35) HEIL
FRANKENSTEIN!
Di
Gennaro Francione
Teatro
visionario multimediale in due atti.
Il
dottor Frankenstein, uno scienziato ebreo folle, seguendo il
percorso di Giovanni Aldini effettua una serie di
esperimenti per portare in vita i suoi familiari. In ciò si
avvale della nana Galina Ovitza, scampata miracolosamente ai
campi di sterminio nazisti.
Comincia
dal nonno e riemerge il Nosferatu. Il vecchio ebreo passò
dall'attività di contadino a quella di orologiaio ma
soprattutto di usuraio.
Dopo la
rievocazione di scene di vita ebraiche dell'avo,
Frankenstein junior vorrebbe resuscitare i parenti ma
Nosferatu gl'impone di risvegliare un personaggio con cui ha
un vecchio conto da regolare: Adolph Hitler. Erano amici e
invano gli consigliò, lui che aveva visto e vissuto gli
orrori della Grande Guerra, di non scatenare la seconda
guerra mondiale.
Ovitza e
il nonno aiutano a recuperare e a portare il corpo di
Hitler. Così l'orrendo esperimento viene compiuto.
Hitler
torna in vita e Nosferatu reclama i mille marchi
prestatigli, anteponendoli all'odio per la morte nella
camera a gas.
Il
tedesco è sempre violento e Frankenstein per ammansirlo lo
sottopone al "trattamento Ludovico" di kubrikiana memoria.
Segue una sorta di processo con tanto di accuse e difesa
dove anche Galina, nel contrapporsi delle tesi, scende in
campo a testimoniare che la Shoah era reale e non pura
propaganda antitedesca.
Tra un
rimpallarsi di colpe e di slogan liberatori Frankenstein in
veste di giudice giunge a un verdetto surreale che sfocerà
nella ballata del teatro dove tutto è vero e tutto e falso,
tutto visionario e tutto drammaticamente vero e grottesco.
Il
narrare scenico si svolge sulle note yiddish del magico
violino di Galina a sorreggere la parodia di un mondo
comunque passato, dove la memoria migliore è rievocare ma
senza più malanimo in uno spirito di consapevolezza
emozionale che supera gli eventi più terribili.
ATTORI 4
MASCHI 3
FEMMINA
1
SCENOGRAFIA: LABORATORIO E SCHERMO PER PROIEZIONE IMMAGINI
36)
HERMITAGE APOCALYPSE
(I SETTE
EREMITI DELL'APOCALISSE)
Un
dramma inquietante sulla fine dell'Amore nell'Apocalisse.
Satan,
sotto forma di una fotoreporter seducente, dopo aver fallito
la tentazione di Cristo, ai nostri tempi si porta a
intervistare e fotografare i Sette Giusti.
Sono
sette eremiti che, nel rifiuto dell'attuale società
corrotta, perversa e invasa dai sette vizi capitali, cerca
un estremo rifugio in posti isolati: montagna, vulcani,
fiumi, isole. Là alla ricerca di un senso alla propria
esistenza e a quella dell'intera umanità.
La
seduzione di Eros e Thanatos avrà effetti deleteri e
devastanti per l'intero genere umano, a causa dell'impotenza
secolare di rigenerazione dell'anima invasa dalla materia.
L'Apocalisse si sostanzierà, infine, nella riuscita della
Tentazione Estrema con la sconfitta dello Spirito ad opera
delle orde infuocate di una materia malefica e inquinata.
OPERA
MULTIMEDIALE CON SCHERMO
ATTORI 9
7 MASCHI
2
FEMMINE
37) LE MUTANDE DI PIRANDELLO
di S.
Loconte
e G. Francione
Opera in due atti, un prologo e un epilogo.
Attraverso il commento di Stefano Visconti, un cantastorie
carcerario suo malgrado, ristretto pur sostanzialmente
innocente, si dipanano come su una passerella storie del
carcere tra il grottesco, il comico e il drammatico a
rappresentare un dolore ineliminabile nella continuità
tragica tra il dentro e il fuori dei paria umani. I detenuti
sono rappresentati tutti in mutande a raffigurare una
condizione ineliminabile, quella del diseredato ridotto in
mutande prima nell'esistenza grama da libero e poi nella
pseudovita da ristretto. Racconti di anime desolate ma anche
la denunzia di un sistema ancora barbarico non essendogli
bastati tre secoli di lumi beccariani per attuare non una
vendetta-punizione contro i devianti ma una fraterna
rieducazione nell'ambito di un diritto non più penitenziale
ma profondamente umano e medicinale.
(Francione ha ideato il Movimento BASAGLIAMO LA BASTIGLIA! ,
per lo smantellamento razionale del carcere).
38) L’UOMO LIBRO
(SALVATOR SCHIANUS NOTARUS DE REPUBBLICA NEAPOLITANA)
Teatro
musicale con danza in due atti.
La
Rivoluzione napoletana del 1799 fu una rivolta di un’intera
intellighentzia napoletana fatta di giornalisti, filosofi,
artisti, medici, notai. Un notaio è l’eroe di questa pièce.
Un notaio, solitario in amore, ma appassionato ai libri come
contenuto e fisicità. Un notaio messosi in cattiva luce per
aver aiutato la povera gente a evitare le tasse esose del
re, poi alleatosi coi congiuratori, prima scrivendo
nottetempo sulla statua del Gigante invettive contro il
potere, poi partecipando attivamente ai moti rivoluzionari.
Caduta la repubblica semestrale, verrà insieme a tanti
altri coraggiosi condotto al patibolo. Illuminista
nell’anima chiederà ad Angelina, la nipote del necroforo,
chiamata a fargli un trattamento di tantoestetica, di
staccare, invece, la sua pelle per destinarla rilegare
libri.
ATTORI:
8
MASCHI:
6
FEMMINA:
2
DANZATORI
LA
POSTEGGIA
MULTIMEDIALE
SCENARI
:
STUDIO
NOTAIO - CAMERA GIUDICE – CELLA
PIAZZA
DI NAPOLI
39)
59) ball-busters’ INTERCESSION (INTERCESSIONE PER I
ROMPIBALLE)
Opera grottesca in due parti.
La vita
è piena di rompiballe. La schiera è lunga.
Il
colpevolizzatore. L’invidioso. Il denigratore. L’aggressore
verbale. Il falso.
Lo
psicopatico. Il nevrotico. Il mediocre. Il pettegolo. Il
capo autoritario. Il manipolatore. L’orgoglioso. Il lagnoso
etceterea etcetera etcetera.
A quelli dell’ulespazio
(spazio materiale) si sono aggiunti gli scassabasisi del
cyberspazio che c’invadono con mail di tutti i tipi,
proponendoci eredità favolose piovute dal cielo, eros a
tutto spiano, affari vantaggiosi e chi più ne ha più ne
metta.
