caratterizza queste perfomance di tre drag e una danzatrice per poi rivelarsi un'autentica rivoluzione dell'estetica e  del sesso.

Un presentatore negro intervista i performer mentre si truccano nel loro camerino e, infine, lascia che dilaghino nei loro show, insieme leggeri e dall'alto contenuto simbolico.

I simboli iconografici assunti sono paradossali: i primi grandi travestiti della storia, la papessa Giovanna e il Cavaliere d'Eon, cedono il passo ad un Anonymous dal sesso incerto e poi alla danzatrice che, attraverso la palo dance, riscopre il mito di Salomè assassina di Giovanni Battista.

Alla fine in un'orgia di percezioni errate, cagionate da forme mutevoli, si porrà il quesito del senso stesso dell'identificazione del sesso negli artisti e nell'Uomo in genere.

Il tutto mediato da un oggetto feticistico supremo: la scarpa dalle zeppe altissime su cui i personaggi si elevano sia per dare una sensualità tutta femminile al loro esserci in scena, sia per guardare il mondo dall'alto, fondendo passione recitativa e distacco dalle cose terrene fino all'estasi del clown Charlot dalla scarpa bucata di felicità.

ATTORI 4 MASCHI

1 FEMMINA

34)PROCESSO OMOSEX AGLI AMICI DEL ROSPO

 

(Processo e cattività di Paul Verlaine per l'attentato ad Arthur Rimbaud)

 

Il dramma in due atti descrive il processo e la prigionia di Verlaine che il 10 luglio 1873, in una stanza d'hotel di Bruxelles, spara due colpi di pistola all'amante Rimbaud deciso a lasciarlo.

L'8 agosto del medesimo anno viene condannato a due anni di carcere confermati in appello il 27 agosto. E' un processo umiliante che trasmoda dall'attentato a una causa contro la pederastia, col climax della visita corporale medica rilevante tracce d'abitudine pederastica attiva e passiva.

Dopo la causa l'azione scenica racconta la cattività che si trasforma da spazio serrato a sogno di un universo sconfinato dove, nel ricordo, il poeta solitario viene rivisitato dal suo amante fantasma. Oltre alla funzione consolatoria, insieme rivivono la stagione del loro amore coi due cuori maschili che, amanti del pigro rospo, trovano il trionfo nella poesia dell'eros platonico. Là dove anche i gesti  e  i simboli più osceni vengono trasfigurati e resi sublimi dalla versificazione metafisica.

 

ATTORI 9

 MASCHI 8

FEMMINA 1

SCENARIO ESSENZIALE

ATTO I: AULA D'UDIENZA

ATTO II: LA CELLA

35) HEIL FRANKENSTEIN!

 Di Gennaro Francione

 Teatro visionario multimediale in due atti.

Il dottor Frankenstein, uno scienziato ebreo folle, seguendo il percorso di Giovanni Aldini effettua una serie di esperimenti per portare in vita i suoi familiari. In ciò si avvale della nana Galina Ovitza, scampata miracolosamente ai campi di sterminio nazisti.

Comincia dal nonno e riemerge il Nosferatu. Il vecchio ebreo passò dall'attività di contadino a quella di orologiaio ma soprattutto di usuraio.

Dopo la rievocazione di scene di vita ebraiche dell'avo, Frankenstein junior vorrebbe resuscitare i parenti ma Nosferatu gl'impone di risvegliare un personaggio con cui ha un vecchio conto da regolare: Adolph Hitler. Erano amici e invano gli consigliò, lui che aveva visto e vissuto gli orrori della Grande Guerra, di non scatenare la seconda guerra mondiale.

Ovitza e il nonno aiutano a recuperare e a portare il corpo di Hitler. Così l'orrendo esperimento viene compiuto.

Hitler torna in vita e Nosferatu reclama i mille marchi prestatigli, anteponendoli all'odio per la morte nella camera a gas.

Il tedesco è sempre violento e Frankenstein per ammansirlo lo sottopone al "trattamento Ludovico" di kubrikiana memoria. Segue una sorta di processo con tanto di accuse e difesa dove anche Galina, nel contrapporsi delle tesi, scende in campo a testimoniare che la Shoah era reale e non pura propaganda antitedesca.

Tra un rimpallarsi di colpe e di slogan liberatori Frankenstein in veste di giudice giunge a un verdetto surreale che sfocerà nella ballata del teatro dove tutto è vero e tutto e falso, tutto visionario e tutto drammaticamente vero e grottesco.

Il narrare scenico si svolge sulle note yiddish del magico violino di Galina a sorreggere la parodia di un mondo comunque passato, dove la memoria migliore è rievocare ma senza più malanimo in uno spirito di consapevolezza  emozionale che supera gli eventi più terribili.

 

ATTORI 4

MASCHI 3

FEMMINA 1

SCENOGRAFIA: LABORATORIO E SCHERMO PER PROIEZIONE   IMMAGINI

 36) HERMITAGE APOCALYPSE

(I SETTE EREMITI DELL'APOCALISSE)

 

Un dramma inquietante sulla fine dell'Amore nell'Apocalisse.

Satan, sotto forma di una fotoreporter seducente, dopo aver fallito la tentazione di Cristo, ai nostri tempi si porta a intervistare e fotografare i Sette Giusti.

Sono sette eremiti che, nel rifiuto dell'attuale società corrotta, perversa e invasa dai sette vizi capitali, cerca un estremo rifugio in posti isolati: montagna, vulcani, fiumi, isole. Là alla ricerca di un senso alla propria esistenza e a quella dell'intera umanità.

La seduzione di Eros e Thanatos avrà effetti deleteri e devastanti per l'intero genere umano, a causa dell'impotenza secolare di rigenerazione dell'anima invasa dalla materia.

L'Apocalisse si sostanzierà, infine, nella riuscita della Tentazione Estrema con la sconfitta dello Spirito ad opera delle orde infuocate di una materia malefica e inquinata.

 OPERA MULTIMEDIALE CON SCHERMO

 ATTORI 9

7 MASCHI

2 FEMMINE

          37) LE MUTANDE DI PIRANDELLO

                                         di S. Loconte e G. Francione

      Opera in due atti, un prologo e un epilogo.

Attraverso il commento di Stefano Visconti, un cantastorie carcerario suo malgrado, ristretto pur sostanzialmente innocente, si dipanano come su una passerella storie del carcere tra il grottesco, il comico e il drammatico  a rappresentare un dolore ineliminabile nella continuità tragica tra il dentro e il fuori dei paria umani. I detenuti sono rappresentati tutti in mutande a raffigurare una condizione ineliminabile, quella del diseredato ridotto in mutande prima nell'esistenza grama da libero  e poi nella pseudovita da ristretto. Racconti di anime desolate ma anche la denunzia di un sistema ancora barbarico non essendogli bastati tre secoli di lumi beccariani per attuare non una vendetta-punizione contro i devianti ma una fraterna rieducazione nell'ambito di un diritto non più penitenziale ma profondamente umano e medicinale.

