FEARBRECK
Molti scrittori hanno paura del breck tra uno scrivere e
l'altro,poiché esso può provocare una caduta di tensione nel filo narrativo o nella
stessa continuità compositiva.Heminguey soffriva di fearbreck e ricorreva a vari
stratagemmi.Ad esempio come i bambini di scuola,prima di comporre il nuovo,riscriveva un
pezzo del precedente già stilato.Oppure consigliava di lasciarsi sempre un pezzettino da
scrivere per il giorno dopo.
LA PRIMA PAGINA.
E' la più difficile,poiché crea il feeling,lo stile,il ritmo
dell'intera storia.Alcuni scrittori confessano che stanno giorni e giorni sulla prima
pagina.Io credo che,in virtù del sinallagma continuo che sussiste tra ciascuna pagina(ivi
compresa la prima)e le altre,è preferibile andare avanti come se il foglio 1 fosse un
pezzo di capolavoro a sé.Così non ci s'impantana.Dopo si vedrà e con calma si
ritornerà sullo scritto.
IL FINALE.
E' la parte più facile di un libro(perché si è alla fine della
fatica e perché l'intreccio della storia è già delineato abbondantemente),ma anche la
più difficile perché ad essa bisogna dare una pregnanza di significato o di
spettacolarità che chiuda compiutamente ed efficamente l'opera.In genere il finale si
affaccia nella mente dell'autore già dalle prime fasi di strutturazione del racconto,ma
può accadere che si crei successivamente.In tal caso come per l'inizio del libro bisogna
saper aspettare e contentarsi di finali provvisori(o di più finali)senza turbarci se un
grillo ci sussurra sulla testa che quella fine non è quella risolutiva.Prima poi il
"colpo" verrà.
L'USO DEI TEMPI
Il tempo fondamentale dello scrivere è il passato che proietta il
narrare,realistico o fantastico che sia in una dimensione altra.
Il verbo principe è il Passato Remoto opportunamente giocato con
l'Imperfetto.Ma è possibile per dre una particolare vivacità o immeditezza drammatica o
comica al racconto usare il Presente.In tal caso il gioco del tempo trascorso viene
esplicato dall'uso del Passato Prossimo,molto difficile vista la possibilità ridondante
degli ausiliari "essere" e "avere".Per ovviarvi è necessario
mantenere al massimo il Presente,usando al minimimo il Passato Prossimo.
Ne "Il Loto delle 33 Salamandre" sono ricorso ad entrambi i
sistemi.Nella prima parte ,dove il portagonista in coma rivive in chiave onirica l'oscura
iniziazione alla massoneria,ho usato il Passato;nella seconda parte,il cui egli vive
drammaticamente la salvezza e la reazione alla setta,sono ricorso al
Presente,interpretato,visto l'uso della prima persona,come una sorta di diario scritto
momento per momento.
IL SENSO DELLO SPAZIO E DELLE COSE.
La scrittura cinematografica in letteratura comporta l'utilizzo di
spazi e oggetti per mostrare sentimenti dell'autore.Tanto accade ad esempio
nell'isolamento finale di Rossetti,dopo che è stato sospeso dalla magistratura,quando si
ritira nello spazio isolato della sua Villa di Viterbo, quasi vero e proprio
eremo.L'arrivo di Mara permetterà una visione terza abbracciante il chaos di oggetti(casa
sporca,in disfacimento,posta ammonticchiata etc.)che,unitamente alla figura spettrale in
cui si è ridotto il magistrato,daranno il senso del disfacimento morale attraverso quello
fisico.
La villa-eremo di Viterbo si distingue dalla villa-rinascita di
Capri,dove Rossetti accanto alla madre e nello stupendo paesaggio arioso dell'isola,trova
le forze della rigenerazione dopo l'incidente mortale.Non si poteva ad esempio situare il
magistrato in questa villa anche nel doposospensione dalla magistratura,perché là,con
l'aiuto della madre e del servo,non avrebbe potuto immergersi nel disfacimento di oggetti.