La prof Miki,
un’attempata donna piena di acciacchi ma assai vispa,
rischia di essere arrotata dal baldo Nando con la sua moto.
Da quest’accidente
nasce un’amicizia e i due sono scelti dal destino di Tespi
per dipanare sulla scena la matassa dei rompiballe,
raccontandoli, prendendoli in giro, satireggiandoli in
maniera feroce in un’apparente intercessione.
Una scorribanda
spietata, per divertirci coi romponi quotidiani, ma anche
per assumerne consapevolezza e cercare le vie per
liberarcene con eleganza e velocità.
ATTORI 90
MASCHI 70
FEMMINE 20
Scena
essenziale con materiali scenici come sedie, un tavolo e
oggetti vari.
60)
IL CERCHIO DI FUOCO DELLO SCORPIONE (SCHOPPENHAUER BUDDA)
Dramma
in due atti. Si racconta il crepuscolo di Arthur
Schopenhauer e gli ultimi giorni della sua vita vissuti
nella casa affittatagli dal signor Schneider la cui figlia
Lucia lasciò delle memorie del vecchio filosofo. La figura
delineata non è quella tradizionale di un uomo burbero e
misogino, ma piuttosto di una persona molto umana, come
dimostrano il suo amore per gli animali e per i bambini.
L’asprezza del personaggio, pronto ad attacchi comici e
finanche sardonici, appare più come un tentativo di difesa
per sopravvivere in un mondo che, come sempre, è poco
disponibile a riconoscere ed accogliere il genio.
Così
attraverso gli ultimi giorni della sua vita, di Arthur si
descrive il percorso arduo che l’hanno fatto ritenere, per
vincere il dolore e armarsi di compassione verso un’umanità
sofferente, una sorta di Budda
occidentale.
ATTORI 5
MASCHI 2
FEMMINE
3
61)
SARTO
PER SIGNORA DI LOURDES
Opera
in 2 atti.
Ludovico è un sarto
che veste gli ecclesiasti. Gli hanno commissionato una veste
da mettere sulla statua della signora di Lourdes.
Faceva l’attore ma
poi ha abbandonato perché carmina non dant panem.
E’ vissuto del mito
di Gaspare, suo compagno omosex, che continua fare l’attore
per professione sia pure con miseri guadagni.
Ora Gaspare si
ripresenta e lo tenta per fare una parte in una sua pièce
teatrale La repubblica delle marionette. Ludovico dovrà
recitare di nuovo nella parte della moglie fedigrafa del
protagonista Pulceq (impersonato dallo stesso Gaspare), un
uomo ridotto sul lastrico, oltre a fare anche i costumi per
la compagnia.
Il successo
dell’opera e gl’intrighi di un prete francese che si è
invaghito di lui, lo fanno scritturare per un’opera
importante: il Giulio Cesare di Shakespeare. Ora è un vero
professionista: potrà svolgere un ruolo importante, quello
di Marcantonio. Quale gratificazione maggiore per un attore?
Per fare questo
dovrà abbandonare la compagnia, accusato di tradimento dal
gruppo. Perderà l’onore della scena e l’amore del
capocomico.
Stressato dal
successo e dalla fatica per l’improba impresa, un sera va
ubriaco in scena a rappresentare un Marcantonio che sembra
impazzito.
Nel suo monologo, là
dove sottilmente accusa Bruto e Cassio di tradimento
politico e familiare finisce per indirizzare su se stesso
l’accusa di viltà e azione proditoria fondendo i versi del
Cigno dell’Avon con altri tratti dalla sua vicenda
personale.
Umiliato, dopo la
débacle, invano cerca conforto in Gaspare che ha trovato un
altro compagno mentre il prete Claude, visti vani i
tentativi di averlo come amante, gli lancia un ultimatum per
la veste sacra e gli fa capire che quello sarà l’ultimo
lavoro.
Ed è così che
Ludovico lascia nuovamente e definitivamente l’attività di
attore e ritorna al suo lavoro ultimando il confezionamento
dell’ultimo vestito sacro.
Alla fine cerca una
statua per provarlo e non trovandola, dopo aver invocato il
fantasma della madre che gli sfugge, indossa la veste
della Madonna lui stesso.
Piangendo si sente
come la Santa Signora benedetto da se stesso per il suo
pentimento.
Breve refrigerio.
Perché d’improvviso i fantasmi della sua solitudine lo fanno
deflagrare in un attacco di follia dove tira fuori i costumi
delle marionette, ne taglia uno con le forbici lo mette
indosso come un sacco facendo vedere occhi e bocca da cui
esce un terribile urlo.
In extremis, tra
incubo e realtà, rivive il suicidio del sarto di Ulm che si
lanciò dal campanile nel suo folle sogno di volare
sfracellandosi al suolo.
SCENOGRAFIA: LA CASA
DEL SARTO – IL SENATO
ATTORI
16
MASCHI
14
DONNE 2
62)
IL SOGNO DI CLIO
(CATARSI POETICA PER UN UXORICIDA)
Il
dramma multimediale racconta la storia del ciabattino poeta
Carlo di Alberobello. Innamorato di Maria, che diventa sua
sposa donandogli 4 figli, è costretto a lasciare la
famiglia e parte per il fronte: è scoppiata la Grande
Guerra. La guerra è micidiale per la vita pubblica e
privata. Maria tradirà col compare di battesimo Francesco
Pinto il marito che, scoperta la tresca, ucciderà la moglie
ferendo gravemente l’amante.
L’opera
racconta questa vicenda bella e fosca ad un tempo, con la
tragedia nata da due amori appassionati per la stessa donna.
Nello
stesso momento narra il viaggio iniziatico di Carlo che
attraverso le 10 muse cercherà una redenzione
dall’uxoricidio commesso per purificare la sua coscienza
appesantita dal misfatto malgrado l’assoluzione dei giudici.
Su quella via di ascesi estetica tenterà anche una ripresa
di una vena poetica prima inesauribile e poi disseccata dai
tragici eventi.
L’Arte
tutto e tutti redime, in vita come in morte.
4
ATTORI (2 MASCHI E 2 FEMMINE)
2
CANTANTI GENERICI
1
CANTANTE RAP
UNA
COPPIA DI BALLERINI
UNA
BALLERINA CLASSICA
GRUPPO
HIP HOP
1
FLAUTISTA
1
VIOLINISTA
63)
VIAGGIO NEL
PRESEPE URBANO ALLA RICERCA DI UN GIUDICE GIUSTO (ALFONSO
DE’ LIGUORI, IL SANTO AVVOCATO)
Dramma musicale in due atti.
