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ALLA MEMORIA DEL GLORIOSO FRANCESCO SCALA, MAESTRO
DI CULTURA E D'UMANESIMO E D'AMICIZIA PREFATORE DEL LIBRO E MIO AUTOMEDONTE NELLA
PLURIMANIFESTAZIONE
MILLE E NON PIU' MILLE(Racconto della catastrofe nucleare
alle soglie del '2000)- Enitalia- Roma, marzo 1987
Racconto degli ultimi giorni del Medioevo Atomico.Un Profeta rievoca
attraverso i mass media i terrori dell'Anno Mille.La paura medioevale di una catastrofe
cosmica viene rivisitata in tutta la sua terribile attualità,essendo l'umanità dotata
del potere nucleare di autodistruzione.
11 tavole di cui 9 tratte dall'Inferno di Taddeo Da Bartolo(San
Gimignano)e 2 dell'artista Fabio Salvati,che è anche autore del quadro di copertina dal
titolo "L'Anticristo".
NOTE D'INTERESSE.
Mille e non più mille si pone come romanzo filosofico,che come tale
presenta diverse valenze di lettura. E'possibile recepirlo in chiave puramente narrativa e
letteraria,con i ripetuti colpi di scena che ne fanno un un thrilling sui generis,oppure
in dimensione colta.Sotto tale ultimo angolo di visuale Mille si pone come una serie di
continue tavole di ricerca.In una scuola essa ha offerto lo spunto per interessanti
esplorazioni nelle eresie del medioevo.
Mille è fruibile da qualunque tipo di lettore.Il suo
genere,fantareligioso e thriller,lo rende idoneo ai giovani,che lo hanno recepito con
entusiasmo,e ai meno giovani,che ne hanno fatto un pretesto per un ripensamento sui temi
di maggiore attualità.Lo stile letterario,librantesi tra il reale e il fantastico,tra il
giornalistico e l'aulico,ha portato a lusinghieri apprezzamenti da parte di studiosi e di
critici.
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MILLE E NON PIU' MILLE
La vita dello scrittore è cosa ben dura,e così dev'essere poiché la
realizzazione di sé richiede accanto al fuoco della passione,la caparbietà e la palestra
continua delle proprie capacità,sperimentate prima con se stessi e poi nel confronto con
gli altri.
"Mille e non più mille",edito dall'Enitalia,è il primo
libro da me pubblicato,dopo che per anni,nei ritagli di tempo che il mio lavoro di
magistrato penale mi concede,ho in privato coltivato la mia solitaria estasi nello lo
scrivere e nel creare.
"Mille e non più mille" narra le drammatiche vi cende degli
ultimi giorni del medioevo atomico e dell'incubo di una profezia di catastrofe secolare
che attraverso la bomba nucleare si fa minaccia concreta.La storia si sviluppa alle soglia
dell'anno duemila quando un profeta-vagabondo di Manhattan si avventa nella redazione del
New York Times e annuncia la fine del mondo, rivelata soprattutto dalle profezie di
Malachia,della Madonna di Fatima e di Nostradamus.
L'evento,in sé assurdo e retrogrado,si pone dopo il primo attimo di
sbigottimento come fonte di uno scoop giornalistico che dovrebbe salvare il quotidiano dal
fallimento imminente.
Nel 1999 la videoinformazione e' dilagante e il New York Times,ultimo
giornale di carta,vive la sua agonia in attesa della chiusura.Pat Flanagan,il Profeta
della Catastrofe,si offre come ultima rischiosa carta per salvare la testata e il progetto
di lanciarlo attraverso i mass media scatta nella mente del brillante giornalista Michael
O'Keefe.Questi si pone alla ricerca di notizie storiche sulle predizioni citate e compie
un giro in Europa(Irlanda,Fatima,Roma),insieme alla sua affascinante compagna,la
fotoreporter Astrid Custer.
Presto la caccia alle misteriose profezie diventa una sorta di ritorno
al passato e sempre di più i due giornalisti ne vengono coinvolti,finché Michael finisce
con l'identificarsi e con l'essere identificato dal popolo degli Stati Uniti d'America
afferrato dal gioco malefico,nello stesso arcangelo San Michele chiamato a salvare il
mondo.
