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NEI CESSI DEI TRIBUNALI SI CESSA DI
ANDARE AL CESSO |
29/03/06 05:20 - inviato da comitato
per la salvaguardia della cultura europea |
La situazione in cui versano i
tribunali del nostro Paese è a molti nota, da quando il governo di
Berlusconi ha sferrato una lotta senza quartiere contro il sistema
giudiziario che resiste ad ogni costo e con tutti i mezzi
all'arroganza dell'oligarchia al potere. Ciò che tanti non riescono
neppure ad immaginare è invece la situazione di grave carenza e di
crescente degrado che sta lentamente bloccando ogni attività in cui
sono impegnati quotidianamente gli operatori del settore giudiziario
all'interno dei tribunali.NON CI SONO PIU' SOLDI NEPPURE PER
COMPRARE LA CARTA IGIENICA NEI BAGNI!!!
Fosse una lungimirante intuizione dell'attuale governo, tesa a far
comprimere le legittime paure che spesso portano i frequentatori
delle aule giudiziarie ad avvertire irrefrenabili stimoli corporei?
Fosse che col risparmio realizzato dal mancato acquisto della carta
igienica nei tribunali, il sig. Berlusconi pensa di rimpinguare le
casse dello Stato per meglio fronteggiare la voragine del debito
pubblico?
Non lo sappiamo. Ciò che ci è noto è che da adesso NEI CESSI DEI
TRIBUNALI SI CESSA DI ANDARE AL CESSO.
Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea
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http://www.comunicati.net/comunicati/societa_civile/associazioni/22184.html
http://italy.indymedia.org/news/2006/03/1032655.php
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LA GIUSTIZIA GIUSTIZIATA |
29/03/06 09:24 - inviato da comitato
per la salvaguardia della cultura europea |
Il servizio della trasmissione
televisiva " W l'Italia" andata in onda su Rai 3 la sera
del 26 marzo scorso, ha mostrato uno spaccato delle tragiche
condizioni in cui versano molti tribunali del nostro Paese, a causa
della mancanza d'attenzione, e non solo, della classe politica ed in
particolare dell'attuale governo, sui problemi della Giustizia.
Abbiamo visto in quel servizio la situazione di degrado fisico,
ambientale e funzionale degli uffici giudiziari civili di Napoli e
attraverso le sue eloquenti immagini abbiamo avvertito il senso di
precarietà che circonda tutti coloro che sono costretti a svolgere
il proprio lavoro in quegli ambienti, in quelle stanze, in quei
corridoi, in cui si alternano in una penosa fantasmagoria, voci,
urla, richiami ,richieste d'aiuto, d'informazione, di qualcosa che
si è smarrito da tempo: l'umanità. Come anime dannate in un
inedito girone infernale, si accalcavano avvocati, testimoni,
periti, parti, utenti." Lasciate ogni speranza o voi che
entrate!"
Lo dicevano le facce dei magistrati, dei cancellieri, degli addetti
amministrativi. Per il ministro Castelli deve andare così, perchè
ove la Giustizia funzionasse normalmente, potrebbero essere grossi
problemi per gli amici della sua congrega. Quella vista in tv è la
civiltà giuridica a cui la classe politica spesso si appella e si
raccomanda: è la conseguenza dell'idea di società moderna
pubblicizzata senza spreco di energie dall'oligarchia partitica da
molti anni sovrastante sopra ogni legittima aspettativa dei
cittadini italiani. Una società basata sulla legge del più forte
che spadroneggia contro la classe dei deboli predestinata a
soccombere. Chi ha creato tali condizioni, per difendere i propri
privilegi non ci ha pensato due volte a calpestare la vita, il
futuro, la speranza di milioni di persone. E ogni sera si presenta
nelle varie rubriche televisive assicurandoci che tutto va bene così,
che non bisogna dare retta alle malelingue, che è tutto colpa dei
fantasmii. Invitandoci pressantemente a rivotarli. Col cazzo.
ALLEGATO:
06-01-2006 - Gli stanziamenti per la giustizia del 2006
di Giovanni Cannella
Il 23 dicembre il Senato ha approvato definitivamente le leggi di
bilancio e finanziaria per il 2006 (leggi n. 266 e 267/2005
pubblicate nella G.U. del 29.12.2005).
Il disegno di legge prevedeva per il Ministero della Giustizia
(tabella n. 5) una riduzione degli stanziamenti di 100,5 milioni di
euro (da € 7.416.214.626, previsioni assestate anno finanziario
2005, a € 7.315.669.075).
Con una nota di variazione finale, presentata pochi giorni prima
dell'approvazione definitiva, gli stanziamenti sono aumentati a €
7.819.041.068, con un aumento quindi rispetto all'anno precedente di
circa 400 milioni di euro pari al 5,4%.
