“DOMINEDDRACULA”. Libro di Gennaro Francione.
Romanzo storico-biografico, narra la vita, le gesta, la morte
e la resurrezione di Vlad Dracula III (chiamato poi “Tepes”,
cioè “Impalatore”, per via della tortura da lui più utilizzata).
Vlad III è stato un voivoda rumeno realmente esistito nel 1400 a
cui Bram Stoker si è ispirato per il suo famoso romanzo “Dracula”.
Il titolo “Domineddracula” richiama “Domineddio”, ponendo
Dracula come l’Anticristo. Un paradosso, dato che lui difese la
cristianità contro i turchi e mai abbandonò la fede cristiana,
nonostante le variegate vessazioni dei turchi durante il periodo
di prigionia alla corte del sultano. Il titolo mostra
l’onnipotenza di questo personaggio storico che, quasi a mo’ di
sinistro salvatore, viene chiamato a risolvere i mali del mondo,
con metodi giusti secondo la sua visione e macabri e atroci per
noi.
Quasi tutti i fatti narrati nel romanzo di Francione sono
successi veramente, e solo di tanto in tanto si associa il Vlad
realmente esistito con la figura del Vlad vampiro. Il vampiro
stesso non viene mai apertamente mostrato: vi sono solo
associazioni con la sete di sangue del Dracula vampiro, essere
soprannaturale e di pura fantasia, e il Dracula uomo, despota
sanguinario realmente esistito, attratto dal sangue per mera
ferocia d’animo. Francione unifica questi due Dracula narrando
la storia del Vlad voivoda per concluderla con la sua
trasformazione in Vlad vampiro grazie al connubio col sangue del
pipistrello.
Il romanzo mostra i due volti del principe rumeno: tiranno
feroce sanguinario e, allo stesso tempo, coraggioso difensore
della Cristianità. Vlad non sopportava gli ipocriti, i ruffiani;
premiava gli onesti, i sinceri, gli umili; era capace di slanci
di inaudita ferocia ma anche di genuina generosità. Vengono
perciò descritti sia gli aspetti più umani di Dracula (molto
legato alla famiglia, disposto a tutto per il suo regno, un uomo
che mai si è arreso nonostante tutte le brutte esperienze
vissute) sia quelli più sanguinari (despota severo ma giusto –
secondo la sua personale ottica – , che non tollerava alcuna
forma di crimine, mancanza o maleducazione e che puniva con
ferocia). Da una parte vengono narrati i fatti storici europei
del 15° secolo e le cronache di atroci guerre, dall’altra vi è
un’attenta visione dei momenti vissuti anno dopo anno di Vlad,
con dovizia di particolari. Dracula visse una dura infanzia,
all’insegna della violenza e dell’ottima educazione ricevuta da
parte di illustri pensatori. Passò dai dubbi dell’adolescenza
alla sicurezza della sua giurisdizione durante il suo breve e
discontinuo regno in Valacchia. Visse il lusso alla corte di
Mattia Corvino e le tremende esperienze della prigionia nel
palazzo del sultano turco, la gioia dell’amore e la violenza
della guerra.
L’autore condanna e in parte sembra giustificare le gesta di
Vlad, sia in guerra sia come voivoda con i sudditi del suo
regno. Spiega le motivazioni di Vlad, legate alla situazione
storica del periodo; sembra dirci che “non ci si poteva
comportare diversamente date le circostanze”. L’opera mostra la
dura vita di quel secolo in cui i piccoli stati sopravvivevano
solo alleandosi con i più grandi e a qualunque condizione, anche
la più crudele, narrando cose ritenute impensabili e disumane ai
nostri occhi di lettori del 21° secolo. Il 1400 è stato un
secolo di scelte difficili e disumane, esperienze oscene che
solo un animo forte può superare pur diventando feroce e con una
visione distorta della giustizia, un secolo in cui si vendevano
i parenti al nemico per essere poi educati secondo le sue usanze
pur di salvare loro la vita, un secolo dove non esistevano mezze
misure, parole di consolazione e dove solo chi era forte nel
corpo e nello spirito poteva sopravvivere.
Vlad è un chiaro esempio che le esperienze di vita forgiano e ci
rendono ciò che siamo, nel Bene e nel Male. E sempre nel Bene e
nel Male il nostro animo e la nostra psiche reagiscono in modi
diversi a ciò che succede loro per permetterci di sopravvivere.
Francione ha scritto un’opera ottima, che mostra la sua grande
conoscenza della storia rumena ed europea e forse per questo il
romanzo può apparire pesante in certi punti, ma mai noioso e
sempre interessante. Le vicende sono narrate con uno stile
ricercato, solenne, a volte pomposo, con parole forti e talvolta
con frasi complesse, ma, nonostante questo, non ci si può
astenere dall’andare avanti. Da leggere assolutamente.