UNICA
SALVEZZA
L'UMANESIMO
UNIVERSALE
FONDATO
SULLA SCIENZA
di
Severino Proietti
Ciò
che rattrista è che l'attuale assetto
dei
mondo umano, nonostante le varie rivoluzioni che si sono succedute, poggia
ancora su fondamenti culturali illusori costituiti dalle ideologie
politiche e religiose che hanno spinto gli uomini a
massacrarsi nei secoli passati. Chi ne viene a conoscenza attraverso la
ricerca non può restare indifferente ma deve sentirsi stimolato a
compiere un atto di solidarietà verso i propri simili per divulgare le
acquisizioni della sua ricerca affinché l'umanità possa liberarsi dalle
illusioni e si dia un assetto che solo la saggezza proveniente dalla
conoscenza della realtà può consigliare.
Le
basi del nuovo assetto non possono essere indicate né da una ideologia
politica né da una metafisica filosofica o teologica ma solo dalla
scienza intesa come conoscenza controllabile e controllata, cioè
corrispondente alla realtà. Solo
gli ignari e coloro che hanno interesse a mantenere l'attuale assetto
umano possono accusare la scienza di essere responsabile dei malanni che
incombono sull'umanità: la scienza è l'unica che ci consente di
comportarci con saggezza, intesa come rapporto positivo tra vita e realtà,
perché la scienza ci fa conoscere negativamente o positivamente la
condizione umana reale mentre l'ideologia e la metafisica presumono di
indicarcela.
L'attuale condizione umana è il risultato di due
elementi tra loro intrecciati: uno è costitutivo o nativo, cioè
biologico; l'altro è culturale, cioè un prodotto umano trasmesso per
apprendimento. Quello biologico è fornito di "intelligenza
pura", che funziona sia negli animali che nei bambini e nelle persone
adulte; quello culturale ha prodotto un procedimento conoscitivo che è
stato chiamato "ragione" che è un prolungamento alterato dell'
l'intelligenza pura". L'alterazione consiste in questo che mentre
“l'intelligenza pura” funziona secondo il “rocesso triadico” cioè
per 'confronto conoscitivo’di una struttura con un'altra struttura della
realtà per trarne una conclusione ("ragione” etimologicamente
intesa, cioè “cosa stabilita”) attraverso la “frontiera esterna”
della coscienza e, tranne casuali alterazioni, tale conclusione di
uguaglianza o di differenza è infallibile; la "ragione" invece
funziona secondo il “processo índuttivo‑deduttivo" che si è
aggiunto al 'processo tríadico' quando in un gruppo di viventi qualcuno
ha voluto raggiungere una realtà nascosta mediante la *sola frontiera
interna' della coscienza, che possiede il potere misterioso di produrre
immagini simili a quelle prodotte dalla “Irontiera esterna",
'immaginando' la 'realtà nascosta' e ‘procedendo analogicamente'
imitando quanto fa I’ “intelligenza pura” con le strutture o con i
fatti che attinge con i sensi, credendo che tale "concezione
immaginaria della realtà nascosta' sia senz'altro vera cioè
corrispondente alla realtà * e da tale "premessa” ha cominciato a
dedurre altre immagini o idee e sistemi di idee. Con tale modo di
procedere basato sull'analogia e sull'induzione si è sviluppata la
*cultura umana", un grande “patrimonio” dove qualche elemento di
verità, proveniente dall'intelligenza pura e dall'indovinamento delle
"immaginazioni", è frammisto a una caterva di fantasticherie,
di favole, di romanzi, di poemi, di oracoli, di profezie, di miti, di
metafisiche pure, di ideologie, di antilogie, di antinomie e di sistemi
contrapposti che hanno prodotte lotte non solo di idee ma anche di
persecuzioni, di torture, di roghi e di guerre. Tutto questo è frutto del
metodo alterato che è il 'processo razionale': Galileo ha cominciato a
correggerlo aggiungendo alle due prime fasi ‑ induzione e deduzione
