Icaria di Étienne Cabet
Étienne Cabet (1788-1856), agitatore
carbonaro, prende parte attivamente alla rivoluzione del 1830; fonda un
giornale diretto ai lavoratori, Le Populaire, in cui sferra
violenti attacchi contro il governo di Luigi Filippo, tanto da essere
costretto all'esilio in Inghilterra. Qui entra in contatto con Robert
Owen; la sua opera sarà notevolmente influenzata da Owen,
così come dagli altri socialisti
utopisti.
Le fonti di ispirazione
Alcuni episodi della Rivoluzione
Francese tornano di attualità durante i moti del 1830 e del 1848: tra
questi la congiura degli Eguali del 1798-96, guidata da François Noël,
detto Gracchus, Babeuf. Il ricordo di questa viene rinfrescato da Filippo
Buonarroti, che pubblica nel 1828 la Conspiration pour l'égalité,
dite de Babeuf; in quest'opera viene evidenziato
anche l'aspetto urbanistico, emerso parallelamente a quello sociale
durante la congiura.
Dacché l'ineguaglianza delle fortune ha condannato gli uni
a un lavoro schiacciante, gli altri a un'inerzia corruttrice, le campagne
hanno serbato solo pochi abitanti, spesso insufficienti ai bisogni della
coltivazione, ma sempre schiacciati dall'eccesso di fatica. L'eccesso di
popolazione s'è stipato nelle città, o per dissiparvi nella mollezza le
ricchezze prodotte dai campagnoli, o per procurarsi facili mezzi di
sussistenza, al servizio delle voluttà dei ricchi o della complicazione
della pubblica amministrazione.
[...] Non più una capitale, non più grandi città; a poco
a poco il paese si sarebbe coperto di villaggi, costruiti nei luoghi più
sani e più comodi, e disposti in modo da comunicare facilmente tra loro
per mezzo di strade e di numerosi canali, che nell'interesse generali si
sarebbero aperti in tutte le direzioni [...] Dovendo tutti sottomettersi
alla legge suprema dell'eguaglianza, la sontuosità dei castelli avrebbe
lasciato il posto alla salubrità, alla comodità e alla proprietà di
tutte le abitazioni disposte con elegante simmetria, per il piacere
dell'occhio e per il mantenimento dell'ordine pubblico.
Quando non ci saranno più palazzi, non ci saranno più
catapecchie; le case saranno semplici e la magnificenza dell'architettura
e delle arti che ne mettono in risalto la bellezza sarà riservata ai
magazzini pubblici, agli anfiteatri, agli stadi, agli acquedotti, ai
ponti, ai canali, alle piazze, agli archivi, alle biblioteche e
soprattutto ai luoghi consacrati alle deliberazioni dei magistrati ed
all'esercizio della sovranità popolare.
(da: F. Buonarroti, Congiura per l'uguaglianza
di Babeuf (1828), trad. it., Torino, 1946, in L.
Benevolo, Le origini dell'urbanistica moderna,
pp. 105-106)
Buonarroti
è, insieme a Saint-Simon
e Fourier,
la terza fonte importante del pensiero utopista francese, e fu uno dei
principali ispiratori di Cabet.
Voyage
en Icarie
Étienne
Cabet pubblica nel 1840, dopo essere tornato in Francia dall'esilio
inglese, Voyage en Icarie, un romanzo utopico
ispirato all'Utopia
di Tommaso
MoroNel libro si contrappone al sistema capitalistico un sistema di
stampo socialistico-comunistico, dove è chiara l'influenza del comunismo
egualitario di Babeuf e Buonarroti e della tradizione illuministica del
Settecento francese sul pensiero di Cabet.
Ciascuno ha il dovere di lavorare lo stesso numero di ore
al giorno, secondo i propri mezzi, e il diritto di ricevere una parte
eguale di tutti i prodotti, secondo i propri bisogni.
(da: E. Cabet, Voyage en Icarie,
Paris, 1840, in G.M.
Bravo, Le origini del socialismo contemporaneo
1789/1848, p. 48)
La
dottrina si sarebbe dovuta diffondere pacificamente, per via
dell'evoluzione: pur essendo classista, Cabet rifiutava infatti l'idea di
una rivoluzione per attuare il movimento che proprio con lui, cominciò a
chiamarsi comunista (pubblicò nel 1845 un opuscolo intitolato Perché
io sono comunista, e il mio credo
comunista).
Accanto
al piano di riforma sociale è ampiamente descritta, coma accade in Fourier,
la città in cui questa dovrebbe trovare attuazione. Al paese, questa
volta immaginario, viene dato il nome di Icaria, ed alla sua capitale
quello di Icara. Essa è di forma circolare, attraversata nel mezzo da un
fiume rettilineo, che sdoppiandosi dà vita a sua volta ad un isola
rotonda; le strade a scacchiera sono attraversate da due anelli circolari
di boulevards.