A questo punto s'innesca un raid ancora più vor ticoso:in sette giorni
bisognera' girare tutto il globo(Roma,Mosca,Pechino,Himalaya,Australia,Andorra,un base
artica)alla ricerca dei Sette Giusti.La storia si riavvolge su se stessa in dei vortici
sempre più estenuanti fino al drammatico esito finale,in un dipanarsi avvincente
descritto secondo la tecnoca del libro giallo.
Un giallo,ma anomalo.L'anomalia è dovuta al fatto che non ci sono
assassini da scoprire,ma piuttosto innocenti da rivelare,quelli che nella Babilonia di un
mondo ricco di male e di non sense, dovrebbero salvarlo dall'estinzione minacciata da
un'apparentemente inalienabile natura perversa delle cose.Ora se i puri vi sono e si
nascondono,per contraccolpo riemergono i Criminali della Metafisica ovvero i colpevoli
della Verità,anzi della Menzogna e dell'Occultamento.Il problema della loro
identificazione è ancora thrilling.
Mentre l'orologio inesorabile scandisce le ultime minacciose ore verso
quell'inizio di una nuova era che potrebbe essere una fine,Michael O' Keefe si trova a
librarsi in uno spazio dilatato per compiere una sorta di esplorazione retrocronica verso
il Medioevo e le sue paure,per poi sprofondare negli abissi stessi di un atavico e
primordiale terrore della fine del mondo per ecpirosi.
Dopo la distruzione ad opera dell' acqua diluviale cosmica,dunque,a
partire dall'Anno Mille ma poi da ere immemorabili l'uomo è come in attesa che la terra
esploda per il Fuoco Distruttore e Purificatore innescato dalle sue medesime
mani.Riuscirà Michael a salvare se stesso e la sua razza?Questo è il dilemma finale che
il romanzo propone e il cui esito va al di là della soluzione particolare adottata per
coinvolgerci,al termine della lettura,in una meditazione stimolante su problemi che ci
circondano oggi e da sempre e a cui la nostra civiltà tecnlogica ci rende distratti.
Mille e non più mille si pone come romanzo filoso fico,che come tale
presenta diverse valenze di lettura. E'possibile recepirlo in chiave puramente narrativa e
letteraria,con i ripetuti colpi di scena che ne fanno un un thrilling sui generis,oppure
in dimensione colta,gustabile da palati più raffinati.Sotto tale ultimo angolo di visuale
Mille prospetta una serie di continue tavole di ricerca,essendo permeato di un massiccio
retroterra culturale.Il libro infatti è costruito sull'analisi dei più gravi problemi
dell'uomo da quelli primordiali come le questioni di Dio e del libero arbitrio,a quelli
attuali quali il problema del rapporto tra Natur e Kultur .Oggi lo squilibrio tra lo
spirito e la materia è stato reso particolarmente drammatico dalla distruzione
tecnologica della natura,operazione demonica in cui la bomba nucleare si pone come ultimo
esiziale simbolo.
"Mille e non più mille" è un libro per tutti.Un giorno mi
è stato chiesto in lettura da una professoressa di ragioneria che l'ha fatto poi vedere
ai suoi allievi.Dall'incontro col mio romanzo è nato lo spunto per interessanti
esplorazioni tra le eresie del medioevo.
Quell'esperienza per me è stata molto importante perché mi ha portato
indietro nel tempo,al mio liceo, quando con alcuni amici filosofi in erba si disquisivano
i grandi problemi dell'uomo.Ormai che un paio di saltini generazionali con le nuove leve
ci sono confesso che ho avuto piacere a scorgere tra le immagini di tanti ragazzi
distrutti dalla droga e dai non sense di una civiltà vuota,altri giovani
imprevedibilmente interessati alla filosofia viva.
Bravi!dico a quei giovani,mentre gusto il segno di questa
continuità,che sta a noi adulti non fare spegnere.Mille e non più mille alla fine è
proprio questo.Una Profezia a rovescio,ovvero una Rivelazione dei Valori Spirituali in
mezzo agli intrecci babelici di una società difficile.