‑ una terza fase, quella della "'sperimentazione'" dandoci
il 'metodo scientifico', che è il vero metodo razionale completo, che può
fornire una 'premessa' valida alla 'deduzione'.Per suo merito “l’
Intelligenza pura' si arricchisce dell' 'Intelligenza razionale"
Dobbiamo
perciò controllare il patrimonio culturale col metodo scientifico e
per poterlo fare occorre trasformare le ipotesi e le tesi "dimostrate
secondo il vecchio metodo razionale' in 'teorie scientifiche' che sono
quelle tesi che indicano per deduzione qualche fatto che da esse
"dovrebbe scaturire se sono vere': solo quando tale fatto viene
osservato in modo non ambiguo ma "univoco" le 'teorie
scientifiche" diventano 'verità scientifiche' come quelle raggiunte
per la via dei sensi. Da quando Galileo ha cominciato a usare
sistematicamente il metodo scientifico nessuno può mettere in dubbio le
conquiste compiute dall'umanità là dove i sensi non arrivano, mentre la
'vecchia ragione" coi suo monco e fallace metodo
"induttivo‑deduttivo" non ha fatto che continuare a
produrre, come prima, le solite antinomie e contrapposizioni di chi si
schiera da una parte e dall'altra, generando spesso quell’ “odio
ideologico" che da sempre inquina la cultura umana e ha distrutto
quel 'vincolo di solidarietà naturale' radicato in tutti gli apparentati
della stessa specie.
Possiamo pertanto dire che la Ragione, prodotto
della Cultura, è stata la rovina dell'umanità, la quale se vuole
liberarsi dalle conseguenze dei suo regno dannoso deve imparare a
conoscere il Regno dell'intelligenza, controllando le “premesse
induttive” delle varie tesi politiche e religiose attraverso i criteri
dei "setaccio critico'.
Ormai la Scienza ci dice con certezza chi appariliene
alla specie umana:
ogni
vivente il cui nucleo cellulare contiene 46 cromosomi. Le variazioni
genetiche non annullano l'appartenenza alla specie ma formano le
differenze di razze, di gruppi e di individui. Questo è un dato acquisito
dall'Intelligenza Razionale e perciò il razzismo che nega solidarietà a
gruppi o individui diversi per variazioni genetiche o per appartenenza ad
altri filoni culturali è un mostro contro natura. Per contribuire a far
riconoscere a tutti gli individui "i diritti" che scaturiscono
dalla condizione umana, occorrerebbe costituire
un Comitato Promotore dell'Umanesimo
Universale
con lo
scopo preciso di eliminare i pregiudizi su cui poggia l'attuale assetto
sociale e di propagare i presupposti scientifici su cui costruirne un
altro più favorevole alla solidarietà umana, facendo proprio l'appello
di Einstein del 1955:
"Rivolgiamo
un appello come esseri umani ad esseri umani. Ricordate la vostra umanità
e dimenticate il resto. Se non sarete capaci di farlo vi troverete davanti
al rischio della distruzíone universale”.
Il nuovo assetto occorre costruirlo tenendo
solo conto di essere uomini e dimenticando il "resto" con cui il
messaggio di Einstein intendeva le metafisiche religiose e le ideologie
politiche che hanno sempre diviso e sempre divideranno perché sono parto
della ragione pura. L'unico ecumenismo possibile sta nella frontiera della
condizione umana, che denominiamo Umanesimo Universale, frutto del connubio tra l'eiemento biologico e i'elemento culturale, e
che è costituito dai quattro valori senza dei quali oggi non si può
essere uomini: solidarietà, verità, libertà e giustizia. Chi non
ricerca questi valori o li calpesta diventa un grosso problema per tutta
l'umanità.
La solidarietà è sinonimo di bontà e vige tra gli appartenenti alla stessa specie
biologica, per cui un lupo non è mai "lupo" a un altro lupo
mentre da millenni un uomo può essere "lupo* ad un altro uomo.