         (Francione ha ideato il Movimento BASAGLIAMO LA BASTIGLIA! , per lo smantellamento razionale del carcere).

38) L’UOMO LIBRO (SALVATOR SCHIANUS NOTARUS DE REPUBBLICA NEAPOLITANA)

 Teatro musicale con danza in due atti.

La Rivoluzione napoletana del 1799 fu una rivolta di un’intera intellighentzia napoletana fatta di  giornalisti, filosofi, artisti, medici, notai. Un notaio è l’eroe di questa pièce. Un notaio, solitario in amore, ma appassionato ai libri come contenuto e fisicità. Un notaio messosi in cattiva luce per aver aiutato la povera gente a evitare le tasse esose del re, poi alleatosi coi congiuratori, prima scrivendo nottetempo sulla statua del Gigante invettive contro il potere, poi partecipando attivamente ai moti rivoluzionari. Caduta la repubblica semestrale, verrà insieme  a tanti altri  coraggiosi condotto al patibolo. Illuminista nell’anima chiederà ad Angelina, la nipote del necroforo, chiamata a fargli un trattamento di tantoestetica, di staccare, invece, la sua pelle per destinarla rilegare libri.

 ATTORI: 8

MASCHI: 6

FEMMINA: 2

DANZATORI

LA POSTEGGIA

 

MULTIMEDIALE

SCENARI :

STUDIO NOTAIO - CAMERA GIUDICE – CELLA

PIAZZA DI NAPOLI

 39)

         59) ball-busters’ INTERCESSION  (INTERCESSIONE PER I ROMPIBALLE)

              Opera grottesca in due parti.

La vita è piena di rompiballe. La schiera è lunga.

Il colpevolizzatore. L’invidioso. Il denigratore. L’aggressore verbale.  Il falso.

Lo psicopatico. Il nevrotico. Il mediocre. Il pettegolo. Il capo autoritario. Il manipolatore. L’orgoglioso. Il lagnoso etceterea etcetera etcetera.

 A quelli dell’ulespazio (spazio materiale) si sono aggiunti gli scassabasisi del cyberspazio che c’invadono con mail di tutti i tipi, proponendoci eredità favolose piovute dal cielo, eros a tutto spiano, affari vantaggiosi  e chi più ne ha più ne metta.

La prof Miki, un’attempata donna piena di acciacchi ma assai vispa, rischia di essere arrotata dal baldo Nando con la sua moto.

Da quest’accidente nasce un’amicizia e i due sono scelti dal destino di Tespi per dipanare sulla scena la matassa dei rompiballe, raccontandoli, prendendoli in giro, satireggiandoli in maniera feroce in un’apparente intercessione.

Una scorribanda spietata,  per divertirci coi romponi quotidiani, ma anche per assumerne consapevolezza e cercare le vie per liberarcene con eleganza e velocità.

 ATTORI 90

MASCHI 70

FEMMINE 20

 Scena essenziale con materiali scenici come sedie, un tavolo e oggetti vari.

 60) IL CERCHIO DI FUOCO DELLO SCORPIONE (SCHOPPENHAUER BUDDA)

Dramma in due atti. Si racconta il crepuscolo di Arthur  Schopenhauer e gli ultimi giorni della sua vita vissuti nella casa affittatagli dal signor Schneider la cui figlia Lucia lasciò delle memorie del vecchio filosofo. La figura delineata non è quella tradizionale di un uomo burbero e misogino, ma piuttosto di una persona molto umana, come dimostrano il suo amore per gli animali e per i bambini.  

L’asprezza del personaggio, pronto ad attacchi comici e finanche sardonici, appare più come un tentativo di difesa per sopravvivere in un mondo che, come sempre, è poco disponibile a riconoscere ed accogliere il genio.

Così attraverso gli ultimi giorni della sua vita, di Arthur si descrive il percorso arduo che l’hanno fatto ritenere, per vincere il dolore e armarsi di compassione verso un’umanità sofferente, una sorta di Budda occidentale.

 

ATTORI 5

 

MASCHI 2

FEMMINE 3

61)

SARTO PER SIGNORA DI LOURDES

 

 

   Opera in 2 atti.

Ludovico  è un sarto che veste gli ecclesiasti. Gli hanno commissionato una veste da mettere sulla statua della signora di Lourdes.

Faceva l’attore ma poi ha abbandonato perché carmina non dant panem.

E’ vissuto del mito di Gaspare, suo compagno omosex, che continua fare l’attore per professione sia pure con miseri guadagni.

Ora Gaspare si ripresenta e lo tenta per fare una parte in una sua pièce teatrale La repubblica delle marionette. Ludovico dovrà recitare di nuovo nella parte della moglie fedigrafa del protagonista  Pulceq (impersonato dallo stesso Gaspare), un uomo ridotto sul lastrico,  oltre a fare anche i costumi per la compagnia.

Il successo dell’opera e gl’intrighi di un prete francese che si è invaghito di lui, lo fanno scritturare per un’opera importante:  il Giulio Cesare di Shakespeare. Ora è  un vero professionista: potrà svolgere un  ruolo importante, quello di Marcantonio. Quale gratificazione maggiore per un attore?

Per fare questo dovrà abbandonare la compagnia, accusato di tradimento dal gruppo. Perderà l’onore della scena  e l’amore del capocomico.

Stressato dal successo e dalla fatica per l’improba impresa, un sera va ubriaco in scena a rappresentare un Marcantonio che sembra impazzito.

Nel suo monologo, là dove sottilmente accusa Bruto e Cassio di tradimento  politico  e familiare finisce per indirizzare su se stesso l’accusa di viltà e azione proditoria fondendo i versi del Cigno dell’Avon con altri tratti dalla sua vicenda personale.

Umiliato, dopo la débacle,  invano cerca conforto in Gaspare che ha trovato un altro compagno mentre il prete Claude, visti vani i tentativi di averlo come amante, gli lancia un ultimatum per la veste sacra e gli fa capire che quello sarà l’ultimo lavoro.

Ed è così che Ludovico  lascia nuovamente e definitivamente l’attività di attore e ritorna al suo lavoro ultimando il confezionamento dell’ultimo vestito sacro.

Alla fine cerca una statua per provarlo e non trovandola, dopo aver invocato il fantasma della madre che gli sfugge,  indossa  la veste della Madonna lui stesso.

Piangendo si sente come la Santa Signora benedetto da se stesso per il suo pentimento.

Breve refrigerio. Perché d’improvviso i fantasmi della sua solitudine lo fanno deflagrare in un attacco di follia dove tira fuori i costumi delle marionette, ne taglia uno con le forbici lo mette indosso come un sacco facendo vedere occhi e bocca da cui esce un terribile  urlo.

In extremis, tra incubo e realtà, rivive il suicidio del sarto di Ulm che si lanciò dal campanile nel suo folle sogno di volare sfracellandosi al suolo.

