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ECPIROSI ALL'ISOLA DEGLI ZOCCOLANTI (APOCALISSE
NEL MONASTERO DEGLI ZOCCOLANTI IN TURRE OCTAVA) OPERA IN NAPOLETANO DI
GENNARO FRANCIONE (CON ADATTAMENTO IN TORRESE DI SALVATORE
ARGENZIANO)
Stampato
in Italia nel 2009 presso Cromografica Roma
S.r.l., Roma,
per Gruppo Editoriale L’Espresso S.p.A.
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LA NASCITA DELL'OPERA
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Essendo nato sotto le falde del Vesuvio, uno dei miei incubi, da quando
ero piccolo, è che il vulcano scoppiasse. Spero di vivere senza che
questo accada giammai e che l'ira piroclastica si acquieti per sempre.
Intanto rivivo quel sogno angoscioso grazie all'amico fraterno Aniello
Langella e al suo viaggio, da medico-archeologo, nelle arterie infuocate
del Monastero degli Zoccolanti. A lui, che me l'ha ispirata, dedico
l'opera, essendo scattata la visione dopo la lettura del suo mirabile
lavoro scientifico sul Monastero degli Zoccolanti.
Ringrazio, anche, Salvatore Argenziano che ha messo nel dramma l'argento
vivo del nostro torrese, aiutandomi a riscrivere il testo,
originariamente in napoletano, nella nostra lenga turrese.
Ringrazio tutti quelli che hanno collaborato e quanti saliranno con
noi sul carro di Tespi per portare l'intero progetto di Aniello e in particolare l'opera
mia a Torre del Greco(G. Francione).
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SINOSSI
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Nel Monastero degli Zoccolanti a Torre del Greco, il monumento più
importante della città, si descrivono le ore terribili di religiosi,
gente comune e Pitonessa oracolante che là aspettano la lava dell'ecpirosi.
Tutta la città brucia e, nel cortile del Chiostro della Gnosi, tra
confessioni di vizi capitali, si prega, si chiede perdono mentre la
Pitonessa oracolante, su due cadaveri uccisi dal Vesuvio, si lancia
nelle sue visioni di un'apocalisse finale per mano d'uomo.
Lo scoppio del Vesuvio, incubo sotterraneo della gente coraggiosa che da
secoli sfida e ama quella terra attorno al Monastero, diventa simbolo
per descrivere l'ansia millenaria della fine del mondo e la speranza che
solo nella fraternità e nelle fede comune c'è una via di salvezza.
Dio perdona sempre, l'uomo qualche volta, la natura mai. Un inno,
quindi, al rispetto e alla sacra convivenza con la natura in cui viviamo
che non è né buona né cattiva ma comunque ci è madre nell'alimentare la
nostra vita e i nostri sogni di un mondo migliore.
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SCHEDA TECNICA
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PERSONAGGI
FRATE CICCIO: FRANCESCANO MINORE
LA MADRE BADESSA: SUORA DELL'ADDOLORATA
IL BARONE GIAN LEONARDO: IL SUPERBO
IL MERCANTE CIRO SANGUETTA: L'AVARO
LA VEDOVA BARBARA CUNIGLIA: LA LUSSURIOSA
DONNA MARIA LUCARO: L'INVIDIOSA
DON BATTISTA PORCU: IL GOLOSO
IL CONTADINO PEPPE MASTINO: L'IROSO
IL PESCATORE FELICE MARRAMAO: L'ACCIDIOSO
CUNCETTA PITUNESSA: LA STREGA ORACOLANTE
FRATE ANTONIO: L'OFFICIANTE FUNEBRE
LE SUORE
I FRATI
IL POPOLO: Gente volgare
COMPLESSIVAMENTE
ATTORI 11
MASCHI 7
FEMMINE 4
MOLTE COMPARSE(Popolo, frati e suore)
* * *
SCENOGRAFIA: il chiostro della Gnosi
Necessità di impianto luce e fonica.
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Il copione è il secondo volume di un'opera più ampia
IL MONASTERO DEGLI ZOCCOLANTI
La storia del Monastero degli Zoccolanti alle falde del Vesuvio.
Un opera in due volumi di Aniello Langella e Gennaro Francione.
Due volumi di una medesima ricerca. Uno studio storico dal quale
scaturisce un’opera teatrale.
Nel primo volume di Aniello Langella viene narrata la storia del
Monastero. Nel secondo di Gennaro Francione viene rappresentato in un
atto unico teatrale l'angoscia e il dramma dei torresi durante
l'eruzione del Vesuvio del 1794.
Hanno collaborato:
Salvatore Argenziano
Giuseppe Izzo
Vincenzo Marasco
Michele Langella
VOLUME PRIMO
Il Monastero degli Zoccolanti
a Torre del Greco
di Aniello
Langella
Nel cuore della città di Torre del Greco, alle falde del Vesuvio,
esiste un edificio dalla mole possente e dalle forme severe, ricco di
fascino e di segreti antichi. La sua storia è affascinante e cela per
alcuni versi misteriosi aspetti, che attendono qualcuno che li sveli.
Questo è il monastero detto degli Zoccolanti. Senza ombra di dubbio, il
monumento più interessante della città, il più ricco di storia e di
arte. Esso sorge su un’area che presenta caratteristiche geologiche
singolari e di particolare interesse. Si tratta in particolare di una
collina alta circa 50 metri sul livello del mare che resta, anch’essa
uno dei misteri geologici della città. Il monastero venne edificato
intorno al 1500 circa sulla parte sommitale di questa collina che
dall’alto dominava il golfo e la costa sottostante. A pochi passi
sorgeva la chiesa di Santa Maria del Principio la cui origine ed il cui
culto si può far risalire al 1000 circa. L’edicola e la chiesa poi su
essa edificata, fino al 1631 si trovava “nei pressi” del mare. Dopo lo
spaventoso evento vulcanico, avvenuto proprio nel 1631, il mare arretrò
per centinaia di metri e il successivo il passaggio della lava del 1794
stravolse poi ogni cosa, appianando le depressioni del suolo e
contemporaneamente generando nuove alture nell’area cittadina. La storia
del monastero degli Zoccolanti di Torre del Greco è strettamente legata
all’eruzione del 1631 e del 1794. Non sappiamo quando venne a generarsi
questa collina, ma è molto probabile che sia da mettere in relazione ad
eventi vulcanici antichi e forse con l’eruzione del 472. Siconio nel suo
testo intitolato “Storia dell’impero d’occidente” narra che nell’anno
472 il “...Vesuvio turbato dal Fuoco interno lo eruttò…”. L’autore
inoltre aggiunge che l’Europa intera fu coperta di cenere che il vento
trasportò fino a Tripoli di Libia ed a Costantinopoli. Le due
catastrofiche eruzioni (1631 e 1794), non arrecarono grandi danni alle
strutture del monastero, i cui lati di est ed ovest furono risparmiati.
In particolare la colata lavica del 1794 vi passò accanto senza arrecare
grandi danni, andando solo a incidere sul lato nord/est dove si fece
strada attraverso il grande portale d’ingresso.
Puoi accedere a ulteriori notizie al link
http://www.vesuvioweb.com/new/article.php3?id_article=901
Qui puoi trovare un’ampia anteprima dei due volumi.
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