Il ritorno di Scanderbeg
A Roma, non a Tirana
( Scanderbeg e Vlad pionieri della UE)
di
Ylli Polovina
pubblicato
sulla Gazeta Ballkan Tirana,
10.01.2003 Traduzione dall’albanese degli studenti del Corso di Laurea
in Studi linguistici e filologici, Facoltà di Lettere e Filosofia,
Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
Non sono pochi i miei connazionali che sanno
dell’esistenza di una statua di Giorgio Castriota, il nostro grande eroe
nazionale, in una delle piazze più grandi di Roma. Ma solo una modesta
parte sa che adiacente al Quirinale, accanto alla famosa Fontana di Trevi,
si trovano un vicolo che porta il nome di Scanderbeg, un ristorante (per i
turisti) e anche un edificio con una targa in bronzo , dove si legge che
il nostro eroe ha pernottato lì durante la sua permanenza a Roma a metà
del XV secolo. E nella parte superiore del portone un dipinto di antica
fattura che raffigura il volto dell’eroe albanese.
Non molti di noi sanno che
in Italia oltre ai numerosi libri, scritti dagli arbëreshë(gli albanesi
d’Italia), agli stemmi, ai distintivi, agli stendardi, alle statue
grandi e piccole, sono circa centocinquanta i club letterari, i circoli o
le associazioni culturali, i premi artistici e perfino i ristoranti e gli
alberghi nelle zone abitate da italo-albanesi che portano il nome di
Scanderbeg.
Qualcuno di noi avrà
perfino dimenticato che il valido e bel libro Skënderbeu (Scanderbeg)
di Sabri Godo è stato tradotto e pubblicato nella lingua del popolo
vicino, ormai da anni, ed è stato anche bene accolto.
Pochi invece sanno che il
libro dal titolo La moto di Scanderbeg di Carmine Abbate,
pubblicato solo due anni fa, ancora continua a ricevere premi nazionali.
Ancor meno persone sanno che il regime comunista,
una dittatura da noi giustamente condannata, ha donato a tutte le comunità
arbëreshe in Italia, che sono circa cinquanta, un grande busto da
collocare nella piazza principale del paese.
Ma essi sicuramente
ignorano che presto ci sarà un evento che riguarda Giorgio Castriota: a
Roma, Gennaro Francione sta per dare alle stampe il libro Scanderbeg,
eroe multimediale. A qualcuno questa notizia potrebbe sembrare normale
e non suscitare l’ interesse della
novità perché sul nostro
eroe nazionale sono stati scritti tanti libri in molte lingue del mondo,
non solo in italiano. Infatti il numero dei volumi col tempo ha superato
la cifra mille.
Ma la novità sta nel
fatto che il libro Scanderbeg, eroe multimediale contiene un
messaggio che non deve essere attratto nella routine.
L’autore Gennaro
Francione e l’editore Costanzo D’Agostino hanno ideato e scritto il
libro, che sarà messo in vendita a marzo di quest’anno (specialmente
per i tanti turisti che visitano Roma), con un ben preciso motivo. Essi
pensano che Giorgio Castrista sia un
pioniere dell’Unione europea.
Dopo queste affermazioni
il lettore a pieno diritto può dire: “Ferma la penna, amico! Stai
esagerando!”.
Sapendo perfettamente che i pionieri dell’Unione
europea, i sognatori, i suoi ideatori e fondatori si trovano al centro del
continente e non nella sua parte sud-orientale più profonda e ancor meno
in Albania, il lettore perderà la fiducia in questo nostro scritto.
Sicuramente si sentirà vittima dell’informazione, come avviene con
quelle fandonie frequenti, che riferiscono di alcune mostre, libri o
concerti di autori albanesi che meravigliano Londra, scuotono Parigi,
sorprendono Berlino e stupiscono New York.
Ma noi, sempre per rispetto del lettore, saremo più
precisi nello spiegare che in verità l’editore Costanzo D’Agostino
(due anni fa il giornale Rilindja Demokratike ha dedicato
all’intervista da lui rilasciata ben due pagine speciali) è conosciuto
dalla cerchia dei suoi amici e dalla nostra Ambasciata a Roma come un
entusiasta amico dell’Albania. Mettiamolo pure per un momento da parte
anche come autore del libro L’Albania diventerà il miracolo del dopo
2000.