 

SCENOGRAFIA: LA CASA DEL SARTO – IL SENATO

ATTORI 16

MASCHI 14

DONNE 2

62)             IL SOGNO DI CLIO         (CATARSI POETICA PER UN UXORICIDA)

 

Il dramma multimediale racconta la storia del ciabattino poeta Carlo di Alberobello. Innamorato di Maria, che diventa sua sposa donandogli 4 figli, è costretto a lasciare  la famiglia e parte per il fronte: è scoppiata la Grande Guerra. La guerra è micidiale per la vita pubblica  e privata. Maria tradirà col compare di battesimo Francesco Pinto il marito che, scoperta la tresca, ucciderà la moglie ferendo gravemente l’amante.

L’opera racconta questa vicenda bella e fosca ad un tempo, con la tragedia nata da due amori appassionati per la stessa donna.

Nello stesso momento narra il viaggio iniziatico di Carlo che attraverso le 10 muse cercherà una redenzione dall’uxoricidio commesso per purificare la sua coscienza appesantita dal misfatto malgrado l’assoluzione dei giudici. Su quella via di ascesi estetica tenterà anche una ripresa di una vena poetica prima inesauribile e poi disseccata dai tragici eventi.

L’Arte tutto e tutti redime,  in vita come in morte.

 

      4 ATTORI  (2 MASCHI E 2 FEMMINE)

2 CANTANTI GENERICI

1 CANTANTE RAP

UNA COPPIA DI BALLERINI

UNA BALLERINA CLASSICA

GRUPPO HIP HOP

1 FLAUTISTA

1 VIOLINISTA

63)

VIAGGIO NEL PRESEPE URBANO ALLA RICERCA DI UN GIUDICE GIUSTO (ALFONSO DE’ LIGUORI, IL SANTO AVVOCATO)

           Dramma musicale in due atti.

L’opera racconta il viaggio iniziatico di un avvocato poi santo che, colpito dall’ingiustizia dei tribunale, abbandona la brillante carriera di legale per dedicarsi alla vita pia.  Lo vediamo scendere tra le vie di una  Napoli trasformata in un presepe urbano con personaggi attinti dagli stessi pastori del presepe tradizionale costruiti proprio  da allora  su persone viventi al secolo dei lumi. Lo spazio simbolico del presepe s’intreccia alla linea temporale che si sviluppa sul canto dei dodici mesi della tradizione carnevalesca con Pulcinella caporione che fa da trait d’union tra i vari momenti col suo gruppo canterino e chiassoso.

Alla fine Alfonso svelerà la grotta con dentro il  Giudice Giusto tanto inusitato quanto simbolicamente ricco di luce come dev’essere un simbo che unisca magicamente sacro e profano.      

 

       ATTORI 30

       MASCHI 23

       FEMMINE 7

       GRUPPO MUSICALE

        46)  L’ISOLA DEI POETI

 

Due atti. Marius Caburlotto, un  marinaio che ha già partecipato con Marco Polo al primo viaggio nelle Indie, si avventura con una nave verso il nord Europa. Qui subisce un naufragio e grazie a una sirena innamorata di lui, si salva e approda su un’isola incantata dove una società libera e fraterna si è sviluppata basandosi sulla patafisica e sulla poesia.

L’accoglienza cordiale lo porterà ad esprimere la sua natura bisessuale creando gelosia e disperazioni negli esseri umani e sovrannaturali che s’innamorano di lui.

Per porre fine  a un’esistenza di dolore che non risparmia neppure l’isola si abbandonerà nelle mani dell’unico destino capace di garantirgli la pace.

 

ATTORI 8

MASCHI 6

DONNE 2

DANZATORI

 

 

         47) NDRANGHETA. NDRINGT NDRANGT!

 

Dramma musicale in due atti.

La storia ruota attorno a Giovanni Calabrò, boss  della ndrangheta, di cui descrivono le imprese criminose: l’iniziazione alla ndrina  di una sempre più ampia manovalanza, le estorsioni, le violenze, i traffici illeciti che arrivano a comprare le più alte cariche delle pubbliche istituzioni.

Un amore impossibile e travolgente  viene crearsi tra Lucia, la moglie di Giovanni, e Antonio, un bel giovane che ha fatto strage di cuori in città.

Il codice d’onore della mafia non ammette eccezioni: chi tradisce lo ndranghetista, soprattutto se boss, è destinato alla morte. Lucia  ha avuto anche il privilegio di essere una delle poche donne destinatarie dell’iniziazione  e questo rende ancora più grave la sua colpa.

Antonio verrà ucciso da Giovanni in un duello rusticano per vendicare l’onore infranto

Il processo che si svolge a  carico di Lucia nel circolo mafioso si conclude, invece, eccezionalmente   con la  grazia proprio in virtù dell’amore che il boss nutre nei confronti della moglie.

La donna, ferita profondamente nell’anima per l’uccisione dell’amato e resipiscente per la sua attività di compartecipazione alla cosca,  trova il coraggio di denunziare il marito  e gli altri componenti del sodalizio criminoso. Si svolge il processo  e tutti vengono condannati. La causa si chiude con l’urlo del boss alla moglie: “La grazia si concede una sola volta!”.

La donna è sotto protezione ma verrà uccisa da fratello Matteo, intanto uscito di prigione.

Ritornerà Lucia come spirito  della rivoluzione per urlare la sua maledizione ora e sempre, pur ad morti, rivolte a tutte le mafie.

 

ATTORI 13

MASCHI  11

FEMMINE  2

COMPARSE E COMPLESSO MUSICALE.

 

SCENOGRAFIA ESSENZIALE

 

48) CICCILLA LA BRIGANTESSA

 

Commedia tragica musicale in 2 atti.

L’opera narra le tristi vicende di   Maria Oliverio, detta Ciccilla, una delle più crudeli brigantesse del Meridione. Andata sposa al famigerato brigante Pietro Monaco, per gelosia uccise con 48 colpi di accetta la sua stessa sorella Teresa, che la tradiva col marito. Datasi alla macchia si unì alla banda di masnadieri  di Pietro che lottava per liberare le terre dall’invasore piemontese, operando   tra il maggio 1862 e il febbraio 1864,  in Calabria all'indomani della proclamazione del Regno d'Italia di Vittorio Emanuele II. Morto ucciso il capobanda per un tradimento, Ciccilla assunse essa stessa la guida del gruppo. Alla fine fu catturata, rinviata a giudizio, indi condannata alla pena di morte, commutata in  prigione  a vita nel terribile carcere piemontese di Fenestrelle, dove morì.

Una vicenda tragica  con canti, balli della tradizione calabrese, frammisti  a interventi di un Cantastorie e delle prefiche che come in un coro greco  scandiscono i momenti più drammatici del racconto.

Una via per rimeditare, agendo gli esseri umani sotto la spinta delle furiose Erinni, il problema della libertà d’agire dell’essere umano a fronte di un fato innanzi a cui nel mondo classico perivano sinanche gli dei.

 

ATTORI 21

MASCHI 19

DONNE 2

VARIE COMPARSE

DANZATORI

COMPLESSO MUSICALE

SCENOGRAFIA ESSENZIALE

 

      49) IL VENTROLOQUO ARTAUD

Dramma in 2 atti.

