Antonio
Spagnuolo è
nato a Napoli il 21 luglio 1931.
Presente in numerose mostre di poesia visiva
nazionali e internazionali , inserito in molte antologie ,
collabora a periodici e riviste di varia cultura :
Altri termini -
Hebenon - Il
Cobold -
Issimo - l'immaginazione
- l'involucro -l'Ortica - lo stato delle cose - Mito - Offerta speciale -
Oltranza -
Poiesis -
Porto Franco - Terra del fuoco - Vernice - Ha diretto
la collana di "poesia" per
Guida editori. Attualmente dirige la collana "l'assedio della poesia" e ”poetry wave” in internet
.
Nel volume "Ritmi del lontano presente"
Massimo Pamio prende in esame le sue opere edite tra il 1974 e il 1990 .
Tradotto in francese , inglese , greco moderno ,
iugoslavo , spagnolo .
Ha pubblicato :
* I volumi di poesia :
"Ore del tempo perduto"
- Intelisano - Milano 1953
"Rintocchi nel cielo" - Ofiria - Firenze
1954
"Erba sul muro" - Iride - Napoli 1965 -
prefaz. G. Salveti
"Poesie 74" - SEN
Napoli 1974 - prefaz.
Dom. Rea
"Affinità imperfette" - SEN
Napoli 1978 - prefaz.
M. Stefanile
"I diritti senza nome" - SEN
Napoli 1978 - prefaz.
M. Grillandi
"Angolo artificiale" - SEN
Napoli 1979
"Graffito controluce" - SEN Napoli 1980 -
prefaz. G. Raboni
"Ingresso bianco" - Glaux Napoli 1983
"Le stanze" - Glaux
Napoli 1983 - prefaz. C. Ruggiero
"Fogli dal calendario" - Tam-Tam
Reggio Emilia 1984 - prefaz. G.B. Nazzaro
"Candida" - Guida
Napoli 1985 - prefaz.
M. Pomilio (Premio Adelfia 85
e Stefanile 86)
"Dieci poesie d'amore e una prova d'autore"
- Altri Termini . Napoli - 1987 (Premio Venezia 87)
"Infibul/azione" -
Hetea - Alatri 1988
"Il tempo scalzato" - All'antico mercato
saraceno - Treviso 1989
"L'intimo piacere di svestirsi" - L'Assedio
della poesia - Napoli 1992
"Il gesto - le camelie" - All'antico
mercato Saraceno - Treviso 1992 (Premio
Spallicci 91)
"Dietro il restauro"
- Ripostes - Salerno 1993 (Premio
Minturnae 93)
"Attese" - Porto Franco - Taranto 1994 -
illustrazioni di Aligi Sassu
"Inedito 95" inserito nell'antologia di
Giuliano Manacorda "Disordinate convivenze -
ediz. L'assedio della poesia - Napoli - 1996.
"Io ti inseguirò"
(venticinque poesie intorno alla Croce) - Luciano Editore - Na -
1999
* I volumi in prosa :
"Monica ed altri"- racconti
- SEN Napoli - 1980
"Pausa di sghembo" - romanzo - Ripostes -
Salerno 1994
* I volumi per il teatro :
"Il cofanetto" - due atti -
L'assedio della poesia - Napoli 1995
" 'Nu nippolo e 'o guardapettole " - due
atti in vernacolo napoletano - 1996 -
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Di lui hanno scritto numerosi autori fra i quali A.