Gennaro Francione
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BIBLIOGRAFIA GENERALE DI "MILLE E NON PIU' MILLE"
-I FANATICI DELL'APOCALISSE-NORMAN COHN-COMUNITA'-MILANO 1965
-LA GRANDE PAURA DELL'ANNO 2000-HENRI KUBNICK-VALLECCHI,FI RENZE 1976
-L'UOMO E L'IGNOTO-ARMENIA,MILANO 1978
-LE PROFEZIE DI MALACHIA-ALFRED TYREL-MEB,TORINO 1978
-L'UOMO E L'IGNOTO-ARMENIA,MILANO 1978
-L'APOCALISSE E' PER OGGI-SALVATORE GAROFALO-SALANI,FIRENZE 1978
-L'ANNO MILLE-DUBY-EINAUDI,TORINO 1978
-APOCALISSE-A CURA DI CESARE ANGELINI-EINAUDI,TORINO I980
-DOPO NOSTRADAMUS-A.VOLDBEN-ED.MEDITERRANEE,ROMA 1982
-DOPO NOSTRADAMUS-A.VOLDBEN-ED.MEDITERRANEE,ROMA 1982
-I GRANDI PROFETI-RENZO BASCHERA-ARMENIA,MILANO 1982
-1999 L'ANNO DELL'APOCALISSE-CHARLES BERLITZ-MONDADORI, MILANO 1982
-IL TERZO SEGRETO DI FATIMA-DANIEL RÉJU-MEB,TORINO 1983
-STORIE DELL'ANNO MILLE-RODOLFO IL GLABRO-JAKA BOOK,1983
-PROFETI E POPOLO NELL'ITALIA DEL RINASCIMENTO-OTTAVIA NIC COLI-LATERZA
BARI 1987
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Mille è un libro che ha figliato: MILLE
E SEMPRE MILLE, 2000 E NON PIU' 2000...
Chi vuol leggere il seguito saggistico sclicchi su Saggi - Uroboros Mille ... |
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http://www.akkuaria.com/teologia/finedelmondo/7.htm
UNO SCOSSONE
DAL SONNO DOGMATICO
Il
risvegliarsi in alcuni settori culturali dell'apprensione della
fine del mondo, su cui ha puntato la sua attenzione il giudice
Gennaro Francione col suo romanzo Mille e non più Mille
del 1988, ha stimolato anche me, fresco dì una mia
visita alle sorgenti della cultura, ad analizzare il fenomeno
con gli strumenti epistemologici che ho messo a punto
nell'impegnativo lavoro Il Bandolo della matassa ovvero La
Rivoluzione dell’Intelligenza - Visita alle Sorgenti della
Cultura.
Per
"sorgenti della cultura" intendo le varie attività
con cui la mente umana cerca di produrre conoscenze di ogni tipo
che confluiscono nel comportamento e vengono trasmesse da un
individuo all'altro per apprendimento. Tra questi mezzi
interessano soprattutto quelli che permettono di conoscere
validamente la verità-realtà, cioè di acquisire la
"scienza" intesa come conoscenza corrispondente alla
realtà. Vi comprendiamo anche l'eventuale "Parola di
Dio" la cui esistenza risulti scientificamente provata. La
ricerca di tali mezzi che ci permettono di conoscere la realtà
sia essa presente o passata o futura viene chiamata
"Epistemologia": viene anche chiamata "Filosofia
della Scienza". In essa ho cercato di conoscere quanto di
valido e di illusorio l'umanità ha prodotto anche per mezzo dei
suoi migliori pensatori.
Nel
romanzo del giudice Francione si tessono con spigliatezza
elementi fantastici con elementi ancora attuali nel nostro mondo
culturale, tra cui il Segreto della Madonna di Fatima, che
è il cavallo di battaglia di un diffuso misticismo cattolico
molto simile a quello che permeò l'Impero Romano dopo
l'apparizione dell'eccezionale figura di Gesù di Nazareth,
nella scena della vita del popolo Ebreo.
È
del 13 Maggio 1988 la conferenza del noto biblista Mons.
Francesco Spadafora nel salone della Basilica dei Santi Apostoli
in Roma, nella quale - secondo il resoconto dei cronisti - si
insinuava prossima la fine del mondo, alla quale crederebbe
anche il Cardinale Ratzinger Prefetto della Congregazione per la
Fede.
Anche
gli Ebrei ultratradizionalisti vivono in attesa della fine dei
tempi: è del 30 febbraio 1992 a cronaca che ci fa sapere che la
setta "Habad" era convinta che il Messia fosse
arrivato nel rabbino Menachem Mendel Sheerson di New York e con
lui il riscatto finale.
È
ancora impresso nella memoria di tutti il massacro a cui si votò
a Waco, Texas, il 20 Aprile 1993 una parte armata della setta
dei Davidians, cioè dei seguaci del sedicente Messia
trentatreenne David Karesh: tutte conquise dall'idea della fine
del mondo inculcata dal loro maestro, 95 persone si lasciarono
bruciare tra le fiamme piuttosto che arrendersi alle forze
dell'ordine.