L’opera narra la vicenda manicomiale di Antonin Artaud, grande  drammaturgo, attore, scrittore e regista teatrale francese vissuto a cavallo tra il 1800-1900. La storia è ambientata nell’Asylum  di Rodez dove tra scariche successive di elettroshock si raccontano vicende quotidiane del pazzo perso tra operazioni magiche, glossolalie, coprofagie,  reminiscenze familiari alla ricerca di un senso al suo esserci. Alla fine l’attore-drammaturgo grazie alla ventriloquia giungerà a  creare pupazzi lignei poi animati dove assumerà su di sé le vicende manicomiali non solo sue ma di altri compagni di sventura. Ciò in aderenza,  al motto alchemico “Noi saremo come dei”. Forse da  modificare, nell’opera creativa di una genesi catastrofica, in “Noi saremo come dei pazzi”.

 

ATTORI 6

MASCHI 4

FEMMINE 2

 

Scenografia essenziale – schermo per trasmissione immagini

 

50) gloria dei fiori rossi ('O surdato 'nnammurato) di Giuseppe De Felice e Gennaro Francione

 

Commedia musicale in 2 atti. L’opera  ripercorre i momenti più incisivi della vita di    Aniello Califano, figlio di Alfonso Califano e Rosa Rispoli, da cui nacque   il 19 gennaio 1870 a Sorrento  (NA),  morto a S. Egidio del Monte Albino (SA) il 20 febbraio 1919.

Visse a Napoli la sua giovinezza, perché iscritto all’Istituto tecnico per geometri, dove primeggiava nelle materie letterarie. Amava frequentare locali e caffè letterari, a partire dal mitico Gambrinus,  pieni di artisti, belle donne  e dolce vita. Scrisse  canzoni famosissime, molte musicate dall’inseparabile amico Salvatore Gambardella. Alla fine amò pazzamente la governate della sua casa Stella Pepe, la quale gli diede alla luce quattro figli, che riconobbe in fin di vita, durante l’estrema unzione somministratagli dal parroco di San Lorenzo Martire.

All’epoca si sparse la voce che Califano era contagiato dal vaiolo e  nessuno volle accompagnarlo al cimitero. Al funerale provvide solo il suo fedele mezzadro, che ne trasportò la salma su un carretto agricolo. Dopo furono incendiate tutti i suoi indumenti,  le sue cose,  il letto e tutte le  suppellettili.

Oggi le canzoni di questo grande poeta napoletano  sono ancora cantate dai più autorevoli cantanti. Pezzo forte naturalmente ‘O  surdato nnammurato, scritta per i soldati che andavano a combattere e spesso a morire per la patria nella Grande Guerra, lasciando a casa l’innamorata cui non restava che inviare versi musicali d’amore.

Doveroso è dedicare nel centenario dalla  morte di Aniello Califano (caduta il 20 febbraio 1919), un’opera pregna di arte, spensieratezza creativa, amore che faccia conoscere questo nostro grande poeta musicale alle giovani generazioni. Per la gioia naturalmente anche per le persone meno giovani che sempre amano ascoltare dal vivo la canzone classica napoletana. In tal caso inserita nella vita di un artista indimenticabile della nostra splendida terra. 

 

ATTORI 12

MASCHI 8

FEMMINE 2

 

2 CANTANTI

DANZATRICI

 

SCENE VARIE – SCHERMO PER PROIEZIONE IMMAGINI

51) LA SINDROME  DEL SAGITTA  (MEDITAZIONI IN SEDIA VUOTA PER UN FEMMINICIDIO)

 

Commedia surreale in due atti.

Ottavio Sagitta è stato lasciato da moglie e figlie. Rimasto solo, di fronte a una sedia vuota, disperato vede materializzarsi i fantasmi della sua mente con forze che lo attraggono verso il femminicidio o verso la quiete seguita da un cambio di vita. Quelle forze originano un monaco  a double face, mezzo cristiano, mezzo tibetano, oppure una chiromante che prevede irrefragabilmente l’uccisione della moglie e il seppellimento dele corpo fatto a pezzi.

Tra questi ectoplasmi s’inseriscono figure reali eppur distanti di amici ed amiche preoccupati per la situazione di depressione di Ottavio. Distanti perché con loro comunica tramite cellulare senza alcun contato fisico. Appassionato del manga Ottavio passa il tempo a leggere Nanatsu no tazai: Sette peccati capitali di cui è appassionato. In un gioco di ruolo personale inquadra i suoi amici nei sette cavalieri medioevali portatori dei vizi capitali:. Ban, l’avarizia; Diane l’invidia;  Re, l’accidia; Meliodas, l’ira; Gowther, la lussuria; Merlina, la gola; Escanore, la superbia.

Intanto il tempo passa e con esso sembrano non sbollire i furori uxoricidi. Terrà fede il mollato alla visione sciagurata  di Chira, la Chiromante?

 

ATTORI 11

 

MASCHI 7

FEMMINE 4

DANZATRICI

       52) HOMER & MOONDOG

 

Teatro-danza in due atti.

L’opera racconta  l’incontro inverosimile eppur vibrante del vate  Homer e del poeta-musicista Moondog. I due ciechi si incontrano all’angolo della 6a Avenue di New York dove soleva stazionare Moondog. L’incontro tra questi due “ciclopi” si svolge in un flusso continuo di situazioni  e dialoghi  dove si arrotolano, entrando e uscendo, esperienze personali, racconti dei loro poemi, musiche, il tutto sostenuto dai danzatori  e dai cori greci  a raccontare mitologie greche e nordiche. Attraverso l’arte si dipana così la matassa  spiraloide intesa a dare un senso all’esistenza dell’intera umanità ma poi a quella loro stessa personale, nel contrapporsi spesso insensato dell’Amore e dell’Odio col trasfondersi continuo l’uno nell’altro.

ATTORI  10

MASCHI 7

FEMMINE 3

DANZATORI

CORO

 

           53)  GIUDITTA E GIOVANNA (Vampire e Fantasmi a Napoli)

 

Dramma granguignolesco in due atti, un prologo  e un epilogo.

Narra la fosca vicenda Giuditta Guastamacchia. Una donna che, negli anni della Repubblica Partenopea del 1799,  uccise il giovane marito avvalendosi della complicità del padre, di un giovane medico e di un sicario barbiere ma soprattutto dell’amante prete. Sezionarono poi il cadavere e ne sparsero  i resti per Napoli nella speranza di non essere individuatiti. Invece furono beccati e mandati a processo  La vicenda che si concluse  con una sentenza a morte il 16 aprile 1800, all’epoca fece molto rumore per la particolare efferatezza con cui venne svolto il crimine.

Com’era consuetudine, testa e mani dei condannati vennero amputati dopo l’esecuzione e quindi appesi alle mura del Tribunale della Vicaria.  Essi vengono presi in esame dal frenologo professor Miraglia  che anticipa un inquietante dilemma. Al di là dei crani spolpati e pieni di nichilismo esiste mai un’anima capace di trasformarsi in fantasma.