L’opera
racconta il viaggio iniziatico di un avvocato poi santo che,
colpito dall’ingiustizia dei tribunale, abbandona la
brillante carriera di legale per
dedicarsi
alla vita pia. Lo vediamo scendere tra le vie di una
Napoli trasformata in un presepe urbano con personaggi
attinti dagli stessi pastori del presepe tradizionale
costruiti proprio da allora su persone viventi al secolo
dei lumi. Lo spazio simbolico del presepe s’intreccia alla
linea temporale che si sviluppa sul canto dei dodici mesi
della tradizione carnevalesca con Pulcinella caporione che
fa da trait d’union tra i vari momenti col suo gruppo
canterino e chiassoso.
Alla fine
Alfonso svelerà la grotta con dentro il Giudice Giusto
tanto inusitato quanto simbolicamente ricco di luce come dev’essere
un simbo che unisca magicamente sacro e profano.
ATTORI 30
MASCHI 23
FEMMINE 7
GRUPPO MUSICALE
46) L’ISOLA DEI POETI
Due
atti. Marius Caburlotto, un marinaio che ha già partecipato
con Marco Polo al primo viaggio nelle Indie, si avventura
con una nave verso il nord Europa. Qui subisce un naufragio
e grazie a una sirena innamorata di lui, si salva e approda
su un’isola incantata dove una società libera e fraterna si
è sviluppata basandosi sulla patafisica e sulla poesia.
L’accoglienza cordiale lo porterà ad esprimere la sua natura
bisessuale creando gelosia e disperazioni negli esseri umani
e sovrannaturali che s’innamorano di lui.
Per
porre fine a un’esistenza di dolore che non risparmia
neppure l’isola si abbandonerà nelle mani dell’unico destino
capace di garantirgli la pace.
ATTORI 8
MASCHI 6
DONNE 2
DANZATORI
47) NDRANGHETA. NDRINGT NDRANGT!
Dramma musicale in
due atti.
La storia ruota
attorno a Giovanni Calabrò, boss della ndrangheta, di cui
descrivono le imprese criminose: l’iniziazione alla ndrina
di una sempre più ampia manovalanza, le estorsioni, le
violenze, i traffici illeciti che arrivano a comprare le più
alte cariche delle pubbliche istituzioni.
Un amore impossibile
e travolgente viene crearsi tra Lucia, la moglie di
Giovanni, e Antonio, un bel giovane che ha fatto strage di
cuori in città.
Il codice d’onore
della mafia non ammette eccezioni: chi tradisce lo
ndranghetista, soprattutto se boss, è destinato alla morte.
Lucia ha avuto anche il privilegio di essere una delle
poche donne destinatarie dell’iniziazione e questo rende
ancora più grave la sua colpa.
Antonio verrà ucciso
da Giovanni in un duello rusticano per vendicare l’onore
infranto
Il processo che si
svolge a carico di Lucia nel circolo mafioso si conclude,
invece, eccezionalmente con la grazia proprio in virtù
dell’amore che il boss nutre nei confronti della moglie.
La donna, ferita
profondamente nell’anima per l’uccisione dell’amato e
resipiscente per la sua attività di compartecipazione alla
cosca, trova il coraggio di denunziare il marito e gli
altri componenti del sodalizio criminoso. Si svolge il
processo e tutti vengono condannati. La causa si chiude con
l’urlo del boss alla moglie: “La grazia si concede una sola
volta!”.
La donna è sotto
protezione ma verrà uccisa da fratello Matteo, intanto
uscito di prigione.
Ritornerà Lucia come
spirito della rivoluzione per urlare la sua maledizione ora
e sempre, pur ad morti, rivolte a tutte le mafie.
ATTORI
13
MASCHI
11
FEMMINE
2
COMPARSE
E COMPLESSO MUSICALE.
SCENOGRAFIA ESSENZIALE
48)
CICCILLA LA BRIGANTESSA
Commedia
tragica musicale in 2 atti.
L’opera
narra le tristi vicende di Maria Oliverio, detta Ciccilla,
una delle più crudeli brigantesse del Meridione. Andata
sposa al famigerato brigante Pietro Monaco, per gelosia
uccise con 48 colpi di accetta la sua stessa sorella Teresa,
che la tradiva col marito. Datasi alla macchia si unì alla
banda di masnadieri di Pietro che lottava per liberare le
terre dall’invasore piemontese, operando tra il maggio
1862 e il febbraio 1864, in Calabria all'indomani della
proclamazione del Regno d'Italia di Vittorio Emanuele II.
Morto ucciso il capobanda per un tradimento, Ciccilla
assunse essa stessa la guida del gruppo. Alla fine fu
catturata, rinviata a giudizio, indi condannata alla pena di
morte, commutata in prigione a vita nel terribile carcere
piemontese di Fenestrelle, dove morì.
Una
vicenda tragica con canti, balli della tradizione
calabrese, frammisti a interventi di un Cantastorie e delle
prefiche che come in un coro greco scandiscono i momenti
più drammatici del racconto.
Una via
per rimeditare, agendo gli esseri umani sotto la spinta
delle furiose Erinni, il problema della libertà d’agire
dell’essere umano a fronte di un fato innanzi a cui nel
mondo classico perivano sinanche gli dei.
ATTORI
21
MASCHI
19
DONNE 2
VARIE
COMPARSE
DANZATORI
COMPLESSO MUSICALE
SCENOGRAFIA ESSENZIALE
49)
IL VENTROLOQUO ARTAUD
Dramma
in 2 atti.
L’opera
narra la vicenda manicomiale di Antonin Artaud, grande
drammaturgo, attore, scrittore e regista teatrale francese
vissuto a cavallo tra il 1800-1900. La storia è ambientata
nell’Asylum di Rodez dove tra scariche successive di
elettroshock si raccontano vicende quotidiane del pazzo
perso tra operazioni magiche, glossolalie, coprofagie,
reminiscenze familiari alla ricerca di un senso al suo
esserci. Alla fine l’attore-drammaturgo grazie alla
ventriloquia giungerà a creare pupazzi lignei poi animati
dove assumerà su di sé le vicende manicomiali non solo sue
ma di altri compagni di sventura. Ciò in aderenza, al motto
alchemico “Noi saremo come dei”. Forse da modificare,
nell’opera creativa di una genesi catastrofica, in “Noi
saremo come dei pazzi”.
ATTORI 6
MASCHI 4
FEMMINE
2
Scenografia essenziale – schermo per trasmissione immagini
50)
gloria dei fiori rossi ('O surdato 'nnammurato) di Giuseppe
De Felice e Gennaro Francione
Commedia
musicale in 2 atti. L’opera ripercorre i momenti più
incisivi della vita di Aniello Califano, figlio di
Alfonso Califano e Rosa Rispoli, da cui nacque il 19
gennaio 1870 a Sorrento (NA), morto a S. Egidio del Monte
Albino (SA) il
20
febbraio
1919.
