Utopia
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                  Tommaso Moro

 

                 L'ISOLA UTOPIA DI TOMMASO MORO.

Uno dei più alti rappresentanti dell'umanesimo inglese, Tommaso Moro è l'autore di quest'opera fondamentale, in latino, De optimo rei publicae statu deque insula Utopia (1516) o più semplicemente Utopia, un'opera nata su uno sfondo di un umanesimo critico di stampo erasmiano. Non a caso Erasmo e Tommaso furono legati da profonda amicizia. Un'opera in cui Moro si riconosce debitore a Platone e alla sua Repubblica:

         "Ora io sono come la città di Platone

            La cui fama vola attraverso il mondo".

L'Utopia rappresenta il capostipite del genere letterario-filosofico moderno che da essa prende l'appellativo di utopistico e non a caso a Moro si deve il conio della parola.

L'Io Narrante immagina di aver incontrato un tale Raffaello Hythloday133, il quale, compagno di viaggi di Amerigo Vespucci, in America s'imbatte in una terra sconosciuta. E' Utopia(lett. u-tòpos= senza luogo), cioè il posto che non c'è, il luogo irreale, l'isola che non ha luogo.

Tutti i personaggi, tutte le cose sono ironicamente contrassegnate dalla privazione o dalla lontananza: Ademo il re, ossia il re che non ha popolo; Anidro il fiume di questa terra, il fiume senz'acqua; Alxopoliti, gli abitanti senza terra e senza patria; Amauroto la capitale, città ignota ed oscura.

Quell'isola beata è la società ideale, a base socialista e democratica praticamente, priva di proprietà privata causa di tutti i mali. Tutto è diviso, secondo la teoria platonica della spartizione dei beni. Le cure ospedaliere sono uguali e gratuite per tutti. E' ammessa l'eutanasia. Si praticano tutte le religioni e la gente vive tranquilla.

Definito lo stato una "congiura dei ricchi", il libro si rivela come una forma di attacco ai mali del secolo, la corruzione, il dispotismo delle monarchie, la vendita delle cariche, l'immoralità del clero etc. Il fondamento destabilizzante del testo spiega perché lo stesso fu messo all'indice dall'Inquisizione spagnola.

Tommaso opera il recupero della cultura classica che viene posta al servizio di un progetto filosofico di critica politica, che trova la sua più immediata motivazione nella necessità di comprendere e fronteggiare la complessità dei processi di mutazione economico-sociale, nonché dei contrasti civili in atto nell'Inghilterra agli inizi del Cinquecento. Crea così una specie di romanzo politico e sociale in cui è immaginato uno Stato ideale, con un sovrano che è il contrario assoluto de "Il Principe" di Machiavelli.

L'opera è divisa in due parti. Nella prima Tommaso dà un'interpretazione pessimistica della situazione a lui contemporanea, la cui caratteristica di transizione da forme di organizzazione sociali e politiche fondate su un'economia prevalentemente rurale a un assetto borghese della società viene colta nei suoi aspetti contingenti negativi e nelle sue manifestazioni disgregative.

Nella seconda parte, al dato storico viene contrapposto il progetto riformatore, sotto la forma dell'invenzione di una societas perfecta, quella appunto dell'immaginaria isola di Utopia in cui appare una chiara reminiscenza della Repubblica platonica.

In Utopia la risoluzione dei contrasti sociali si affida all'abolizione della proprietà privata, quindi al comunismo dei beni e alla mancanza del commercio, mentre vincolante per tutti è l'obbligo del lavoro rurale.

L'ordinamento politico si fonda sull'elezione di magistrati da parte dei grossi nuclei familiari in cui si struttura la società civile. Ci si preoccupa della cultura popolare, si costruiscono città-giardino, si stabilisce che il lavoro giornaliero non superi le sei ore. Mentre dichiara lecita la sola guerra difensiva, Moro ammette la lotta contro la tirannide, e racconta che gli Utopiensi si valgono di tutti i mezzi, dalla corruzione al tradimento, per liberare i popoli oppressi. Sul piano religioso vige il principio della libertà delle forme di espressione della fede, la pratica della tolleranza che rifiuta ogni esclusivismo confessionale.Un principio rivoluzionario visti i tempi.

In pratica si tratta di un'anticipazione rinascimentale dell'Illuminismo e del Socialismo, oltre che a fonte d'ispirazione di testi come la Città del sole di Tommaso Campanella.

Come Bacone Moro scrisse un' Utopia. Solo che Moro scriveva l'Utopia su quel che era: un buono e un giusto. Bacone la compose contro quel che era: un immorale e un corrotto, anche se pare che l'accettar doni dalle parti in causa fosse cosa "spiegabile coi costumi venali del tempo"134.

Simbolo dell'eroismo laico cristiano, Moro sarà proclamato Santo quattrocento anni dopo da Pio XI.

 

 
   

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