Di certo  Giuditta la sanguinaria, a Napoli è chiamata “il fantasma degli avvocati” o anche “l’impiccata della vicaria” in quanto, ancora oggi, è una presenza inquietante e misteriosa per le sue frequenti apparizioni nel Tribunale di Napoli.

 

ATTORI 16

 

MASCHI 13

 

FEMMINE 3

 

LA POSTEGGIA

54)  VIAGGIO NEL PRESEPE URBANO ALLA RICERCA DI UN GIUDICE GIUSTO (ALFONSO DE’ LIGUORI, IL SANTO AVVOCATO)

       Dramma musicale in due atti.

L’opera racconta il viaggio iniziatico di un avvocato poi santo che, colpito dall’ingiustizia dei tribunale, abbandona la brillante carriera di legale per dedicarsi alla vita pia.  Lo vediamo scendere tra le vie di una  Napoli trasformata in un presepe urbano con personaggi attinti dagli stessi pastori del presepe tradizionale, costruiti proprio  da allora  su persone viventi al secolo dei lumi. Lo spazio simbolico del presepe s’intreccia alla linea temporale che si sviluppa sul canto dei dodici mesi della tradizione carnevalesca con Pulcinella caporione che fa da trait d’union tra i vari momenti col suo gruppo canterino e chiassoso.

Alla fine Alfonso svelerà la grotta con dentro il  Giudice Giusto tanto inusitato quanto simbolicamente ricco di luce come dev’essere un simbolo che unisca magicamente sacro e profano.      

 

       ATTORI 30

       MASCHI 23

       FEMMINE 7

       GRUPPO MUSICALE

 55)   KUNG FOOL (PARTE II) IL DEMONE KUNGFULLON

 

Il ciclo Kung Fool comprende quattro opere (Asylum Salentinum, Il Demone Kungfullon, Il Demone Mammone, Il Demone Smorfione)  che  possono essere rappresentate insieme in una maratona teatrale o separatamente, avendo ciascuna una struttura autonoma pur se il senso vien dato dall’analisi dei quattro mondi. Il primo rappresenta l’universo degli uomini; gli altri tre l’esplorazione delle monadi individuali.

Il Demone Kungfullon, in due atti racconta il dialogo intimo che s’instaura tra il mite Lillino e la psicoterapeuta Anna Mascara. Lillino con la sua mania del kung fu dà il senso all’intero ciclo dove l’uomo per dare un senso alla sua esistenza, pur nella sua patologia psichiatrica, si associa ossessivamente ad alcune scariche di liberazione psicofisica come l’arte marziale.  In questo caso con una crasi il kung fu diventa kung fool, ovvero rudimentalmente il kung dei pazzi. Anna Mascara nella sua dolcezza di esploratrice dell’animo umano svolge una funzione di maieutica per cercare di dissolvere con la dolcezza e lo scavo suadente dall’animo dell’uomo affetto da patologie psichiatriche la visione dell’altro immancabilmente come un lauro. Il miracolo sarà liberarsi dalla maschera del demone aggressore e giudicante  e comunicare come un angelo redentore, per quel che si può.

D’ausilio nell’opera esorcistica individuale il  complesso musicale   accompagnerà le performance di Lillino, appassionato anche se maldestro cantante delle musiche di Riccardo Cocciante.

 

ATTORI

MASCHI 2

FEMMINE 1

Totale = 3

COMPLESSO MUSICALE

 56) GIULIA E LA DOLCE MANNA DI SAN NICOLA

 

Dramma in due atti.

Giulia Tofana fu un'assassina seriale vissuta nel ‘600  italiana. Cortigiana della corte di Filippo IV di Spagna,  si servì dell'acqua tofana, la cui formula apprese probabilmente dalla madre Thofania d'Adamo. Era   un veleno inodore e insapore che, usato a piccole dosi permetteva una morte indolore  e senza sintomi visibili. Sicché l’omicidio non poteva essere scoperto. Vendette il prodotto prima a Palermo e poi a Roma a numerose a donne insoddisfatte del matrimonio  ovvero desiderosi di liberarsi di amanti estortori.

 L’opera racconta la vicenda intima di questa donna passata dall’attività di prostituta a quella di aromataria, assumendo il paradossale compito di giustiziera in difesa delle donne cui la giustizia burocratica  negava un’adeguata tutela nei confronti dei maschi padroni, violenti, prevaricatori.

 

ATTORI 10

 

MASCHI 5

 

FEMMINE  5

 

57) GOETHE E I MOSTRI  DI PALAGONIA

 

Dramma in due atti.

L’opera parte dalla Villa dei Mostri a Palagonia che fu oggetto di visita dei grandi viaggiatori europei del ‘700 a partire da  Johann Wolfgang Von Goethe. Il poeta tedesco col suo amico pittore Christoph Heinrich Kniep si reca in visita alla villa scoprendo con sorpresa quest’oasi di mostri deformi in un’isola cui era approdato alla ricerca solo della classicità.

Nel suo Viaggio in Italia racconta l’orrore che lo prese a fronte di quelle figure brutte, teratomatiche,  ammassate caoticamente e senza armonia. Giammai vide se non di sfuggita in un mercato di Palermo, il principe Gravina che aveva commissionato le 200 statue ad artigiani locali.  La pièce travolge la storia e descrive, invece, proprio l’incontro col bizzarro nobilotto di Bagheria.

Le statue per questo lupo solitario rappresentano la sua famiglia. Dopo aver narrato le motivazioni profonde alla base delle sue creazioni  anticipanti l’arte moderna, involontariamente con un’ubriacatura di assenzio proietta Goethe in una dimensione dove gli orridi pietrosi rendono reale la sensazione di assalto che ti prende alla loro vista. L’aedo tedesco verrà aggredito dai mostri animati, da Munniddo (il gobbo triste), Zeng Zi (il cinese saggio), Castrenze (lo gnomo giocoliere). Con essi affronterà il tema misterico  dell’amore grazie ai segreti rivelati dalla Musa Bellona e dalla Musa Bruttona.  Infine, sarà messo dalla Chimera napoletana di fronte al nocumento del lavoro meccanico primo nemico dell’arte libera.

Attraverso quest’iniziazione alchemica gli si rivelerà quella che Karl Rosenkranz  chiamerà  l’Estetica del Brutto. Le vie dell’arte bella sono davvero infinite.

 

ATTORI 9

 

MASCHI 6

FAMMINE 3

MUSICISTI

 

58)  RISUS PASCHALIS   AC CRIMEN NATALIS.            (L’OPERA INGIARMÀTA DI  DON PASQUALE)

 

Don Pasquale è un prete semplice di una parrocchia del ‘400. Allegro e bonario, cerca di attirare l’attenzione dei parrocchiani addormentati praticando il risus paschalis, attraverso battute orribili, scenette da  teatro,  continui deliri senza senso.

E’ una pratica diffusa al tempo ma tollerata. Questo finché un inquisitore svizzero, Wolfgang Ecolampadio, non viene a spiare il modo di predicare di don Pasquale che imperterrito continua nella sua pratica ridanciana non solo nel giorno di Pasqua ma anche in quello di Natale, Ognissanti per non parlare delle celebrazioni di matrimoni  e dei funerali.