Un altro caso di visualizzazione è il punto in cui il Barone mostra il
rovescio del dollaro con l'occhio sulla piramide,che esprime plasticamente la teoria della
omnipresenza del movimento nelle gradi rivoluzioni della storia(in quel caso la
rivoluzione americana).
LA MOGLIE DI ROSSETTI.
La moglie di Rossetti è vista com un'ombra e tale percepita durante
l'incubo del coma.Solo dopo la rinascita il sentimento per la moglie morta si fa
prepotente ritorno simbolico al focolare domestico,inteso in tal caso come paradiso
perduto.La figura mancante,ergo,riemerge com sentimento.
CRUDELE VISITA DI MARA ALL'EREMO?
Luca Manfredi ritiene che è troppo crudele far arrivare Mara per
annunciare a Rossetti la morte dell'amico Falco.In effetti la notizia è paradossalmente
una comunicazione d'affetto per superare il vuoto d'informazione che il giudice s'è
creato attorno,aliasun modo per scrollargli di dosso l'apatia.Tentativo non riuscito,visto
che Rossetti avverte ora il fenomeno pur grave come fatto lontano.Anche la minaccia alla
madre sembra qualcosa che lo tocchi più nel cerebro che nel cuore,avendo egli raggiunto
un distacco su tutte le cose umane ivi comprese quelle attinenti agli affetti più
profondi.
IL SIMBOLO DELLA SALAMANDRA.
Il titolo dell'opera è chiaramente esoterico.
Il numero 33 evoca i 33 gradi del rito scozzese e gli anni delle
fatiche di Cristo.
La Salamandra,animale simbolo del fuoco e per gli alchimisti
specificamente dll'opera di calcinazione,fu anche emblema di giustizia.Secondo le antiche
leggende,infatti,essa nonsolo riusciva a sopravvivere nel fuoco,ma tratteneva le fiamme
buonne spegnendo quelle cattive.Fu per questo che Francesco I su consiglio di Rabelais e
d'Artous Gouffier,duca di Roanes,fece uscire dalla bocca della sua salamandra araldica il
motto "Nutrisco et extinguo",nel senso appunto che "Io nutrisco il buon
fuoco e spengo il cattivo".Allo stesso modo deve comportarsi il giudice
interìgerrimo nel sostnere l'innocente e castigare il colpevole(Henri Cluzot,in Bulletin
de la Socièté des Antiquaires de France,année 1908,p. 193;L. Charbonneau-Lassay-Le
Bestiaire du Christ-Desclée,De Brower(Belgique),pag. 816).
Alfine l'iniziazione della Salamandra esprime una probatio su diversi
piani(alchemico,massonico, giurisdizionale) rappresentando di tutti la fusione.
SQUADRA E COMPASSO-STELLA FIAMMEGGIANTE-33
Il simbolo sovrapposto alla bilancia raffigurante una squadra e
compasso al cui interno vi è il "33" e una stella fiammeggiante con inscritta
una "G",è un chiaro simbolo massonico.Si tratta del gioiello di Maestro Libero
Muratore che riprende simboli esoterici della squadra e compasso,presenti ad esempio nel
Rebis(Ermafrodito) di Basilio Valentino.Quegli strumenti simboleggiano la geometria dlla
creazione cosmica attuata da Dio("G" sta per God)e riprodotta sulla tera dai
frammassoni.
33 è il segno dei 33 gradi della Società dei Liberi Muratori del Rito
Scozzese antico ed accettato,di cui 3 simbolici,15 capitolari,12 filosofici,3
amministrativi.Se "3" è il numero di perfezione,33 è la perfezione della
perfezione,cioè il perfetto al quadrato,l'eccellenza.
Sul numero di Mercurio allegato a "La Repubblica" Anno II,n.
9-sabato 3 marzo 1990 nell'articolo "Vi racconto la rivoluzione" scoprivo la
sorprendente figura di un serpe uroborico al cui interno era inscritta una bilancia della
giustizia.Sui due piatti appariva poggiata una piramida con all'interno l'occhio di Horus
e sormontata dal berretto frigio dei rivoluzionari francesi.Sotto la bilancia due
mani;infine il sostegno della bilancia terminava in ungioco difestoni.
