Icaria
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 Il ‹‹cabetismo›› o ‹‹icarianesimo›› - termini, divenuti, negli anni Quaranta, sono sinonimi di ‹‹comunismo››,  derivati dall’opera Viaggio in Icaria (Voyage en Icarie, 1840), in cui Ètienne Cabet (1788 – 1856) raccontava di una terra felice nella quale il principio dell’uguaglianza si realizzava nella forma della comunità di tutti i beni, tanto degli strumenti produttivi quanto degli stessi prodotti; la società era retta da una democrazia diretta di ispirazione rousseauiana e una rigida organizzazione pianificava la produzione e il lavoro in modo da garantire a tutti il necessario alla vita; curava l’educazione, l’informazione e il tempo libero.

da http://www.dialegesthai.org/T1/espomarx/marxhtml/marx33.htm

                             

Icaria di Étienne Cabet

Étienne Cabet (1788-1856), agitatore carbonaro, prende parte attivamente alla rivoluzione del 1830; fonda un giornale diretto ai lavoratori, Le Populaire, in cui sferra violenti attacchi contro il governo di Luigi Filippo, tanto da essere costretto all'esilio in Inghilterra. Qui entra in contatto con Robert Owen; la sua opera sarà notevolmente influenzata da Owen, così come dagli altri socialisti utopisti.

 

Le fonti di ispirazione

Alcuni episodi della Rivoluzione Francese tornano di attualità durante i moti del 1830 e del 1848: tra questi la congiura degli Eguali del 1798-96, guidata da François Noël, detto Gracchus, Babeuf. Il ricordo di questa viene rinfrescato da Filippo Buonarroti, che pubblica nel 1828 la Conspiration pour l'égalité, dite de Babeuf; in quest'opera viene evidenziato anche l'aspetto urbanistico, emerso parallelamente a quello sociale durante la congiura.

Dacché l'ineguaglianza delle fortune ha condannato gli uni a un lavoro schiacciante, gli altri a un'inerzia corruttrice, le campagne hanno serbato solo pochi abitanti, spesso insufficienti ai bisogni della coltivazione, ma sempre schiacciati dall'eccesso di fatica. L'eccesso di popolazione s'è stipato nelle città, o per dissiparvi nella mollezza le ricchezze prodotte dai campagnoli, o per procurarsi facili mezzi di sussistenza, al servizio delle voluttà dei ricchi o della complicazione della pubblica amministrazione.

[...] Non più una capitale, non più grandi città; a poco a poco il paese si sarebbe coperto di villaggi, costruiti nei luoghi più sani e più comodi, e disposti in modo da comunicare facilmente tra loro per mezzo di strade e di numerosi canali, che nell'interesse generali si sarebbero aperti in tutte le direzioni [...] Dovendo tutti sottomettersi alla legge suprema dell'eguaglianza, la sontuosità dei castelli avrebbe lasciato il posto alla salubrità, alla comodità e alla proprietà di tutte le abitazioni disposte con elegante simmetria, per il piacere dell'occhio e per il mantenimento dell'ordine pubblico.

Quando non ci saranno più palazzi, non ci saranno più catapecchie; le case saranno semplici e la magnificenza dell'architettura e delle arti che ne mettono in risalto la bellezza sarà riservata ai magazzini pubblici, agli anfiteatri, agli stadi, agli acquedotti, ai ponti, ai canali, alle piazze, agli archivi, alle biblioteche e soprattutto ai luoghi consacrati alle deliberazioni dei magistrati ed all'esercizio della sovranità popolare.

(da: F. Buonarroti, Congiura per l'uguaglianza di Babeuf (1828), trad. it., Torino, 1946, in L. Benevolo, Le origini dell'urbanistica moderna, pp. 105-106)

Buonarroti è, insieme a Saint-Simon e Fourier, la terza fonte importante del pensiero utopista francese, e fu uno dei principali ispiratori di Cabet.

 

Voyage en Icarie

Étienne Cabet pubblica nel 1840, dopo essere tornato in Francia dall'esilio inglese, Voyage en Icarie, un romanzo utopico ispirato all'Utopia di Tommaso MoroNel libro si contrappone al sistema capitalistico un sistema di stampo socialistico-comunistico, dove è chiara l'influenza del comunismo egualitario di Babeuf e Buonarroti e della tradizione illuministica del Settecento francese sul pensiero di Cabet.

Ciascuno ha il dovere di lavorare lo stesso numero di ore al giorno, secondo i propri mezzi, e il diritto di ricevere una parte eguale di tutti i prodotti, secondo i propri bisogni.

(da: E. Cabet, Voyage en Icarie, Paris, 1840, in G.M. Bravo, Le origini del socialismo contemporaneo 1789/1848, p. 48)

La dottrina si sarebbe dovuta diffondere pacificamente, per via dell'evoluzione: pur essendo classista, Cabet rifiutava infatti l'idea di una rivoluzione per attuare il movimento che proprio con lui, cominciò a chiamarsi comunista (pubblicò nel 1845 un opuscolo intitolato Perché io sono comunista, e il mio credo comunista).

Accanto al piano di riforma sociale è ampiamente descritta, coma accade in Fourier, la città in cui questa dovrebbe trovare attuazione. Al paese, questa volta immaginario, viene dato il nome di Icaria, ed alla sua capitale quello di Icara. Essa è di forma circolare, attraversata nel mezzo da un fiume rettilineo, che sdoppiandosi dà vita a sua volta ad un isola rotonda; le strade a scacchiera sono attraversate da due anelli circolari di boulevards.