Visse a
Napoli la sua giovinezza, perché iscritto all’Istituto
tecnico per geometri, dove primeggiava nelle materie
letterarie. Amava frequentare locali e caffè letterari, a
partire dal mitico Gambrinus, pieni di artisti, belle
donne e dolce vita. Scrisse canzoni famosissime, molte
musicate dall’inseparabile amico Salvatore Gambardella. Alla
fine amò pazzamente la governate della sua casa Stella Pepe,
la quale gli diede alla luce quattro figli, che riconobbe in
fin di vita, durante l’estrema unzione somministratagli dal
parroco di San Lorenzo Martire.
All’epoca si sparse la voce che Califano era contagiato dal
vaiolo e nessuno volle accompagnarlo al cimitero. Al
funerale provvide solo il suo fedele mezzadro, che ne
trasportò la salma su un carretto agricolo. Dopo furono
incendiate tutti i suoi indumenti, le sue cose, il letto e
tutte le suppellettili.
Oggi le
canzoni di questo grande poeta napoletano sono ancora
cantate dai più autorevoli cantanti. Pezzo forte
naturalmente ‘O surdato nnammurato, scritta per i soldati
che andavano a combattere e spesso a morire per la patria
nella Grande Guerra, lasciando a casa l’innamorata cui non
restava che inviare versi musicali d’amore.
Doveroso
è dedicare nel centenario dalla morte di Aniello Califano
(caduta il 20 febbraio 1919), un’opera pregna di arte,
spensieratezza creativa, amore che faccia conoscere questo
nostro grande poeta musicale alle giovani generazioni. Per
la gioia naturalmente anche per le persone meno giovani che
sempre amano ascoltare dal vivo la canzone classica
napoletana. In tal caso inserita nella vita di un artista
indimenticabile della nostra splendida terra.
ATTORI
12
MASCHI 8
FEMMINE
2
2
CANTANTI
DANZATRICI
SCENE
VARIE – SCHERMO PER PROIEZIONE IMMAGINI
51) LA
SINDROME DEL SAGITTA (MEDITAZIONI IN SEDIA VUOTA PER UN
FEMMINICIDIO)
Commedia
surreale in due atti.
Ottavio
Sagitta è stato lasciato da moglie e figlie. Rimasto solo,
di fronte a una sedia vuota, disperato vede materializzarsi
i fantasmi della sua mente con forze che lo attraggono verso
il femminicidio o verso la quiete seguita da un cambio di
vita. Quelle forze originano un monaco a double face, mezzo
cristiano, mezzo tibetano, oppure una chiromante che prevede
irrefragabilmente l’uccisione della moglie e il
seppellimento dele corpo fatto a pezzi.
Tra
questi ectoplasmi s’inseriscono figure reali eppur distanti
di amici ed amiche preoccupati per la situazione di
depressione di Ottavio. Distanti perché con loro comunica
tramite cellulare senza alcun contato fisico. Appassionato
del manga Ottavio passa il tempo a leggere Nanatsu no tazai:
Sette peccati capitali di cui è appassionato. In un gioco di
ruolo personale inquadra i suoi amici nei sette cavalieri
medioevali portatori dei vizi capitali:. Ban, l’avarizia;
Diane l’invidia; Re, l’accidia; Meliodas, l’ira; Gowther,
la lussuria; Merlina, la gola; Escanore, la superbia.
Intanto
il tempo passa e con esso sembrano non sbollire i furori
uxoricidi. Terrà fede il mollato alla visione sciagurata di
Chira, la Chiromante?
ATTORI
11
MASCHI 7
FEMMINE
4
DANZATRICI
52) HOMER & MOONDOG
Teatro-danza in due
atti.
L’opera racconta
l’incontro inverosimile eppur vibrante del vate Homer e del
poeta-musicista Moondog. I due ciechi si incontrano
all’angolo della 6a Avenue di New York dove soleva
stazionare Moondog. L’incontro tra questi due “ciclopi” si
svolge in un flusso continuo di situazioni e dialoghi dove
si arrotolano, entrando e uscendo, esperienze personali,
racconti dei loro poemi, musiche, il tutto sostenuto dai
danzatori e dai cori greci a raccontare mitologie greche e
nordiche. Attraverso l’arte si dipana così la matassa
spiraloide intesa a dare un senso all’esistenza dell’intera
umanità ma poi a quella loro stessa personale, nel
contrapporsi spesso insensato dell’Amore e dell’Odio col
trasfondersi continuo l’uno nell’altro.
ATTORI 10
MASCHI 7
FEMMINE 3
DANZATORI
CORO
53) GIUDITTA E GIOVANNA
(Vampire
e Fantasmi a Napoli)
Dramma
granguignolesco in due atti, un prologo e un epilogo.
Narra la fosca
vicenda Giuditta Guastamacchia. Una donna che, negli anni
della Repubblica Partenopea del 1799, uccise il giovane
marito avvalendosi della complicità del padre, di un giovane
medico e di un sicario barbiere ma soprattutto dell’amante
prete. Sezionarono poi il cadavere e ne sparsero i resti
per Napoli nella speranza di non essere individuatiti.
Invece furono beccati e mandati a processo La vicenda che
si concluse con una sentenza a morte il 16 aprile 1800,
all’epoca fece molto rumore per la particolare efferatezza
con cui venne svolto il crimine.
Com’era
consuetudine, testa e mani dei condannati vennero amputati
dopo l’esecuzione e quindi appesi alle mura del Tribunale
della Vicaria. Essi vengono presi in esame dal frenologo
professor Miraglia che anticipa un inquietante dilemma. Al
di là dei crani spolpati e pieni di nichilismo esiste mai
un’anima capace di trasformarsi in fantasma.
Di certo Giuditta
la sanguinaria, a Napoli è chiamata “il fantasma degli
avvocati” o anche “l’impiccata della vicaria” in quanto,
ancora oggi, è una presenza inquietante e misteriosa per le
sue frequenti apparizioni nel Tribunale di Napoli.
ATTORI 16
MASCHI 13
FEMMINE 3
LA POSTEGGIA
54)
VIAGGIO NEL PRESEPE URBANO ALLA RICERCA DI UN GIUDICE GIUSTO
(ALFONSO DE’ LIGUORI, IL SANTO AVVOCATO)
Dramma
musicale in due atti.
L’opera
racconta il viaggio iniziatico di un avvocato poi santo che,
colpito dall’ingiustizia dei tribunale, abbandona la
brillante carriera di legale per dedicarsi alla vita pia.
Lo vediamo scendere tra le vie di una Napoli trasformata in
un presepe urbano con personaggi attinti dagli stessi
pastori del presepe tradizionale, costruiti proprio da
allora su persone viventi al secolo dei lumi. Lo spazio
simbolico del presepe s’intreccia alla linea temporale che
si sviluppa sul canto dei dodici mesi della tradizione
carnevalesca con Pulcinella caporione che fa da trait d’union
tra i vari momenti col suo gruppo canterino e chiassoso.