Asor Rosa che lo ospita nel suo "Dizionario della letteratura
italiana del novecento" , Carmine Di Biase nel volume "La
letteratura come valore", Matteo d'Ambrosio nel volume "La
poesia a Napoli dal 1940 al 1987", Gio Ferri nei volumi "La
ragione poetica" e "Forme barocche della poesia
contemporanea", Stefano
Lanuzza nel volume "Lo sparviero sul pugno",
Felice Piemontese nel volume "Autodizionario degli scrittori
italiani" , Corrado Ruggiero nel volume "Verso dove",
Alberto Cappi nel volume "In atto di poesia", Ettore Bonessio di
Terzet nel volume "Genova-Napoli due capitali della poesia",
oltre a L. Fontanella , M.Lunetta, G. Manacorda , Gian Battista Nazzaro ,
G. Raboni , C.Vitiello e molti altri .
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"L'adesione ad una idea psicoanalitica della
poesia, intesa come affiorare di un elemento
prelogico
della esperienza mentale, comporta in Spagnuolo il
rifiuto di una sitassi vincolante, sul piano del lin-
guaggio come su quello del senso. E' costante nella
poesia di Spagnuolo la rappresentazione di nuclei tematici, come la
centralità dell'eros , la relazione eros/tanatos e libido/morte, cui
corrisponde il ricorso ad una terminologia clinico psicologica , evidente
sopratutto in melania , sezione
centrale del volume-Candida- prefato da Mario Pomilio" - da - Dizionario della letteratura italiana del novecento - Ediz.
Einaudi - a cura di Alberto Asor Rosa - 1992 .
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"...in Spagnuolo la inafferrabilità della cosa,
secondo l'ipotesi della Kristeva , non è motivo di dispera-
zione della coscienza, nè di vittoria delle baccanti
sulla parola inconscia. Poichè la parola è più che mai cosciente : perciò tanto violenta nella propria perdita
, tanto rivoltosa nella disseminazione, da non de- cidersi di cedere
nemmeno nell'incomunicazione. Anzi fa della incomunicazione, della
esaltazione di un destino e di una desolazione
il motivo di una scenografia mitica, in cui l'ogetto vive totalmente ,
fino in fondo, la propria drammaturgia. Una recita vitale, sull'orlo di
una fine che non verrà finchè ci sarà parola , finchè la parola saprà
resistere non ripercorrendo il tempo
dissipato, bensì reinventando fuori di ogni tempo la propria materica
astanza..." - da -Gio Ferri :
La ragione poetica - Edizioni Mursia 1994
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"...Questa inequivocabile realtà
retorico-metrica crea uno straordinario stato di straniazione e di
iniziazione a una forma non ancora formata , ancorchè progettata , che è
, materialisticamente (nella materia verbale densissima), niente affatto
onirica, bensì predisposta ad una stratificazione semantico-archetipa.
Che non ricorre nemmeno al mito, ma alla pura
formulazione sensitivo-concettuale. Un perfetto esempio di
presenza organica
allo schema preconcettuale . In cui tutto è chiaro, sebbene non
ancora dicibile.
...In questo caratteristico stilema si insinuano
sorprendentemente interiori frequenze addirittura dada-
surrealistiche : cosicchè anche l'idea
psicoanalitica di cui dice Asor Rosa trova ovviamente il suo posto ma non
nel senso, credo non tanto dell'inconscio e dell'onirico, quanto di un
predisposto programma di aggregazione
assurda e insieme
cosmico-olistica...". da
- Gio Ferri : luoghi della parola -
in Porto Franco -
Apr.-Giugno 1996 .
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"...Si tratta di aggregati linguistici
particolarmente sofferti e posti in uno stato di irreversibilità perenne
rispetto alla fluidità delle ricordanze. E' il rifiuto , risentito e
dissonante , di un linguaggio divenuto ormai oggetto di manipolazione
ideologica prima ancora che scientifica
fino a gettarsi nell'abisso creato dalla diffusione di una generica
idea di progresso...E' il rifiuto insomma della fiera dei sogni creata dal
mercato della scienza e del fascino che essa esercita attraverso i suoi
mille abbagli sull'immaginario dell'uomo ...Ciò che allora propone S. col
suo gettarsi tra le cose è una topografia dell'uomo moderno , la
configurazione , attraverso la rinomazione di tutto quanto gli appartiene
in emotività e stupori, del suo essere al mondo come radice vivente ,
misura della vita . " da G. Battista Nazzaro - profilo critico di antonio spagnuolo - in
Oltranza N° 1 - 1993 .
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"... per l'originalità di
un discorso che è narrativo e meditativo , visionario e
puntualmente descrittivo,
con perfetta armonia di toni e misure . Hai inventato
una forma assolutamente nuova , di fascinoso
splendore..." - Giorgio Bàrberi
Squarotti - per "Pausa di sghembo" - 3 - dicem. 1994 .
"...Nel senso dell'onirico e dell'inconscio che
si muove tra eros e thanatos
, sul topos della malattia , sulla
linea di fondo dell'attuale gratuità
del linguaggio , che risponde poi alla gratuità della parola,
quando sono messi in discussione tutti i valori e , quindi , la parola che
li esprime .
