La lotta al mercato dei teatri
deve partire in quei luoghi che rigettano le logiche del budget, della
moda, del pensiero dominante.
Luoghi clandestini, di guerriglia,
luoghi diversi e colorati, luoghi ove gli attori non sono impiegati ma
impiegano sé stessi, luoghi di processi e non di spettacoli, luoghi
contaminati ed appestati, luoghi insani e sporchi, teatri creativi capaci
di scambi, baratti in luogo di sovvenzioni, costi e ricavi.
E’ qui, in questi luoghi
“fuorimercato” che abita l’arte dell’attore, è qui che questi può,
barattando la sua presenza teatrale con l’attività di altri gruppi
teatrali o con gruppi di spettatori, assicurare l’eternità al teatro
diverso.
Il baratto!
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