A
tener desto l'interessamento dei futurologi contribuisce la
celebre quartina X 72 delle contorte Centurie di Nostradamus che
predirebbe l'arrivo "dal cielo" di un "Gran Re di
spavento" il 6 Luglio 1999 per iniziare una nuova era.
E
l’ex Capo dell’URRSS Michail Gorbaciov nel suo discorso alla
Scala di Milano il 19 Settembre 1993 dice che lo "sconcerto
di questa fine secolo" giustifica la "moltiplicazione
delle previsioni sulla fine del mondo".
L'epistemologia
è proprio lo strumento che ci vuole per poter valutare
scientificamente tale elemento culturale che da oltre due
millenni e mezzo va inquietando una buona porzione di umanità,
cioè da quando il profetismo ebraico, deluso ulteriormente
dalle ricorrenti oppressioni che si abbattevano su quel povero
popolo anche dopo il ritorno dalla deportazione in Babilonia
(598-538 a.C.), spostò le sue speranze nelle palingenetiche
previsioni del libro biblico di Daniele che dette avvio
al filone apocalittico che sfociò nel messianismo evangelico di
Gesù di Nazareth. La ricerca epistemologica di cui mi servirò
me l'aveva stimolata la lettura, fatta quando insegnavo
Religione nelle Scuole, dello sconcertante documento emanato
nell'anno 1452 dal "Vicario di Cristo Papa Nicolò V, cioè
da colui che anch'io avevo imparato a invocare come "dolce
Cristo in terra" secondo la nota espressione di S. Caterina
da Siena.
Prima
della lettura di tale documento ero fermamente convinto che il
Cristianesimo avesse avuto così rapido sviluppo, in estensione
e in profondità, nonostante le terribili persecuzioni
incontrate, perché era stato sostenuto dalla forza divina del
suo fondatore Gesù di Nazareth, che era stato presentato
all'umanità sofferente e oppressa come il Messia preannunziato
dalle profezie dei Profeti della Bibbia del Vecchio Testamento e
come il Logos o Verbo della Filosofia Metafisica greca. Nella
coscienza di ogni singolo cristiano dei primi secoli erano
sempre presenti queste parole di Gesù registrate negli scritti
dei suoi immediati discepoli:
"Chi
non mi riconoscerà davanti agli uomini non sarà riconosciuto
neppure da me davanti al Padre mio quando tornerà glorioso col
mio Regno"1
Sostenute
da una Fede che conteneva tale terribile minaccia le prime
generazioni cristiane la propagarono in gran parte del mondo
ellenistico dell'impero Romano con la bontà e col martirio.
Perciò
restai molto sorpreso quando, agli inizi degli anni'60,
rileggendo la Storia della Chiesa scritta non "ad usum
Delphini" per i Seminari ma con completezza in otto volumi
dallo scrittore Danie Rops accademico di Francia e pubblicata
allora in Italia dall'editore Marietti; i miei occhi lessero il
documento "apostolico" con cui Papa Nicolò V nel
1452, proprio agli inizi del grande movimento coloniale,
autorizzava il Re Portoghese Alfonso l'Africano a ridurre in
"perpetua schiavitù" le popolazioni delle terre che
avrebbe scoperte e conquistate. Ecco la parte che ci interessa
del documento:
"I
regni, i ducati, le contee, i principati e altri domini, terre,
luoghi, campi in possesso dei suddetti saraceni, pagani,
infedeli e nemici di Cristo, con l'Autorità Apostolica vi
confermiamo la piena e libera facoltà di invaderli,
conquistarli, tenerli e soggiogarli e ridurre in perpetua
schiavitù le persone che vi abitano2
Quest'ultima
"facoltà" l'anno successivo 1453 con un altro
"Breve", cioè con un altra lettera
"apostolica", veniva precisata aggiungendo l'obbligo
di liberare dalla schiavitù gli infedeli che accettavano di
essere battezzati. Daniel Rops, cattolico di alta cultura,
riportando il documento non può fare a meno di qualificarlo
"spaventoso" e come uno dei documenti più penosi di
tutta la Storia del Cristianesimo. Noi, come attenuante di Nicolò
V, dobbiamo tenere conto che stiamo alla vigilia della caduta di
Costantinopoli e del residuo Impero Romano d'Oriente nel potere
di Maometto Il avvenuta l'anno successivo 1453, cioè nel pieno
della lotta epica tra Islamismo e Cristianesimo, e quindi
storicamente consideriamo l'atto come un momento della strategia
della "guerra santa" che le due Religioni stavano
combattendo tra di loro. Tuttavia ne facciamo il bandolo per
riesaminare scientificamente tutta la matassa del Cristianesimo
e delle altre Religioni che vantano la propria origine dalla
"Parola di Dio" e indirettamente di tutte le ideologie
che spingono l'umanità a massacrarsi per un' "idea".