In questa linea è la partecipazione dell'autore alla
complessa realtà contemporanea, con senso di ango-
scia, che, anche se vista attraverso un'analisi
, occupa pena e dolore. Essa resta ferma all'oggi e non postula un oltre,
e tuttavia ne avverte la nostalgia e l'esigenza, nella stessa nudità
delle forme ellittiche non facilmente decodificabili , in disarmonia con il reale . Come la vita stessa e le povere umane
aspirazioni, dietro l'apparente eleganza del gioco ossia della casualità
stessa dell'esistere. E' il sentimento della
distanza delle cose e dell'essere, l'impossibilità cioè di vera
partecipazione, in cui l'io stesso si sente vittima del gioco stesso
dell'esistenza, e a sua volta giocabile , nell'illusione di risolvere
tutto con la parola scritta al di fuori del reale." -
da Carmine Di Biase -
"La letteratura come valore" - Ed. Liguori - 1993 .
********
"...Tutto ciò per sottolineare il valore
prelogico della poesia di S., la natura di un linguaggio che non mira in
alcun modo alla sintassi, ovvero
, se si preferisce, rimane al polo opposto dai processi aggreganti che
sono tipici della comune espressività, e invece è come se perseguisse la
scommessa di misurarsi con quanto c'è di albicante, di preconscio, di
disaggregato , di informale nella nostra esperienza mentale. A servirci di
un paradosso diremmo quasi che qui la parola interviene a manifestare ciò
che sta anteriormente alla parola, il pensato allo stato ancora amorfo, i
materiali mentali prima che si coordinino, i reagenti insomma della nostra
esperienza intima sorpresi allo stato prenatale e quasi fetale, prima
comunque che siano subordinati a quella che per
convenzione chiamiamo coscienza e invece vagano ancora
al fondo del nostro Es alla ricerca di un coagulo." da
Mario Pomilio - prefazione
al volume Candida Editori Guida
- 1985 .
********
"...L'attività poetica di A.S. si è
frequentemente mossa tra una professionale consuetudine con il lessico
scientifico e l'abilità di usufruirlo e di estenderlo a sensi ampi,
totali , che alludono ad una condizione, che non è soltanto fisica,
dell'uomo immerso nella storia, nella sua storia... La poesia è legata
all'inconscio , coincide con l'Eros ed in esso si identifica per quella
forza necessaria ad
interrompere il sopraggiungere di Tanatos . E' questa l'utopia del testo ,
che può trasformare gli strabici
segnali della
realtà in chimere inaspettate.
Poesia della vita e della morte è questa ancor più che poesia dell'amore
, un amore anche fisico che ne avvolge il tormento in una dizione sapiente
e , forse , pacificatrice..." - da Giuliano
Manacorda - I
Limoni / la poesia italiana nel 1993 - Ed. Caramanica - aprile 1994 .
********
"... Il percorso di A.S. va con il suo rapido
precipitare da una chiamata di correo nella quale tutti po-
temmo sentirci colpevoli
di esistere per le paure le angosce i silenzi i segreti che ci dannano ,
alla
propria personale sofferenza. ... il pronome e
l'aggettivo della prima persona sono continuamente espressi
e rafforzati dalla presenza della seconda persona. Il dolore , la
delusione , gli sprechi del vivere , la visione ormai lontana
della giovinezza, i presagi del lutto segnano, a quanto di continuo
appare , queste ceneri della vita -
forse irrimediabilmente almeno sinchè non rinasca il
gusto della trasgressione . "
da Giuliano Manacorda - prefazione all'antologia "Disordinate convivenze" -
Ed. L'Assedio della poesia - 1996 .
********
" ... C'è in effetti , nella pronuncia poetica
di Spagnuolo, una continua oscillazione - ma preferirei chiamarla tensione
, conflittualità costitutiva - tra un modello , diciamo , di rigorosa
affabilità raziocinante e , perchè no ? , metafisica (che può
richiamare , tanto per intenderci , grandi esempi dell'altro novecento come Rebora o Sbarbaro) e un modello più corrente , più
novecentesco , nel senso meno inusuale del termine , cui potrebbe bene
adattarsi la formula simbolistico-ermetica della poetica della parola .... Il difficile equilibrio tra i due estremi
(anzi tra le due serie di estremi) si
mantiene , nella realtà della verbalizzazione , saldo e produttivo quanto
che proprio il conflitto che precede l'equilibrio e ne costituisce il
serbatoio , l'entroterra vitale , finisce con l'entrare in questa poesia -
garantendone oltre e al dila della compattezza formale
, l'unità di senso- come oggetto segreto e profondo, come
metafora delle metafore." - Giovanni
Raboni - prefazione al volume "Graffito
controluce" - 1980 .
