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'O VIAGGIO
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Il
18 gennaio 1944 il sottosegretario Di Raimondo scrive un'altra lettera, al
Military Railway Service, ricordando le "tassative disposizioni"
impartite il 19 dicembre 1943 "perché nel treno bisettimanale
Bari-Napoli prendessero posto soltanto i passeggeri muniti di
autorizzazione scritta da parte dei rappresentanti della Commissione
alleata di Controllo o del Governo Militare Alleato. Infatti i biglietti
sono venduti soltanto a coloro che presentano allo sportello detta
autorizzazione". Più avanti, Di Raimondo precisa che il numero
complessivo rimane sempre quello fissato, e cioè di 600. Il treno viene
scortato da funzionari e controllori delle FF.SS., da carabinieri ed
agenti della Polizia. Si verifica invece - continua il sottosegretario che
in quasi tutte le stazioni, nelle quali il treno deve sostare per fermate
prescritte in orario oppure per impreviste ragioni di servizio
strettamente dipendenti dalla sicurezza di esercizio, turbe di
viaggiatori, che talvolta raggiungono il migliaio, prendono d'assalto il
treno stesso cercando posto in locomotiva, nel tender, sui predellini e
sull'imperiale delle carrozze e financo sui respingenti1 pur di
compiere il viaggio. Non occorrono molte parole - si legge nel
documento
per dimostrare che un simile viaggiare, a parte i disagi e le
inaudite sofferenze fisiche e morali che procura a questi infelici
viaggiatori, costituisce un serio rischio ed un continuo pericolo per la
vita coloro che tentano di farlo. Il servizio di polizia, scorta e
vigilanza non difetta: ma è doveroso riconoscere che esso non riesce ad
arginare le migliaia persone che, pur non essendo munite della prescritta
autorizzazione, tentano di salire in treno. Arresti, contravvenzioni,
denuncie non sono mancati. Occorrerebbe un servizio d'ordine lungo tutto
il percorso costituito da interi reparti di carabinieri e di agenti di
Polizia, il che non sembra possibile attuare per mancanza di tanto
personale necessario. Quest'ultima frase è sottolineata ed evidenziata da
un punto esclamativo e da uno interrogativo, tracciati con una matita
rossa.
(rip. da Mario
Restaino. Un
treno, un'epoca: storia dell'8017,,
pp. 20-21). 9-10
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Sul treno 8017 nei carri scoperti, in quelli coperti, e perfino sugli
imperiali di questi ultimi, avevano preso posto circa seicento persone,
che viaggiavano certamente molto peggio dei quaranta militari che dovevano
per regolamento, una volta, stiparsi nello spazio di un vagone.
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