Alla fine
Alfonso svelerà la grotta con dentro il Giudice Giusto
tanto inusitato quanto simbolicamente ricco di luce come dev’essere
un simbolo che unisca magicamente sacro e profano.
ATTORI
30
MASCHI
23
FEMMINE
7
GRUPPO
MUSICALE
55)
KUNG FOOL (PARTE II) IL DEMONE KUNGFULLON
Il ciclo Kung Fool
comprende quattro opere (Asylum Salentinum, Il Demone
Kungfullon, Il Demone Mammone, Il Demone Smorfione)
che possono essere rappresentate insieme in una maratona
teatrale o separatamente, avendo ciascuna una struttura
autonoma pur se il senso vien dato dall’analisi dei quattro
mondi. Il primo rappresenta l’universo degli uomini; gli
altri tre l’esplorazione delle monadi individuali.
Il Demone Kungfullon, in
due atti racconta il dialogo intimo che s’instaura tra il
mite Lillino e la psicoterapeuta Anna Mascara. Lillino con
la sua mania del kung fu dà il senso all’intero ciclo dove
l’uomo per dare un senso alla sua esistenza, pur nella sua
patologia psichiatrica, si associa ossessivamente ad alcune
scariche di liberazione psicofisica come l’arte marziale.
In questo caso con una crasi il kung fu diventa kung fool,
ovvero rudimentalmente il kung dei pazzi. Anna Mascara nella
sua dolcezza di esploratrice dell’animo umano svolge una
funzione di maieutica per cercare di dissolvere con la
dolcezza e lo scavo suadente dall’animo dell’uomo affetto da
patologie psichiatriche la visione dell’altro
immancabilmente come un lauro. Il miracolo sarà liberarsi
dalla maschera del demone aggressore e giudicante e
comunicare come un angelo redentore, per quel che si può.
D’ausilio nell’opera
esorcistica individuale il complesso musicale
accompagnerà le performance di Lillino, appassionato anche
se maldestro cantante delle musiche di Riccardo Cocciante.
ATTORI
MASCHI 2
FEMMINE 1
Totale = 3
COMPLESSO
MUSICALE
56)
GIULIA E LA DOLCE MANNA DI SAN NICOLA
Dramma in due
atti.
Giulia Tofana
fu un'assassina seriale vissuta nel ‘600 italiana.
Cortigiana della corte di Filippo IV di Spagna, si servì
dell'acqua tofana, la cui formula apprese probabilmente
dalla madre Thofania d'Adamo. Era un veleno inodore e
insapore che, usato a piccole dosi permetteva una morte
indolore e senza sintomi visibili. Sicché l’omicidio non
poteva essere scoperto. Vendette il prodotto prima a Palermo
e poi a Roma a numerose a donne insoddisfatte del
matrimonio ovvero desiderosi di liberarsi di amanti
estortori.
L’opera
racconta la vicenda intima di questa donna passata
dall’attività di prostituta a quella di aromataria,
assumendo il paradossale compito di giustiziera in difesa
delle donne cui la giustizia burocratica negava un’adeguata
tutela nei confronti dei maschi padroni, violenti,
prevaricatori.
ATTORI 10
MASCHI 5
FEMMINE 5
57)
GOETHE E I MOSTRI DI PALAGONIA
Dramma in due
atti.
L’opera parte
dalla Villa dei Mostri a Palagonia che fu oggetto di visita
dei grandi viaggiatori europei del ‘700 a partire da Johann
Wolfgang Von Goethe. Il poeta tedesco col suo amico pittore
Christoph Heinrich Kniep si reca in visita alla villa
scoprendo con sorpresa quest’oasi di mostri deformi in
un’isola cui era approdato alla ricerca solo della
classicità.
Nel suo
Viaggio in Italia racconta l’orrore che lo prese a
fronte di quelle figure brutte, teratomatiche, ammassate
caoticamente e senza armonia. Giammai vide se non di
sfuggita in un mercato di Palermo, il principe Gravina che
aveva commissionato le 200 statue ad artigiani locali. La
pièce travolge la storia e descrive, invece, proprio
l’incontro col bizzarro nobilotto di Bagheria.
Le statue per
questo lupo solitario rappresentano la sua famiglia. Dopo
aver narrato le motivazioni profonde alla base delle sue
creazioni anticipanti l’arte moderna, involontariamente con
un’ubriacatura di assenzio proietta Goethe in una dimensione
dove gli orridi pietrosi rendono reale la sensazione di
assalto che ti prende alla loro vista. L’aedo tedesco verrà
aggredito dai mostri animati, da Munniddo (il gobbo triste),
Zeng Zi (il cinese saggio), Castrenze (lo gnomo giocoliere).
Con essi affronterà il tema misterico dell’amore grazie ai
segreti rivelati dalla Musa Bellona e dalla Musa Bruttona.
Infine, sarà messo dalla Chimera napoletana di fronte al
nocumento del lavoro meccanico primo nemico dell’arte
libera.
Attraverso
quest’iniziazione alchemica gli si rivelerà quella che Karl
Rosenkranz chiamerà l’Estetica del Brutto. Le vie
dell’arte bella sono davvero infinite.
ATTORI 9
MASCHI 6
FAMMINE 3
MUSICISTI
58)
RISUS
PASCHALIS AC CRIMEN NATALIS.
(L’OPERA INGIARMÀTA DI DON PASQUALE)
Don Pasquale è
un prete semplice di una parrocchia del ‘400. Allegro e
bonario, cerca di attirare l’attenzione dei parrocchiani
addormentati praticando il risus paschalis, attraverso
battute orribili, scenette da teatro, continui deliri
senza senso.
E’ una pratica
diffusa al tempo ma tollerata. Questo finché un inquisitore
svizzero, Wolfgang Ecolampadio, non viene a spiare il modo
di predicare di don Pasquale che imperterrito continua nella
sua pratica ridanciana non solo nel giorno di Pasqua ma
anche in quello di Natale, Ognissanti per non parlare delle
celebrazioni di matrimoni e dei funerali.
Finito sotto
processo davanti al Vescovo, invano cerca di portare le sue
ragioni di comportamenti gioiosi attuati in linea con la
gioia di Dio. Viene sanzionato, portato allo stato di frate
francescano e cambiato di Diocesi.
Questo fa
scatenare il demone che è in lui. Ribelle ne combina di
tutti i colori con le donne d’altri, arrivando prima a
uccidere per legittima difesa e poi a truffare e a stuprare
coinvolgendo nei crimini il suo sacrestano, Marchetto.
Sembra
imbattibile ma poi la resa dei conti. Quando sembra immune
dalla punizione degli uomini scatta la sorte.
Una donna
incinta di sicuro ingravidata da lui, Guerrina, è sparita.
In confessione
col pubblico don Pasquale dirà che lui non ne sa niente pur
ammettendo di averla ingravidata.