È
risaputo che il grande filosofo Emanuele Kant ricevette uno
scossone dal suo "sonno dogmatico", cioè dalle sue
certezze acquisite con la Ragione, leggendo il Saggio
sull'intelletto Umano di David Hume, che lo stimolò a
riesaminare il valore epistemologico dell'inferenza basata sulla
semplice induzione per conoscere una realtà nascosta, cioè
sulla via di cui comunemente l'umanità si è sempre servita per
assurgere a una realtà che non può essere attinta
dall'intuizione sensibile, e lo fece - come è noto - con la Critica
della Ragione Pura. Io non intendo paragonarmi a Kant, però
mi pare che la mia situazione sia simile alla sua: anch'io ebbi
uno scossone dal mio sonno dogmatico, cioè dalle mie certezze
teologiche, leggendo la Storia della Chiesa di Daniel
Rops, in particolare il documento di Nicolò V che richiamò la
mia attenzione a controllare il valore epistemologico della
"Parola di Dio", cioè della via di cui l'umanità si
è sempre servita per conoscere una realtà nascosta, in
alternativa alle cosiddette "due vie naturali"
costituite dai "sensi" e dalla "ragione". In
questo lavoro sintetizzo in parte e in parte sviluppo quanto ho
elaborato nel mio testo più ampio intitolato La Rivoluzione
dell’Inteuigenza.
Durante
i miei studi di Filosofia e di Teologia nel Seminario Diocesano
di Bergamo,ora intestato alla memoria di Giovanni XXIII, mi ero
abbonato alla rivista Fides diretta dallo scrittore
cattolico Igino Giordani, il quale nei suoi articoli parlava
sempre di un imminente calata di un altro Medioevo per l'osanna
che ricevevano le barbare ideologie dello stalinismo e dell'hitlerismo,che
Pio XI condannava solennemente con due encicliche specifiche nel
1937, proprio quando si stavano preparando a scatenare quelle
atrocità per le quali tutto il mondo oggi le ha esecrate.
Leggendo il documento di Nicolò V mi venivano in mente quelle
ideologie e mi nacque questo grosso dubbio: Gesù che io avevo
seguito perché aveva detto "venite a me voi tutti che
siete afflitti e oppressi e io vi libererò3
e "vi mando come agnelli tra i
lupi"4 e
"io sarò sempre con voi"5
e perciò "non vi preoccupate delle
persecuzioni"6,
stava proprio alla guida di coloro con i quali si era
identificato con le celebri parole "chi ascolta voi ascolta
me"7 e che in
nome di tali parole si facevano forti dell' "Apostolica
Autorità" con cui emanavano direttive e impostazioni
opposte ai suoi programmi?
Con
tale dubbio mi ristudiai tutta la Storia del Cristianesimo e
scopersi che il Breve di Nicolò V non era isolato ma era lo
sviluppo di un'ideologia contenuta negli scritti dei diretti
discepoli di Gesù, di S. Paolo e di S. Giovanni in particolare,
i quali avevano educato i loro fedeli all’idea che è la
"fede" piuttosto che la bontà a vincere il mondo
"Questa è la vittoria che vince il mondo, la nostra
fede" leggiamo nella I Lettera di S. Giovanni 8.
La "croce" su cui era stato giustiziato Gesù diventò
la bandiera di questa fede e tale vessillo sembra che fosse
stato posto sui labari dell'esercito di Costantino prima della
celebre battaglia di Ponte Milvio del 312 dove con una vittoria
strepitosa chiuse il terribile periodo delle persecuzioni:
Costantino, oltre che sulle altre fedi, fece leva anche su
quella cristiana dei suoi soldati per incitarli col motto
"in hoc signo victor eris" (con questa bandiera
resterai vincitore). Comunque i vescovi cristiani utilizzarono
l'autorità temporale di Costantino per imporre la propria
"fede" e così cambiarono il metodo della "bontà",
seguito fino a poco tempo prima, col metodo della forza, usato
contro la fede cristiana dagli Ebrei e poi dai Romani. Questo
fatto,che il Cristianesimo ha sempre celebrato come un trionfo,
contiene invece l'inizio della sua rovina, che comincia proprio
quando fu proclamata come "fede ortodossa" la divinità
di Gesù uguale a Dio Padre nel Concilio di Nicea dell'anno 325
presieduto da Costantino.