In realtà l'aumento è solo apparente, perchè inferiore
all'aumento delle spese obbligatorie previste.
Il relatore in Commissione giustizia del Senato (Grillotti di AN)
riferisce, ad esempio, che per gli stipendi e assegni per i
magistrati è previsto un aumento di spesa di 151,8 milioni di euro,
a causa dell'aumento dei magistrati da 8.632 a 9.230. Inoltre per le
spese relative agli stipendi del personale dell'amministrazione
penitenziaria, anche per effetto della riforma della dirigenza
penitenziaria, si prevede un aumento di 193 milioni di euro.
Ma anche altre spese obbligatorie sono in vertiginoso aumento, come
le spese di giustizia (spese per periti, consulenti, testimoni,
custodi, giudici popolari, difensori d'ufficio, ufficiali
giudiziari, magistrati onorari, trasferte, gratuito patrocinio e
intercettazioni telefoniche), incrementate di 200 milioni di euro, e
cioè quasi del 50%.
Sommando gli aumenti per il personale a quelli relativi alle spese
di giustizia si arriva ad un totale di 550 milioni di euro, che non
solo assorbe l'aumento di 400 milioni previsto, ma comporta un
taglio rilevante alle spese di funzionamento corrente della
giustizia, all'informatica, alle spese di cancelleria, ecc., che si
può quantificare prudenzialmente nel 2% (riduzione di 150 milioni
rispetto a 7.416 milioni dell'anno precedente).
Il "Sole24ore" in un articolo del 5.1.2006 calcola,
infatti, ad esempio che solo per il dipartimento dell'Organizzazione
giudiziaria è prevista una riduzione di 89,6 milioni di euro per
consumi intermedi e 15,4 per investimenti.
Ma quello che è più grave è che i tagli seguono le notevoli
riduzioni di spese degli anni passati.
La Finanziaria 2005, infatti, aveva previsto una riduzione degli
stanziamenti di € 717.752.987, e cioè da € 7.828.955.601
(previsioni assestate anno finanziario 2004) a € 7.111.202.614,
pari ad oltre il 9%.
Ma, in realtà anche l'anno scorso le spese obbligatorie e in
particolare del personale erano in aumento e quindi la riduzione
delle spese discrezionali era superiore. Considerando solo le spese
del personale dell'organizzazione giudiziaria e dell'amministrazione
penitenziaria, l'aumento previsto per il personale era di 131
milioni di euro (109+22 circa), che porta la riduzione effettiva di
spesa a circa 850 milioni di euro (aggiungendo i circa 718 milioni
della riduzione ufficiale), con la conseguenza che la riduzione
percentuale effettiva sale a quasi l'11%.
Nel 2004 formalmente vi era stato un incremento del 23,4% (+1.463,4
milioni di euro) rispetto all'anno precedente.
In realtà gran parte dell'aumento è assorbito dalla restituzione
di somme anticipate dalle Poste. Si leggeva infatti nella relazione
della maggioranza alla Commissione giustizia della Camera, on.
Vitali, FI, seduta del 20.11.2003: "L'articolo 8, comma 3,
autorizza la spesa di 823 milioni di euro, allo scopo di provvedere
alla estinzione delle anticipazioni effettuate da Poste Italiane SpA
per spese di giustizia fino al 31 dicembre 2002. Per spese di
giustizia si intendono le spese che lo Stato deve anticipare, a
norma di legge, nei procedimenti civili e penali".
Su 1.463,4 milioni di euro, quindi, 823 milioni dovevano essere
restituite alle Poste che le aveva dovuto anticipare, a
dimostrazione della assoluta insufficienza degli stanziamenti per la
giustizia. Rimanevano poco più di 600 milioni di euro, quasi
interamente destinate al capitolo di spesa n. 1360.
Ma il cap. 1360 riguardava le "spese di giustizia", già
esaminate con riguardo al bilancio 2006, e cioè le spese per
periti, testimoni, interecettazioni, ecc., che sono obbligatorie,
sulle quali Governo e Ministero non hanno margini di scelta, non
possono cioè decidere di non pagare.
Per il resto la spesa complessiva era rimasta immutata, ma se si
considera anche in questo caso gli aumenti previsti per il personale
pari a complessive 254 milioni di euro circa (149,5
dell'organizzazione più 104,5 dell'amministrazione penitenziaria),
si può valutare una riduzione effettiva delle spese discrezionali
nella misura del 4% circa.
Ma non basta! Le riduzioni del 2005 e del 2004 incidevano su importi
già notevolmente ridotti nel 2003 rispetto agli anni passati. Per
fare un solo esempio significativo le spese per cancelleria e
funzionamento degli uffici erano passate da 92,2 milioni di euro del
2002 a 72,9 milioni del 2003 (cap. 1461), con una riduzione quindi
superiore al 20% e percentuali analoghe si possono riscontrare con
riferimento alle altre spese non obbligatorie.