I
negozi sono sotituiti dai magazzini e dagli ateliers statali,
previsti nella nuova società; i cimiteri, gli ospedali e le officine sono
fuori dalla città, immersi nel verde. Nella circolazione si presta
particolare attenzione all'incolumità dei pedoni: essi potranno
percorrere appositi passaggi coperti, mentre le vetture dovranno circolare
all'interno di apposite rotaie, da cui non potranno uscire. Le abitazioni
sono standard, ai vari piani corrispondono precise funzioni:
La rappresentanza popolare adottò il progetto premiato e
ordinò che tutte le case della comunità fossero costruite su quel
progetto. E ognuno comprese che ne derivava l'inestimabile vantaggio che,
essendo assolutamente uguali tutte le porte, le finestre, ecc. era
possibile predisporre, in quantità enormi, tutti gli elemento costitutivi
di una casa, di una fattoria, di un villaggio o di una città. Si
realizzarono anche progetti-modello di una fattoria, di scuole, ecc.; la
stessa cosa fu fatta per l'arredamento e per ogni tipo di mobile.
(da: E. Cabet, Voyage en Icarie,
Paris, 1840, in P.
Sica, Storia dell'urbanistica. II,2. L'Ottocento,
p. 1095)
La
città comprende sessanta quartieri, ciascuno dei quali prenderà il nome
da una delle principali sessanta nazioni e ne riprodurrà i caratteri
architettonici. Cabet illustra il suo programma politico nel periodico Le
Populaire, e raccoglie un dicreto numero di seguaci; inoltre il
successo del suo libro tra gli intellettuali, e fra una parte dei
lavoratori francesi lo spinge, su proposta di Owen,
a tentare personalmente la fondazione di una colonia in America.
I
tentativi di realizzazione
Nel
maggio del 1847, incoraggiato dal successo, Cabet pubblica un manifesto
dal titolo Allons en Icarie per raccogliere
proseliti, e fa uscire contemporaneamente un opuscolo Réalization de
la communauté d'Icarie, dove annuncia di poter
contare su 10.000 o 20.000 uomini per attuare il suo progetto. Nel
dicembre dello stesso anno Cabet comunica che il luogo prescelto si trova
in Texas, e così 69 tra le cinquecento persone che hanno aderito
all'iniziativa, impazienti di partire, il 3 febbraio 1848 si imbarcano a
Le Havre contro il parere dello stesso Cabet, che resta in Francia.
In
Francia però scoppia la rivoluzione del '48, e molti degli icariani
rimasti in Francia (ed in un primo tempo lo stesso Cabet) decidono di
impegnarsi nel nuovo movimento politico;
intanto i 69 adepti giunti in Texas, si trovano di fronte ad una serie di
difficoltà a cui non possono far fronte: costatano che i terreni sono
incolti ed i lotti, di 320 ettari l'uno, sono staccati tra loro, e per
nulla vicini al Red River, come promesso da Cabet. Pertanto si ritirano a
New Orleans, dove sono raggiunti nel '48 da altri 400 seguaci e dallo
stesso Cabet.
Cabet
li rianima e ottiene un nuovo terreno nell'Illinois, acquistando dai
Mormoni il podere di Nauvoo, sulle rive del Mississippi. Gli icariani
giungono qui nel marzo del 1849 ridotti in 260 da malattie e defezioni.
Recuperano le rovine lasciate dai Mormoni e allestiscono un refettorio,
una scuola, una biblioteca ed un teatro. Alle famiglie è concessa la vita
individuale.
Ma
nel 1856, in seguito a discussioni interne ed a difficoltà economiche, si
arriva ad una vera e propria scissione.
Cabet
con alcuni seguaci si trasferisce a St. Louis, dove muore nel novembre
dello stesso anno; i suoi seguaci si organizzano a Cheltenham, nei
sobborghi della città, ma si riducono a meno di venti e si sciolgono nel
1864.
Il
gruppo di Nauvoo decide nel 1860 di vendere i beni comuni e di trasferirsi
a Corning, nello Iowa, dove trova finalmente una sistmazione adeguata in
un podere di 3.000 acri. I 35 superstiti fondano qui la loro città ideale
e riescono a raggiungere anche un certo benessere, tanto che gli icariani
nel 1875 sono saliti a 75; la disposizione delle case è molto simile al quadrilatero
di Owen.
Nel
1879 si assiste però ad una nuova scissione: a Corning restano 20
seguaci, di tendenza socialista, che però si trasferiscono poco dopo in
California dove fondano Icaria-Speranza che resta attiva fino al 1887. La
seconda frazione si insedia invece poco distante da Corning dove fonda New
Icaria, cercando di edificare il villaggio ideale sognato fin dall'inizio.
Questa seconda esperienza durò fino al 1895, quando la comunità si
sciolse e il patrimonio diviso fra i 21 aventi a diritto.
«Così
avvenne una specie di reductio ad absurdum dell'ambizioso programma
di Cabet, e l'idea della grande metropoli condusse alla formazione di
villaggi rurali sempre più esigui, fino a raggiungere le dimensioni di
normali imprese private» (L.
Benevolo, Le origini dell'urbanistica moderna, p. 112).
http://web.tiscali.it/icaria/urbanistica/cabet/cabet.htm