Difatti
fu dopo tale dichiarazione che Costantino sostenuto dalla
autorità dei 318 vescovi del Concilio si permise di inviare a
tutti gli altri vescovi e a tutto il popolo dell'impero la
lettera con la quale stabiliva la pena di morte per chiunque non
avesse gettato al fuoco i libri del filosofo Porfirio e del
prete Ano che erano contro la dottrina da allora ritenuta
ortodossa"9. Il
metodo violento di imporre la propria "fede" avviato
dai Dirigenti Cristiani col Concilio di Nicea per mezzo del
Potere civile e militare è confermato in un altro momento
importante, quando il barbaro Re dei Franchi Clodoveo si fece
cattolico e fece battezzare tutto il suo esercito: fu allora che
S. Avito, Vescovo di Vienne in Francia, portavoce di tutti gli
altri, gli scrisse: "La tua fede è la nostra
vittoria" 10.
Cosi
Clodoveo diventò il "Crociato" dell'ortodossia
cattolica contro i regni dove dominava l'eresia ariana. Ormai
appare chiaro che per i Capi cristiani gli "interessi della
fede" erano in primo piano e dovevano essere perseguiti
attraverso l'aiuto dei Capi Politici e Militari, lasciando in
secondo piano il metodo della bontà e della persuasione, sul
quale prevaleva il metodo dell'intransigenza e della violenza.
Le popolazioni ormai erano considerate "preda" di
conquista ideologica con ogni mezzo: è quanto succede nei
secoli seguenti con la stessa ricostituzione nell'anno 800 del
Sacro Romano Impero Germanico di Carlo Magno, nel quale il Papa
si garantisce la supremazia in nome della "fede".
S'era
creata così la cornice della "Città di Dio" di S.
Agostino, il quale aveva insegnato che costituendo l'eresia un
attentato fondamentale alla civiltà cristiana, i suoi Capi
avevano l'obbligo o il diritto di difenderla anche con la pena
di morte. 11
L'inquisizione é la tipica istituzione poliziesca della
concezione del Regno di Dio secondo la "Città di
Dio" di S Agostino che Carlo Magno si faceva leggere a
tavola: era nata spontaneamente per lo zelo dei pastori che non
avevano capito un bel niente della parabola sulla zizzania.12
Fece ardere i primi roghi a Orléans nel 1022; ebbe
l'approvazione papale nel 1162; premosse la crociata di
Innocenzo III contro gli Albigesi nel 1209 alla quale il
Concilio Lateranense IV del 1215 annesse la stessa indulgenza
concessa ai pellegrini per la Terra Santa; ebbe le regole
processuali con interrogatorio e tortura dalla Bolla di
Innocenzo IV del 15 maggio 1252. In definitiva l'eresia era
diventata un mostro che doveva essere combattuto con la
scomunica, con la tortura, con la prigione temporanea e anche
perpetua, con la confisca dei beni, col marchio d' "infamia
ereticale", col rogo da vivo o da morto.
In
linea con tale direttrice pastorale o di politica religiosa o di
difesa della "fede", il Breve di Nicolò V unisce
nella stessa azione i conquistatori e gli evangelizzatori
all'inizio del colonialismo militare seguito alle grandi
scoperte geografiche, come era stato fatto tra i Barbari da
Clodoveo in poi: fu la legittimazione morale non solo delle
invasioni, delle oppressioni, delle schiavitù ma anche degli
sfruttamenti, dei massacri e degli stermini di intere
popolazioni. Si parla di 15 milioni di cadaveri e per sopperire
alla scarsezza di uomini si dovette ricorrere alla famigerata
"tratta dei negri" dall'Africa per l'America13.