Occupiamoci adesso
dell’autore del libro Gennaro Francione. Questo è uno dei più noti
giudici italiani. Le sue
sentenze a favore degli immigrati sono state seguite da articoli polemici
apparsi sui principali giornali italiani, compreso il Corriere della
Sera, quotidiano con una tiratura di un milione di copie. Francione è
anche un noto scrittore, è autore di più di 100 libri e vincitore di
molti premi. Egli è anche il Presidente dell’Unione Europea dei Giudici
Scrittori.
Eccoci riallacciati
all’UE, e, dunque, ad un uomo rappresentante di questa grande comunità
dei paesi sviluppati del continente, dove noi albanesi desideriamo un
giorno entrare a fare parte con pieni diritti e doveri.
Certamente Gennaro
Francione non è Doris Pack, le cui dichiarazioni sono attentamente
seguite da tutti i politici albanesi e alle quali tutti i nostri mass
media concedono senza risparmio i loro spazi d’informazione.
Noi abbiamo il diritto di
attribuire la giusta importanza e rendere pubblica la dichiarazione, al
momento confidenziale, dello scrittore dell’UE. Tale dichiarazione
apparirà probabilmente, a primavera di quest’anno, nell’introduzione
al libro.
Secondo Gennaro Francione il generale e il re
albanese Giorgio Castriota Scanderbeg, essendo stato un famoso e fedele
difensore dell’Europa, ha il diritto morale di essere considerato anche
uno dei suoi antichi pionieri.
Del resto, aggiungiamo
noi, l’UE di oggi non è che l’Europa di ieri, è l’antico
continente che sta completando di anno in anno la propria geografia con
l’accettazione di Stati storicamente suoi, accomunati non solo dalle
costanti condizioni di far parte dello stesso spazio, ma dagli alti
livelli della democrazia e dello sviluppo.
Scanderbeg combatté
proprio per questo tipo di futuro del vecchio continente e non per
un’alternativa che non avrebbe mai dato vita nei secoli a venire a
qualche UE. Questa è la ragione per cui egli impegnò per un quarto di
secolo tutte le energie del proprio popolo in un sacrificio sublime e
plasmò in questo scenario le vite di migliaia di nostri avi.
Per non stare a dipingere
il promotore della coraggiosa e provocatoria idea, secondo cui Scanderbeg
può essere considerato uno dei pionieri antichi del nostro forte e
prospero continente, aggiungiamo che, diversamente dal suo amico,
l’editore D’Agostino, Gennaro Francione non soffre di particolari
entusiasmi per l’Albania. L’opera Scanderbeg, eroe multimediale sarà
pubblicato dopo l’altro suo libro, che ha visto la luce a dicembre dello
scorso anno, dal titolo Domineddracula. Nelle più di seicento
pagine del volume è raccontata la vita e la lotta del principe
rumeno Vlad Tepes, chiamato dal proprio popolo L’indomabile. Il
condottiero rumeno, come anche Scanderbeg, combatté per la difesa
dell’identità occidentale dell’Europa dal dominio orientale ottomano.
Francione pensa che anche
i rumeni abbiano il diritto di considerare il principe Vlad Tepes come uno
dei pionieri dell’UE.
Certamente l’UE
rappresenta un progetto e una realtà recenti, nessuno né in Romania né
in Albania ha l’intenzione di sostituire Chuman, il Ministro degli
Affari Esteri francese, riconosciuto su scala mondiale come l’ideatore
del progetto dell’Unione europea, né con l’eroe Giorgio né con il
principe Vlad.
Rendendo pubblica
quest’amichevole idea del Presidente dell’Unione Europea dei Giudici
Scrittori su Il ritorno di
Scanderbeg, dunque sulla risonanza della sua opera (pensiero formulato
a Roma alla fine dello scorso dicembre), si vuole solo trasmettere a
Tirana una sollecitazione per la importante
missione di integrazione nell’UE.
Formuliamo alfine una
proposta: anche noi possiamo ritornare a Scanderbeg.