Finito sotto processo davanti al Vescovo, invano cerca di portare le sue ragioni di comportamenti gioiosi attuati  in linea con la gioia di Dio. Viene sanzionato, portato allo stato di frate francescano e cambiato di Diocesi.

Questo fa scatenare il demone che è in lui. Ribelle ne combina di tutti i colori con le donne d’altri,  arrivando prima a uccidere per legittima difesa e poi a truffare  e a stuprare coinvolgendo nei crimini il suo sacrestano, Marchetto.

Sembra imbattibile ma poi la resa dei conti. Quando sembra immune dalla punizione degli uomini scatta la sorte.

Una donna incinta di sicuro ingravidata da lui, Guerrina,  è sparita.

In confessione col  pubblico don Pasquale dirà che lui non ne sa niente pur ammettendo di averla ingravidata.

La sua sorte viene  decisa grottescamente, di nuovo sotto le grinfie dell’inquisitore e del vescovo, in mancanza di prove  col  juoco d‘a setella,  che letteralmente significa «il gioco della setina o setella», in quanto il principale oggetto divinatorio per officiare il rito è un pezzetto di seta tenuto  e tagliato da due frati. Il pezzo di stoffa vibra e ciò significa che l’imputato è colpevole.

Non resta al vescovo che ordinarne la morte per taglio della testa e smembramento.

Riuscirà l’inferno che gli si spalanca davanti  e fermare il suo spirito di ribellione? Chi sopravviverà, vedrà.

Intanto beffa. Don Pasquale paga per le sue malefatte nell’unico caso in cui era innocente almeno riguardo all’eventuale omicidio con sparizione di Guerrina.

59) DOPPELGANGER  BLUETOOTH

 

Commedia grottesca in 2 atti.

E’ in scena il  teatro manicomiale degli Strapazzati

L’operaio Aroldo Spaccavento  e il macellaio Marco Spallatosta sono scappati dal manicomio criminale. Entrambi affetti dal disturbo dissociativo di personalità multiple, una  psicosi che li porta al  delirio di  credersi di essere altro.  

Aroldo si è identificato, sia per similitudine di nomen che di dente blu, col re Harald "Bluetooth" Gormsson, re danese che riuscì a unificare Danimarca e Norvegia. Per questo il suo nome venne utilizzato per descrivere il sistema  Blue Tooth., la  nuova tecnologia per la trasmissione di dati senza fili escogitata per mettere in comunicazione telefoni cellulari, computer e tablet. Il re fu detto dente Blu perché aveva un dente di quel colore come Aroldo.

   Marco si identifica che Jacobus Mark Van Nierop il dentista dell'orrore. Olandese si trasferì in vari paesi portando dolore e danni permanenti ai suoi pazienti, prima di essere acchiappato e condannato ad anni di prigione.

    Questi due personaggi alimentano un’opera grottesca,  seguita da una serie di siluranti azioni da cabaret. Proprio nel corso di un’esibizione all’aperto nella notte, maldestramente sorvegliati, i due sono riusciti a scappare. Ora aspettano pazienti di essere ripresi  e, intanto, regalano al pubblico il loro show, svelando coi delitti orribili che li hanno portati in manicomio i sensi misteriosi della vita e dei denti.

 

ATTORI MASCHI 2

SCENOGRAFIA ESSENZIALE: UN CUBO

60) OṂ MAṆI PADME HŪṂ ROCK. HELLO JOPLIN!

 

Commedia musicale in due atti.

Janis Lyn Joplin nota come Janis Joplin (Port Arthur, 19 gennaio 1943 – Los Angeles, 4 ottobre 1970) è stata una cantante statunitense, divenuta  nota verso la fine degli anni sessanta come cantante del gruppo Big Brother and the Holding Company, e successivamente per i suoi lavori da solista. La sua carriera continuò fino alla morte per overdose all'età di 27 anni.
È lei la protagonista della canzone di Leonard Cohen Chelsea Hotel #2, nella quale il cantautore canadese, autore del famoso Hallelujah,  rievoca una loro fugace storia avvenuta tra le lenzuola del mitico hotel di Manhatta
n. In questa pièce è Leonard, una sorta di confessore musical-laico a raccontare la rockstar tra canzoni, poesie, sussurri rivelandone la fragilità dolce e insieme la forza quando si esibiva sul palcoscenico.

Coadiuva Peggy Catania, groupie e spacciatrice di lusso. Con il termine groupie si identificarono, a partire dagli anni sessanta, le ragazze che accompagnavano le rockstar in gran parte delle loro tournée, assecondandone con entusiasmo lo stile di vita e divenendo, quindi, vere e proprie componenti del loro entourage. Con Peggy Janis intraprese una relazione lesbica, estrema apparenza di una vita che cercava nelle molteplicità delle esperienze di perseguire la libertà somma: quella di chi non ha nulla da perdere  e le tenta tutte. Tutto sempre in nome della Bellezza.

 

ATTORI 3

MASCHI 1

FEMMINE 2

 

SCENOGRAFIA ESSENZIALE

 

61) SAKUNTALA. PASSIONE, MANICOMIO  E MORTE DELLA  SCULTRICE  CAMILLE CLAUDEL

 

Dramma in 2 atti descrivente  la vicenda di Camille Claudel, una protofemminista che a cavallo tra l’800  e il ’900  lottò per portare avanti la sua splendida  scultura nel tentativo angosciante di pareggiare gli uomini artisti. Fu osteggiata soprattutto da una  madre crudelissima che la considerava  un libertina per il suo rapporto con Auguste Rodin, suo pigmalione, già sposato con un figlio e molto più anziano di lei.

Il titolo Sakuntala nasce da una storia indiana di un grande amore abbandonato e poi ritrovato, destino non fu riservato a Camille.

L’opera si sviluppa con trasmissione di diapositive che illustrano l’arte di Camille con simboli intrinsecamente legati al suo dramma. Le immagini sono amalgamate a quelle di altre scultrici operanti, nel periodo successivo sull’onda di  colei, che fu talmente ostracizzata dalla famiglia, dall’amore negato dall’amante e dalla società da essere rinchiusa in un infernale asylum. Qui trascorse per trent’anni, praticamente il resto della sua vita.  In quel tempo, per una ribellione sorda, all’ingiusta detenzione manicomiale,  e per l’abbandono da parte del suo amato, si rifiutò di continuare a creare, a scolpire  privando così l’umanità di altri suoi capolavori.

Un inno al genio femminile attraverso il golgota di una splendida  donna artista francese.

 

ATTORI 12

MASCHI 7

FEMMINE 5

(Riducibili con duplicazioni a 7

MASCHI 5

FEMMINE 2)

 

Trasmissione di immagini 

 

62) IL RATTO DELLA SABINA

 

Il titolo riecheggia  il ratto delle Sabine, una fra le vicende più antiche della storia di Roma, avvolta dalla leggenda. Secondo la tradizione, Romolo, dopo aver fondato Roma, si rivolse alle popolazioni confinanti per stringere alleanze e ottenere delle donne con cui procreare e popolare la nuova città. Al rifiuto dei vicini rispose con l'inganno, organizzando un grande spettacolo per attirare gli abitanti della regione e rapire le loro donne.

