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Consiglio Regionale del Lazio
Servizio Ufficio di Presidenza
Area dell’Informazione
COMUNICATO STAMPA DEL 10 GIUGNO 2008
n.
159/2008/VIII LEGISLATURA
STALKING: LAZIO PRIMA REGIONE CHE INTERVIENE SUL FENOMENO
Monitoraggio dei dati, prevenzione, formazione nelle scuole e interventi
coordinati: queste le principali indicazioni emerse dal seminario.
(segue)
“E’ stata una giornata molto importante, l’approfondimento del fenomeno
ci conferma che ci troviamo di fronte un problema di proporzioni
crescenti e che non può essere sottovalutato, perché le istituzioni non
possono sottrarsi all’urgenza dell’intervento. Di fronte a questo
allarme sociale è necessario creare un canale unitario: dobbiamo
utilizzare un linguaggio comune che metta insieme i diversi soggetti
istituzionali interessati (magistratura, forze dell’ordine, sanità,
servizi sociali, istituzioni del territorio), una rete che lavori non
soltanto sulle emergenze, ma faccia anche prevenzione. Siamo la prima
regione italiana che affronta questo problema in modo decisivo ed
operativo, dobbiamo velocizzare l’approvazione della proposta di legge,
che interviene su un aspetto essenziale per il benessere; è
prioritario, inoltre, introdurre nuove figure professionali che non si
sovrappongano agli attuali operatori e svolgano funzione di mediatore
sociale”. Così Giuseppe Mariani
(Verdi), presidente della commissione Lavoro del Consiglio
Regionale del Lazio, a conclusione del seminario “amore,
molestie, violenza”, che la commissione consiliare Sicurezza,
presieduta da Luisa Laurelli
(Pd) ha organizzato per approfondire il fenomeno “stalking”.
Il termine
(dall’inglese to stalk-cacciare in
appostamento) viene utilizzato per indicare azioni moleste,
dal carattere assillante e persecutorio, che si protraggono nel tempo
generando angoscia nella vittima e ledendone la sfera personale e la
vita di relazione. “Lo stalker è essenzialmente una persona immatura,
possessiva, molto dipendente dall’altro - ha spiegato
Anna Oliverio Ferraris
(ordinario Università di Roma La Sapienza) - La vittima lo percepisce
come disturbante ed invadente, se ne sente intrappolata e spesso si
ammala di gravi disturbi da stress.” Il sociologo
Maurizio Fiasco ha poi
precisato che “la sofferenza della vittima e la pericolosità della
condotta del persecutore non sono individuate, solitamente, se non
quando sono ormai maturate come reato e violenza tout-court: anche
l’ambiente di vicinato, di lavoro o comunque di relazione della vittima
non avverte il disagio arrecato. Per superare tale situazione e per
avviare una prevenzione efficace, indipendentemente dal varo di nuove
norme penali, può essere utile definire un protocollo operativo che
impegni i servizi delle forze di polizia e i servizi sociali e sanitari
a dar vita a una rete efficace per il trattamento di questa grave
disfunzione sociale.”
“Lo stalking è una
realtà trasversale, che può interessare chiunque – ha aggiunto
Massimo Lattanzi,
coordinatore dell’Osservatorio nazionale sullo stalking - è un fenomeno
che deve essere trattato nella sua complessità e nella sua peculiarità
rispetto alle altre forme di violenza”. Da una ricerca condotta
dall’Osservatorio in sedici regioni su un campione di età compresa tra i
18-70 emerge che le condotte di stalking sono agite prevalentemente
(nell’80% dei casi) da persone conosciute dalla vittima e che nella
maggioranza dei casi restano nascoste: solo il 17% delle vittime,
infatti, ha sporto denuncia. Lattanzi ha poi sottolineato che “non si
può prescindere dal lavoro di recupero del presunto autore”, aggiungendo
che su un campione di 24 soggetti accolti nel centro presunti autori
dell’Osservatorio il 25% ha risposto positivamente al trattamento.