Questo disegno non l'avevo mai visto.O se l'avevo visto si era trattata
di percezione subliminale,senza la pur minima appercezione.Orbene è sorprendente la
similitudine di immagini e simboli tra il disegno da me escogitato e quello in questione.I
festoni che danno il senso del proliferare sono sostituiti dalle figure del loto e della
salamandra.Il cappello appare in entrambe come sineddoche metaforica:per rappresentare i
soggetti dell'azione si ricorre al berretto frigio,al cappuccio di copertura massonica,al
tocco.La piramide è sostituita da squadra e compasso che riecheggiano il triangolo che
nella profondità dello spazio si fa piramide.L'occhio divino corrisponde all'interna
"G".
C'è da notare poi che il titolo escogitato per l'opera cinematografica
tratta dal libro era proprio "L'Occhio della Piramide" e si serviva della
corrispondente fgura,tratta dal retro della banconota da un dollaro americano.
NARRAZIONE INTERNA ED ESTERNA.SINALLAGMA STATICO E DINAMICO.
Lo Scrittore dev'essere narratore,ma il narratore non è
necessariamente Scrittore.
Lo Scrittore deve descrivere l'azione esterna e quella ineterna dei
personaggi.L'azione esterna ne rileva fisionomie,movimenti del corpo,tic etc. soprattutto
in relazione ad interiori moti dell'anima.La psicologia del profondosi fa dunque
psicologia del comportamento,e la gestualità in tanto rileva soprattutto in quanto
esprima un significato intimo del personaggio.D'altro canto l'azione pura,descritta con
plasticità,assume la valenza d'inserire perfettamente le creature nel tempo e nello
spazio.
I segni esterni posono essere dinamici o statici.Nel primo caso vengono
rilevate sfumature comportamentali,capaci di suggerire o rivelare stati d'animo.Nel
secondo caso il discorso è intimamenteconnesso alla fisionomia.
Un esempio del primo tipo lo si rileva in Mille e non più Mille dove
l'escalation di atteggiamento,dal sospetto,all'aperta cautela,alla rivelazione per un moto
istintivo e prepotente interno di dire il vero,al duro ritrarsi finale.Si tratta di un
gioco parabolare che nel gesto esprime rapporti di forza interna ed esterna giocati sul
corpo di un ecclesiastico dalla sua anima,che rivelati solo possono costituire una pagina
di alta letteratura.
Un esempio del secondo tipo si ha nel claudicare del Barone la cui
forza psicologica di Tentatore Massonico,viene proprio esaltata dalla sua zoppìa.Questa
poi si fa talora elemento dinamico,come quando Rossetti tornato a casa riconosce la
persona che lo sta pedinando proprio dal rumore asindetico prodotto sul terreno dal
procedere di un corpo e di un bastone.
Per tanto naturalmente è necessario che le strutture interne ed
esterne,interrelate come contenuti,acquistino poi una forma classica di
esposizione,ondeggiando sapientemente nella parola e nei suoni tra il lirico,il drammatico
e il tragico.
D)GIUDIZIO SULLA MASSONERIA CORRELATO ALL'ATTUALITA' STORICA
Ogni istituzione-a partire dallo Stato-ha un'anima bianca e una nera.La
storia corrompe i principi luminosi che l'uomo pone alla base delle sue strutture
sociali.Guai a voler cercare in qualunque fenomeno solo il negativo o solo il
positivo.Così alla fine della vicenda narrata è proposta una soluzione di riscatto non
solo per il singolo,ma per l'intera associazione massonica.Il vero nemico che traspare
dalle ultime pagine è la confusione sociale in cui l'uomo vive,che fomenta
l'incomprensione umana,base vera di ogni terrorismo
Altro tema è quello della giustizia in concorrenza coi massmedia:vince
chi arriva prima.Così Gelli nell'opinione pubblica ai tempi dell'attività istruttoria
era già colpevole.Forse lo erapure ma non di questo su vuol parlare.Il compito di
tempestivo ius della giustizia è delegato alla stampa,alla televisione.E' la débacle
della giurisprudenza,che si trasforma in istituto desueto).