In conclusione, sulla base di un calcolo prudenziale, avendo
considerato come raffronto solo una parte delle spese obbligatorie,
si può affermare che dal 2002 al 2005 le spese discrezionali del
Ministero di giustizia sono diminuite di circa il 35% e quindi
l'ulteriore diminuzione del 2% previsto nella Finanziaria 2006
porterà la riduzione a quasi il 40% in soli 4 anni. Se si considera
che le spese per la giustizia non sono mai state particolarmente
elevate neanche negli anni precedenti, come tutti gli operatori e
gli utenti hanno potuto constatare, se ne deduce che siamo ormai al
fondo del barile.
L'ultima riduzione delle spese discrezionali prevista nella
Finanziaria di quest'anno è in contrasto anche con la relazione di
accompagnamento, secondo cui "all'interno di ciascun comparto
della pubblica amministrazione, i risparmi di spesa devono essere
selettivi e concentrati sulle voci di spesa che nel corso degli
ultimi 5 anni hanno registrato tassi di crescita superiore alla
media nazionale e all'andamento del PIL", tenendo conto anche
"dell'importanza strategica e sociale delle diverse voci di
spesa".
Non dovevano essere toccate quindi quelle voci che non hanno
registrato tassi di crescita, ma addirittura una diminuzione del
35%, ma la giustizia non è evidentemente di "importanza
strategica"
Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea
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http://www.comunicati.net/comunicati/societa_civile/associazioni/22203.html
http://italy.indymedia.org/news/2006/03/1032931.php
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-----Messaggio originale-----
Da: costanzodagostino@libero.it [mailto:costanzodagostino@libero.it]
Inviato: giovedì 30 marzo 2006 10.03
A: adramelek
Oggetto: GIGI TRILEMMA INTERVISTA IL GIUDICE ANTICOPYRIGHT FRANCIONE
INTERVISTA DI GIGI TRILEMMA AL GIUDICE ANTICOPYRIGHT FRANCIONE
Il nostro Comitato ha intervistato il giudice Francione a cui è stato
chiesto un parere sulla situazione di degrado in cui versa il sistema
giudiziario nel nostro Paese . Ci ha risposto: “Viviamo in una
società
maniacale che prolifera leggi su leggi in tutti i settori. Se ne
calcolano
300.000 in Italia!
Aumentando le leggi criminalizzanti (operanti per settori di
repressione che
potrebbero essere coperti con sanzioni amministrative) aumentano i
detenuti:
se ne contano oggi 60.000 per strutture che potrebbero contenerne
40.000.
Nel civile assistiamo a una "moltiplicazione" dissennata dei
riti civili,
che determinerà nei prossimi anni solo un dispendio significativo di
risorse per risolvere "cavillose" questioni
procedurali spesso lontane milioni di anni luce dalla sostanza delle
questioni.
Oggi, nell’eclissi di sole totale del sistema statale, le leggi
superfetano leggi, riti, burocrazie, carta e così contribuiscono al
degrado.
Carta carta… quanta carta si butta per atti originali, copie
fotocopie,
fotocopie di fotocopie di fotocopie. La foresta amazzonica sta
piangendo per
i delitti di carta commessi dai nostri tribunali(per non parlare dell’
amministrazioen statale generale)! Solo l’avvio di un’amministrazione
telematica può portare a una soluzione del problema con la creazione
del
processo a distanza ma soprattutto con la trasformazione delle enormi
masse
di fascicoli in dischetti o cd.
La verità è che se le cose non funzionano in questo senso è perché
c’è chi
teme l’efficienza dei giudici. E comunque fa finta di voler risanare
le
finanze dello stato ma poi non lo fa con un semplice sistema di
digitalizzazione di tutta l’amministrazione statale con enorme
riduzione
della spesa pubblica per tale via. Chi? No comment. Chi vivrà
vedrà".
COMMENTO DI TRILEMMA: Un nostro pensiero al riguardo è che
bisognerebbe
alleggerire il carico pendente nei tribunali di tutta Italia per i
reatucoli
cominciando dai denunciati per atti di lotta sociale. E' risaputo che
grande
parte della società italiana è soggetta al mancato rispetto di
precisi
diritti costituzionali che determina la vibrante protesta cui
assistiamo
nelle strade e nei luoghi pubblici del nostro Paese. Sono cittadini che
agiscono certamente in stato di necessità, per cui mi sembra inutile
riempire di scartoffie questure e tribunali per problemi che andrebbero
risolti dalla classe politica praticando la via dell'equità sociale
impressa
nella Costituzione Repubblicana.
Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea
http://italy.indymedia.org/news/2006/03/1033325.php
http://www.comunicati.net/comunicati/societa_civile/associazioni/22232.html
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