"... la passione carnale si consuma nella
esaltazione spaziale della materia in cui la pietra si fa aria, cielo ,
acqua , corrente , metamorfosi fluente. Piega piegandosi e spiegandosi
. Invocazione , esclamazione , rovello
percorrono senza intervalli il rivolt/arsi
(rivolta e arsura) tra le pieghe
di una ricerca di sublimazione,
che suona- opportunamente - enfatica quanto basti a
(s)coprire l'indifferenza di una contemporaneità senza luogo e
senza mito. ... La valenza onirica è in buona parte il fondamento della
sua poesia ... quella luminescente poesia
della cripta , poesia 'criptica' come si suol dire , ... quindi luce e
sensibilità sinaptica alla luce . Trasmissione
della luce. -
Gio Ferri - "Forme barocche nella poesia contemporanea"
1996 .
"... Qui , nel tema erotico, già così ricco di
risvolti esistenziali in Candida
, s'innesta , per precipui scambi, anche il tema del disgregarsi della
gioia di vivere . Lo Spagnuolo parte dal presupposto che , inizialmente
almeno , l'elemento orgiastico debba manifestarsi
come forma vitale di consapevolezza nella ricerca del piacere ; e
che questa vada intesa proprio come segno
della consapevolezza dell'esser-
ci e del
fare in propulsione amorosa. Ma tenendo conto che l'attività erotica è
un'attività di per se dia-
bolica
, come insegnava a suo tempo Bataille,
perchè creata sostanzialmente dall'uomo in coincidenza
della morte ; Antonio Spagnuolo , che del diabolico mostra orrore ,
finisce per tributare valore poetico non più alla gioia propulsiva del
piacere che scava nel linguaggio infernale , ma alla dissoluzione della
vita e, di conseguenza, al
compianto di sé.... Viene ad identificarsi insomma con il lottare , di
frammento in frammento , per liberare, in sconnessioni
temporali e in disperse disarmonie
ritmiche, il
disumano contesto socioculturale che ci costringe
all'ossessionante ricerca della necessità di vivere."
G. Battista
Nazzaro - "Dibattito col poeta" - 1997 .
"... Oggi le poesie intelligenti sono spesso prive di vita , sono meri giochi
pseudocreativi , effettivamente di matrice barocca , come nota G. Ferri ed
altri prima di lui. Le sue poesie , almeno queste inedite in mio possesso
, non mi pare siano tali . Sono
vive , induttive , hanno atmosfera,
ereditano ed ampliano , passando con coscienza nei
torpori avanguardistici, l'insegnamento simbolista
ed ermetico (non così negativo , come si dice da più
parti). Così una passione viva , lessicalmente ricca e sorprendente ,
allo stesso tempo avita e nuova , emana dai suoi versi , sempre alti ,
intelligenti, forti.
Credo che il giudizio si compia sul discorso
dell'analogia. Lì si crea il limite tra barocco e neobarocco e
postmoderno, che è in verità , secondo me , altro dal decadentismo come
solitamente si considera, e cioè altro dal barocco, dal manierismo, dal
surrealismo, e così via: lì dove l'analogia è gratuita,
come dice Finzi, e dove è tono . Insomma la sua poesia rientra in quella
letteratura che ho chiamato postcontemporanea
e che è una risposta scientifica , e non semplicemente tecnologica , alla
modernità."
Roberto
Bertoldo - Ivrea - 30-6-97
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“…e ciò per chiarire quel che ho provato di
fronte a queste tue poesie , che mi sono parse vere
in ogni senso , anzitutto poetico , senza una parola che strida nei
confronti del sentimento che le muove , un sentimento sincero , profondo ,
sofferto …” -
Giuliano
Manacorda - per
il volume “ Io ti inseguirò” - 16
– 5 – 99