Sono le conseguenze di un errore madornale nella direzione
pastorale di chi avrebbe dovuto essere maestro di morale,
sostenuto dal Capo Invisibile Cristo, nella liberazione
dell'umanità oppressa. È una constatazione amara di quanto
Antonio Rosmini scrive nel suo libro La Società e il suo
Fine: "Un solo errore decide della dignità e della
felicità di molte generazioni" 14
L'ideologia
che metteva in primo piano la "fede", anziché la
"bontà", da perseguire coll'alleanza del potere
civile e militare, fece partorire un altro triste documento: è
quello emanato da Sisto IV nel 1478 col quale autorizzava la
"Santa Inquisizione Spagnola" sotto la responsabilità
del Re di Spagna Ferdinando D'Aragona, il quale se ne servi come
strumento di unificazione nazionale e dette l’incarico al
domenicano Torquemada di trasformare la Spagna in riserva di
cacca di Ebrei e di Mori. L'editto del 1492 imponeva agli Ebrei
"battesimo o esilio" e oltre alle infinite sofferenze
delle persone causò il dissanguamento economico della nazione.
Chi volesse approfondire le proprie conoscenze su tale argomento
non ha che da leggere lo studio scientifico dello storico
spagnolo Bartolomeo Benassar Storia dell’Inquisizione
Spagnola il quale così conclude:
"L'inquisizione
imponendo un unico modello di fede, sottoponendo ogni individuo
alla sorveglianza permanente,(...) ha fatto morire in Spagna
l'idea stessa della libertà (...). Fu un gioco complicato di
confessioni e di denunce senza precedenti nella storia prima del
XX secolo"15
Per
avere un'idea approssimativa basti pensare che solo nel 1490 e
solo nel distretto di Toledo furono arse 433 persone.
L'inquisizione Spagnola fu abolita solo nel 1834.
Un
documento non meno sconcertante è la bolla di Papa Innocenzo
VIII del 1484, con la quale, facendo propria la credenza del
commercio carnale di uomini e donne con demoni maschi e femmine
– giudicata "roba da deboli di mente" fin dal 1154
dal celebre Giovanni di Salisburv - dava pieni poteri ai due
professori domenicani di teologia Heinrich Institor e Jacob
Sprenger perché organizzassero una Inquisizione Speciale contro
tale "depravazione ereticale" e le persone che ne
erano infette
dimentiche
della loro propria salvezza e allontanatesi dalla fede
cattolica. Esse con incantesimi, malefici, evocazioni ed altri
orribili sortilegi, enormità e offese, distruggono il frutto
del grembo delle donne e delle greggi, le messi dei campi, l'uva
dei vigneti e i frutti degli alberi".
I due
bravi professori in due anni scrissero il libro giudicato il più
nocivo scritto in tutta la storia umana. È intitolato Malleus
Maleficarum, cioè Il Martello delle Streghe uscito
nel 1486 e con esso cominciò la sarabanda della follia, che si
impossessò dell'Europa e dell'America per circa quattro secoli
elevando patiboli e accendendo roghi. La caccia alle streghe si
trasformò in un'attività redditizia peggiore della vendita
delle indulgenze, anzi diventò una macchina infernale che si
autoalimentava con gli impulsi più negativi: vendetta, invidia,
avidità, ignoranza, paura, mania. La tortura generava tortura,
perché la persona torturata per liberarsi dalla tortura faceva
nomi a vanvera: si è calcolato che ogni persona torturata
coinvolgeva in media altre 20 persone. In quasi quattro secoli
l'Europa è stata immersa in un mare di terrore punteggiato di
patiboli e illuminato di roghi per circa un milione o due di
vittime.
Ci
furono uomini coraggiosi che alzarono la loro voce contro tali
sistemi ma essi pure corsero il rischio di essere accusati e
processati. Questo toccò al medico Giovanni Wier che nel 1563
aveva pubblicato un libro nel quale metteva in evidenza il lato
psichiatrico del fenomeno della "possessione
diabolica" e accusava di assassinio i teologi e i giudici
dell'Inquisizione: il suo libro venne condannato all'indice;
toccò al celebre matematico Girolamo Cardano il quale poco
prima di morire nel 1576 fu sottoposto a processo di eresia per
avere scritto nel suo libro De salute tuenda o Difera della
salute che le streghe non erano donne possedute dal demonio
ma persone deboli di costituzione e mal nutrite; toccò al
nobile inglese Reginaldo Scott il quale nel 1584 pubblicò il
libro Rivelazione della stregoneria col quale metteva in
ridicolo la concezione assurda del diavolo: Giacomo I,
cattolico, che nel 1603 era succeduto alla regina Elisabetta I,
protestante, fece requisire tutte le copie del libro; toccò al
teologo olandese Cornelius Loos che nello stesso tempo aveva
osato protestare in nome dell'umanità col suo libro La vera
e falsa magia: venne processato e imprigionato a Treviri
nonostante fosse Vicario del Vescovo di Bruxelles; toccò anche
al gesuita Friedich Spee, il quale edotto dalla sua esperienza
di confessore avendo accompagnato al rogo 200 vittime, di cui si
era convinto che erano innocenti, nel 1631 scrisse anonimo il
libro Cautela Criminale nel quale affermava che anche un
gesuita o un vescovo sotto la tortura avrebbero confessato una
falsità per liberarsene e che dopo la tortura chi aveva
confessato il falso non osava ritrattarlo perché con la prima
dichiarazione andava sul patibolo mentre con la seconda, cioè
con la ritrattazione, sarebbe andato vivo sul rogo: dopo molte
polemiche venne finalmente a liberarlo dal processo la peste
perché morì assistendo gli appestati nel 1635 16.