La sua sorte
viene decisa grottescamente, di nuovo sotto le grinfie
dell’inquisitore e del vescovo, in mancanza di prove col
juoco d‘a setella, che letteralmente significa «il gioco
della setina o setella», in quanto il principale oggetto
divinatorio per officiare il rito è un pezzetto di seta
tenuto e tagliato da due frati. Il pezzo di stoffa vibra e
ciò significa che l’imputato è colpevole.
Non resta al
vescovo che ordinarne la morte per taglio della testa e
smembramento.
Riuscirà
l’inferno che gli si spalanca davanti e fermare il suo
spirito di ribellione? Chi sopravviverà, vedrà.
Intanto beffa.
Don Pasquale paga per le sue malefatte nell’unico caso in
cui era innocente almeno riguardo all’eventuale omicidio con
sparizione di Guerrina.
59)
DOPPELGANGER BLUETOOTH
Commedia grottesca in 2
atti.
E’ in scena il teatro
manicomiale degli Strapazzati
L’operaio Aroldo
Spaccavento e il macellaio Marco Spallatosta sono scappati
dal manicomio criminale. Entrambi affetti dal disturbo
dissociativo di personalità multiple, una psicosi che li
porta al delirio di credersi di essere altro.
Aroldo si è identificato,
sia per similitudine di nomen che di dente blu, col re
Harald "Bluetooth" Gormsson, re danese che riuscì a
unificare Danimarca e Norvegia. Per questo il suo nome venne
utilizzato per descrivere il sistema Blue Tooth., la nuova
tecnologia per la trasmissione di dati senza fili escogitata
per mettere in comunicazione telefoni cellulari, computer e
tablet. Il re fu detto dente Blu perché aveva un dente di
quel colore come Aroldo.
Marco si identifica che
Jacobus Mark Van Nierop il dentista dell'orrore. Olandese si
trasferì in vari paesi portando dolore e danni permanenti ai
suoi pazienti, prima di essere acchiappato e condannato ad
anni di prigione.
Questi due personaggi
alimentano un’opera grottesca, seguita da una serie di
siluranti azioni da cabaret. Proprio nel corso di
un’esibizione all’aperto nella notte, maldestramente
sorvegliati, i due sono riusciti a scappare. Ora aspettano
pazienti di essere ripresi e, intanto, regalano al pubblico
il loro show, svelando coi delitti orribili che li hanno
portati in manicomio i sensi misteriosi della vita e dei
denti.
ATTORI MASCHI 2
SCENOGRAFIA ESSENZIALE: UN
CUBO
60) OṂ MAṆI
PADME HŪṂ ROCK. HELLO JOPLIN!
Commedia
musicale in due atti.
Janis Lyn Joplin
nota come Janis Joplin (Port Arthur, 19 gennaio 1943 – Los
Angeles, 4 ottobre 1970) è stata una cantante statunitense,
divenuta nota verso la fine degli anni sessanta come
cantante del gruppo Big Brother and the Holding Company, e
successivamente per i suoi lavori da solista. La sua
carriera continuò fino alla morte per overdose all'età di 27
anni.
È lei la protagonista della canzone di Leonard Cohen Chelsea
Hotel #2, nella quale il cantautore canadese, autore del
famoso Hallelujah, rievoca una loro fugace storia avvenuta
tra le lenzuola del mitico hotel di Manhattan.
In questa pièce è Leonard, una sorta di confessore
musical-laico a raccontare la rockstar tra canzoni, poesie,
sussurri rivelandone la fragilità dolce e insieme la forza
quando si esibiva sul palcoscenico.
Coadiuva Peggy
Catania, groupie e spacciatrice di lusso. Con il termine
groupie si identificarono, a partire dagli anni sessanta, le
ragazze che accompagnavano le rockstar in gran parte delle
loro tournée, assecondandone con entusiasmo lo stile di vita
e divenendo, quindi, vere e proprie componenti del loro
entourage. Con Peggy Janis intraprese una relazione lesbica,
estrema apparenza di una vita che cercava nelle molteplicità
delle esperienze di perseguire la libertà somma: quella di
chi non ha nulla da perdere e le tenta tutte. Tutto sempre
in nome della Bellezza.
ATTORI 3
MASCHI 1
FEMMINE 2
SCENOGRAFIA
ESSENZIALE
61) SAKUNTALA.
PASSIONE, MANICOMIO E MORTE DELLA SCULTRICE CAMILLE
CLAUDEL
Dramma in 2
atti descrivente la vicenda di Camille Claudel, una
protofemminista che a cavallo tra l’800 e il ’900 lottò
per portare avanti la sua splendida scultura nel tentativo
angosciante di pareggiare gli uomini artisti. Fu osteggiata
soprattutto da una madre crudelissima che la considerava
un libertina per il suo rapporto con Auguste Rodin, suo
pigmalione, già sposato con un figlio e molto più anziano di
lei.
Il titolo
Sakuntala nasce da una storia indiana di un grande amore
abbandonato e poi ritrovato, destino non fu riservato a
Camille.
L’opera si
sviluppa con trasmissione di diapositive che illustrano
l’arte di Camille con simboli intrinsecamente legati al suo
dramma. Le immagini sono amalgamate a quelle di altre
scultrici operanti, nel periodo successivo sull’onda di
colei, che fu talmente ostracizzata dalla famiglia,
dall’amore negato dall’amante e dalla società da essere
rinchiusa in un infernale asylum. Qui trascorse per
trent’anni, praticamente il resto della sua vita. In quel
tempo, per una ribellione sorda, all’ingiusta detenzione
manicomiale, e per l’abbandono da parte del suo amato, si
rifiutò di continuare a creare, a scolpire privando così
l’umanità di altri suoi capolavori.
Un inno al
genio femminile attraverso il golgota di una splendida
donna artista francese.
ATTORI 12
MASCHI 7
FEMMINE 5
(Riducibili con
duplicazioni a 7
MASCHI 5
FEMMINE 2)
Trasmissione di
immagini
62) IL RATTO
DELLA SABINA
Il titolo
riecheggia il ratto delle Sabine, una fra le vicende più
antiche della storia di Roma, avvolta dalla leggenda.
Secondo la tradizione, Romolo, dopo aver fondato Roma, si
rivolse alle popolazioni confinanti per stringere alleanze e
ottenere delle donne con cui procreare e popolare la nuova
città. Al rifiuto dei vicini rispose con l'inganno,
organizzando un grande spettacolo per attirare gli abitanti
della regione e rapire le loro donne.
Qui nella
parola polisemica il ratto della Sabina è un topo, ovvero
uno spirito guida che poi in chiave metaforica rapisce una
bambina per portarla in un discorso iniziatico sui sentieri
dell’amore e della creazione psicanalitica.
