Sentenza storica: Tribunale riconosce adozione a
coppia lesbica
Una sentenza storica del Tribunale per i Minorenni
di Roma: una bimba che vive insieme a una coppia di
donne, regolarmente sposate all’estero e residenti a
Roma dal 2003, potrà
essere adottata dalla compagna della madre non
biologica. Si tratta del primo caso in Italia di «stepchild
adoption» (cioè l’adozione del figlio naturale o
legittimo del partner, se non esista un altro
genitore che lo ha riconosciuto). A dare la notizia
è stata Maria Antonia Pili, legale di Pordenone e
presidente di Aiaf Friuli, l’associazione italiana
degli avvocati per la famiglia e per i minori.
«Le due mamme – ha spiegato il legale – hanno
dapprima intrapreso e portato a termine un percorso
di procreazione eterologa all’estero e, dopo la
nascita della bambina, hanno stabilmente proseguito
il progetto di maternità condividendo con ottimi
risultati compiti educativi e assistenziali, nonché
offrendo alla minore una solida base affettiva». La
«stepchild adoption» è già consentita in altri
Paesi. Le due donne si erano rivolte
all’Associazione italiana avvocati famiglia e
minori, per il ricorso.
Il ricorso è stato accolto sulla base dell’articolo
44 della legge sull’adozione del 4 maggio 1983, n.
184, come modificata dalla legge 149 del 2001, il
quale contempla l’adozione in casi particolari.
«Ovvero nel superiore e preminente interesse del
minore a mantenere anche formalmente con l’adulto,
in questo caso genitore “sociale” – ha continuato
l’avvocato Pili – quel rapporto affettivo e di
convivenza già positivamente consolidatosi nel
tempo, a maggior ragione se nell’ambito di un nucleo
familiare e indipendentemente dall’orientamento
sessuale dei genitori. La norma in questione infatti
– ha aggiunto la legale – non contiene alcuna
discriminazione fra coppie conviventi siano esse
eterosessuali o omosessuali».