IL
MONTE ATHOS E LA FRATELLANZA UNIVERSALE DI UN MONDO SENZA GIUDICI.
PROVOCAZIONE ATEA PER UNA SANTA UTOPIA.
di
Gennaro
Francione
Nei tempi che viviamo la storia ha scelto il sistema democratico
come predominante ma come avvertiva Aristotele anche la politìa(dal
greco politeia = costituzione
democratica) nasce come forma pura che poi è soggetta a degenerazioni
altrettanto come la monarchia o l'oligarchia. Tutte invero sono forme
sociali che tendono al bene comune, ma la democrazia diventa negativa in
quanto si trasformi in governo per
l'interesse dei molti e non di tutti. I molti, fattisi forti,
schiacciano i deboli e così si verifica l'avvento della dittatura delle
democrazie, sia a livello locale che a livello mondiale, con la
globalizzazione che schiaccia i paesi della fascia povera del mondo.
Oggi il monte Athos, in quanto simbolo rinnovato della politìa greca purificata, se si scuote dal suo immobilismo
secolare, può diventare il simbolo di un mondo nuovo, futuro, utopico in
cui non ci sarà più bisogno di giudici, e quindi di leggi e di governi,
essendo la terra fondata interamente sulla fratellanza universale.
Allora ci sarà il "deserto della Terra",
pulita delle sovrastrutture e dei falsi miti dettati dalla parzialità di
qualunque ideologia, fede, credenza.
Riecheggiano passeggiando tra i monasteri galattici di Monte Athos
vecchie utopie come quelle immaginate da Tommaso Moro e Tommaso Campanella
in un mondo in cui grazie ad Internet, la distanza tra l'utopia della Città
del Sole e la storia si è notevolmente accorciata.
Le religioni, come ha insegnato Krishnamurti, sono state tra le
peggiori cause di guerre dagli uomini. Create per regolare nello spirito
la convivenza su questa terra, in
paradoxo hanno fomentato i più gravi conflitti della storia grazie
soprattutto agl'integralismi che hanno opposto un credo all'altro fino a
portare ai massacri: le crociate, le gihad delle torri, i roghi dei
Giordano Bruno...
Il
nuovo messaggio di fratellanza al di là delle fedi, di unione umanistica
tra credenti e atei, può venire dal Monte Athos. Questa Montagna Santa
dell'Occidente alimenta l'uomo con lo stesso Spirito di Assisi,
metareligioso, che fu lo spirito d'amicizia e di fratellanza predicato nel
messianismo di Gioacchino da Fiore, il frate
che concepì per questi tempi l'avvento di una nuova era dello
Spirito.
Nelle sue opere postume
Concordia Novi ac Veteris Testamenti, Expositio in Apocalypsim e
Psalterium decem chordarum, Gioacchino configura un grandioso disegno
della storia umana intimamente legata alla sua evoluzione religiosa e
fondata su presupposti strettamente cristiani, pur analizzando temi
inusuali per la teologia tradizionale quali l'avvento dello Spirito Santo
sulla Terra. Soprattutto nella prima opera Gioacchino esprime la sua
concezione trinitaria dello svolgimento storico, illustrata mediante il
ricorso a un'esegesi allegorico-simbolica della Bibbia. Secondo
Gioacchino, infatti, la storia è il simbolo progressivamente
dispiegantesi della Trinità.
Nella prima età, quella del Padre, gli uomini vivono in stato di
minorità, sotto il dominio della legge e
del timore. Nella seconda, si verifica l'avvento del Nuovo
Testamento e del Figlio, venuto a liberare l'uomo dalla legge e a
rivelargli il suo destino, attraverso la fede e la bontà.
Dovrà seguire l'età dello Spirito, o della libertà dispiegata,
con la presa di possesso dei doni divini e la realizzazione della storia
nella Pace e nell'Amore Scambievole.
E così, alla prima età del timore
e alla seconda della fede che fa venir meno la normativa esteriore, dovrà
seguire la terza che sarà quella della Verità
e dell'Amicizia e
della 6Grazia
e della Misericordia.
L'Amicizia
è la Fratellanza che è pure predicata
dai monaci del Monte Athos, la Grazia è l'essere baciati dal dono di
poter coniugare la Giustizia con la Misericordia, fino
all'eliminazione finale di ogni istituzione in nome di una comunità
basata unicamente sullo Spirito.
La rivoluzione francese è ancora in corso, è stato detto. Ancora
oggi, in nome della libertà e dell'uguaglianza si è sacrificata la
fratellanza. E' questa la nuova sfida che viene dallo spirito profondo del
Monte Athos dove la comunità vive unicamente sull'afflato fraterno dei
monaci, essendo le attività giudiziarie civili e penali delegate ai rappresentati dello stato greco.
Verrà
un tempo, questa è la nuova utopia, in cui non ci sarà più bisogno di
giudici perché non ci saranno più leggi emanate, non ci saranno
parlamenti, né governi, in base a una capacità naturale delle genti di
autoregolamentarsi secondo leggi di fratellanza e di armonia cosmica, in
cui ciascuno, con spirito sano, darà quanto vuole e può e prenderà
quanto ha bisogno.
Per attuare tanto è
necessario frantumare il
mondo in uno spirito non globalizzato, ricreando una giusta distribuzione
di risorse economiche, artistiche e culturali tra i paesi delle varie
arie, ricche e povere, del mondo.
La prima giustizia non è quella dei tribunali, che è patologica,
presupponendo che in quelle aule si vada quando sia tracollata la bilancia
di Temi, ma la giustizia sociale che attui un'equa distribuzione delle
risorse tra tutti ovvero l'evangelica "condivisione dei beni".
Un
progetto di riformulazione della giustizia, fino alla sua eliminazione
perché non più necessaria dal
mondo, ci viene dal Monte Athos.
Bisogna ricreare come sul
Monte Athos un'infinita serie di comunità mosse dallo stessa alacrità di
questi monaci, capaci di autoregolarsi semplicemente perché animati da
uno spirito di afflato universale, sia nei cenobiti che nelle celle di
ricerca individuale del contatto con Dio.
Un modello in tale ultimo senso ci viene dalla vita idioritmica. In alcuni dei 20 monasteri, infatti, i monaci
praticano questo stile di vita in cui ognuno di loro, benché sottomesso
all'Igumeno per tutto ciò che riguarda la sfera spirituale, per il resto
fa vita a sé. Per proprio conto si procura il cibo e il vestiario; segue
un orario giornaliero a suo piacimento, salvo per l'assistenza alle
funzioni sacre.
Là dove questo spirito
del "Tutti per uno, uno per tutti", da soli o insieme agli
altri, sia reale, la piena
libertà e l'uguaglianza non saranno più a monte ma a valle. Allora i
monaci abbandoneranno il monte perché tutta la Terra, resa Fraterna,
diventerà il Monte Athos.
L'espressione
è stata presa dalla relazione del Monaco Cosma Aghiorita.
L'archimandrita
Nilo Vetopedinos ha specificato che la Montagna Sacra per i cristiani
è il Monte Sinai su cui Dio diede le Tavole della Legge a Mosè. In
via metareligiosa la Montagna Sacra per antonomasia, per priorità
cronologica religiosa e
per altezza fisica, è l'Himalaya.
La
uguale distribuzione dei beni è stata ricordata dal reverendo padre
Costantin Balauka.