Tutte
queste voci e le grida nascoste di tante vittime trovarono
finalmente espressione efficace nella penna di VoItaire che
durante tutta la sua vita si fece paladino contro
l'intransigenza religiosa che bollò col celebre grido "schiacciate
l'infame" contribuendo in maniera determinante a far
cessare la sarabanda della follia scatenata dalla bolla di
Innocenzo VIIl. Purtroppo anche Voltaire, che era animato dal
vero sentimento cristiano di pietà verso i sofferenti, fu fatto
passare come nemico del Cristianesimo dai paladini
dell'ortodossia, mentre chi si atteggiava a maestro di
Cristianesimo, cioè il Papa, non fece sentire la sua voce in
tale triste storia che all'inizio, e questo deve pure avere un
significato. Per me significava che il Cristianesimo con la
vittoria conseguita con Costantino aveva abbandonato il vero
metodo evangelico insegnato da Gesù di Nazareth e ne aveva
assunto un altro: il metodo della libertà e della tolleranza
invocato per sé lo aveva cambiato in quello dell'intransigenza
e della oppressione. Come si poteva comprendere che sotto la
guida di Gesù stesso gli agnelli si fossero cambiati in lupi?
Mentre
ero alla ricerca come dare una risposta a questo mio problema,
un altro mi si presentò nel 1965 quando fui destinato a
dirigere un'attività educativa in una sede dove avevo la
possibilità di andare a caccia. Fu proprio andando a caccia che
scopersi l'intelligenza degli animali, che non rientrava nel
quadro mentale che mi era stato "formato" dalla
cultura che avevo ricevuto. Sulla scia della filosofia greca, la
filosofia e la teologia cristiana ci hanno trasmesso che solo
l'uomo tra gli esseri sensibili ha il privilegio di possedere
l'Intelligenza-Ragione, che lo rende simile a Dio. Invece fatti
inoppugnabili mi presentavano una realtà ben diversa: il
comportamento animale mostrava che l'intelligenza non aveva
bisogno della "natura spirituale" per esistere.
Mi si
spalancava un nuovo orizzonte.
____________________________________
1-Luca 9,26;Matteo 10,32
2-D. Rope – Storia della Chiesa vol.IV
tomo Il, pag. 280 –Ed.Marietti
3-Matteo ll,28 –
4-Matteo 1O, 16
5-Maueo 28,20
6-Luca lO,25
7-Matteo 1O, 16
8-Giovanni 5,4
9-cfr.Gelasio Historia Ecclesiastica 36,1;
Socrate 5colasticvo Historia Ecclesiastica 9,30 segg.
10-D.Rops l.c. voi. IV tomo 2 pag.291
11-D.Rops Lc. ibidem pag.691 –
12- Matteo 13, 24 –
13-D. Rops 1.c vol. IV tomo II pag.631
14-Citato da R. Manzini Direttore dell’Osaervatore
Romano nell’art. "La città dell’Uomo"' sul
Tempo del 14.12.1984 –
15-D. Benassar Storia dell’Inquisizione
Spagnola pag. 312-Ed. Rizzoli 1981
16-Cfr. Marcello Truzzi~Eastern Michegan
Univenaity, Into the uinknoun edito in italiano nelle
Grandi Opere di Selezione dat Reader's Digest con la Direzione
Editonale di Canlo Rosei Fantonetti - 1984 - cap. La atregonena
pag. 74
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