“Il fenomeno è ancora
nascosto e complesso, merita un approfondimento serio ed un approccio
multidisciplinare e sistemico – ha commentato il consigliere regionale
Annamaria Grazia Massimi (Pd)
– Mi sembra importante, inoltre, lavorare sulla prevenzione, promuovendo
nel mondo della scuola interventi diretti a formare un’intelligenza
emotiva che insegni al rispetto di sé e degli altri”.
Lo stalking, infatti,
interessa anche gli adolescenti: da un’indagine condotta sempre
dall’Osservatorio nazionale su 800 studenti di scuole medie e superiori
di alcune regioni del centro sud, tra cui il Lazio, è emerso che il 5%
del campione soddisfa gli indicatori di future condotte moleste e
violente. A tale proposito l’assessore regionale all’Istruzione
Silvia Costa
(Pd) ha evidenziato la
necessità di mettere in campo “una nuova cultura educativa dei ragazzi,
finalizzata a diffondere il rispetto dell’altro. Tutti i soggetti
interessati devono intervenire per fornire sostegno ai giovani ed
aiutarli a confrontarsi con il disagio. Il fenomeno dello stalking,
infatti, come quello del bullismo, rivela una sostanziale incapacità a
gestire i conflitti ed i rifiuti e a vedere l’altro come una persona,
con i propri desideri, la propria libertà e la propria sofferenza”.
“Il fenomeno attiene ad
una serie di comportamenti nell’ambito dei quali è molto difficile
distinguere tra chi crea sofferenza e chi la subisce - ha dichiarato il
garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Lazio
Franco Alvaro – mi sembra
indispensabile che sanità e sociale trovino un punto di incontro in
termini di intervento: la sensibilità collettiva e sociale rispetto al
disagio, infatti, è cresciuta e chiede degli strumenti operativi nuovi
ed alternativi rispetto a quelli attuali”. Della stessa opinione
Bianca La Rocca
dell’Osservatorio regionale tecnico-scientifico secondo la quale “si
tratta certamente di un fenomeno criminale che però deve essere
affrontato non solo con l’intervento delle Forze dell’Ordine, ma anche
con il sostegno di politiche sociali e di strutture sanitarie
territoriali adeguate”.
Anche il consigliere
regionale Maria Antonietta Grosso (Pdci)
ha dichiarato che “ci troviamo di fronte a problematiche
legate prevalentemente a tematiche sociali. Come Regione dobbiamo
attuare innanzitutto azioni di prevenzione ed intervenire all’interno
delle scuole per promuovere un discorso di “educazione all’affettività”;
è importante inoltre fare un’informazione seria e corretta, per
diffondere la conoscenza del fenomeno”.
L’assessore alle
Politiche sociali della Provincia di Roma
Claudio Cecchini ha poi
auspicato il successo dell’intervento legislativo regionale, specie in
assenza di una normativa nazionale, sottolineando la necessità di
intervenire su tre livelli: osservazione, prevenzione ed azioni
concrete.”
Nel suo intervento
Gennaro Francione
(magistrato), ha infine proposto l’istituzione del “giudice penale di
prossimità”, un giudice “terapeuta” che avvalendosi di esperti possa
realizzare una mediazione dei conflitti interpersonali e diventare punto
di riferimento per le forze dell’ordine nell’attività di prevenzione di
eventuali reati.
IL PROGETTO S.I.L.VI.A.
Al seminario è
intervenuto anche il vicequestore aggiunto della Polizia di Stato
Silvia Franzé, che ha
illustrato i contenuti del progetto S.I.L.VI.A. (acronimo di Stalking
Inventory List per Vittime e Autori). Si tratta di un opuscolo destinato
alle Forze di Polizia nato da un’idea del Servizio Centrale Operativo
della Polizia di Stato e del Dipartimento di psicologia (centro studi
Cesvis) della II Università di Napoli. Articolato in una guida all’uso
(utile per conoscere meglio il fenomeno) e in una serie di indicazioni
pratiche per redigere la scheda da compilare in caso di denuncia - il
formulario costituisce un utile strumento di supporto per l’operatore
che entri in contatto con la vittima di stalking; allo stesso tempo la
raccolta sistematica dei dati viene utilizzata ai fini di un
approfondito monitoraggio del fenomeno.