Qui nella parola polisemica il ratto della Sabina è un topo, ovvero uno spirito guida che poi in chiave metaforica rapisce una bambina per portarla in un  discorso iniziatico sui sentieri dell’amore e  della creazione psicanalitica.

Attraverso il complesso di Elettra Sabina maturerà una serie di ossessioni isteriche creategli dal padre violento. La ricomposizione del conflitto avverrà attraverso lo psicanalista  Carl Gustav Jung con la guarigione agevolata dal controtransfert del dottore che finisce per innamorarsi di lei, ricambiato. L’intervento di Freud tra i due come generoso pacificatore è tutt’altro che innocuo, tant’è che alla fine Jung abbandonerà sia Sabina che lo stesso  padre della psicanalisi. 

  Liberatasi da questo ratto inteso anche nel multisenso come rapimento, alla fine la “piccola” (così chiamava Jung la sua giovane paziente russa)   creerà una sua forma di psicanalisi sfociata nell’Asilo bianco, un istituto fondato su principi molto moderni per l'epoca, dove si cercava di far crescere i bambini e le bambine come persone libere.

La libertà espressiva armonica fin da fanciulli è il miraggio di qualunque  filosofia che fondi l’uomo sull’intelligenza, la creatività  e la fraternité operosa.

 

ATTORI  6

 

MASCHI 3

FEMMINE 3

63) IL LIBRO ROSSO.

 

Dramma in 2 Atti

L’opera nasce come idea dal Libro Rosso di Carl Gustav Jung, un viaggio immaginale attraverso i demoni della Psiche.

Jung qui è trasformato in Bagatto (la prima carta dei Tarocchi) per svelare come un mago i sensi opposti del mondo. Il modello analizzato in questo caso è la famiglia, ora sacra, ora fonte di mostruosità rappresentata da vecchi coniugi.

Nella spirale lemniscata ovvero nel segno dell’infinito dato dalla forma del  cappello del Bagatto, Jung entra in mondi di senso per poi uscirne ed esplorare gli opposti. In questi racconti enantiodromici attinge dal mito (Filemone e Bauci dalle Metamorfosi di Ovidio), dal folk (Gli Elfi e il Calzolaio dei fratelli Grimm),  dalla letteratura (Racconti di Howard Phillips Lovecraft), dal teatro (Il misantropo di Molière), dai testi magici (il Necronomicon), dalla cronaca vera delle donne omicide.

Nell’alternarsi emotivo tra la serenità familiare di una coppia modesta ma innamorata e l’angoscia della solitudine  a fronte di amori mancati e matrimoni franati si dipana il senso di una vita mostruosa dove nulla è scontato.

Ognuno di noi è preda del dilemma oscillante tra sanità mentale e pazzia al che,  al di là di ogni etica falsa e ottimistica, non ci rimane che sperimentare il nostro destino. Sperando che i demoni dell’interiorità non ci assalgano.

 

ATTORI 27

 

MASCHI 18

FEMMINE 9

 

MOLTI ATTORI DOPPIABILI

SCENARIO MINIMO –MUTANTE

 

64) JOSHUA IL PERTURBANTE HOMELESS

 

Dramma in due atti.

Tutto nasce da uno scambio di persona. Un mendicante Joshua Singer, viene scambiato per uno spacciatore Giacomo Velluti. Va in escandescenze reclamando vanamente la sua vera identità ma l’errore giudizio lo porta in manicomio dove proprio il cambio d’identità viene assunto come pazzia bipolare e dissociazione psichica.

I metodi dell’OPG aggravano le sue condizioni mentali già precarie per le vicende di débacle lavorativa  e  familiare che lo aveva portato al mendacio.

Quando l’errore vien scoperto si cerca di rimediare al danno e lo psichiatra riesce a tirar fuori tutte le vicende ora grottesche ora drammatiche che hanno portato Joshua sulla strada.

Ma c’è un rimedio finale per dare in qualche modo refrigerio a questo poveraccio bistratto dalla vita e dalla giustizia? Force c’è: l’arte musicale e la chitarra.

 

ATTORI 7

MASCHI 3

FEMMINE 4

65) TRE FANTASMINI ALL’OPERA di Francesco De Cicco  & Gennaro Francione

Commedia in 2  atti.

La chiave stilistica dell’opera è la metamorfosi: si passa dalla commedia popolare (I tre attorucoli), alla commedia nera (I tre fantasmini, black comedy).

Nel primo atto l’impresario  teatrale Vittorio Anselmi cerca in tutti i modi di convincere gli “attorucoli” (il romano  Amedeo Scappelletti, la veneziana Cesarina Menigozzi, e il napoletano  Rosario Landolfi) a cedere le loro quote di partecipazione all’impresa per svendere il teatro  alla  ricca ereditiera Miss Gisella Lane e salvare la baracca dal fallimento imminente. Crisi di pubblico e scarsità degli attori, sono le cause del disastro indicate dall’Anselmi.

Nel secondo atto un incidente porta alla morte dei tre attori. Anselmi congiura con l’avvocato Gennaro Francetti per a fare carte con firme false dei tre quotisti al fine di vendere finalmente la struttura. Non ha fatto i conti con gli attorucoli rientranti con forme fantasmatiche spettacolari e pungolanti a rimediare all’ingiustizia.

Semel actor, semper actor pure nell’aldilà!

 

ATTORI 7

 

MASCHI 5

 

FEMMINE 2  

 

66) MAMAMAT

 

Commedia in 2 atti.

Mafalda. Un personalità schizoide multipla. E’ come una matriosca armena dalla quale sbucano altri otto Io.

Queste personalità partorite danno vita a personaggi che sembrano del tutto reali, ipercaratterizzati pur nella follia caotica della frammentazione.

Il compito dello psicanalista-drammaturgo è deframmentare il mosaico per ricostruirlo in una chiave unitaria liberatoria sia pur fantasmatica.

Le cento voci degli alieni interiori acquistano, quindi, un volto, una fisicità di  voci che arrivano  al pubblico come dialoghi interiori tanto da creare una sorta  di condominio psichedelico.

Quelle cento voci turbano e contemporaneamente fanno compagnia a Mafalda fino alla sua mutazione finale con la quale sola in qualche modo riuscirà a ricomporre la sua natura autentica..

 

ATTORI 9

MASCHI 7

FEMMINE 2

67) LA DIVINA SCACCHEIDE

       Commedia in 2 atti.

        E’ la terza opera del ciclo scacchistico. Dopo l’inferno di Morphy (Chataranga Diaboli) e il     purgatorio di  Philidor (Lo Scacchista Di Euterpe), è ora la volta del paradiso. Divina scaccheide dà anche il nome all’intero ciclo in assonanza con la Divina Commedia di Dante.

