Per edificare la nuova società immagina una classe di
samurai, un ordine di "volontaria nobilità", simili ai Custodi platoniani della
Repubblica. Tutto il potere è nelle loro mani, unici amministratori, avvocati, medici e
pubblici ufficiali e soli ad aver diritto al voto. L'ordine dei samurai è aperto a
qualsiasi adulto al di sopra dei 25 anni che si trovi in buona salute e in stato di
efficienza e che abbia superato l'esame finale di un college o di una scuola superiore. Se
entra nell'ordine, deve seguire la "Regola" che proibisce cose come l'alcool, le
droghe, il fumo, le scommesse, l'usura, i giochi, il commercio e i servi. Deve vestire il
semplice abito dell'ordine e mantenersi in buona salute e in buone condizioni fisiche, e
deve mantenerla mente sempre alacre leggendo un certo numero di nuovi libri all'anno. Deve
essere casto, ma non celibe, e, se si sposa, può rimanere nell'ordine solo a condizione
che sua moglie segua almeno la "Regola Minore delle donne".
Infine, ogni anno deve passare almeno sette giorni
consecutivi da solo in un luogo selvaggio e solitario per sviluppare le sue risorse
interne.
Wells è convinto che l'intrigo dell'organizzazione
utopistica richiede metodi di controllo più potenti ed efficaci di quelli che permette il
processo democratico. L'ottimismo originario si trasforma in visioni più cupe quando
l'utopia di un regno benefico di scienziati e tecnici s'infrange sui cataclismi del mondo
provocati dalla I Guerra Mondiali, dagli eccessi del comunismo, dal fallimento del
capitalismo in una depressione di ampiezza planetaria.
Comunque Wells rimane una figura assai importante
nell'ambito della letteratura del nostro secolo. Profondo conoscitore di fisica e biologia
e sinceramente preoccupato dei possibili esiti dell'evoluzione - o della regressione - dei
destini umani, imperniò su tali interessi la parte più originale della sua attività di
narratore, elevando a piena dignità letteraria il genere del romanzo fantascientifico di
Edward Bellamy e Jules Verne e preparando la strada alle utopie e alle antiutopie, di
Karel Capek-Chod, Evgenij Zamjatin, Aldous Huxley e George Orwell.