Questo fenomeno umano è dovuto alla nefasta influenza dell’elemento
culturale dominato o sviato dalla 'ragione pura' che si è sovrapposto
all'elemento naturale guidato dall' 'intelligenza pura', Le religioni
storiche, pur contenendo l'elemento solidarietà, tuttavia essendo
prodotto del semplice 'metodo razionale' della conoscenza, hanno
contrabbandato le povere illusioni umane espresse sotto forma di "mantica"
o di 'profezia', come “Parola di Dio" infallibile sorgente assoluta
di verità e di bontà, generando discriminazione, persecuzione,
oppressione e guerre per ragioni ideologiche. Questa 'smentita' operata
dal “laboratorio della Storia* esige che tutte le religioni abbandonino
i loro dogmi metafisici e si trasformino e organizzino come "scuole
di solidarietà" o di bontà imperniate sulla "regola aurea'
comune a tutta l'umanità codificata da secoli in tutte le culture con
l'espressione 'non fare agli altri quello che non vuoi fatto a te* e 'ama
il prossimo tuo come te stesso' che è poi la regola praticata dai viventi
di tutte le specie. E poiché nella cultura con la 'ragione' si è
alterata la "solidarietà” della specie umana, nella stessa cultura
occorre trovare il correttivo per vincere eventuali stimoli che spingano a
rompere la "solidarietà” calpestando i diritti altrui. Questo
correttivo si trova in due elementi che sono:
1)
la certezza che l'Intelligenza, che opera nella Natura, punisce sia col
gioco di 'azione e reazione" individuale e sociale provocando la
"vendetta' per ogni comportamento non armonioso, sia col
"tormento interiore" di non aver operato armoniosamente;
2)
il "dubbio", prodotto della stessa Intelligenza, che ispira la
morte sul destino umano di fronte al Mistero della vita.
Questa è la forma più evoluta di religione,
accettabile da tutti, nella quale un "Papa" diverso, perché non
confessionale, dovrebbe assumere il ruolo di "Custode dell'Umanesimo
Universale'.
La verità è sinonimo di scienza che è la
conoscenza che corrisponde alla realtà ed è l'unica che può darci la
saggezza intesa come indicazione per un comportamento positivo per la vita
umana. Ogni conoscenza che non ha una premessa scientifica crea filoni
culturali illusori e quindi condizioni oppressive per la vita umana. La
Filosofia è ricerca di scienza e di saggezza e può farlo solo col
"'setaccio critico” costituito da quattro criteri: due, che sono la
'smentita' o la "falsificazione" delle tesi e delle teorie
compiuta dai fatti contrari successivi, e la "nocività" delle
fedi e delle ideologie alla vita umana, ci fanno conoscere la "verità
negativa', cioè che non siamo riusciti a raggiungere la realtà; e due,
che sono " l'intuizione sensibile' e il 'metodo scientifico', ci
fanno conoscere la "verità positiva”, cioè che siamo riusciti a
raggiungere la realtà anche se parziale. Come la Religione deve diventare
"scuola di solidarietà o di bontà”, fondandosi
sull'esistenzialismo, abbandonando la pretesa di illuminazioni divine,
sorgenti di illusioni e di intolleranza, così la Filosofia deve diventare
"scuola di scienza e di saggezza”, fondandosi sul "setaccio
critico", abbandonando la pretesa di raggiungere una 'verità
razionale’ con la sola speculazione, anch'essa sorgente di illusioni e
di contrapposizioni con le metafisiche e le ideologie.
La
libertà è la tensione interiore con la quale si compie con amore
una attività per realizzare le proprie aspirazioni: in tale senso è una
prerogativa di ogni vivente. E’anteriore alla "legge",
prodotto della cultura umana emanato dal gruppo sociale, che tende a
"vincolare" le varie libertà individuali dovendo tutti vivere
solidarmente nella specie. E' sinonimo di "amore" e di necessità
e soltanto in un secondo tempo, di fronte alla "legge",diventa
'scelta' tra esigenza individuale e prescrizione sociale, alla quale
l'esigenza individuale deve dare la precedenza quando non vengano oppressi
i diritti fondamentali. Può essere anche scelta tra vari modi e mezzi per
realizzare le proprie aspirazioni.