Attraverso il
complesso di Elettra Sabina maturerà una serie di ossessioni
isteriche creategli dal padre violento. La ricomposizione
del conflitto avverrà attraverso lo psicanalista Carl
Gustav Jung con la guarigione agevolata dal controtransfert
del dottore che finisce per innamorarsi di lei, ricambiato.
L’intervento di Freud tra i due come generoso pacificatore è
tutt’altro che innocuo, tant’è che alla fine Jung
abbandonerà sia Sabina che lo stesso padre della
psicanalisi.
Liberatasi da
questo ratto inteso anche nel multisenso come rapimento,
alla fine la “piccola” (così chiamava Jung la sua giovane
paziente russa) creerà una sua forma di psicanalisi
sfociata nell’Asilo bianco, un istituto fondato su principi
molto moderni per l'epoca, dove si cercava di far crescere i
bambini e le bambine come persone libere.
La libertà
espressiva armonica fin da fanciulli è il miraggio di
qualunque filosofia che fondi l’uomo sull’intelligenza, la
creatività e la fraternité operosa.
ATTORI 6
MASCHI 3
FEMMINE 3
63) IL LIBRO
ROSSO.
Dramma in 2
Atti
L’opera nasce come idea dal
Libro Rosso di Carl Gustav Jung, un viaggio immaginale
attraverso i demoni della Psiche.
Jung qui è trasformato in
Bagatto (la prima carta dei Tarocchi) per svelare come un
mago i sensi opposti del mondo. Il modello analizzato in
questo caso è la famiglia, ora sacra, ora fonte di
mostruosità rappresentata da vecchi coniugi.
Nella spirale lemniscata
ovvero nel segno dell’infinito dato dalla forma del
cappello del Bagatto, Jung entra in mondi di senso per poi
uscirne ed esplorare gli opposti. In questi racconti
enantiodromici attinge dal mito (Filemone e Bauci dalle
Metamorfosi di Ovidio), dal folk (Gli Elfi e il Calzolaio
dei fratelli Grimm), dalla letteratura (Racconti di Howard
Phillips Lovecraft), dal teatro (Il misantropo di Molière),
dai testi magici (il Necronomicon), dalla cronaca vera delle
donne omicide.
Nell’alternarsi emotivo tra
la serenità familiare di una coppia modesta ma innamorata e
l’angoscia della solitudine a fronte di amori mancati e
matrimoni franati si dipana il senso di una vita mostruosa
dove nulla è scontato.
Ognuno di noi è preda del
dilemma oscillante tra sanità mentale e pazzia al che, al
di là di ogni etica falsa e ottimistica, non ci rimane che
sperimentare il nostro destino. Sperando che i demoni
dell’interiorità non ci assalgano.
ATTORI 27
MASCHI 18
FEMMINE 9
MOLTI ATTORI DOPPIABILI
SCENARIO MINIMO –MUTANTE
64) JOSHUA IL
PERTURBANTE HOMELESS
Dramma in due
atti.
Tutto nasce da uno scambio
di persona. Un mendicante Joshua Singer, viene scambiato per
uno spacciatore Giacomo Velluti. Va in escandescenze
reclamando vanamente la sua vera identità ma l’errore
giudizio lo porta in manicomio dove proprio il cambio
d’identità viene assunto come pazzia bipolare e
dissociazione psichica.
I metodi dell’OPG aggravano
le sue condizioni mentali già precarie per le vicende di
débacle lavorativa e familiare che lo aveva portato al
mendacio.
Quando l’errore vien
scoperto si cerca di rimediare al danno e lo psichiatra
riesce a tirar fuori tutte le vicende ora grottesche ora
drammatiche che hanno portato Joshua sulla strada.
Ma c’è un rimedio finale
per dare in qualche modo refrigerio a questo poveraccio
bistratto dalla vita e dalla giustizia? Force c’è: l’arte
musicale e la chitarra.
ATTORI 7
MASCHI 3
FEMMINE 4
65) TRE FANTASMINI ALL’OPERA di Francesco De Cicco &
Gennaro Francione
Commedia in 2 atti.
La chiave stilistica dell’opera è la metamorfosi: si passa
dalla commedia popolare (I tre attorucoli), alla
commedia nera (I tre fantasmini, black comedy).
Nel primo atto l’impresario teatrale Vittorio Anselmi cerca
in tutti i modi di convincere gli “attorucoli” (il romano
Amedeo Scappelletti, la veneziana Cesarina Menigozzi, e il
napoletano Rosario Landolfi) a cedere le loro quote di
partecipazione all’impresa per svendere il teatro alla
ricca ereditiera Miss Gisella Lane e salvare la baracca dal
fallimento imminente. Crisi di pubblico e scarsità degli
attori, sono le cause del disastro indicate dall’Anselmi.
Nel secondo atto un incidente porta alla morte dei tre
attori. Anselmi congiura con l’avvocato Gennaro Francetti
per a fare carte con firme false dei tre quotisti al fine di
vendere finalmente la struttura. Non ha fatto i conti con
gli attorucoli rientranti con forme fantasmatiche
spettacolari e pungolanti a rimediare all’ingiustizia.
Semel actor, semper actor pure nell’aldilà!
ATTORI 7
MASCHI 5
FEMMINE 2
66) MAMAMAT
Commedia in 2 atti.
Mafalda. Un personalità
schizoide multipla. E’ come una matriosca armena dalla quale
sbucano altri otto Io.
Queste personalità
partorite danno vita a personaggi che sembrano del tutto
reali, ipercaratterizzati pur nella follia caotica della
frammentazione.
Il compito dello
psicanalista-drammaturgo è deframmentare il mosaico per
ricostruirlo in una chiave unitaria liberatoria sia pur
fantasmatica.
Le cento voci degli alieni
interiori acquistano, quindi, un volto, una fisicità di
voci che arrivano al pubblico come dialoghi interiori tanto
da creare una sorta di condominio psichedelico.
Quelle cento voci turbano e
contemporaneamente fanno compagnia a Mafalda fino alla sua
mutazione finale con la quale sola in qualche modo riuscirà
a ricomporre la sua natura autentica..
ATTORI 9
MASCHI 7
FEMMINE 2
67) LA DIVINA SCACCHEIDE
Commedia in 2 atti.
E’ la
terza opera del ciclo scacchistico. Dopo l’inferno di Morphy
(Chataranga Diaboli) e il purgatorio di Philidor (Lo
Scacchista Di Euterpe), è ora la volta del paradiso. Divina
scaccheide dà anche il nome all’intero ciclo in assonanza
con la Divina Commedia di Dante.
Un’opera
giocosa in due atti, con uno strano giardino edenico dove i
trapassati buoni si trovano a fare tutta una serie di giochi
dagli scacchi, ai dadi, al backgammon. A dirigere i ludi il
Sommo Poeta fiorentino contorniato dagli aedi Cavalacanti e
Lapo Gianni, con le loro innamorate: rispettivamente
Beatrice, Monna Vanna, Donna Lagia.