Un’opera giocosa in due atti,  con uno strano giardino edenico dove i trapassati buoni si trovano a fare tutta una serie di giochi dagli scacchi, ai dadi, al backgammon. A dirigere i ludi  il Sommo Poeta fiorentino contorniato dagli aedi Cavalacanti e Lapo Gianni, con le loro innamorate: rispettivamente Beatrice, Monna Vanna, Donna Lagia.

Il gioco sommo che si pratica là sopra sono gli scacchi e così al centro dell’attenzione vi sono tre scacchisti campioni del 500:  Gioacchino Greco cusentino (il Calabrese fresco arrivato), Leonardo da Cutro (il Puttino) il monaco Rodrigo   López de Segura.

Dopo il certame poetico-filosofico sugli scacchi, Dante indirà una sorta di sacra rappresentazione imperniata sulla naiade Cassia per conquistare il cui cuore Marte usò l’espediente di regalarle proprio il gioco degli scacchi. A parteciparvi gli stessi personaggi sopra citati in veste di attori.

Il racconto  si sviluppa tra vicende rappresentative ora serie, ora ironiche e paradossali, come la danza antagonista dei benandanti con  le streghe friulane per la manutenzione del verde nell’Eden. Si arriva anche  a momenti comici  talora, come l’attribuzione dell’interpretazione di figure femminili ai grandi scacchisti barbuti.

D’altra parte non c’ gioco senza comicità.

E così tra una serie di colpi di scena  l’opera si svolge sino all’ esito finale di un’implausibile tenzone tra forze avverse.

 

ATTORI 12

MASCHI 7

FEMMINE 5

DANZATORI

     68) UXORICIDA PULMINAL

 

Black comedy musicale in due atti.

L’opera racconta il tragico amore tra Alberto Olivo, falegname, e la nobile  Lisa Santarsiero. La loro relazione  è contrastata dalla famiglia di lei che vorrebbe dare in sposa la ragazza al cugino Gino, anch’egli di nobile lignaggio.

I due fanno la fujutina e si sposano. Il  conte muore per il dolore e la suocera, autentica masciara, lancia una maledizione sui due. Possa il matrimonio naufragare e Alberto trasformarsi in un lupo mannaro!

Il matrimonio va avanti e si incrina. Passate le gioie del primo  momento, subentra la noia, la routine, soprattutto pesa su Giulietta la mancanza di figli.  Tormenta il marito che in un momento di follia la uccide, la fa a pezzi, la mette in una valigia e la nasconde nel bosco.

E’ il momento dell’orribile mutazione di Alberto  in lupo mannaro.. Unici amici diventano alcuni animali:  la cicogna, il gufo, la gatta, la pecora, il nibbio che lo va a trovare in carcere quando viene arrestato. Negli incubi notturni che lo perseguitano c’è anche la presenza di un monaciello che racconta la sua storia similare di parenti serpenti.

Quale sarà il destino di questo giovane reo confesso di uxoricidio? Scamperà alla pena di morte adducendo la licantropia cogente come scriminante del suo delitto?

Tra atmosfere magiche e surreali, tra riti di malocchio e liberazione di masciare cattive e buone si sviluppa, avviluppata da musiche tradizionali della Lucania,  la storia antica eppur tanto moderna a fronte dei tanti uxoricidi spesso inspiegabili che si verificano nei tempi attuali.

 

ATTORI 11

MASCHI 6

FEMMINE 5

 

69) CAZZI & CONTROCAZZI  (I CINQUE  DESIDERI DI PUCCIO DI ACERRA)

 

 Commedia in 2 atti

Silvio Fiorillo (Capua, 1560-1570 circa – prima del 1632) è stato un attore teatrale e commediografo italiano, interprete della Commedia dell’Arte. La sua opera più importante è quella pubblicata per ultima, La Lucilla costante. In essa compare per la prima volta il personaggio di Pulcinella (o meglio ancora “Policinella”, secondo l’espressione dialettale arcaica), che sarebbe diventato l’emblema stesso del teatro napoletano. C'è chi sostiene che un contadino di Acerra, Puccio d'Aniello, nel '600 si unì come buffone alla  compagnia di girovaghi di Fiorillo, di passaggio nel suo paese. Era talmente comico da prendere lui le vesti di Pulcinella.

Da questo congettura la  commedia parte. Il cafone Puccio si imbatte in San Martino che gli dà la possibilità di esprimere quattro desideri. Solo quattro. Per l’intervento della moglie Colombina Puccio brucia i doni in desideri osceni. Invano ne reclama un quinto: diventare attore.

Là dove non possono dei e santi può il fato superiore iscritto in ognuno di noi.

Il cafone si imbatte nella compagnia di Fiorillo che lo provina e lo ingaggia con la moglie  (scocciante eppur amata) per le cavalcate del carro di Tespi nelle varie città.

 

ATTORI 3

 

MASCHI: 2

 

FEMMINE: 1

 

LA COMPAGNIA DEGLI UNITI

 

ATTORI 3

 

MASCHI: 2

 

FEMMINE: 1

 

LA COMPAGNIA DEGLI UNITI

 

70) LECTOTUM CUM PANTAFICA (LETTO A DIECI PIAZZE)

 

Commedi in due atti.

Nel Medioevo si viveva spesso in un monocamerone dove c’era  il camino, la cucina, il tavolo per mangiare ma soprattutto un lettone dove non solo dormivano i coniugi ma anche ospiti occasionali.

In questa storia collocata in Abruzzo vediamo in azione quest’usanza con l’impotente  Currado Gianfigliazzi,  cacciatore di topi, e la vogliosa moglie contadina Filomena.

 Dopo i vari vani  tentativi di dare potenza al fiacco fattore  grazie anche alle pozioni della spezial-maga Ghismunda  la vedova bianca si trova nel letto con  una serie di personaggi amandoli in avalanche (un gabelliere, la stessa speziale, un frate, una suora, un sensale). Cosa resa possibile dal fatto che Currado, quando dorme, entra in paralisi notturna profonda, avendo la pancia gravata dalla Pantafica,  un essere strega abruzzese parassita del sonno umano.

Se il diavolo non è così brutto come descrivono lo stesso vale anche per gli esseri fatati. La creatura aiuterà Currado a scoprire che la moglie è fedigrafa.

Quando accade per non compromettersi con un femminicidio che lo porterebbe al carcere e alla perdita radicale della donna comunque amata, il cacciator di topi fa intervenire il causidico Musciatto Franzesi  e poi, dopo la querela, il giudice ed ex bargello, Federigo egli Alberighi.

L’udienza come faceva un vecchio pretore  con paralisi alle gambe si terrà col magistrato assiso sul letto che poi  si ritira per decidere  in camera di consiglio sotto le coltri, dopo l’audizione   delle parti e  dei testimoni, seguita da  uno stranissimo esperimento giudiziario.

Quale sarà il verdetto finale? Sfuggirà la donna alle pene severe previste dalla legge arrivandosi addirittura al rogo come una strega?

 

ATTORI 10

6 MASCHI

4 FEMMINE