A modern Utopia
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                                                        GEORGE WELLS

 

Il tema ottimistico è accennato in A modern Utopia del 1905, dove Wells, rievocando Platone, affermò che nessuna isola o continente poteva essere tale da contenere uno stato perfetto: doveva essere il mondo intero o nulla149.

Per edificare la nuova società immagina una classe di samurai, un ordine di "volontaria nobilità", simili ai Custodi platoniani della Repubblica. Tutto il potere è nelle loro mani, unici amministratori, avvocati, medici e pubblici ufficiali e soli ad aver diritto al voto. L'ordine dei samurai è aperto a qualsiasi adulto al di sopra dei 25 anni che si trovi in buona salute e in stato di efficienza e che abbia superato l'esame finale di un college o di una scuola superiore. Se entra nell'ordine, deve seguire la "Regola" che proibisce cose come l'alcool, le droghe, il fumo, le scommesse, l'usura, i giochi, il commercio e i servi. Deve vestire il semplice abito dell'ordine e mantenersi in buona salute e in buone condizioni fisiche, e deve mantenerla mente sempre alacre leggendo un certo numero di nuovi libri all'anno. Deve essere casto, ma non celibe, e, se si sposa, può rimanere nell'ordine solo a condizione che sua moglie segua almeno la "Regola Minore delle donne".

Infine, ogni anno deve passare almeno sette giorni consecutivi da solo in un luogo selvaggio e solitario per sviluppare le sue risorse interne.

Wells è convinto che l'intrigo dell'organizzazione utopistica richiede metodi di controllo più potenti ed efficaci di quelli che permette il processo democratico. L'ottimismo originario si trasforma in visioni più cupe quando l'utopia di un regno benefico di scienziati e tecnici s'infrange sui cataclismi del mondo provocati dalla I Guerra Mondiali, dagli eccessi del comunismo, dal fallimento del capitalismo in una depressione di ampiezza planetaria.

Comunque Wells rimane una figura assai importante nell'ambito della letteratura del nostro secolo. Profondo conoscitore di fisica e biologia e sinceramente preoccupato dei possibili esiti dell'evoluzione - o della regressione - dei destini umani, imperniò su tali interessi la parte più originale della sua attività di narratore, elevando a piena dignità letteraria il genere del romanzo fantascientifico di Edward Bellamy e Jules Verne e preparando la strada alle utopie e alle antiutopie, di Karel Capek-Chod, Evgenij Zamjatin, Aldous Huxley e George Orwell.