Il gioco sommo che si
pratica là sopra sono gli scacchi e così al centro
dell’attenzione vi sono tre scacchisti campioni del 500:
Gioacchino Greco cusentino (il Calabrese fresco arrivato),
Leonardo da Cutro (il Puttino) il monaco Rodrigo López de
Segura.
Dopo il certame
poetico-filosofico sugli scacchi, Dante indirà una sorta di
sacra rappresentazione imperniata sulla naiade Cassia per
conquistare il cui cuore Marte usò l’espediente di regalarle
proprio il gioco degli scacchi. A parteciparvi gli stessi
personaggi sopra citati in veste di attori.
Il racconto si sviluppa
tra vicende rappresentative ora serie, ora ironiche e
paradossali, come la danza antagonista dei benandanti con
le streghe friulane per la manutenzione del verde nell’Eden.
Si arriva anche a momenti comici talora, come
l’attribuzione dell’interpretazione di figure femminili ai
grandi scacchisti barbuti.
D’altra parte non c’ gioco
senza comicità.
E così tra una serie di
colpi di scena l’opera si svolge sino all’ esito finale di
un’implausibile tenzone tra forze avverse.
ATTORI 12
MASCHI 7
FEMMINE 5
DANZATORI
68)
UXORICIDA PULMINAL
Black comedy musicale in
due atti.
L’opera racconta il tragico
amore tra Alberto Olivo, falegname, e la nobile Lisa
Santarsiero. La loro relazione è contrastata dalla famiglia
di lei che vorrebbe dare in sposa la ragazza al cugino Gino,
anch’egli di nobile lignaggio.
I due fanno la fujutina e
si sposano. Il conte muore per il dolore e la suocera,
autentica masciara, lancia una maledizione sui due. Possa il
matrimonio naufragare e Alberto trasformarsi in un lupo
mannaro!
Il matrimonio va avanti e
si incrina. Passate le gioie del primo momento, subentra la
noia, la routine, soprattutto pesa su Giulietta la mancanza
di figli. Tormenta il marito che in un momento di follia la
uccide, la fa a pezzi, la mette in una valigia e la nasconde
nel bosco.
E’ il momento dell’orribile
mutazione di Alberto in lupo mannaro.. Unici amici
diventano alcuni animali: la cicogna, il gufo, la gatta, la
pecora, il nibbio che lo va a trovare in carcere quando
viene arrestato. Negli incubi notturni che lo perseguitano
c’è anche la presenza di un monaciello che racconta la sua
storia similare di parenti serpenti.
Quale sarà il destino di
questo giovane reo confesso di uxoricidio? Scamperà alla
pena di morte adducendo la licantropia cogente come
scriminante del suo delitto?
Tra atmosfere magiche e
surreali, tra riti di malocchio e liberazione di masciare
cattive e buone si sviluppa, avviluppata da musiche
tradizionali della Lucania, la storia antica eppur tanto
moderna a fronte dei tanti uxoricidi spesso inspiegabili che
si verificano nei tempi attuali.
ATTORI 11
MASCHI 6
FEMMINE 5
69) CAZZI & CONTROCAZZI (I
CINQUE DESIDERI DI PUCCIO DI ACERRA)
Commedia in 2 atti
Silvio Fiorillo (Capua,
1560-1570 circa – prima del 1632) è stato un attore teatrale
e commediografo italiano, interprete della Commedia
dell’Arte. La sua opera più importante è quella pubblicata
per ultima, La Lucilla costante. In essa compare per la
prima volta il personaggio di Pulcinella (o meglio ancora “Policinella”,
secondo l’espressione dialettale arcaica), che sarebbe
diventato l’emblema stesso del teatro napoletano. C'è chi
sostiene che un contadino di
Acerra, Puccio d'Aniello, nel '600 si unì come buffone
alla compagnia di girovaghi di Fiorillo, di passaggio nel
suo paese. Era talmente comico da prendere lui le vesti di
Pulcinella.
Da questo congettura la
commedia parte. Il cafone Puccio si imbatte in San Martino
che gli dà la possibilità di esprimere quattro desideri.
Solo quattro. Per l’intervento della moglie Colombina Puccio
brucia i doni in desideri osceni. Invano ne reclama un
quinto: diventare attore.
Là dove non possono dei e
santi può il fato superiore iscritto in ognuno di noi.
Il cafone si imbatte nella
compagnia di Fiorillo che lo provina e lo ingaggia con la
moglie (scocciante eppur amata) per le cavalcate del carro
di Tespi nelle varie città.
ATTORI 3
MASCHI: 2
FEMMINE: 1
LA COMPAGNIA DEGLI UNITI
ATTORI 3
MASCHI: 2
FEMMINE: 1
LA COMPAGNIA DEGLI UNITI
70) LECTOTUM CUM PANTAFICA
(LETTO A DIECI PIAZZE)
Commedi in due atti.
Nel Medioevo si viveva
spesso in un monocamerone dove c’era il camino, la cucina,
il tavolo per mangiare ma soprattutto un lettone dove non
solo dormivano i coniugi ma anche ospiti occasionali.
In questa storia collocata
in Abruzzo vediamo in azione quest’usanza con l’impotente
Currado Gianfigliazzi, cacciatore di topi, e la vogliosa
moglie contadina Filomena.
Dopo i vari vani
tentativi di dare potenza al fiacco fattore grazie anche
alle pozioni della spezial-maga Ghismunda la vedova bianca
si trova nel letto con una serie di personaggi amandoli in
avalanche (un gabelliere, la stessa speziale, un frate, una
suora, un sensale). Cosa resa possibile dal fatto che
Currado, quando dorme, entra in paralisi notturna profonda,
avendo la pancia gravata dalla Pantafica, un essere strega
abruzzese parassita del sonno umano.
Se il diavolo non è così
brutto come descrivono lo stesso vale anche per gli esseri
fatati. La creatura aiuterà Currado a scoprire che la moglie
è fedigrafa.
Quando accade per non
compromettersi con un femminicidio che lo porterebbe al
carcere e alla perdita radicale della donna comunque amata,
il cacciator di topi fa intervenire il causidico Musciatto
Franzesi e poi, dopo la querela, il giudice ed ex bargello,
Federigo egli Alberighi.
L’udienza come faceva un
vecchio pretore con paralisi alle gambe si terrà col
magistrato assiso sul letto che poi si ritira per decidere
in camera di consiglio sotto le coltri, dopo l’audizione
delle parti e dei testimoni, seguita da uno stranissimo
esperimento giudiziario.
Quale sarà il verdetto
finale? Sfuggirà la donna alle pene severe previste dalla
legge arrivandosi addirittura al rogo come una strega?
ATTORI 10
6 MASCHI
4 FEMMINE