Fabio
Bottaini
Nasce a Lucca il 10/02/1958. Fin dalla prima infanzia dimostra
interesse per gli strumenti a tastiera. A 19 anni inizia gli studi
classici di pianoforte, ma ben presto si accorge di essere molto più
attratto dal creare musica che non dall’interpretarla, decidendo così
di continuare gli studi come autodidatta.
Inizia anche a lavorare come tastierista in alcuni gruppi
jazz-rock, svolgendo con successo attività concertistiche che gli danno
modo di proporre le proprie composizioni. Ma lo studio assiduo del
pianoforte e la scoperta di musicisti come Chick Corea, Herbie Hancock e
in seguito Bill Evans e Keith Jarrett, lo orientano sempre più verso il
jazz acustico e, nel 1985, comincia a lavorare professionalmente nei clubs.
Col passare del tempo, il piano solo e il trio diventano le
situazioni da lui preferite. Nell‘86 costituisce i “First Trip”, con
Roberto Fatticcioni (b.) e Gianni Parodi (batt.); nell ‘87 l’
“Estatic Trio”, con Giuliano Passaglia (b.) e Angelo Ferrua (batt.);
nell ‘89 l’ “Ecto Jazz Ensemble”, con Nicola Vernuccio (b.) e
Stefano Bambini (batt.), ai quali si sostituiscono, nel ‘91, Lello
Pareti (b.) e Walter Paoli (batt.). Infine, nel ‘92, subentrano Amedeo
Ronga (b.) e Paolo Corsi (batt.). Nel ‘93, insieme alla cantante pisana
Roberta Pierazzini, da vita al progetto “Jazz in Italiano”, con testi
di Roberta in italiano su composizioni proprie.
Afo
Sartori, giornalista e critico jazz, così lo tratteggia:
<Pianista compositore, dal 1985 vive professionalmente di jazz,
dopo aver passato anni in studi furibondi e autodidatti. Musicista dal
“garbo spericolato”, per certe reminiscenze romantiche che gli vengono
da Bill Evans, per l’amore d’avventura alla Keith Jarrett,
per talune estasi dove ribollono echi di Cecil Taylor, rivela ben
degne attitudini musicali, messe a punto da una tecnica raffinata e dalla
tendenza netta a non soffermarsi sull’acquisito, ma propenso a scavare
nell’arte del pianoforte con “tocco” sapiente e senza mai disdegnare
lampi di finezza armonica. Inoltre detiene anche la classe, rarissima di
questi tempi, di evitare la presunzione di farci sentire quanto è bravo,
poggiandosi esclusivamente sull’enfasi tecnica e su esercizi di
meccanica scontata e virtuosistica. Uno di quei musicisti, insomma, che
gli iniziati chiamano “talenti degni di maggiore attenzione”.>
Dall’ ‘86 è anche impegnato in un suo particolare progetto: si
tratta di continue improvvisazioni eseguite cercando di ignorare gli
“influssi” tipici dell’emisfero cerebrale sinistro (spirito critico,
giudizio estetico, razionalità). Il risultato è una musica libera da
qualsiasi tipo di vincolo strutturale armonico che lui chiama “Ecto
Musica”. Questa favorisce negli ascoltatori una maggiore consapevolezza
dei propri livelli energetici.
Ha all’attivo 3 CD: “Ecto Musica allo Chalet dei Tigli”;
“Connessione cosmica”, con la collaborazione di Anna Federighi nel
ruolo di canalizzatrice; “Vibrazioni cristalline”, con la
collaborazione di Anjori e i suoi Cristalli.