'La giustizia" è la corrispondenza tra le
esigenze esistenziali individuali e le loro soddisfazioni: è sinonimo di
“diritto naturale" ed è anteriore ad ogni "legge
sociale" tuttavia la "legge" dovendo armonizzare le varie
"libertà" viene a stabilire dei “diritti legali” che sono
di derivazione sociale. La giustizia ha pertanto il fondamento
nell'esistenza dell'individuo e la sua regolazione nella legge: la legge
è giusta se non calpesta i diritti fondamentali dell'individuo e soddisfa
le esigenze secondarie della maggior parte dei componenti la comunità.
Così diventa sinonimo di uguaglianza ma contiene anche qualche elemento
di disuguaglianza, perché la vera “giustizia sociale” esiste tra più
individui quando si trovano nelle stesse condizioni. Dunque la giustizia
è disuguale quando ci sono condizioni disuguali, è uguale quando ci sono
condizioni uguali. Per risolvere questo difficile problema la Politica in
passato è stata guidata dalla Ragione: si diceva che la "legge” è
“espressione della Ragione” e come tale era considerata come qualche
cosa di immutabile. Invece deve essere frutto della “saggezza”, la
quale è il rapporto tra vita umana e realtà e deve continuamente
adeguare la legge ai mutamenti della realtà, della condizione umana e
della conoscenza adeguata di questi due elementi.
La sperimentazione storica degli ultimi due
secoli, caratterizzata dalle rivoluzioni Francese e Russa, di cui una dava
più importanza alla libertà e l'altra alla giustizia, consiglia di far
procedere l'incerto cammino umano su due "ruote" anziché su
una. Cioè il carro della “città dell'uomo” deve correre sulla libertà
e sulla giustizia, organizzando la partecipazione dei cittadini attraverso
due schieramenti, uno che tutela e persegue le esigenze della libertà
dell'individuo, e perciò viene chiamato Liberalismo, e l'altro che tutela
e persegue le esigenze della giustizia regolata dalla Legge Sociale e
perciò viene denominato Socialismo. Questi due schieramenti devono
avvicendarsi nella direzione dei Potere Pubblico con norme costituzionali
ben precise. Essi elimineranno le ideologie metafisiche degli attuali
partiti e il sistema elettorale proporzionale sorgente di gran parte della
compromissione della politica con la corruzione.
L'attività del "Comitato per l'Umanesimo
Universale" proposto si dírigerà verso quattro settori: settore
scientifico, per studiare problemi epistemologici e compiere ricerche
attinenti all'Umanesimo Universale; settore teologico, per studiare
problemi relativi all'applicazione dell'epistemologia alle 'premesse' di
partenza di ogni filone teologico; settore politico, per studiare problemi
relativi alla nuova impostazione dell'attività politica; settore
puramente letterario per studiare le forme divulgative delle idee e per
promuovere un eventuale "movimento" che dovrebbe avere in
Voltaire il suo ispiratore, perché nei suoi scritti è stato quello che
ha espresso in maniera efficace e geniale lo sdegno che deve sentire ogni
essere umano per il conculcamento dei valori dell'Umanesimo Universale.
Qualcuno gli rimprovera espressioni di dispregio verso il popolo ebreo ma
tale atteggiamento non si riferisce al popolo ebreo come “gruppo
umano” ma come "filone culturale* che ha immesso nella storia umana
“l’intolleranza teologica” trasmessa al filone cristiano e a quello
islamico. Anche qualche valutazione negativa sulla “razza negra” non
esprime la negazione dei suoi diritti umani ma semplicemente il suo stadio
evolutivo. Il suo senso di pietà verso ogni essere umano è espresso da
queste sue parole contenute nel suo "Dizionario
Filosofico":
“Se
qualcuno non soccorre uno sciancato che invoca aiuto è reo verso tutto
l'universo”.