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APCOM
DROGA/ LA VIA MEDICINALE, IN UN LIBRO GIUDICE
DI ROMA
Pubblicazione del magistrato Gennaro Francione
Roma, 24 gen. (Apcom)-L'inutilità della repressione
penalistica per chi fa uso di droghe. La proposta è quella della
"via medicinale" che sostituisce al carcere la cura, preventiva
e successiva, le sanzioni amministrative, le misure di sicurezza sul
territorio. E' una proposta "avanti" quella che il giudice del
tribunale di Roma Gennaro Francione fa nel suo ultimo libro "Le nuove
frontiere della droga. La via medicinale" In particolare Francione
illustra una questione di costituzionalità sull'intera normativa di
repressione, là dove non si consideri il tossicodipendente autore di
crimini (spaccio e altro) come un autentico malato. "Non si deve
punire con la reclusione - spiega Francione - ma curare". Il
riferimento costante a sentenze delle Corte costituzionale e della
Cassazione fa di questo testo un punto di riferimento per coloro che
propugnano una legislazione che affermi il concetto d'infermità
scriminante dell'intossicazione da alcool e da stupefacenti. E'
"colpevole" l'assunzione di stupefacenti in fase acuta, anche in
presenza di "trattamenti di recupero". Mentre è da considerare
"incolpevole", o meno colpevole, quella cronica, "sia pure
attraverso il passaggio, nell'ipotesi della pena soltanto diminuita, per
la discussa e discutibile figura della semi-imputabilità". (*) E' la
Svizzera, paese nel quale Francione ha partecipato ad alcuni convegni, il
paese da imitare. "Bisogna tendere alla depenalizzazione dei reati
commessi da tossicodipendenti. Sembra un problema dimenticato nelle aule
di tribunale, mentre è un dramma che si vive quotidianamente".
(*) Nota: la giurisprudenza in proposito è
contraddittoria. Nel'opotesi dell’alcol, in alcuni casi la fase acuta
dell’assunzione di alcolici è considerata una attenuante soprattutto se
sporadica, al pari di una semi-infermità mentale, mentre “l’alcolismo
cronico” un’aggravante.