I negozi sono sotituiti dai magazzini e dagli ateliers statali, previsti nella nuova società; i cimiteri, gli ospedali e le officine sono fuori dalla città, immersi nel verde. Nella circolazione si presta particolare attenzione all'incolumità dei pedoni: essi potranno percorrere appositi passaggi coperti, mentre le vetture dovranno circolare all'interno di apposite rotaie, da cui non potranno uscire. Le abitazioni sono standard, ai vari piani corrispondono precise funzioni:

La rappresentanza popolare adottò il progetto premiato e ordinò che tutte le case della comunità fossero costruite su quel progetto. E ognuno comprese che ne derivava l'inestimabile vantaggio che, essendo assolutamente uguali tutte le porte, le finestre, ecc. era possibile predisporre, in quantità enormi, tutti gli elemento costitutivi di una casa, di una fattoria, di un villaggio o di una città. Si realizzarono anche progetti-modello di una fattoria, di scuole, ecc.; la stessa cosa fu fatta per l'arredamento e per ogni tipo di mobile.

(da: E. Cabet, Voyage en Icarie, Paris, 1840, in P. Sica, Storia dell'urbanistica. II,2. L'Ottocento, p. 1095)

La città comprende sessanta quartieri, ciascuno dei quali prenderà il nome da una delle principali sessanta nazioni e ne riprodurrà i caratteri architettonici. Cabet illustra il suo programma politico nel periodico Le Populaire, e raccoglie un dicreto numero di seguaci; inoltre il successo del suo libro tra gli intellettuali, e fra una parte dei lavoratori francesi lo spinge, su proposta di Owen, a tentare personalmente la fondazione di una colonia in America.

 

I tentativi di realizzazione

Nel maggio del 1847, incoraggiato dal successo, Cabet pubblica un manifesto dal titolo Allons en Icarie per raccogliere proseliti, e fa uscire contemporaneamente un opuscolo Réalization de la communauté d'Icarie, dove annuncia di poter contare su 10.000 o 20.000 uomini per attuare il suo progetto. Nel dicembre dello stesso anno Cabet comunica che il luogo prescelto si trova in Texas, e così 69 tra le cinquecento persone che hanno aderito all'iniziativa, impazienti di partire, il 3 febbraio 1848 si imbarcano a Le Havre contro il parere dello stesso Cabet, che resta in Francia.

In Francia però scoppia la rivoluzione del '48, e molti degli icariani rimasti in Francia (ed in un primo tempo lo stesso Cabet) decidono di impegnarsi nel nuovo movimento politico; La ripartizione dei terreni in Texas: T)terreni del governo del Texas; P)terreni dell' agenzia immobiliare; I)terreni ceduti dalle agenzie agli Icarioti intanto i 69 adepti giunti in Texas, si trovano di fronte ad una serie di difficoltà a cui non possono far fronte: costatano che i terreni sono incolti ed i lotti, di 320 ettari l'uno, sono staccati tra loro, e per nulla vicini al Red River, come promesso da Cabet. Pertanto si ritirano a New Orleans, dove sono raggiunti nel '48 da altri 400 seguaci e dallo stesso Cabet.

Cabet li rianima e ottiene un nuovo terreno nell'Illinois, acquistando dai Mormoni il podere di Nauvoo, sulle rive del Mississippi. Gli icariani giungono qui nel marzo del 1849 ridotti in 260 da malattie e defezioni. Recuperano le rovine lasciate dai Mormoni e allestiscono un refettorio, una scuola, una biblioteca ed un teatro. Alle famiglie è concessa la vita individuale.

Ma nel 1856, in seguito a discussioni interne ed a difficoltà economiche, si arriva ad una vera e propria scissione. La filiazione delle comunità icariote in AmericaCabet con alcuni seguaci si trasferisce a St. Louis, dove muore nel novembre dello stesso anno; i suoi seguaci si organizzano a Cheltenham, nei sobborghi della città, ma si riducono a meno di venti e si sciolgono nel 1864.

Il gruppo di Nauvoo decide nel 1860 di vendere i beni comuni e di trasferirsi a Corning, nello Iowa, dove trova finalmente una sistmazione adeguata in un podere di 3.000 acri. I 35 superstiti fondano qui la loro città ideale e riescono a raggiungere anche un certo benessere, tanto che gli icariani nel 1875 sono saliti a 75; la disposizione delle case è molto simile al quadrilatero di Owen.

Nel 1879 si assiste però ad una nuova scissione: a Corning restano 20 seguaci, di tendenza socialista, che però si trasferiscono poco dopo in California dove fondano Icaria-Speranza che resta attiva fino al 1887. La seconda frazione si insedia invece poco distante da Corning dove fonda New Icaria, cercando di edificare il villaggio ideale sognato fin dall'inizio. Questa seconda esperienza durò fino al 1895, quando la comunità si sciolse e il patrimonio diviso fra i 21 aventi a diritto.

«Così avvenne una specie di reductio ad absurdum dell'ambizioso programma di Cabet, e l'idea della grande metropoli condusse alla formazione di villaggi rurali sempre più esigui, fino a raggiungere le dimensioni di normali imprese private» (L. Benevolo, Le origini dell'urbanistica moderna, p. 112).

 

http://web.tiscali.it/icaria/urbanistica/cabet/cabet.htm